Daniele Vecchiato
italian
campo san polo
jeden morgen und jeden abend sitze ich auf einer roten bank
und lade mein blut auf mit den sprüngen der hunde
von campo san polo. sie fliegen mit glänzenden augen
und pulsierenden zungen über ein steinmeer mit acht
grünen mastbäumen und verrottenden tauben.
sie begreifen kein gefängnis, solange sie spielen:
sie schweben. ich versuche sie anzulocken, jeden morgen
und jeden abend mit einem brocken zärtlichem deutsch
in meiner ausgestreckten hand, aber sie halten abstand
trauen weder meinen worten noch meiner hand.
sobald sie abgeführt werden, in die umstehenden häuser
lauf ich zurück zum palazzo, der mir nichts bedeutet
der mich nicht wärmt, der mir seine größe aufdrängt
wie ein impotenter herrscher und verliere den faden.
nachts zucken meine pfoten im traum, im salotto
als wär ich einer von ihnen: ein hund von san polo.
doch sobald ich erwache, bin ich wieder ein mensch
dem alle tiere mit zweifeln begegnen.
wie konnte ich glauben, venedig zu bestehen
ohne die zuversicht eines hundes, der seine ängste verspeist
solange er fliegt
über ein steinmeer mit acht grünen mastbäumen –
From: langsames ermatten im labyrinth
Berlin: Verlagshaus Berlin, 2019
Audio production: Haus für Poesie / 2018
campo san polo
ogni mattina e ogni sera siedo su una panchina rossa
e mi ricarico il sangue con i salti dei cani
di campo san polo. volano con occhi lucenti
e lingue pulsanti sopra un mare di pietre con otto
verdi alberi di maestra e piccioni in decomposizione.
non conoscono gabbie, fintanto che giocano:
sono sospesi. cerco di attrarli a me, ogni mattina
e ogni sera con un osso, il mio tedesco affettuoso
nella mano tesa, ma loro si tengono a distanza
non si fidano delle mie parole, né della mia mano.
appena li conducono via, nelle case d’intorno
faccio rientro a quel palazzo, a cui non tengo
che non mi riscalda, che mi impone la sua grandezza
come un sovrano impotente e perdo il filo.
la notte sento le zampe guizzare nel sonno, in salotto
quasi fossi uno di loro: un cane di san polo.
ma appena mi sveglio sono ancora un uomo
che tutti gli animali trattano con sospetto.
come potevo credere di scampare a venezia
senza la fiducia di un cane, che ingoia le proprie paure
fintanto che vola
sopra un mare di pietre con otto verdi alberi –