Alberto Nessi
Il professore
Il professore
Non vedete la cartella che oscilla
nelle mie passeggiate solitarie?
Io seguo uno che non si fa mai prendere
è là dietro l’angolo
scappa ridendo il dio delle parole
da trent’anni lo inseguo per le strade.
Ero il primo della classe, mia madre
mi comprò gli occhiali con la montatura d’oro
per andare a studiare.
Poi cominciai a sentire le voci
e i giorni diventarono parole, i mesi
volumi senza l’indice, ragni
si nascosero nella mia cartella.
Ma chiamatemi professore
quando mi vedete col mio passo
nella stagione che fa più chiari
i segni dell’alfabeto vegetale
e la pioggia risillaba i cespugli: allora
nella mia testa le parole brillano
come topinambur,
dietro il cancello il fico
torce i suoi rami come un anacoluto.