Lello Voce
Lai del ragionare caotico
Idioma: italiano
Traducciones:
alemán (Klagelied über das chaotische Nachdenken), francés (Lai du raisonnement chaotique)
Lai del ragionare caotico
(Black Lai)
lacrime e sangue e mazze e martelli e falci e forconi
e fegati e fulminee intrusioni all’alba
mandato in mano alla ricerca del nero del nerissimo
scuro dell’oscuro annerirsi del fiato del
polmone e del cardiaco illegalmente detenuto
nascosto celato abilmente nella cassa toracica
abusivamente pulsante insomma una vita a scrocco
furtivamente nera come la pece nera come
un sospetto nera di rabbia nera come il nero di uno
scacco nera come il nero del futuro del duro
domani delle nostre mani nere più nere dell’anima
nere di profitti nere da sconfitti nere come
il nero di uno scarafaggio a forma di sentimento
che ci striscia sotto le pareti dell’anima nero
come il sangue antico nell’ampolla che si frantuma
e diviene polvere nera esplosiva e muta
nero come una tuta nera nero come un cappuccio nero
più nero della notte nero di carni cotte
nero di cani randagi nero di lingua morta asfissiata
nero come una vena salassata come una
flebite del respiro nero come quei blindati schierati
lì in fondo sul confine della ragione nero
come le maschere come gli scudi gli stivali
come la paura che ho dentro la voglia d’avere ali
(è ovvio che si tratta di una tattica d’azione dell’
ordinato svolgersi delle teorie del caos
è scontato che ha una sintassi di corse e colpi
brevi come accenti acuti che infrangono)
in ordine sparso a piccoli gruppi andando controcorrente
travisati traditi travestiti a manciate
più o meno nello stesso momento più o meno
in tutta la città più o meno presentandosi a iosa
con la spranga che bacia il cristallo e lo spacca con boati
e gas che disperdono il vento con
sirene lanciate a duecento all’ora in vicoli e strade
dove le squadre squadrano le folle e più
o meno le squagliano con estintori fieri della loro
potenza e noi più o meno anneghiamo più
o meno all’altezza di quella piazza più o meno
all’altezza della piccola pozza di sangue più
o meno dove restano tracce coagulate di rabbia
calpestate da cingolati e pneumatici chiodati
allora dove il nero si stempera nel nero dove gli occhi
si fanno ciechi dove puoi vedere anche
ciò che non si può guardare più o meno nel momento
dello sparo della detonazione del cuore
in frammenti dove c’è il luogo per ribellarsi senza
ragione il posto nero dove s’annerisce il
nero dove il nero s’annera di nubi s’infila su
per i tubi e fa china dell’acqua e fa nero il volto
nera la bocca i denti nere le labbra nella cianosi decisiva
salto al buio oltre l’altro che moriva
(è evidente che si tratta di formazioni infiltrate
da carbonio ed anidride e zolfo minate ingrate
di sentimenti a manciate con tettoniche aleatorie
di sismi e singhiozzi di discorsi rimasti mozzi)
né c’è paesaggio od orizzonte né indulto e la tolleranza
è a zero è tolleranza nera ed avara è
come un respiro incartapecorito e sporco
è come un torto protetto e annegato nel nero di seppia
nel nero della greppia povera del morto
nel nero esempio nel severo moderarsi dell’assassinio
è come un topo con pelo rosso e occhi blu un topo
tutto sporco che striscia e che fugge un topo
mezzo roco che prova a spiegare tra un colpo e l’altro
mentre annega negli sputi e prova a dire
la sua a giustificare tra una staffilata e l’altra
mentre ormai palpita sul pavimento e si mastica le
viscere un topo nero di grumi e di gridi nero
di scuse e bugie nero di tutto e di niente nero che
mente e inganna nero bugiardo nero di botte
date di giorno e scontate di notte come dolori o
ferite nere come il coagulo di senso nere più nere
piaghe vere che spurgano parole e infettano
le ore mentre il topo fugge veloce si getta in salvo
nel mare tutto nero del pensiero squittisce
di rabbia promette vendetta poi scompare oltre
l’angolo d’ogni incubo e resta solo la sua ombra
nera mentre si ammanettano i feriti e le fratture sporgono
dai cellulari le grida dagli auricolari
(è chiaro che si tratta di ricordi confusi di
refusi indotti dal dolore di deliri e sogni di lapsus
è lampante che la verità è nel presupposto e non nella
traccia del proiettile che si conficca docile)
e a volerlo contare uno per uno questo morto
è un morto che ne vale migliaia un prezzo discount
da pagare senza bisogno di rate o un’offerta speciale
da consumare subito in piedi un fast-blood
e se pensi che dietro ogni ferita c’è una famiglia
vestita a lutto della gente oscura vestita in nero
che affoga nelle gramaglie del destino nero come
una divisa come una maschera un manganello
nero come un pneumatico chiodato mentre
stira il cadavere e gli lascia un battistrada come nero
tatuaggio al torace o la canna brunita della
pistola che sporge nera come il buco all’altezza dello
zigomo sinistro o il foro d’uscita più piccolo
ma nero come un pozzo nero come un alito zozzo
col cadavere da fotografare col cadavere da
immortalare abbandonato sull’asfalto nero come le
labbra del morto scure come le ragioni del torto
la legittimazione dell’assassinio di chi giustizia
la giustizia e poi si fa la legge e il santo lo gabba
lo dribbla l’inganna lo danna e poi lo scanna
ridendo il giorno di festa santificando il suo nome
e poi beve fino a notte e rutta d’orgoglio nero
come plotone di stivali e tacchi neri coi lacrimogeni
innestati alle palpebre e l’odio alle vertebre
uguali oggi a com’erano ieri uguali oggi
a come saranno domani quando in fila e a capo chino
attenderanno lo schianto possente che li spazzerà
lo schiaffo rude che ridendo lieto li annienterà