Antonio Santori
[Miracoli. Giardini. Tu che rincorri]
[Miracoli. Giardini. Tu che rincorri]
Miracoli. Giardini. Tu che rincorri
la nuvola magica. Poi altari. Un ramo
d’olivo e il filo bianco di lana.
Ancora: non arriva nessuno. Ancora:
non è strano? Immagina, mi dico.
Immagina la gara. La stanza.
La penombra.
La spada. E quel crogiuolo di nomi
e di sangue che è il mostro.
Figlio del toro bianco dalla lingua
stregata. Vocabolario sfuggente.
Di parole senza sesso.
Immagina, mi dico, l’immensa
sciarada quando lui colpirà.
Ancora: il filo non si tende.
Ancora: non è strano?
Dove sarai adesso, quale stupida
mano ha sospeso il tuo nome?
Se tu fossi morto…
al di là… Se tu fossi morto
io avrei più un senso?
Appoggiata a questo ingresso.
La mano alzata, buffa,
nel mio cuore.