Giovanni Orelli
Se
Se
(lettera alla madre a più di
40 anni dalla morte)
Se ti portassero nel tuo aldilà
brutte notizie su di me,
non farti venire più pensieri neri; asino
sono che fa l'asineria:
d'aprile ha voglia di trifoglio, a maggio
macinare farina da uscirne tutto bianco
d'ora di sera, a giugno trottar via e a uno specchio
d'acqua abbeverarsi come con il vino un vecchio,
d'agosto lo mandassero sull'alpe
c'è un venticello che evapora il sudore,
settembre ancora in fiore su e giù per prati e conche,
un pasto con il recidivo poi
d'ottobre i campi al passo delle donne
col sacco di patate sopra il basto, l'inverno
viene presto, lui starebbe al caldo
con le galline e il porco.
Non farti più pensieri neri. Se morto
di novembre sarò o di dicembre
la fatica risparmio di morire
in un gennaio o febbraio di gelo
o nella mattanza di marzo.
Non angosciarti più. Ho i piedi
ben piantati per terra. Pronto al comando:
se stare o no, se al passo o al trotto,
a frusta o paglia docile, alla vampa
del sole o all'acqua, alla bestemmia
oppure alla bambina
se per giocare me ne issano una
in sella, da portare in giro, bella,
una madonna, miss mondo, una star, una vamp, una regina.