Ne scrivo
e non voglio pensarci

Non ho idea
del perché mi fisso sempre su una sola parola
su qualche parola così
sulla quale alla fine mi areno

“Ti è successo quando eri ancora

           in vita?”

           Quel pomeriggio mi aggiravo titubante
           all'indietro sul prato
           e dall'erba mi seguiva lo sguardo di una gatta bianca e nera
           Fu la mia fine
           All'improvviso vidi che tutto conduceva a lei
           e che io
           visto che era ferma lì
           non avrei potuta evitarla

           Mi vidi mentre come per dispetto cambiavo direzione
           dirigendomi altrove
           soltanto per causa sua
           ma altrettanto chiaramente invano
           di nuovo altrove di nuovo indietro

           O verso di lei indirettamente
           O direttamente

           Il nodo si stringeva finché non scappò via davanti a me

Il nodo
ancora una volta una di quelle parole

Non appena cerco di seguirne una
subito al suo posto è in agguato qualcosa
con la quale non avrei mai dovuto brigare

E poi non aiuta più né il cassare né la fuga
verso un'altra parola
           Nessuna è diversa
E tutte sono capaci di ricordarselo a vicenda

Non sento più la poesia ma solo una gelida stretta
che nessuno di noi vivi
non vorrebbe forse davvero sapere
né tantomeno viverla
cosa può significare

           in vita

           Finché non fugge davanti a me
           Come allora