Roberta Dapunt
la sacra conversazione oppure tra me e Marcello Fera
Salva la solitudine che è in me, uomo che mi chiedi parole.
Sia la nostra una sacra conversazione. Senza guardarci,
ognuno nel nostro corpo, dal nostro corpo dialogare.
E saremo confluenza di percorsi, lettura di scritture.
Non ci sarà bisogno di ascoltare, sapremo senza udito
ciò che avremo detto, poiché del cuore e della mente ogni verbo.
Così mentre salverai la solitudine che è in me,
io scriverò dei suoni, delle sensazioni percepite. Alte e acute,
basse e cupe sensazioni, che da queste fisserò per te stupori,
meraviglie inverse, invisibili scenari.
La potenza dei mari mai visti ci invidierà,
forgerò i versi sulla pesantezza dell’incudine
e annuncerò il tempo che non avremo, sarà il mio componimento,
diventerò per lui campana che suona a distesa, perché sì,
distenderò la voce di ogni secondo
e saranno secoli di cori la nostra sacra conversazione.
Ti regalerò impressioni di grazia, convertirò il tuo sorriso a silenzi
che non ha mai conosciuto, che non conosceremo,
in cambio di tutto ciò tu salverai la solitudine che è in me,
uomo che mi chiedi parole.