Fabio Scotto
LA PALUDE
LA PALUDE
III
D’un tratto quel sentiero restringeva
fino ad un ponticello malridotto;
oltre, frasche più fitte
un’ombra
un fosso
il piede cigolava al primo passo
la paura
in quel batticuore
da non dire
da dimenticare
sotto la maglietta
IV
Una palude bianca
in una c a l m a
senza vento
o forse gialla, grigia
mutevole a guardarla
come il tempo
Nessun marziano vi era
o mostro
o tigre del Bengala
né l’uomo nero
(viveva in fondo al sottoscala)
V
Eppure si muoveva
come polenta
chimica laguna
“Non ci andare,
che se ci cadi dentro...”
pareva di sentirsi richiamare
da
g i ù
nel fondo
da una testa bruna