Giorgio Luzzi
Mia Capitana
Mia Capitana
Per Carola Rackete
Non conosco i tuoi simboli
i quadranti che specchiano le lune
e i nodi e i lidi
con gli scafi di funi e spume
Non conosco le basi
di taglio della prora
né il frenante discorrere di poppa
Non so quando si va né so quando fa giorno
Non so del tuo ritorno
tra un caffè e una carezza
forse nella dolcezza di un rumoroso figlio
Ma so il tuo nome Capitana
questo nome che evoca le danze
di sorrisi e di infanzie
un nome custodito da soccorsi e ritorni
che lascia dietro sé fragori e spume
Mi dicono che oggi un piccolo tiranno
assillato e vorace convoca gli armati
contro la prua che guidi e contro te
temuta e odiata Antigone dei golfi
Certo sceglie il rancore
forse ha il mare in dispitto
come i nati di terre longobarde
Certo nega il diritto
agli umani più sacri
quelli che ora tu
vai guidando a salvezza
negli aspri mari del loro silenzio
Salvezza Parità Nomi primari
Roccia del mondo lo sguardo tra uguali
Vive una voce e ci vibra nella gola
il suono del tuo nome
tra nomi altri e stremati
Carola tu Una donna Una volta ancora