Fabio Scotto
LEGGI RILKE
LEGGI RILKE
Il viso incollato al vetro del treno
lui lo tieni negli occhi
finché l’inghiotte la calura dei binari
a Firenze Santa Maria Novella
Ora siedi
abbracciandoti i fianchi
in un lutto d’arti
istantaneo
eterno
L’umido d’occhi
medicato dal cleenex
sulle ciglia lunghe
quella lacrima bambina
già scesa e inafferrata
che ancòra non scorre
sul velo delle gote
sole
di taglio sui sandali
occhi immensi grigi
avidi d’aria
Leggi Rilke
nel pomeriggio che rimane
la mano nervosamente affondata
nel sacchetto delle patatine
Mangi in fretta
ferite
Mordicchi sulle dita affusolate
pellicine di dolore
Mostri i denti bianchi
dopo un sorso d’acqua
lo sguardo accarezza i fogli
annotati in tedesco
s’espande
s’arresta sospeso nel vuoto
L’aria non si muove
Domani l’esame
─ “Chiamerà dopo le nove?”
Non sentire la voce
Misuro annullata
la distanza delle labbra
Vorrei baciarti i piedi
con moltiplicate bocche
esserti seta fresca
farfalla sul pube
Già Milano Centrale
Il corpo stancamente verso l’uscita
da dietro
rallentando
poi più nulla
Nel metrò Annie Lennox canta
“How many times do I have to try to tell you...”
e “Why” è una corolla d’ombra
Ma scioperano le api
tutto scioglie il vento
come d’ali senza volo
ignote
Solo sapessi il nome
morirei peggio questa nuova morte
E ancelle nella saliva
di ghiaccio
devote