Giorgio Orelli
Spiracoli VI
Spiracoli VI
Col silenzio di cento ramarri
e tremito a sommo d'avide punte di luppolo
non ho visto sbucare dalla siepe
delle suore il serpente che sa tutto,
scendere pigro la cinta dove odora il sambuco,
portare sull'asfalto una tristezza
opaca, una delusa pazienza, raggiungere
il binario lucente e non
attraversarlo, restare
flesso su una rotaia,
poi (contrario
al taglio netto?) tornarsene calmo
all'istituto.
C'erano solo due donne, quella che s'è spaventata
perché vicina al muro a un tratto l'ha visto ondeggiare
sopra la testa, e l'altra che l'ha quasi accompagnato
verso la strada ferrata e mi ha detto che era lungo
un metro e più, d'un colore difficile da dire.