Nino Muzzi
Übersetzer:in
auf Lyrikline: 340 Gedichte übersetzt
aus: deutsch, englisch, spanisch, französisch, russisch nach: italienisch
Original
Übersetzung
UMARMUNG
deutsch | Eva Christina Zeller
nachts deine arme
spüren im erwachen
erinnere mich dass es dich gibt
könnte auch ein engel sein
oder eine mutter
eine erinnerung an etwas
was es vielleicht nie gab
nur der abdruck in mir
des ersten wunsches der menschen
im mutterleib und in den höhlen
als sie pferde wisente mammuts malten
ihre hände hinterließen
bunt für alle zeiten
aus: Liebe und andere Reisen
Tübingen: Klöpfer und Meyer, 2007
Audio production: Haus für Poesie, 2022
ABBRACCIO
italienisch
sentire al risveglio
di notte le tue braccia
mi ricorda che esisti
potrebbe essere anche un angelo
oppure una madre
la memoria di qualcosa
che forse non esistette mai
solo la traccia in me
del primo anelito degli uomini
nel ventre materno e nelle caverne
quando dipinsero cavalli bisonti mammut
lasciandovi l’impronta colorata
delle mani per tutti i tempi
ALLTÄGLICHE FRAGEN
deutsch | Eva Christina Zeller
dass wir alle aus dem wasser kommen
und wasser sind
und wieder wasser werden
oder nur darüber verstreut?
asche in dinkelbrot
letzter proviant?
dass wir staub sind
sternenstaub und daher kommen
und wieder werden wollen
verbrannt und ausgestreut aus einem heißluftballon
dass wir staub wischen
und selber sind?
sind teil des ganzen
warum hören wir dann das lied des kuckucks
und zählen mit ihm?
woher weiß er, der in fremden nestern wuchs
wer seine brüder sind?
mit wem er schnäbeln wird
alles staub, wasser, dna?
der kuckuck ruft
nach seinesgleichen
die er nicht kennt
also kehren wir doch nicht zurück
ins paradies
sind auf sehnsucht gepeilt
auf kuckucksruf
und länder der sterne
dorthin wo wir nicht sind
noch darüber wissen
ins offene all
aus: Liebe und andere Reisen
Tübingen: Klöpfer und Meyer, 2007
Audio production: Haus für Poesie, 2022
Domande quotidiane
italienisch
che noi tutti veniamo dall’acqua
e acqua siamo
e ritorniamo ad esserlo
oppure sparsi sull’acqua?
cenere in pane di farro
ultima provvista?
che siamo polvere
polvere di stelle e da lì veniamo
e vogliamo tornare ad esserlo
arsi e sparsi nell’aria da una mongolfiera
che noi togliamo via la polvere
e siamo noi stessi polvere?
siamo parte del tutto
perché udiamo allora il verso del cuculo
e contiamo con lui?
da cosa lui sa, cresciuto in altri nidi,
che siamo suoi fratelli?
con chi becchetterà
ogni polvere, acqua, dna?
il cuculo lancia il richiamo
verso i suoi simili
che non conosce
quindi non torniamo indietro
in paradiso
ci misuriamo in nostalgia
in richiami di cuculo
e in territori di stelle
lassù dove non siamo
né conosciamo
nello spazio aperto
SPINNEN IN ZWISCHENRÄUMEN
deutsch | Eva Christina Zeller
spinnen ziehen zwischen büschen
von johannisbeeren ihre fäden
verknüllen sich abrupt
wenn man ihr tagwerk zerreißt
abrupt wie die mutter das küchentuch hinschmiss
mit den töpfen klapperte
das geschirr verräumte
spinnen und ihre arbeit, ihr ärger
ihr spät im jahr, ihr überall
ihr zwischen den stühlen und tischen
zwischen strandhafer und fischerhütten
in den wilden himbeeren spinnen
ihr stopfen von löchern
reißt der wind diese breschen hinein
und angst diese löcher im raum?
und sing ich wie im keller
in den zwischenräumen?
wie sie sich abseilen am arm und
schnell zusammenfalten
lieben behausungen menschen türrahmen
zwischen den sommermöbeln segel im wind
an nägeln
an der mülltüte
im wacholder
überm donnerbalken
spinnen ihr tun
aus: Proviant von einer unbewohnten Insel
Tübingen: Klöpfer, Narr, 2020
Audio production: Haus für Poesie, 2022
Ragni negli anfratti
italienisch
i ragni tessono la tela negli anfratti
dei cespugli di ribes
si appallottolano d’un tratto
quando qualcuno strappa la loro opra del giorno
d’un tratto come quando la mamma buttava giù
lo straccio da cucina
faceva tintinnare pentole e padelle
portava via le stoviglie
i ragni e il loro lavoro, la loro rabbia
il loro a-fine-anno, il loro dappertutto
il loro fra le sedie e i tavolini
fra l’avena marina e i casotti dei pescatori
fra i lamponi selvatici i ragni
il loro rammendi sui buchi
è il vento che vi crea queste brecce
e temi tu quei buchi nei muri della stanza?
e canto io in cantina
negli anfratti?
come calano in corda doppia al braccio e
rapidi si appallottolano
amano abitazioni uomini telai delle porte
fra i mobili estivi vele nel vento
attaccati ai chiodi
attaccati ai sacchi dell’immondizia
nei ginepri
sulle latrine a cielo aperto
tessono le loro opre.
DAS LEERE NEST
deutsch | Eva Christina Zeller
heute sind die schwalben ausgeflogen
der verklebte kokon im giebel verlassen
der kothaufen darunter
getropfte stalagmiten am meer
gestern schauten die jungen zirpend
mit offenem schnabel hinaus
hingen über der reling
als würden sie gleich in der luft
untergehen - verpasst
das fallen der schrei
und dann
ein öffnen der flügel
aus: Proviant von einer unbewohnten Insel
Tübingen: Klöpfer, Narr, 2020
Audio production: Haus für Poesie, 2022
Il nido vuoto
italienisch
oggi le rondini sono volate via
lasciando il nido impastato sul frontone
il mucchio delle feci colato giù
come stalagmiti stillate in riva al mare
ieri i rondinini guardavano fuori pigolando
con il becco aperto
sospesi sul parapetto
come volessero subito svanire
nell’aria - senza successo
la caduta il grido
e poi
un dischiudersi di ali
DER SEEHUND
deutsch | Eva Christina Zeller
liegt in der dünung, weiß und aufgedunsen
du schaust hinein auf schwarte und rippen
nur die flossen treiben vor und zurück
der kleine schädel abgekippt
die barthaare schwappen
gehe täglich auf diesen friedhof
meine augen sind blumen, will wissen
wie das meer diesem leichnam die ehre erweist
einmal ist der bauch gefüllt mit blut
dann wieder reingewaschen, die knochen zernagt
vom mikrokosmos, ringelnattern, den wellen am strand?
auf dem seziertisch meer
unter der diffusen lampe
du seehund
aus: Proviant von einer unbewohnten Insel
Tübingen: Klöpfer, Narr, 2020
Audio production: Haus für Poesie, 2022
La foca
italienisch
giace sulla risacca, bianca e gonfia
tu ne osservi dentro il grasso e le costole
solo le pinne si agitano avanti e indietro
il piccolo cranio è rovesciato
i peli della barba sciabordano
ogni giorno mi reco a questo cimitero
i miei occhi sono fiori, voglio sapere
come il mare renda onore a questa salma
una volta la pancia si riempie di sangue
poi di nuovo viene dilavata, le ossa corrose
dal microcosmo, dalle bisce, dalle onde sulla
riva?
sul mare, tavolo dissettorio,
sotto la luce diffusa
tu, foca
Going back to where I’m from
englisch | Dipika Mukherjee
is to return to women who are goddesses,
incense smoke and drumbeats & women
who bury infant girls in the ground, into
milk vats to drink until they drown;
to many-armed goddesses who slay
demons, and darkness, and scarcity
of thought & women who are womb
and vagina, never brains or mouth;
to stargazers who send probes to Mars,
mathematicians of cosmic poetry & women
raped in temples, strung from trees,
disemboweled in a dark-tinted moving bus;
to Bengal and Indus Valley & Chittaranjan Park
& Texas and Ohio and State Street in Chicago;
to meals beginning with bitter gourd and ending
in milky sweets & sweet-water fish, & mountain
goat, & homemade cheese strained through muslin
so fine it passes through a child’s golden ring.
The mind travels as a flume,
belonging here, rooting nowhere;
the hunger for roads packed with parched
red earth; July, the monsoon cool of runny
streets, clouds paused for the miracle
of light on water, the sky’s tandav;
rains feel amniotic as the nomad
breaststrokes through alien streets
for electric air, even as a belligerent
hunger pushes the boat away from shore;
I am more than a dress or a sari,
more than henna and bindi & more
than skin scabbed with regrowth.
Still so far to travel, so much to uncage.
Audio production: Verseville
Tornare da dove vengo
italienisch
è un ritorno alle donne che sono dee,
fumo d'incenso e tamburi e donne
che seppelliscono le bimbe sottoterra, in
vasche di latte da bere finché non annegano;
un ritorno alle dee dalle molte braccia che trucidano
i demoni, e il buio e la penuria
di pensiero e di donne che sono grembo
e vagina, mai cervello o bocca;
un ritorno agli astronomi che inviano sonde su Marte,
matematici della poesia cosmica e donne
violentate nei templi, appese agli alberi,
sventrate in un autobus oscuro in movimento;
un ritorno al Bengala e alla valle dell'Indo e al CR Park
e al Texas e all’Ohio e alla State Street di Chicago;
un ritorno ai pasti che iniziano con la zucca amara e finiscono
con i dolci al latte, coi pesci d'acqua dolce e con la capra
di montagna e il formaggio fatto in casa filtrato con mussola
così sottile che passa attraverso l'anello d'oro di un bambino.
La mente scorre come una gora,
appartenere qui, non radicarsi da nessuna parte;
la fame di strade piene di arida
creta rossa; luglio, il fresco monsonico di liquide
strade, nuvole ferme per il miracolo
della luce sull’acqua, il tandava del cielo;
le piogge sembrano amniotiche come le
rane che attraversano strade aliene
per l'aria elettrica, anche come un belligerante
la fame spinge via la barca dalla riva;
io sono più di un vestito o di un sari,
più dell'henné, del bindi e altro ancora
più della pelle ricoperta di croste della ricrescita.
Ancora così lontana dal viaggiare, così tanto da liberare.
[hol doch bitte die Kamera cherie]
deutsch | Raoul Eisele
kein Leben scheint hier höher als die Spitze des Grases oder die
Herzen der Schafe, wenn der Wind ganz achtlos stöhnt und sich die Luft
ein wenig mit Menschlichem füllt, er erinnert sich und weiß
dass es uns gibt und singt davon und für die Schafe, die ganz sinnlos
dabei grinsen mit ihren gelblich Zähnen und dem Gras dazwischen
im großmütterlichen Kostüm wie du, Kristine
als du ihre Perücke, als du ihre Locken auf dein Haar gesetzt
und die Nase rümpftest, die Nase vom Kitzeln der Haare verzogst
und uns die Sonnenstrahlen blendeten, dein Lächeln, dein
Niesen und das Verziehen aller Gesichtszüge in Kleidern der Mutter
der Großmutter, alles räumten wir aus Schränken heraus
warfen es zu Boden, probierten es an, wühlten und wuchsen
in den Stöckeln der Mütter und dieses herzhafte, dieses herzzerreißende
wie mémère sagen würde: hol doch bitte die Kamera cherie
während maman raste, ihre schönen Sonntagskleider auf Holzböden
zerwühlt und unser Lächeln, unser Grinsen, wie wenig
konnten wir es uns verkneifen, wir sahen doch schön aus, waren doch
ganz achtsam, achtlose Wesen; graziös und hoheitsvoll vor dem Holzschrank
mit dem kitschigen Panorama, dem zerberstenden, dem splissen Gras
das man vom Fenster aus, frischgemäht, roch
aus: unveröffentlichtem Manuskript
Audio production: Haus für Poesie, 2022
[va’ a prendere, ti prego, la cinepresa chérie]
italienisch
qui non c’è vita che sembri più alta della punta di quest’erba ovvero dei
cuori delle pecore, quando il vento noncurante geme e l’aria si riempie
di qualcosa di umano, lui si ricorda e sa
che ci siamo e di noi canta e per le pecore che tutte inebetite
stanno sgranando sorrisi con quei loro denti gialli e l’erba frammezzo
in costume di nonna come te, Kristine,
quando tu, messa in testa la parrucca, messi nella chioma i suoi riccioli
arricciavi il naso, torcendolo via dal solletico dei capelli
e i raggi del sole ci abbagliavano, il tuo sorriso, il tuo
starnutire e l’affondare del tuo volto nei vestiti della mamma
della nonna, tutto abbiamo tirato fuori dagli armadi
e gettato per terra, tutto ci siamo provati, frugando e alzandoci
sui tacchi delle madri e poi quell’accorato, quello strappalacrime
come avrebbe detto mémère: va’ a prendere, ti prego, la cinepresa chérie
mentre maman infuriava, con i suoi bei vestiti della domenica sul parquet
tutti in disordine e il nostro risolino, il nostro sogghigno, tanto poco
ci potevamo trattenere, però eravamo di bell’aspetto, però eravamo
tutti rispettosi, noi esseri irrispettosi; graziosi e maestosi dinanzi all’armadio
di legno con il panorama Kitsch, con l’erba rigogliosa, spighita
che, falciata di fresco, si faceva annusare fin dalla finestra.
[fast beiläufig, la follia]
deutsch | Raoul Eisele
fast beiläufig, la follia höre Vivaldi und das Wenige vielleicht
im Verschwinden, das Wenige, was uns umgibt, wie klein ist es
geworden das Rauschen, das Rascheln der Eiche, der
Edelkastanienblätter, wenn frühmorgens die Schwingen der
Vögel, die Schwünge der Palmkätzchen ans Fenster dringen
und irgendwie peripher, ein wenig verhalten, will wissen, wie
es dir geht, woran du gerade denkst und da war etwas wie
Erdbeersocken, etwas, das mich fiebern ließ und irgendwie
Kusskrankheit, deine Küsse wie Dolden der Wildrose, die
Dolden von Hagebutte im Haar eine Blüte, ein Haarriss an
deiner Haut und ich fahre mit meinem Finger, fahre über deine
wunde Wange, Céline, als wäre es heilsam, dieser Gedanke an
dich und der Wahn, der mich dabei überkommt, der Wahn und
die Wörter, die du ins Freie entlässt, dieses Verblassen, wenn du
sagst, vielleicht ein Verschwinden im Nachdenken dein
Nachgeschmack und der Geruch, der an mir haftet wie Nacht
wie unsagbare Stunden, wie still ist es geworden
aus: einmal hatten wir schwarze Löcher gezählt
Tübingen: Schiler & Mücke, 2021
Audio production: Haus für Poesie, 2022
[ascolto Vivaldi e quel poco forse]
italienisch
quasi per caso, la follia ascolto Vivaldi e quel poco forse
che sta scomparendo, quel poco che ci circonda, com’è
diventato piccolo lo scrosciare, il frusciare della quercia, delle
foglie del castagno, quando di mattina presto le ali degli
uccelli, l’alitare degli amenti del salice premono alla finestra
e in qualche modo a margine, un po’ rattenuto, voglio sapere come
stai, a cosa stai pensando ed ecco qualcosa come
le calzette col motivo di fragola, qualcosa che mi dava la febbre e in qualche
modo la malattia dei baci, dei tuoi baci come umbelle di rosa di macchia, le
umbelle di rosa canina nei capelli una fioritura, un taglio sottile sulla
tua pelle e io ci passo sopra col dito, passo sopra alla tua
guancia ferita, Céline, come per guarirla, questo pensiero di
te e la follia che in quell’atto mi assale, le follia e
le parole che tu pronunci in libertà, quell’impallidire mentre
tu lo dici, forse uno scomparire nella riflessione il tuo
retrogusto e il tuo sentore che mi resta addosso come la notte
come le ore indicibili, come il silenzio che è diventato.
prinzenbad
deutsch | Ozan Zakariya Keskinkılıç
in belden richtungen weht ein aufgeregter atem über die köpfe,
fegt das haar wie blätter zusammen. ich habe mich umgesehen,
niemand holt anlauf wie du. die beine wie baumstämme in den
boden drücken. schlaksige äste, pistazienstaub. und die
wassertropfen schimmern sternen gleich auf deiner rinde. ich
stelle mir vor, meine lippen der beckenrand, und ein kronprinz,
der mir auf der zunge liegt.
pommes mit ketchup ist das einzige, das ich
der akazie im rachen zumute. drei stunden
schon führt mich jedes augenzwinkern von
einem hunger zum nächsten. ich habe mich
umgesehen, niemand stolziert auf dem wasser
wie du. den rücken wie einen planeten kreisen.
mysteriöse wolken, salzregen. und die brust
verirrt sich in meiner regenbogenhaut. ich stelle
mir vor, dein arm die linie, die mich vom himmel
trennt.
im umkleideraum scheitert jeder versuch, die sanften härchen
deiner schenkel aus der pupille zu entwirren. ich habe mich
umgesehen, niemand verlässt das tor wie du. die luft mit dem
schnurrbart wie moses das meer in zwei teilen. verlorene perlen,
trauerpfütze. und der schweiß verschlingt gierig den letzten
tropfen mut. ich stelle mir vor, eine welle aus schulterblättern,
die mich in verschämte boxershorts zurückwirft.
aus: Prinzenbad
Nettetal: ELIF Verlag, 2022
Audio production: Haus für Poesie, 2023
bagno del principe
italienisch
in ogni direzione soffia un vento irrequieto sopra le teste,
spazza i capelli ammassandoli come foglie. mi sono guardato intorno,
nessuno prende la rincorsa come fai tu. piantando a terra le gambe
come tronchi d’albero. rami allampanati, polvere di pistacchio. e le
gocce d’acqua brillano come stelle sulla tua scorza. immagino
le mie labbra come il bordo della piscina e un principe della corona
che mi sta disteso sulla lingua.
pommes frites con ketchup è l’unica cosa che
immagino in gola all’acacia. già da tre ore
mi conduce ogni ammiccamento da
una fame all’altra. mi son guardato
intorno, nessuno si pavoneggia in acqua
come te. la schiena come un pianeta circondata
da nubi misteriose, pioggia salata. e il petto
si perde nella mia pelle iridescente. m’immagino
il tuo braccio come linea che dal cielo
mi separa.
nello spogliatoio fallisce ogni tentativo di sbrogliare
dalla pupilla la morbida peluria della tua coscia. mi sono
guardato intorno, nessuno lascia il portone come te. tagliando
l’aria in due con i baffi come mosè fece col mare. perle perdute,
pozza di tristezza. e il sudore ingoia goloso l’ultima
goccia di coraggio. m’immagino un’onda di scapole
che mi respinge in verecondi boxer.
EN LA CASA DE ZULEMA HUAIQUIPAN
deutsch | Jaime Luis Huenún
Junto al río de estos cielos
verdinegro hacia la costa,
levantamos la casa de Zulema Huaiquipán.
Hace ya tantas muertes los cimientos,
hace ya tantos hijos para el polvo
colorado del camino.
Frente al llano y el lomaje del oeste,
levantamos la mirada de mañío
de Zulema Huaiquipán.
Embrujados en sus ojos ya sin luz
construimos las paredes de su sueño.
Cada tabla de pellín huele a la niebla
que levantan los campos de la noche.
Cada umbral que mira al río y los lancheros
guarda el vuelo de peces y de pájaros.
Bajo el ojo de agua en el declive
donde duermen animales de otro mundo
terminamos las ventanas.
Y en la arena hemos hincado nuestras sombras
como estacas que sostienen la techumbre
de la casa de Zulema Huaiquipán.
aus: Reducciones
Audio production: Haus für Poesie, 2022
Nella casa di Zulema Huaiquipán
italienisch
Presso al fiume di questi cieli
verde-scuro fino alla costa,
innalziamo la casa di Zulema Huaiquipán.
Tante morti son già le fondazioni,
tanti figli son già fra la polvere
colorata del sentiero.
Di fronte a pianure e colline dell’Est
alziamo la visione di conifere
di Zulema Huaiquipán.
Abbagliati dai suoi occhi ormai spenti
costruiamo le pareti del suo sogno.
Ogni tavola di quercia di pellín sa di nebbia,
quella che sale dai campi della notte.
Ogni soglia che guarda verso il fiume e i marinai
veglia sul volo dei pesci e degli uccelli.
Sotto lo specchio d’acqua nel declivio
dove dormono animali di altro mondo
installiamo le finestre.
E nella rena abbiamo infisso le nostre ombre
come piloni che sostengono il tetto
della casa di Zulema Huaiquipán
ENVIO A ANAHÍ
spanisch | Jaime Luis Huenún
Era madrugada y yo
cortaba flores para ti en mis libros de poesía.
Llovió largo sobre el mundo y en mi sueño
se abrieron los primeros rojos brotes de poroto.
Hacia el bosque volaron los güairaos
y el tué tué cantó tres veces
sólo para confundirme.
Amanecí después: mariposa era el cielo,
liebre era la tierra corriendo tras el sol.
Te vi luego zumbando en las orillas de la miel,
haciendo olas en la blanca
placenta de tu madre.
La muerte es lo que escribe
el agua sobre el agua, me dije contemplando
el rocío de las hojas.
Lloré, entonces lloré,
sólo por el delirio de respirar tu aire.
aus: Reducciones
Audio production: Haus für Poesie, 2022
Invio ad Anahí
italienisch
Era l’alba e io
coglievo i fiori per te nei miei libri di poesia.
Piovve a lungo sopra il mondo e nel mio sogno
si aprirono i primi bocci rossi di fagiolo.
Fino al bosco volarono i guairaos
e il tué tué cantò tre volte
solo per confondermi.
Dopo mi risvegliai: il cielo era farfalla,
la terra lepre, in corsa dietro al sole.
Poi ti vidi ronzare sul bordo del miele,
alzando ondate nella bianca
placenta di tua madre.
La morte è ciò che scrive
l’acqua sopra l’acqua, mi dissi contemplando
la brina sulle foglie.
Allora piansi, piansi
solo per i delirio di respirare il tuo alito.
PUERTO TRAKL [Fragmento #3]
spanisch | Jaime Luis Huenún
Como un cantante de ferias y cantinas
repitiendo siempre las mismas canciones,
declamo poemas al océano.
El oleaje apaga el rumor de mi voz
y la espuma salpica estos papeles
como un escupitajo de las rocas y del agua
a mi vanidad.
Entonces imito el gesto del cantante
cuando extiende la guitarra al público y le dice:
“No quiero aplausos, solo monedas,
no quiero aplausos, solo monedas”
aus: Poemas de Puerto Trakl
Santiago: Lom Ediciones, 2001
Audio production: Haus für Poesie, 2022
PUERTO TRAKL [Frammento #3]
italienisch
Come un cantante da sagre e da osterie
che ripete sempre le stesse canzoni,
vo recitando poesie all’oceano.
La mareggiata copre il rumore della mia voce
e la spuma copre di spruzzi queste carte,
sputacchi delle rocce e dell’acqua
sulla mia vanità.
Allora imito il gesto del cantante
quando porge la chitarra al pubblico dicendo:
“Non chiedo applausi, solo monete,
non chiedo applausi, solo monete”.
PUERTO TRAKL [Fragmento #2]
spanisch | Jaime Luis Huenún
Fumando en el muelle desierto
recuerdo a mis hijos,
apenas alumbrados por el sol de este anillo.
Mi paternidad se ha ido a pique;
el mercado está desierto frente a mí.
Un corazón apátrida late en esta fuga
hacia la isla prometida.
El amor ha abierto una oscura puerta
por donde paso
inclinándome.
aus: Poemas de Puerto Trakl
Santiago: Lom Ediciones, 2001
Audio production: Haus für Poesie, 2022
PUERTO TRAKL [Frammento #2]
italienisch
Fumando sul molo deserto
ricordo i miei figli,
appena rischiarati dal sole di questo anello.
La mia paternità è calata a picco;
il mercato mi sta di fronte deserto.
Un cuore apolide batte in questa fuga
fino all’isola promessa.
L’amore ha aperto una porta oscura
che attraverso
inchinandomi.
PUERTO TRAKL [Fragmento #1]
spanisch | Jaime Luis Huenún
Bajé a Puerto Trakl entre neblinas.
Buscaba el bar de la buena suerte
para charlar sobre la travesía.
Pero todos vigilaban la estrella polar en sus copas,
mudos como el mar frente a una isla desierta.
Salí a vagar por las calles con faroles rojos.
Las mujeres se ofrecían sin afecto, fragantes y cansadas.
“A Puerto Trakl los poetas, vienen a morir”, me dijeron
sonriendo en todos los idiomas del mundo.
Yo les dejé poemas que pensaba llevar a mi tumba
como prueba de mi paso por la tierra.
aus: Poemas de Puerto Trakl
Santiago: Lom Ediciones, 2001
Audio production: Haus für Poesie, 2022
PUERTO TRAKL [Frammento #1]
italienisch
Scesi a Puerto Trakl in mezzo alla nebbia.
Cercavo il bar della buona sorte
per chiacchierare della traversata.
Là tutti osservavano la stella polare nei loro bicchieri,
muti come il mare di fronte all’isola deserta.
Uscii a vagare per le vie dalle lanterne rosse.
Le ragazze si offrivano senza affetto, profumate e stanche.
“A Puerto Trakl i poeti ci vengono a morire”, mi dissero
sorridendo in tutte le lingue del mondo.
Io lasciai loro delle poesie che volevo portarmi nella tomba
come prova del mio passaggi sulla terra.
LLAMEKAN*
spanisch | Jaime Luis Huenún
Sangre de golondrina, sangre
de mariposa
tenemos.
Los muchachos saben, los
hombres saben
y nos miran.
Escondidas en los bosques nos quedamos,
mojando la tierra,
mojando los arrayanes
y los helechos.
Sangre de golondrina,
sangre de cisne hembra
en los juncos y los arroyos.
Mujeres, niñas del sol,
escóndanse de los muchachos.
Mujeres, niñas del sol,
escóndanse de los muchachos.
* Canto antiguo de mujeres´
aus: Ceremonia de los nombres
Audio production: Haus für Poesie, 2022
LLAMEKAN*
italienisch
Sangue di colomba,
sangue di farfalla
abbiamo in noi.
I giovani lo sanno,
gli uomini lo sanno
e ci rimirano.
Restiamo nascoste nei boschi
annaffiando la terra,
annaffiando i mirti
e le felci.
Sangue di colomba,
angue di cigno femmina
fra i giunchi e i ruscelli.
Ragazze, figlie del sole,
si nascondono ai giovanotti.
Ragazze, figlie del sole,
si nascondono ai giovanotti.
*Antico canto di donne
CROSSING
englisch | Shikhandin
The season slides off your shoulder. A tidy pile
of days. A folded-up-laundry list
of things-you-could-have-done-but-didn’t.
May’s sun veils the plumes of a sly fever
roaming the deserted streets of your city. Five times
a day the Muezzin calls to the faithful. Each time
you lift up your head to see the muted
hours of unreconciled sorrow flow past…
Soon this year too, will close like a protracted
sigh. Disappear like the legendary
Saraswati, and join the underground
aquifer of time. Swiftly,
like spilled water in summer, this age
will evaporate. Scattering your imprints
like fossilized small creatures.
Wish them well, before your heart takes
a turn. A sickled figure looms at the river’s bend,
lengthier than a late afternoon shadow. Watching
life drip like dew from a bent blade
of grass. Heed
the misty waters into which your shrouded feet
will eventually dip. Your soul fluttering
frantically for anchor. And, the boat ready
to row you gently down the stream…
Empty your heart, now that humanity is slipping
off all needless raiment. And, desire is pure,
seeking nothing more than an
Earth of abundant joy.
Life may recede, but the season
of giving remains, as clear as a mountain
brook. Life’s flume, slaking the seekers.
Audio production: Verseville
TRAVERSATA
italienisch
La stagione ti scivola via dalle spalle. Una pila ordinata
di giorni. Una lista di biancheria-ripiegata
di cose-che-avresti-dovuto-fare-e-non-hai-fatto.
Un sole di maggio vela le piume di una febbricola
che vaga per le strade deserte della tua città. Cinque volte
al giorno il Muezzin invita i fedeli. Ogni volta
tu alzi la testa per vedere le ore
mutate di una pena non riconciliata che scorrono via...
Presto anche quest’anno si chiuderà in un protratto
sospiro. Sparisci come la leggendaria
Saraswati e raggiungi la sotterranea
falda del tempo. Rapida,
come l’acqua versata in estate, questa età
evaporerà. Sparpagliando le vostre impronte
in forma di piccole creature fossili.
Augura loro ogni bene, prima che il tuo cuore compia
una svolta. Una figura falcata incombe sull’ansa del fiume,
più estesa di un ombra nel attardato pomeriggio. Guarda
la vita sgocciolare come rugiada lungo un filo d’erba
piegato. Ascolta
le acque brumose dentro le quali i tuoi piedi fasciati
eventualmente affonderanno. La tua anima annaspa
frenetica in cerca di un ancoraggio. E la barca è pronta
a trasportarti dolcemente lungo la corrente...
Svuota il tuo cuore, ora che l’umanità scivola
fuori dai suoi vestimenti inutili. E il desiderio è puro
e non cerca nient’altro che una
Terra di gioia abbondante.
La vita può recedere, ma la stagione
del dare rimane, chiara come un ruscello
di montagna. Canale di vita che placa ogni ricerca.
BONES
englisch | Shikhandin
The smallest bones I collected,
still warm and sticky
from your smoldering pyre.
Mother
those charred bones symbolized
those small pieces of your life
that you had never intended
anyone to see.
I made sure
the pot containing them sank
deep into the Ganges.
I watched the bubbles bob and spit
as the pot receded
far into the waters.
Yes Mother, I did.
This was one task I did
sincerely.
Audio production: Verseville
OSSA
italienisch
Ho raccolto le più piccole ossa
ancora calde e vischiose
dalla tua pira ancora fumante.
Madre
quelle ossa carbonizzate simbolo
dei piccoli pezzi di vita
che non intendesti mai
mostrare a qualcuno.
Mi sono assicurata
che il vaso che le conteneva
affondasse nel profondo del Gange.
Osservavo le bolle ondeggiare e schiumare
mentre il vaso affondava
lontano in mezzo alle acque.
Sì, madre, l’ho fatto.
É stato un dovere compiuto
con il cuore in mano.
THE SKY SPEAKS TO ME
englisch | Shikhandin
The sky speaks to me
of pollen disintegrating in the wind,
of sparrows whose silences
chitter louder each day,
of moisture that falls flatly to the ground
long before the rain clouds have ripened.
The sky whispers
of cold fruit wrapped in paper,
stealthily growing their false lusciousness.
Grain rotting in silos, feeding rats and voles.
The sky mutters darkly
of foraging mothers, who watch
the bellies of their children distend,
scabby skin clinging to jointed knees.
The sky warns of song-less air, of wind
stepping low, waters lapping at emery shores.
The sky carries tales of earth creatures
whose mysteries will never be revealed,
and of those that are waiting their turn
with dripping fangs.
The sky expands and contracts. The sky
tries to clasp the eagle as it flies
straight into the firmament’s dark bosom.
The eagle dares and dares again. And then
dives down to the ground.
Audio production: Verseville
IL CIELO MI PARLA
italienisch
Il cielo mi parla
del polline che si disintegra nel vento,
di passeri i cui silenzi
cinguettano ogni giorno più forte,
di umidità che cade insipida sulla terra
molto prima che la pioggia gonfi le nubi.
Il cielo mormora
di frutta gelida avvolta nella carta,
accrescendo furtivo la loro falsa sensualità.
Il grano marcio nei silos nutre ratti e topolini.
Il cielo brontola cupamente
di madri in cerca di cibo, che guardano
i ventri gonfi dei loro figli,
la pelle scabbiosa sulle ginocchia dinoccolate.
Il cielo annuncia aria senza canto, vento
che rade la terra, acque che lambiscono rive smerigliate.
Il cielo trascina con sé storie di creature terrestri
i cui misteri non saranno mai rivelati,
e di quelli che stanno in attesa del loro turno
con le zanne grondanti.
Il cielo si espande e si contrae. Il cielo
cerca di ghermire l'aquila in volo
diretta nel seno oscuro del firmamento.
L'aquila osa e osa ancora. E poi
sprofonda giù a terra.
HOPE SPRINGS LIKE GRASS FROM ASHES
englisch | Shikhandin
At midnight I saw the clouds march
across the sky. Saturn, Jupiter and our moon
hid their angles and their light. Your spirit descended,
a fluff of life upon my shoulder.
Warm rain bent the perimeter of palm fronds
on the lawn. Clung to the rose’s thorn. An insomniac koel
broke into song. Then, softly, softly the clouds
drew apart. As if lanced by that bird’s voice. Your spirit
winked with the icy light of unreachable constellations.
Love’s longing, and longing’s agony are seeded by hope.
One morning when I walked
on a path newly turned for planting, tender invertebrates
began to fold and unfold at my feet.
The shy breeze caressed my cheek
in passing, and brought news from a far and unseen orchard.
The sun scattered his coins of gold. I saw you then,
come riding on one as it rolled
down the sequined walls of morning’s air.
Birdsong swelled to the firmament’s edge,
as fine as a mist of French perfume.
The falling leaves were kisses blown at me. And you
were there in between, a charade in a dream.
Love’s longing, and longing’s agony are seeded by hope.
When at last dusk swept away
the day’s leftover light into the void’s rim,
I went about lighting the lamps on my patio. Paper
lanterns swung from my eaves. The branches
of the sole Frangipani tree in my garden lit up with blossoms,
reminding me of fallen stars sending out their dying light.
A sleepy bird nesting in the crook of a branch dropped
a half-song into the grass where it seemed to linger
for a milli-second more, before a cricket took it up. The night then fell
in sheaves of mystic brume, and the ordinary objects
of daylight became vaporous silhouettes. My heart burned
for there seemed to me a promise forming from that
clairvoyant sight. Or perhaps it was my folly,
for presuming to see your shape wavering at the door.
Love’s longing, and longing’s agony are seeded by hope.
Audio production: Verseville
LA SPERANZA NASCE COME ERBA DALLA CENERE
italienisch
A mezzanotte vidi nuvole in marcia
attraverso il cielo. Saturno, Giove e la nostra luna
celavano i loro contorni e la loro luce. Il tuo spirito mi scese,
come un soffio vitale, sulla spalla.
Calda pioggia piegava il perimetro delle fronde delle palme
sul prato. Aggrappato alla spina della rosa. Un koel insonne
proruppe in canto. Poi, piano, piano le nuvole
si diradarono come crivellate dalla voce di quell'uccello. Il tuo spirito
strizzava l’occhio alla luce gelida di costellazioni irraggiungibili.
Il desiderio dell’amore e l’agonia del desiderio sono seminati dalla speranza.
Una mattina mentre camminavo
su un sentiero appena adibito ad aiuola, teneri invertebrati
cominciarono a piegarsi e dispiegarsi ai miei piedi.
La timida brezza mi accarezzò la guancia
di passaggio, e portava notizie da un frutteto lontano e invisibile.
Il sole sparse le sue monete d'oro. Ti vidi allora
giungere a cavalcarne una mentre rotolava
lungo le pareti coperte di lustrini nell'aria mattutina.
Il canto degli uccelli si dilatava fino al limite del firmamento,
sottile come un nebulizzato profumo francese.
Le foglie cadenti erano baci soffiati su di me. E tu
stavi nel mezzo, una sciarada in un sogno.
Il desiderio dell’amore e l’agonia del desiderio sono seminati dalla speranza.
Quando finalmente il crepuscolo spazzò via
l’ultima luce del giorno sul bordo del vuoto,
io andai ad accendere le lampade nel mio patio. Lanterne
di carta pendevano dalla mia grondaia. I rami
della solinga pianta di Frangipani del mio giardino illuminato da bocci
di fiori che mi ricordavano stelle cadute esalanti la loro luce morente.
Un uccello sonnolento, facendo il nido nell'incavo di un ramo, fece gocciare
una mezza canzone nell'erba dove sembrò indugiare
ancora per un millisecondo, prima che un grillo la riprendesse. Poi calò la notte in fasci di brume mistiche e gli oggetti quotidiani
della luce diurna si fecero sagome vaporose. Il mio cuore bruciava
dal che mi sembrò che mi venisse una promessa
di chiaroveggenza. O forse era la mia follia,
per la presunzione di vedere la tua immagine vacillare sulla porta.
Il desiderio dell’amore e l’agonia del desiderio sono seminati dalla speranza.
No sens
spanisch | Inés Pereira
Acepta
la brisa sobre el cuerpo
cae la lluvia ahora
deja
la humedad de las ropas
siente,
lo que en la piel
el reciente calor dilataba
ahora el frío eriza,
tus pies siguen un rastro
más allá del perpetuo movimiento,
un señalado rumbo
el dedo,
ese dedo que ves o me atribuyes
(insensato)
o imaginas
en la decapitada Nefertiti
que en Berlín te arrasó.
Apenas sugerente
más allá de lo cálido,
lo helado,
sólo una línea fina
evanescente casi
un dibujo
que así desaparece
como habré de esfumarme
al compás de la huella de tus ojos
atribulados, bárbaros
(como todo en los hombres,
si aún en este cielo.)
Dones:
danos,
lo demasiado hermoso
muere
cada vez que intentamos contemplarlo.
Sea
ése el ser de los leños
a medida que encienden.
La ceniza,
el destino,
como la lluvia ahora
precipitan.
No obres,
ahora es esta espera.
Como la lluvia
sabes.
¿Siente tu espíritu
el rumor?
Dos hilos claros que fluyen silenciosos
justifican la fuente,
sin propósito, el mundo
mueve mis manos y te escribo
con esta tinta transparente,
de llanto
bajo el agua.
Audio production: Inés Pereira
No sens
italienisch
Accetta
la brezza sopra il corpo
ora cade la pioggia
lascia
l’umido dei panni
senti,
quello che nella pelle poco fa
aumentava il calore
ora lo arriccia il freddo,
i tuoi piedi seguono una traccia
molto al di là del perpetuo movimento,
un cammino indicato
il dito,
questo dito che vedi o mi attribuisci
(insensato)
o che immagini
nella decapitata Nefertiti
che ti rapì a Berlino.
Appena un suggerimento
molto oltre il calore,
il gelo,
solo una linea fine
quasi evanescente
un disegno
che scompare così
come io sfumerei
al ritmo dell’impronta dei tuoi occhi
tribolati, barbari
(come tutto negli uomini
pure se in questo cielo.)
Doni:
dacci,
il bello smisurato
muore
ogni volta che proviamo a contemplarlo.
Sia
questa l’essenza dei legni
mano a mano che incendiano.
La cenere,
il destino,
precipitano
come la pioggia adesso.
Non metterti all’opera,
è il momento dell’attesa.
Sai
come la pioggia.
Sente il tuo spirito
il rumore?
Due fili chiari che defluiscono silenziosi
giustificano la fonte,
senza intenzione, il mondo
muove le mie mani e io ti scrivo
con questo inchiostro trasparente,
di pianto
sotto l’acqua.
Pandemia
spanisch | Inés Pereira
Cisnes y peces
Delfines que regresan
al agua cristalina del canal
Un ciervo majestuoso
Recorre mansamente la catedral vacía
Silencio de dolor
Hedor de muerte
El humo espeso
Asciende al cielo gris
Un aliento
Demasiado cercano
Opaca este cristal que nos separa
Pretenden reflejarse:
La sombra no replica más que sombras
Audio production: Inés Pereira
Pandemia
italienisch
Cigni e pesci
Delfini che ritornano
All’acqua cristallina del canale
Un cervo maestoso
Percorre mansueto il duomo vuoto
Silenzio di dolore
Odore di morte
Il fumo spesso
Ascende al cielo grigio
Un fiato
Troppo vicino
Annebbia questo cristallo che ci separa
Vogliono riflettercisi:
L’ombra non riflette altro che ombre
[Vielleicht ging ein Summen]
deutsch | Sascha Garzetti
Vielleicht ging ein Summen
durch dein Herzskelett
wie an der Schnur gezogen.
Ich lege die Hand auf die Brust
Jahre später, ein Herzschlag
als hätte einer einen Brief eingeworfen.
Zwischen geborgten Erinnerungen
verlaufen fein gespannte Netze
darin Zeilen, die ich zeitlebens
nicht schreiben werde
die aufscheinen in fremden Sätzen
hasenherzig, zag.
aus: Und die Häuser fallen nicht um
Zürich : Wolfbach Verlag, 2015
Audio production: Haus für Poesie, 2022
[Forse un ronzio trascorse]
italienisch
Forse un ronzio trascorse
lo scheletro del tuo cuore
come fosse trascinato da una fune.
Poso la mano sul petto
anni dopo, un colpo al cuore
come uno dopo aver imbucato una lettera.
Fra ricordi riposti
corrono reti finemente tese
con dentro righe che in vita mia
non scriverò
che fanno capolino in frasi estranee
timide, dal cuor di coniglio.
[Unter dem nassen Lappen]
deutsch | Sascha Garzetti
Unter dem nassen Lappen
färbt sich der Gartentisch dunkelrot,
du wischst Asche, Pfeffer, Krumen
von der Platte in die hohle Hand,
streust alles ins Gras.
Durch den Heckenstrauch dringt der Abend
mit der Amsel, sie wird leicht
wie ihr Schatten, den dunklen Anzug
ins Gebüsch gehängt, steigt
ihrem Stimmchen nach.
In der Scheibe erscheint mein Gesicht,
als du die Terrassentür zuschiebst,
so nah an deinem,
so werden wir die Nacht zähmen
in einen anderen Tag.
Und morgen werde ich dir
von der Amsel erzählen, ihrem Anzug
und wo sie ihn anfertigen ließ,
wenn sich der Tisch unter dem Lappen färbt,
du alles so leicht ins Gras streust.
aus: Mund und Amselfloh
Zürich : Wolfbach Verlag, 2018
Audio production: Haus für Poesie, 2022
[Sotto lo straccio bagnato si colora]
italienisch
Sotto lo straccio bagnato si colora
di rosso scuro il tavolo del giardino,
tu raccogli la cenere, il pepe, le briciole
del piano nel cavo della mano
e spargi tutto nell’erba.
Attraverso gli arbusti della siepe penetra la sera
con il merlo, che si fa lieve
come la sua ombra, l’abito scuro
appeso al cespuglio, va dietro dietro
al proprio pigolio.
Nel vetro appare il mio volto,
quando chiudi la porta della terrazza,
tanto vicino al tuo,
ammansiremo così la notte
in un nuovo giorno.
E domani ti racconterò
del merlo, del suo abito
e dove se lo fece confezionare,
quando il tavolo sotto lo straccio prende colore,
con lieve gesto spargi tutto nell’erba.
[Winter, seit Wochen zu kalt]
deutsch | Sascha Garzetti
Winter, seit Wochen zu kalt,
um draußen zu sitzen
unter der alten Kastanie am Fluss.
Ich lese in einem Gedicht De Marchis,
wie hinter einem Orangenpapier
die Sonne Siziliens aufgeht,
die Verse führen mich wie ein verstecktes Gleis
über die Grenze meiner Sprache,
trinke die Wörter unterwegs wie Wasser
in kleinen Schlucken
aus einem kalten Glas im Sommer.
Ich fahre mit dem Zug durch das Land,
weiter, als ich je war,
verwandle mich in einen Kieselstein,
lasse mich hinabschütteln,
zum Fersbett, die Sohle entlang,
bis es nicht weitergeht.
Der Novembernebel lichtet sich,
ein brennender Fetzen Papier.
Die Zehen berühren bald
das Meer, es fehlt
nicht viel.
aus: Mund und Amselfloh
Zürich : Wolfbach Verlag, 2018
Audio production: Haus für Poesie, 2022
[Inverno, da settimane troppo freddo]
italienisch
Inverno, da settimane troppo freddo,
per sedere all’aperto
sotto il vecchio castagno sul fiume.
Leggo in una poesia di De Marchis
come dietro una carta delle arance
sorge il sole di Sicilia,
i versi come un binario segreto mi portano
oltre i confini della mia lingua,
bevo per via le parole come acqua
a piccoli sorsi
da un freddo calice in estate.
Viaggio in treno per la campagna,
oltre quello che sono mai stato,
mi trasformo in un sassolino
mi lascio scuotere,
dentro il tallone, lungo la suola,
finché non va oltre.
La nebbia di novembre si dirada,
brandello di carta che brucia.
Le dita dei piedi fra poco toccano
il mare, non manca
molto.
[Schnee liegt in den Hängen]
deutsch | Sascha Garzetti
Schnee liegt in den Hängen
wie eine Herde Schafe
birgt das Licht aus dem Winter.
Sehe die Maulwurfshügel
auf den Feldern
aufgeworfen gegen die Kälte
sehe vor unseren Mündern
den Hauch aufsteigen
und Wörter, die hindurchschlüpfen
die von der Kindheit erzählen
wie von einem Ort
an dem ich lange nicht war.
aus: Und die Häuser fallen nicht um
Zürich : Wolfbach Verlag, 2015
Audio production: Haus für Poesie, 2022
[La neve copre le pendici]
italienisch
La neve copre le pendici
come fosse un gregge di pecore
prende la luce dall’inverno.
Vedi i percorsi delle talpe
sui campi
in rilievo per il freddo
vedi dalle nostre bocche
esalare il vapore
e le parole che scivolano fuori
e raccontano dell’infanzia
come di un luogo
dove da lungo tempo più non fui.
[Wir sind kleine Gewichte]
deutsch | Sascha Garzetti
Wir sind kleine Gewichte
auf der Welt
sagst du.
Machen es uns
so schwer
wie wir gern wären.
aus: Mund und Amselfloh
Zürich : Wolfbach Verlag, 2018
Audio production: Haus für Poesie, 2022
[Siamo pesi leggeri]
italienisch
Siamo di peso leggero
in questo mondo
come dici tu.
Rendiamoci il compito
pesante
come a noi piacerebbe essere.
Grosse Syrte
deutsch | Sascha Garzetti
Die Bucht, die Schale, ein Brunnen
am Ufer des Kontinents.
Du steigst in das Versprechen
eines rostigen Mundes,
mit hochgezogenen Schultern
von einem Leben in ein anderes,
schmal wie ein Gebet
an der Aussenwand des Kutters.
Ich zitiere die Fischer,
die sagen, die Seebarsche seien
zurückgekehrt, sie leben
von den Toten, sie schlucken
gekenterte Träume,
ehe sie am Grund anlangen.
Die Sprache trägt dich
nicht über das Wasser.
Das Becken von Sidra gießt
dich aus in den Tod.
Und die Wellen wiegen schon
das nächste Schiff an deinem Grab.
aus: unveröffentlicht
Gran Sirte
italienisch
La baia, la coppa, una fonte
sulla riva del continente.
Tu sali nella promessa
di una bocca rugginosa
con le spalle alzate
da una vita all’altra
angusto come una preghiera
sulla sponda esterna del peschereccio.
Cito i pescatori
che dicono che le spigole sarebbero
tornate, vivono
dei morti, ingoiano
sogni alla rovescia,
prima di toccare il fondo.
La lingua non ti sostiene
sulle acque.
Il bacino di Sydra ti sversa
fuori nella morte.
E le onde cullano già
la prossima nave sulla tua tomba.
[Der Schnee fällt]
deutsch | Sascha Garzetti
Der Schnee fällt
der Landschaft auf den Mund,
macht alles still.
Wie ihr kleiner werdet,
jede in ihren Schlaf versunken,
und eine weiß
von der anderen nichts.
Die Krähe draußen auf dem Geländer.
Du im Krankenbett.
Später wird eine
den Tod davontragen
und eine wird unsagbar leicht.
aus: Mund und Amselfloh
Zürich : Wolfbach Verlag, 2018
Audio production: Haus für Poesie, 2022
[La neve cade]
italienisch
La neve cade
in bocca al paesaggio,
rende tutto silente.
Come vi rimpicciolite,
ognuno affondato nel suo sonno,
e nessuno sa
nulla degli altri.
La cornacchia fuori sulla ringhiera.
Tu nel tuo letto di malato.
Forse una ne riporterà
la morte
ed una diventerà indicibilmente leggera.
[Ich schreibe, klopfe]
deutsch | Sascha Garzetti
Ich schreibe, klopfe
mit Wörtern an eine Tür,
von der ich nicht weiß,
ob es sie gibt,
suche drinnen, draußen,
nach einer Stimme
für die Nacht,
bevor sie eine findet
für mich.
aus: Mund und Amselfloh, Gedichte
Zürich : Wolfbach Verlag, 2018
Audio production: Haus für Poesie, 2022
[Scrivo bussa]
italienisch
Scrivo, busso
con parole ad una porta
di cui non so
se ci sia,
cerco dentro, fuori,
una voce
per la notte,
prima che lei ne trovi una
per me.
[Vielleicht, dass ich dir]
deutsch | Sascha Garzetti
Vielleicht, dass ich dir
einen Brief schriebe.
Du könntest ihn
zur Seite legen
ohne ein Wort
darin zu lesen
bloß nachsehen
wo ich ihn aufgab
und mir sagen
wo ich zu Hause bin.
aus: Und die Häuser fallen nicht um
Zürich : Wolfbach Verlag, 2015
Audio production: Haus für Poesie, 2022
[Forse che io ti]
italienisch
Forse che io ti
scriva una lettera.
Tu la potresti
mettere da parte
senza leggerne
neppure una parola
solo per vedere
da dove l’ho spedita
e poi farmi sapere
dov’è che sto di casa.
Ecchymose etc
französisch | Patrice Delbourg
se retrouver soudain vieux déjà
sans aucun lien de continuité
dans une chambre aux murs blancs
nue rigoureuse et pure
ayant seulement souvenir imprécis
d’avoir beaucoup voyagé
pour inventer un horaire aux nuages
dans le cœur des minerais cachés
ayant seulement conscience diffuse d’un monde bouche bée
corps en équerre grimaces humides
comme ramassé par le rêve pour être mieux emporté
il faut se souvenir écrire les traces
photographier ce qui reste sur l’échelon des lassitudes
bientôt d’un nénuphar naîtra tout le soleil
l’univers perdra ses feuilles mousson de plomb
il passera l’hiver dans la dérision de la lumière
la tristesse se transformera en blatte
la boue chuchotera sa patience il s’acceptera par défaut
ce sera une journée pour uniquement survivre
longtemps après les paysages se mettront en place
Paris: ed. Castor astral, 2004
Audio production: Printemps des Poètes 2006
[ritrovarsi ad un tratto già vecchio]
italienisch
ritrovarsi ad un tratto già vecchio
senza alcun legame di continuità
in una camera dai muri bianchi
nuda rigorosa e pura
avendo solo il ricordo vago
di aver viaggiato molto
per inventare un orario alle nuvole
nel cuore dei minerali nascosti
avendo soltanto coscienza diffusa di un mondo a bocca spalancata
corpi di traverso umide smorfie
come raccattato dal sogno per essere portato via meglio
bisogna ricordare scrivere le tracce
fotografare quel che resta sullo scalone delle spossatezze
da una ninfea nascerà presto tutto il sole
l’universo perderà le sua foglie monsone di piombo
passerà l’inverno nella derisione della luce
la tristezza si trasformerà in scarafaggio
il fango sussurrerà la sua pazienza si accetterà per predisposizione
sarà una giornata unicamente per sopravvivere
molto più tardi i paesaggi si metteranno a posto
Ecchymose etc
französisch | Patrice Delbourg
il venait chaque midi
manger son museau de bœuf
sur la petite table près du téléscripteur
il prenait un pichet de cahors
presque toujours deux desserts
lisait l’équipe de très près
cochait les scores des équipes du nord
un jour on apprit qu’il était mort
par la voix d’un joueur de loto
un fric-frac qui avait mal tourné
—la tête comme du sirop de framboise—
précisa un quidam en allongeant sa mominette
zut alors dit la buraliste
alignant ses paquets mentholés
je l’avais encore vu samei
ça fait tout chose
station arts et métiers
un peu de pesanteur
le byrrh est dans les verres
les vétérans entrechoquent leurs dominos
marie exagère sa poudre de riz
mi-flanelle mi-daim il disait toujours
ne plus hésiter ne plus reculer
devant rien ni personne
aller jusqu’au bout du chemin de toutes ses forces
n’écouter que son impérialisme
Paris: ed. Castor astral, 2004
Audio production: Printemps des Poètes 2006
[lui veniva sempre a mezzogiorno]
italienisch
lui veniva sempre a mezzogiorno
a mangiare il suo musetto di vitello
al tavolino accanto alla telescrivente
prendeva un boccale di vino di Cahors
quasi sempre due dessert
leggeva L’équipe molto da vicino
segnava i punteggi delle squadre del nord
un giorno si seppe che era morto
dalla bocca di un giocatore al lotto
una rapina era andata male
- la testa era ridotta a sciroppo di lampone -
precisò un tipo allungando il suo assenzio
maledizione disse la tabaccaia
ammucchiando i pacchetti di sigarette mentolate
l’avevo visto ancora sabato
è tutto dire
metrò arti e mestieri
una certa pesantezza
il byrrh è nei bicchieri
i veterani sbattono le tessere del domino
maria esagera con la polvere di riso
mezza flanella mezza pelle di daino lui diceva sempre
smettere di esitare smettere di arretrare
di fronte a nulla, a nessuno
arrivare fino in fondo al percorso con tutte le forze
ascoltare soltanto il proprio imperialismo.
Die Horizontbäume
deutsch | Mirko Bonné
Geh
sonderbar
ohne etwas zu verlassen zu erreichen
von Schwelle zu Schwelle
ein vorgefertigter Spross wächst
unter dem Armbanduhrglas
Bäume von Stunden
durch Immergleiches marschiert
mit anhaltendem Atem
die Frau an der Leine gesteht
die schief zusammengenähten
Kleider der Nachbarin als körpergewordene
Idee ihres Wahnsinns ein
geh
so
hängen
die Bäume im Horizont
aus: Gelenkiges Geschöpf. Gedichte
Rospo, 1996
Audio production: 2001 M. Mechner, literaturWERKstatt berlin
Gli alberi all’orizzonte
italienisch
Vattene
con passo strano
senza lasciare né raggiungere niente
da soglia a soglia
un germoglio già fatto cresce
sotto il quadrante dell’orologio da polso
alberi di ore
passati marciando attraverso l’immutabile
col fiato sospeso
la donna al tenditoio dichiara
i vestiti della vicina
tutti appesi storti al filo
un’idea concretizzata della sua follia
ma va’
così
pendono
gli alberi all’orizzonte
Rekonstruktion
deutsch | Mirko Bonné
Inzwischen
war Winter
und dicht
wie die Eule
nachts der Straße
sich nähert
trennend das Haus
vom Feldrand
morgens der Nebel.
Zweifel an Zeichen
im Erdreich
gehen vorüber.
Und hohle Röhren
aus rotem Ton
verbinden uns alle.
Und wir kennen
den Weg des Wassers
das wir trinken
Schnelligkeit
und
Gefälle
vom Talsee
bis in die
Mundhöhle.
aus: Langrenus. Gedichte
Hamburg: Rospo, 1994
Audio production: 2001 M. Mechner, literaturWERKstatt berlin
Ricostruzione
italienisch
Nel frattempo
era inverno
e vicina
come la civetta
si avvicina
di notte alla strada
la nebbia al mattino
separa la casa
dal bordo del campo.
I dubbi sui segni
nel terreno
scompaiono.
E cave condutture
di argilla rossa
ci congiungono tutti.
E noi conosciamo
il percorso dell’acqua
che beviamo
la rapidità
e
i dislivelli
dal serbatoio a valle
fin dentro
alla cavità orale.
Persephone
deutsch | Peter Huchel
Die Abgründige kam,
stieg aus der Erde,
aufgleißend im Mondlicht.
Sie trug die alte Scherbe im Haar,
die Hüfte an die Nacht gelehnt.
Kein Opferrauch, das Universum
zog in den Duft der Rose ein.
aus: Gesammelte Werke in zwei Bänden. Band 1: Die Gedichte. Herausgegeben und erläutert von Axel Vieregg.
Frankfurt am Main: Suhrkamp Verlag, 1984
Audio production: Peter Huchel: Unbewohnbar die Trauer / Gedichte. Erker-Verlag, Sankt Gallen, 1976. Vinyl-Schallplatte.
Persefone
italienisch
Giunse la ctonia,
saliva dalla terra,
splendida al chiaro di luna.
Portava l’antico diadema sulla chioma,
il fianco addossato alla notte.
Nessun fumo sacrificale, l’universo
trapassava nel profumo della rosa.
[Ist denn der Schoß der Schöpfung schon steinalt?]
deutsch | Wilhelm Bartsch
Ist denn der Schoß der Schöpfung schon steinalt?
Ihr Kind, ein Greis, kriecht da. Er kniet. Er wittert.
Das ist der Herkules vom Betlèmwald,
Sein Glück hat er gekeult und Gott getwittert.
Ein Eulenruck, dann wie ein Luchs geduckt,
Den Bart gerafft zum abgrundtiefen Rauschen,
So wird es Nacht. Hinauf zum Aquädukt
Der Galaxien muss der Sandstein lauschen.
Das war der Mensch aus Fleisch und Bein und Laub,
Der noch in Stein kratzt die gezählten Tage,
Als hätte je ein Boss von Stern & Staub
Sich ausgerechnet diese Menschensage.
Garinus, hilf! Wir sind die Augias-Jünger,
Der Stall ist voll, die ganze Welt ein Zwinger.
Audio production: Haus für Poesie, 2020
[È quindi ormai decrepito il grembo del creato?]
italienisch
È quindi ormai decrepito il grembo del creato?
Suo figlio, un vecchio, sbuca. S’inginocchia. Indaga.
È l’Ercole dal bosco di Betlemme arrivato,
ha rotto la sua gioia con la clava e con Dio dialoga.
Un colpo da civetta, poi come lince va sotto,
la barba raccolta in un profondo frusciare,
così scende la notte. Su in alto all’acquedotto
l’arenaria delle galassie in agguato ha da stare.
Questo fu l’uomo di carne e ossa e fronda,
che ancora nella pietra i brevi giorni ha inciso,
come se su Stern & Staub tale umana leggenda
di crearsela avesse ogni capo deciso.
Aiutaci, Garinus! le stalle sono piene,
siamo apostoli di Augia, il mondo è una prigione.
РАССКАЗ СОЛДАТА
russisch | Sabina Brilo
мама положила мне новый завет
маленькую карманную книжечку
мы скурили его от корки до корки
в госпитале мне приснился парень
сказал: слушай, я Христос
ты, это, не парься
мы бы с ребятами сделали то же самое
Audio production: Haus für Poesie, 2022
IL RACCONTO DEL SOLDATO
italienisch
La mamma mi consegnò il nuovo testamento
un libricino in edizione tascabile
noi fumammo le sue pagine da copertina a copertina
All’ospedale mi apparve in sogno un ragazzo
che disse: ascolta, sono Cristo,
non ti preoccupare affatto di questo
noi da ragazzi avremmo fatto la stessa identica cosa
FAIRE DES ANGES SUR LA NEIGE
französisch | Jean-François Poupart
N’aie pas peur dors
je m’occupe de la mort dors
je te jure de ne pas tomber
d’arrêter le monde de te percer
n’aie pas peur dors
dessine tes peurs sur les murs de la caverne
respire l’imitation des fleurs sur ton corps enrubanné
dérive avec les continents des probabilités
enfonce-toi dans la Mer des Sargasses
invente des orties grimpants sans épines
plus personne ne va te piquer
ni les églantiers ni les maringouins ni l’herbe à puce
c’est ton premier jour et la mort te contemple
elle met sa langue dans ton cœur
noircie ton épine dorsale
accroche des manteaux sales dans ton cerveau
n’aie pas peur
je m’occupe de la mort dors
je jure de briser toutes les aiguilles
rejoins les grandes marées où les grand-mères tricotent
des bateaux de laine aux miraculés
sois léger comme un graffiti sur un monument célèbre
je te berce d’une seule main
tu disparais dans l’odeur du chlore
petite momie d’oiseau-mouche
tes yeux n’existent pas encore
tu sens la vanille qu’on trouve au milieu de l’océan
tu sens le ventre et le pain grillé
n’aie pas peur
je m’occupe de la mort
dans les moindres ruisseaux de bave
les herses infectées ta respiration lente
les machines à calculer
descends vers la petite plage verte recouverte de vitre
sur la rivière qui t’apprendra à tourner
ta langue pour embrasser
descends vers tout ce qui brille
les mouches à feu les crapets soleil
les dinosaures de plastique au fond de la piscine
l’insolence du muguet à travers les feuilles mortes
le blé d’Inde décoratif les scarabées d’or mais dors
n’aie pas peur
je m’occupe de la mort
et de toutes les piqûres
je te jure de ne pas tomber
d’arracher à la pioche les nids de guêpes
sous ton carré de sable
où tu verras l’avenir entre les doigts d’une fille
qui joue à disparaître et à t’ensevelir
de mots écrits pour un autre
accroche-toi aux saules
il faut toujours pleurer pour attirer les oiseaux
les abeilles ne piquent pas
c’est le soleil qui passe à travers elles
les ratons laveurs et leurs gants de chirurgien
le bec des pintades en costume de gala
les breloques en fer blanc dans le cou des fakirs
les canines du tigre surpris par la pluie
ça ne piquent pas
n’aie pas peur dors
je m’occupe de la mort
et des radiographies pluvieuses
où de petites étoiles apparaissent en plein jour
la multiplication des pains est un miracle facile
l’étoile de Sirius s’appelle la petite chienne
elle se couche en même temps que le soir
elle penche la tête des champs d’avoine
et accélère le rythme cardiaque des bébés qu’on observe
n’aie pas peur
je m’occupe de la grande chienne
elle te renifle mais ne mordra pas
et quand tu seras très vieux
tu ouvriras un livre
pour compter l’âge des arbres
la couleur des libellules dans les sapins bleus
l’érosion des étoiles à la fin de l’hiver
on te mettra en dormance à la saison morte
avec des cendres aux pieds
je serai dans la nature morte
pour te protéger des piqûres des soirs de mars
tu pourras t’envoler dans l’immense bouche de ta mère
et cracher sur la mort sur mes épaules
aus: Tombe Londres Tombe
Montréal: Éditions Poètes de brousse, 2006
Audio production: UNEQ
Fare degli angeli sulla neve
italienisch
Non avere paura dormi
mi occupo io della morte tu dormi
ti prometto di non cadere
di far smettere il mondo di trafiggerti
non avere paura dormi
disegna le tue paure sui muri della caverna
respira l’imitazione dei fiori sul tuo corpo avvolto in bende
va’ alla deriva con i continenti delle probabilità
immergiti nel Mare dei Sargassi
inventa delle ortiche rampicanti senza spine
più nessuno ti pungerà
né le rose canine né le zanzare né l’edera velenosa
è il tuo primo giorno e la morte ti contempla
lei t’infila la lingua nel cuore
ti fa marcire la spina dorsale
ti appende mantelli sporchi nel cervello
non avere paura
mi occupo io della morte tu dormi
giuro di spezzare tutti gli aghi
raggiungi le grandi maree dove le nonne creano a maglia
dei battelli di lana per i miracolati
sii leggero come un graffito sopra un celebre monumento
io ti cullo con una mano sola
tu sparisci nell’odore del cloro
piccola mummia di colibrì
i tuoi occhi ancora non esistono
tu sai di vaniglia quella che si trova in mezzo all’oceano
tu sai di ventre e di pane abbrustolito
non avere paura
mi occupo io della morte
nei minimi rivoli di bava
gli erpici infettati la tua respirazione lenta
le macchine calcolatrici
discendi verso la piccola spiaggia verde coperta di una lastra di vetro
sul ruscello che t’insegnerà a roteare
la lingua baciando
discendi verso tutto ciò che brilla
le lucciole i pesci-luna
i dinosauri di plastica sul fondo della piscina
la sfrontatezza del mughetto attraverso le foglie morte
il mais indiano decorativo gli scarabei d’oro però dormi
non avere paura
mi occupo io della morte
e di tutte le punzecchiature
ti giuro di non cadere
di strappar via con la zappa i nidi di vespa
da sotto il tuo riquadro di sabbia
dove vedrai l’avvenire fra le dita di una ragazza
che gioca a nascondino ed a seppellirti
di parole scritte per un altro
aggràppati ai salici
bisogna sempre piangere per attirare gli uccelli
le api non pungono
è il sole che passa attraverso di loro
i procioni coi loro guanti da chirurgo
il becco delle faraone in abito di gala
i ciondoli di stagno al collo dei fachiri
i denti della tigre sorpresa dalla pioggia
loro non pungono
non avere paura dormi
mi occupo io della morte
e delle radiografie fradice
dove piccole stelle appaiono in pieno giorno
la moltiplicazione dei pani è un miracolo facile
la stella di Sirio si chiama la piccola cagna
essa si corica all’ora stessa della sera
fa chinare la testa ai campi di avena
e accelera il ritmo cardiaco dei neonati che si osservano
non avere paura
mi occupo io della grande cagna
essa ti annusa ma non ti morderà
e quando sarai molto vecchio
tu aprirai un libro
per computare l’età degli alberi
il colore delle libellule nel blu degli abeti
l’erosione delle stelle alla fine dell’inverno
ti metteranno in letargo nella morta stagione
con ceneri ai piedi
io sarò nella natura morta
per proteggerti dalle punzecchiature nelle sere di marzo
tu potrai svanire nell’immensa bocca di tua madre
e sputare sulla morte da sopra le mie spalle
À LONDRES TU PORTES TOUS LES PÉCHÉS DU MONDE
französisch | Jean-François Poupart
À Londres tu portes tous les péchés du monde
les fables de la potence
à la lueur des bombes au phosphore
d’une conversion à la poussière
tu parles d’oiseaux pluvieux
criant comme des roues de camion
sur les hommes de rouilles
une montagne de bras et de jambes empilés
par l’Histoire avant la prière du soir
tu me parles des jardins suspendus
de mourir avant le passage des outardes
du ciel qui marche sur ton corps
les dinosaures ont disparu à cause de l’apparition des fleurs
la poésie et son image naïve
doivent servir à dire l’irréconciliable
parole fauve guettant des heures et des siècles
entre tous les discours et les manifestes
la seconde précise pour égorger sa proie
la victime demeure l’Histoire
le tueur porte des fleurs
l’erreur de sens évite la torture
il faut mourir pour tout le monde ou personne
ne pas idéaliser la tendresse
les châteaux sont toujours vides
il y a des milliers de paroles tournant
dans la bouche des espèces éteintes
nous sommes aussi dans ce long baiser de langues mortes
la tempête des corneilles apaise les déclarations de guerre
et la rancœur des étoiles précoces
nos lèvres collées sur la banquise
prennent le bleu des arbres qui s’achève
nous sommes les derniers à entrevoir
les anges muets d’orgueil dans le feuillage
nous avons déterré un amour primitif
de vieilles forment nous creusent
nos ennemis parlent notre langue
pour entrer dans nos rêves et nous empaler en silence
plusieurs se suicident avant les étoiles
les autres se réduisent en poudre
parmi les maladies antiques
et s’endorment dans l’espérance de la résurrection
les torturés finissent tous par parler
aus: Tombe Londres Tombe
Montréal: Éditions Poètes de brousse, 2006
Audio production: UNEQ
A Londra porti tutti i peccati del mondo
italienisch
A Londra porti tutti i peccati del mondo
le favole della forca
al bagliore delle bombe al fosforo
di una conversione alla polvere
parli di uccelli pluviali
che stridono come le ruote dei camion
sugli uomini di ruggine
una montagna di braccia e di gambe impilate
dalla Storia prima della preghiera della sera
mi parli dei giardini pensili
della morte prima del passaggio delle otarde
del cielo che ti cammina addosso
i dinosauri sono scomparsi a causa dell’arrivo dei fiori
la poesia e la sua immagine ingenua
devono servire a pronunciare l’irriconciliabile
parola selvaggia in agguato per secoli e secoli
fra tutti i discorsi
nell’attimo preciso di scannare la sua preda
la vittima resta la Storia
il carnefice porta dei fiori
l’errore di senso evita la tortura
si deve morire per tutti o per nessuno
senza idealizzare la tenerezza
i castelli restano sempre vuoti
ci sono migliaia di parole che si aggirano
nella bocca delle specie estinte
noi siamo anche nel lungo bacio di lingue morte
l’uragano delle cornacchie placa le dichiarazioni di guerra
e l’amarezza delle stelle precoci
le nostre labbra incollate sulla banchisa
prendono il blu degli alberi che si conclude
noi siamo gli ultimi a intravedere
gli angeli muti d’orgoglio nel fogliame
abbiamo dissotterrato un amore primitivo
vecchie forme ci scavano
i nostri nemici parlano la nostra lingua
per entrare nei nostri sogni e impalarci in silenzio
molti si suicidano prima delle stelle
gli altri si riducono in polvere
fra le malattie antiche
e si addormentano nella speranza della resurrezione
i torturati finiscono tutti
Weg zum Bahnhof
deutsch | Günter Eich
Noch schweigt die Fabrik,
verödet im Mondschein.
Das Frösteln des Morgens
wollt ich gewohnt sein!
Rechts in der Jacke
die Kaffeeflasche,
die frierende Hand
in der Hosentasche,
so ging ich halb schlafend
zum Sechsuhrzug,
mich griffe kein Trauern,
ich war mir genug.
Nun aber rührt der warme Hauch
aus den Bäckerein
mein Herz wie eine Zärtlichkeit
und ich kann nicht gelassen sein.
aus: Untergrundbahn (1949)
Heute in: Günter Eich. Gesammelte Werke. Band I. Die Gedichte – Die Maulwürfe.
Frankfurt am Main: Suhrkamp Verlag, 1973
Audio production: CD Günter Eich. Gedichte/Ein Traum am Edsin-Gol.
München: NOA NOA Hör-Buchedition 2002
© Suhrkamp Verlag GmbH & Co. KG, Frankfurt am Main
La strada per la stazione
italienisch
È ancora silente la fabbrica,
desolata al barlume lunare.
Ai brividi del mattino
mi ero voluto assuefare!
La bottiglia del caffè,
nella giacca infilata,
nella tasca dei calzoni,
la mano raggelata,
andavo mezzo assonnato
alle sei al treno espresso,
senza nessuno sconforto,
io bastavo a me stesso.
Ma ora mi fa una carezza
l’alito caldo dei forni
al cuore con tenerezza
e io non so trattenermi.
ZEITALTER, WASSERMANN
deutsch | Henning Ahrens
Mitte Januar sprießen die Tulpen;
Magnolien und Weiden treiben Knospen;
der über die Ufer getretene Fluss
hat die Wiesen überschwemmt; der Himmel
ist so grau wie das Gesicht einer Wasserleiche.
An Weihnachten lag zwar Schnee, doch das
war noch wundersamer als Jesu Geburt, und jetzt
heult wieder der Wind, und der Regen
hämmert den ganzen Tag auf die Dächer,
als wollte er allen beweisen, dass er
das beherrschende Element dieses neuen Zeitalters ist.
Im Bruch fliegen Silberreiher auf,
eigentlich Mittelmeervögel und vielleicht
die Vorboten einer Ära der Extreme, was mir
allerdings egal ist, weil sie in ihrer Eleganz
und Anmut Engeln gleichen. Aber, ach,
da sind sie schon wieder, die Krähen, und krächzen,
im Schlamm hockend, Tod und Verderben.
Verschwindet, ihr schwarzen Seelen!, schreie ich.
Ihr vermiest mir die Schönheit des Untergangs!
Audio production: LiteraturWERKstatt Berlin 2009
EPOCA, ACQUARIO
italienisch
In pieno gennaio spuntano i tulipani;
su magnolie e salici germogliano le gemme;
il fiume straripato oltre l’argine
ha inondato i prati; il cielo
è grigio come il volto di una cadavere annegato.
A Natale c’era la neve è vero, ma era
più stupefacente della nascita di Gesù, e adesso
si è messo di nuovo a urlare il vento e la pioggia
tamburella tutto il santo giorno sui tetti,
come se volesse dimostrare a tutti che è lei
l’elemento dominante di questa nuova epoca.
Nel campo arato si alzano in volo bianchi aironi,
in verità uccelli del Mediterraneo e forse
i messaggeri di un’era degli estremi, cosa che
a dire il vero mi lascia indifferente, perché nella loro
eleganza e leggiadria ricordano gli angeli. Però, ahimè,
ritornano già le cornacchie e gracchiano,
appollaiate nel fango, di morte e di disgrazie.
Sparite via, voi anime nere! vo gridando.
Mi sciupate la bellezza del tramonto!
GEBURTSTAG, BAMBERG
deutsch | Henning Ahrens
Für Dirk F.
Ein Tag ohne Bier / ist wie ein Tag ohne Wein!,
rief der Schädel des mongolischen Kriegers aus dem Schlafzimmer,
und wir, versammelt, um einen Geburtstag zu feiern,
beherzigten diesen Sinnspruch nur zu gern,
tranken beides und aßen Buletten und Sushi,
immer wieder gestört vom Mahnen der Schädel
tibetischer Mönche, die von den Bücherregalen aus
Enthaltsamkeit und Mäßigung predigten. Ja,
diese Bamberger Barockwohnung,
wo Maria über unseren Köpfen in den Himmel fuhr,
argwöhnisch beäugt von heidnischem Gebeinen
und Masken für noch heidnischere Fruchtbarkeitsriten,
war der ideale Ort für ein multikonfessionelles Gelage,
bei dem bald niemand mehr niemanden kannte; irgendwann
hatten auch alle vergessen, wessen Geburtstag es war,
und deshalb gratulierten wir uns gegenseitig,
zu was auch immer, bis irgendjemand,
der sich zuvor noch rasch bekreuzigte,
das Quieken einer abgestochenen Sau imitierte.
Daraufhin verstummten alle Schädel,
Maria hielt bei ihrer Himmelfahrt inne,
ein Schatten fiel ins Zimmer, und eine Stimme,
die verdächtig nach der eines Gottes klang,
sprach: „Ich habe euch nicht erschaffen,
damit ihr eure kurze Zeit auf Erden nicht genießt!“
Der Schädel des mongolischen Kriegers lachte schallend,
die Schädel der tibetischen Mönche blieben stumm,
und wir – wir stießen an auf einen Glauben, der das Leben liebt.
Audio production: LiteraturWERKstatt Berlin 2009
Compleanno a Bamberg
italienisch
Per Dirk F.
Un giorno senza birra è come un giorno senza vino!
Gridava il teschio del guerriero mongolo dalla camera da letto,
e noi, riuniti a festeggiare un compleanno,
accogliemmo di cuore questo motto di saggezza,
bevendo sia birra che vino e mangiando polpette e sushi,
via via disturbati dalle prediche dei teschi
di monaci tibetani che dagli scaffali dei libri
predicavano astinenza e moderatezza. Sì,
questa casa barocca di Bamberga,
dove Maria saliva al cielo sopra le nostre teste,
sotto lo sguardo ironico di scheletri pagani
e di maschere per riti di fertilità ancora più pagani,
era il luogo ideale per un’ammucchiata multiconfessionale,
dove ormai quasi non ci conoscevamo più¸ a un certo punto
avevamo persino dimenticato di chi fosse il compleanno,
e per questo ci facevamo l’uno all’altro gli auguri,
e non si sapeva più per cosa, finché qualcuno
che prima si era fatto il segno della croce,
si mise ad imitare lo stridulo lamento di una scrofa sgozzata.
Dopodiché tutti i teschi ammutolirono,
Maria si bloccò nella sua ascesa al cielo,
un’ombra cadde nella stanza e una voce
che sospettosamente suonava come quella di un Dio,
disse: “Io non vi ho creati
per non godervi il poco tempo che vi è dato sulla terra!”
Il teschio del guerriero mongolo rise sonoramente,
i teschi dei monaci tibetani rimasero muti,
e noi – noi brindammo alla fede nell’amore per la vita.
WALD, VOGEL
deutsch | Henning Ahrens
Nein, nein, das ist kein Vogel,
der mit dem Kopf ruckt und mir nachschaut,
als ich durch den Wald gehe, sondern
eine Kamera, die elektronisch zwitschert.
Unser Innenminister will uns vor uns selbst beschützen,
ein löblicher Vorsatz, der jedoch außer Acht lässt,
dass die nächste Diktatur nur darauf wartet,
sich alle diese Gesetze samt Technik zunutze zu machen,
und leider, leider wird sie irgendwann kommen,
egal in welcher Form, denn nichts ist immer
gleich geblieben außer der Vergesslichkeit
des Menschen und seiner Kurzsichtigkeit.
Letzterer helfen natürlich die Kameras ab,
vor denen uns nicht einmal ein Nebel
wie der in den Tälern des Harzes beschirmen kann
und auch nicht die Einsamkeit eines Ostseestrands.
Seit kurzem misstraue ich sogar meinem Kater,
der mich aus bernsteinfarbenen Augen
aufmerksam anschaut, wenn ich rauche.
Gut möglich, dass er meine Zigaretten zählt,
um heimlich der Krankenkasse Bericht zu erstatten,
und vielleicht flattert mir bald ein Bescheid
über höhere Beiträge ins Haus. Ach, lieber Kater,
dein Schnurren klingt, als hättest du eine Wanze verschluckt –
wie kannst du mich nur so schmählich verraten?
Audio production: LiteraturWERKstatt Berlin 2009
Bosco, uccello
italienisch
No, no, non è un uccello
quello che muove la testa e mi segue con lo sguardo,
quando mi aggiro per il bosco, è una videocamera
che cinguetta elettronicamente.
Il nostro Ministro degl’Interni ci vuol proteggere da noi stessi,
un lodevole proposito che però lascia in ombra il fatto
che la prossima dittatura aspetta solo questo:
utilizzare tutte queste leggi assieme alla tecnica,
e purtroppo, purtroppo un giorno arriverà,
non importa in quale forma, perché niente resta
eguale, salvo la dimenticanza
dell’uomo e la sua miopia.
A quest’ultima vengono in aiuto le videocamere,
da cui non ti può riparare neppure la nebbia
che regna nelle valli dello Harz
né la solitudine della riva del Mar Baltico.
Da qualche giorno diffido anche del mio gatto
che mi osserva attentamente con i suoi occhi
di ambra, quando mi metto a fumare.
È facile che stia contando le mie sigarette
per far la spia di nascosto alla Cassa Mutua
e forse fra poco mi arriverà in casa un attestato
relativo all’aumento dei contributi. Ahi, ahi, caro gatto,
le tue fusa suonano come se tu avessi ingoiato una microspia –
com’è che mi tradisci così vergognosamente?
REDE, WEISE
deutsch | Henning Ahrens
Der Faschismus, meine lieben Jünger,
ist die Herrschaft der Spießer, die das Reinheitsgebot
für Bier auf Mensch und Kultur übertragen.
Und lasst euch nicht täuschen von Aktivisten,
die sich an Castor-Transporter ketten,
weil auch sie ideologische Charaktere sind,
die außer ihrer heiligen Gesinnung nichts gelten lassen.
(Achtung, ich muss mal niesen: HATSCHI!)
Tja, was ich sagen wollte – ein Rezept dagegen
habe ich auch nicht zu bieten, doch man sollte wohl nie
zu konsequent logisch denken, denn die Logik knebelt
und fesselt sich irgendwann selbst, und dann
ist man so gut wie tot. Das Leben … (Sorry, ich fürchte,
ich muss mich mal schneuzen: SCHNEUZ!)
… blöde Erkältung. Wo war ich stehengeblieben?
Achja, beim Leben. Nun, das Leben ist … (Verzeihung,
ich muss mal husten: HUST!) … das Leben ist sinnlos,
widersprüchlich und wirr, gewöhnt euch besser daran …
(O Mann, ich muss wieder husten: HUST!) Ich kann
euch nur eines raten (HUST!): Zieht euch warm an
und achtet stets auf die ersten Symptome.
Audio production: LiteraturWERKstatt Berlin 2009
DISCORSO DI SAGGEZZA
italienisch
Cari discepoli, il fascismo è il dominio
dei piccolo-borghesi che a uomini e cultura
applicano il decreto di purezza della birra.
E non vi fate ingannare da attivisti
che s’incatenano ai vagoni di scorie nucleari,
perché anche loro sono dei caratteri ideologici
che oltre le loro convinzioni non tollerano niente.
(Attenti, devo starnutire: ECCÍ!)
Ah sì, volevo dire - una ricetta contro
non ve la so offrire, però non si dovrebbe
pensare troppo a fil di logica, perché la logica
s’imbriglia e s’incatena da sola a un certo punto
e allora uno è come morto. La vita ... (Scusate, temo
di dovermi soffiare il naso: PFFF!)
... questo stupido raffreddore. Dov’ero rimasto?
Ah sì, alla vita. Dunque, la vita è ... (Scusate,
mi viene da tossire: COFF!) ... la vita è priva di senso,
contraddittoria e confusa, meglio se vi abituate a ...
(Oddio, mi viene di nuovo da tossire: COFF!) Io
vi posso consigliare solo una cosa (COFF!): copritevi
bene e attenzione ai primi sintomi.
an einen vorgeborenen
deutsch | Max Czollek
I.
in die städte kam ich zur stunde
der hochzeiten als da
freude herrschte
unter den menschen
ich tanzte mit ihnen
schlief unter den stummen
ohne sprache den mund voll
gestopft mit brücken
die kraft meiner arme
ging in koffern
trug ich die angst
II.
es ist wahr
ich tauchte im großen meer
verlor mein haar dabei
getragen von glück
als das aussetzte
war ich unterwegs
die hoffnung dünn wie ein blatt
im wald (ich rede von bäumen
rede ich)
und kann den weg nicht finden
zu den häusern aus luft
III.
wirklich ich lebe in zeiten
wo die unglücklichen nicht
mehr weinen wir einfach
weiterschreiben – überall
die finger am abzug wer
kann da noch freundlich
bleiben was hilft es wozu
sind wir geworden am ende
der eismeere
wohin die straßen führten
aus: Druckkammern
Berlin: Verlagshaus J. Frank, 2012
Audio production: Haus für Poesie, 2017
ad un nato prima
italienisch
I
nelle città io giunsi all’ora
delle nozze quando là
vi regnava gioia
fra gli uomini
io ballai con loro
dormii fra i muti
senza linguaggio con la bocca piena
zeppa di ponti
la forza delle mie braccia
se ne andò tutta nelle valige
dove trasportavo la paura
II
è vero
m’immersi nel gran mare
ci persi i capelli
spinto avanti dalla fortuna
quando questa cessò
mi trovavo ancora per strada
la speranza sottile come una foglia
nel bosco (parlo di alberi
parlo)
e non so ritrovare la strada
per le case di aria
III
in verità io vivo in tempi
in cui gl’infelici più non
piangono e noi semplicemente
continuiamo a scrivere - dappertutto
le dita sul grilletto chi
può qui restare ancora
in amicizia a che serve ciò
per cui siamo cresciuti alla fine
dei mari di ghiaccio
dove conducevano le strade
TU ES NÉ EN PLEINE NUIT EN PLEINE MER
französisch | Jean-François Poupart
Tu es né en pleine nuit en pleine mer
parmi des millions de pieuvres noires
et pour revenir à la vie tu dois boire
toutes les larmes de tous les enfants de l’océan
un nouveau-né en haut de l’escalier vacille
papillonnant comme un condamné à mort
puis toute la vie l’échappe et chaque marche
le frappe au cœur puis à la tête
il se noie dans les algues et les prières
ne respire plus tout près du sol
où l’on meurt résolument
parmi les rouilles les désespérés les éviscérés
l’océan noir à la fin de l’escalier le recrache
son corps se relève seul parmi les revenants
il a toutes les lumières du monde
les yeux secs des enfants terribles
je lui lave les joues avec ma salive
il ressuscite et portera le monde
aus: Tombe Londres Tombe
Montréal: Éditions Poètes de brousse, 2006
Audio production: UNEQ
SEI NATO IN PIENA NOTTE IN PIENO MARE
italienisch
Sei nato in piena notte in pieno mare
in mezzo a milioni di piovre nere
e per tornare in vita devi bere
tutte le lacrime di tutti i figli dell’oceano
un neonato in cima alla scalinata vacilla
fremente come un condannato a morte
poi tutta la vita lo abbandona e ogni gradino
gli batte sul cuore poi alla fronte
annega fra le alghe e le preghiere
non respira più a contatto col suolo
dove si muore senza scampo
fra le ruggini i disperati gli sventrati
l’oceano nero lo risputa ai piedi della scalinata
il suo corpo solo si rialza fra i redivivi
lui ha tutte le luci del mondo
gli occhi asciutti dei ragazzi tremendi
gli lavo le guance con la mia saliva
lui risuscita e sosterrà il mondo
Kaskade des Glücks
deutsch | Daniela Danz
weil es
heute
gibt
und jetzt
und darin das zusammengeraffte Jahr: alles was war und nie mehr
sein soll was als Glanz über uns kommt und als Teppich sich über
die Spitzen des Missmuts die eiligen Pflichten den ganzen Jammer
des Konsums breitet dass die Ameisensoldaten desertieren ihren
Staat
verlassen
zu uns
flüchten
in dieses Leuchten in dem riesige Mauersteine das wandernde Sehen
festhalten während das von Salamandern in den Mittag gesprengte
Grün die Sterblichkeit anlockt und den Tod unter der Wurzel neckt den
Tod mit dem sich leben lässt wenn man ihn kennt und seinen liebsten
Traum:
das klare
sichere
Heute
und seine am Rand lagernden Dämonen füttert mit dem Überfluss der
Gegenwart mit Zweigen voll reifer Dankbarkeit mit selbst gepflückter
Süße und ihre Pranken auf Brombeerblätter bettet die das kreisende Blut
aus dem Kopf ziehen sie duldsam machen für unsere verwegenen Gespräche
über nichts
als was
man sieht
und riecht
was kitzelt uns Niesen macht und Blinzeln vor Glück und Huschen über
die heißen Steine weil wir Salamander sind uns schütteln vor Licht
noch einmal uns schütteln wie randvolle Teiche im Regen sich kräuseln
noch einmal bevor die Nacht die Glut austritt die Brombeerblätter welken
der Tod
uns zärtlich
ans Ohr fasst
und wir nicken
Audio production: Literaturwerkstatt Berlin / Haus für Poesie, 2016
Cascata di felicità
italienisch
perché
c’è
oggi
e adesso
e lì dentro l’anno raccattato alla rinfusa: tutto ciò che fu e non sarà
mai più che ci cade addosso come bagliore e come un tappeto
distende sulle punte del malumore i sacri doveri tutto lo strazio
del consumo sìcché i soldati-formiche disertino abbandonino
il loro Stato
si rifugino
da noi
fissino in questo bagliore l’occhio vagante sulle pietre enormi
del muro mentre nel verde meridiano screziato di verdi salamandre
la mortalità attrae e stuzzica la morte sotto la radice la
morte con cui si può vivere se la si conosce assieme al suo carissimo
sogno:
l’oggi
chiaro
sicuro
e nutre i suoi demoni in agguato tutt’intorno con la sovrabbondanza del
presente con rami carichi di matura riconoscenza con la dolcezza
che si coglie da sé e adagia le loro zampe su foglie di rovo che tirano
via dalla testa il sangue in circolazione le rendono pazienti per i nostri
dialoghi temerari
su niente di più
di quel che
si vede
e si annusa
ciò che ci solletica e ci fa fremere le narici e sbatter le palpebre di gioia e
saltellare sulle pietre roventi perché siamo salamandre rabbrividire per la
luce fremere di nuovo come stagni colmi d’acqua che s’increspano
sotto la pioggia ancora una volta prima che la notte calpesti il bagliore
le foglie di rovo appassiscano
la morte
ci prenda teneramente
per un orecchio
e noi si annuisce
Maria Goretti
französisch | Carole David
«Je te pardonne»
Ton visage m’apparaît dans un duplex
de St-Léonard au milieu des lampions allumés.
Jeune vierge figée dans la cire; une gerbe de lys
camoufle les blessures
de tes quatorze coups de couteau,
corset floral qui transforme
ta douleur en jouissance, ton désir en rage.
Les voisins t’ont offert une Bible, une couronne
et une robe de communiante, la semaine
précédant tes fiançailles noires;
j’ai cousu ton image sur ma poitrine, quelque
part sous ma guêpière couverte de sang.
ÉDITIONS LES HERBES ROUGES, 2010
Audio production: UNEQ
Maria Goretti
italienisch
“Io ti perdono”
Il tuo volto mi appare in un duplex
di St-Léonard in mezzo ai lampioni accesi.
Giovane vergine rappresa nella cera; un mazzo
di gigli camuffa le ferite
dei tuoi quattordici colpi di coltello,
corsetto fiorito che trasforma
il tuo dolore in gioia, il tuo desiderio in rabbia.
I vicini ti hanno offerto una Bibbia, una corona
e una veste di prima comunione, la settimana
precedente le tue nozze nere;
ho cucito la tua immagine sul mio petto, da qualche
parte sotto la guêpière coperta di sangue.
Wir leben. Wir sind für alles.
deutsch | Daniela Danz
Wie geht anfangen wie geht
erinnern ohne zu vergessen
vor mir im Schnee ein Mann
sein Rücken einsam düster
wie geht anfangen nicht erinnern
Lichtblitze die ihm als Junge Bilder
zeigten kurz und grell sieh im Licht
die Schatten wie geht Nichterinnern
horch das Zischen sieh das Licht
und Deutschlands Leichtigkeit
wie hell ist Deutschland wie Ruß
wie Bilder kurz und grell wie geht
Anfangen riech den Schnee
er ist neu gefallen in der Nacht
im Dunkeln geht vergessen
in Bildern kurz horch den Schnee
ganz leicht liegt er wie Leinen
etwas brennt ein Zischen düster
wie Bilder nachts an Wänden horch
das Zischen riech den Brandgeruch
sieh das Ruß auf weißem Grund
aus: V. Gedichte
Göttingen: Wallstein Verlag, 2014
Audio production: Literaturwerkstatt Berlin / Haus für Poesie, 2016
Noi viviamo. Noi siamo per tutto.
italienisch
Come capita d’iniziare come avviene
di ricordare senza dimenticare
dinanzi a me nella neve un uomo
le sue spalle solitario tetro
come capita d’iniziare non ricordarsi
dei flash che a lui da ragazzo mostravano
immagini rapide e crude guarda nella luce
le ombre come capita di non ricordare
ascolta lo stridore guarda la luce
e la leggerezza della Germania
com’è chiara la Germania come fuliggine
come le immagini rapide e crude come capita
d’iniziare annusa la neve
è caduta da poco nella notte
nel buio va dimenticata
in immagini rapide ascolta la neve
leggera leggera distesa come un lenzuolo
qualcosa brucia uno sfrigolio cupo
come le immagini di notte alle pareti origlia
quello sfrigolio annusa l’odore del fuoco
guarda la fuliggine sul terreno bianco
Aqua alba
deutsch | Wolfgang Hilbig
Ach der ganze Garten überschwemmt vom Mond –
und Schwärme von Fischen am Weg
wie Federn leicht wie zuckende Klingen aus Licht.
Sie kennen sich aus sie kennen den Trost
der Gemeinsamkeit.
Und die weißen Hortensien blühn die ganze Nacht –
noch wenn der Mond in seinen Abgrund steigt
leuchten sie weiter: wie Phosphor weiß und grün
und Wassergeister
wenn die Fische durch den Zaun entfliehn
haben endlich Heimstatt hier in diesem Blühn.
aus: Bilder vom Erzählen
Frankfurt/Main: S. Fischer Verlag 2001
Audio production: 2003 M. Mechner, literaturWERKstatt berlin
Aqua alba
italienisch
Ah, tutto il giardino inondato di luna -
e schiere di pesci in cammino
leggeri come piume, come tremule lamelle di luce.
Loro si conoscono conoscono la consolazione
dello stare insieme.
E le ortensie bianche fioriscono tutta la notte -
quando ancora la luna scende nel proprio abisso
continuano a risplendere: bianche e verdi come fosforo
e come spiriti dell’acqua
quando i pesci scompaiono attraverso la steccaia
ricevono finalmente ospitalità qui in siffatto fiorire.
Natureingang
deutsch | Wolfgang Hilbig
Ach wenn April mit milden Schauern
des Lebens dürre Adern bis zur Wurzel badet
und Zephyrs süßer Atemhauch die Triebe all
in Wald und Feld zu kurzem Dauern ladet
und schon die junge Sonne halb den Bogen
vom Widder bis zum Stiergehörn durchzogen
und wenn Erinnerung aus fließendem Verfall
den Blick erhebt:
wie Vögel nachts mit offnen Augen schlafen –
o dann beginnt die Zeit auch mir den Sinn zu weiten:
Vergangenheit die nicht gelebt
Winter da wir uns nicht trafen
sind nichtig wenn ein altes Herz sich neu erhebt.
Noch mit gebrochnen Lyren und vom Frost verstimmten Saiten:
auf deinem Ufer
blumenreich
entfaltet von Gezeiten
muss ich mit Sonnenlicht gerüstet dir entgegenreiten.
aus: unveröffentlichtem Manuskript
Audio production: 2003 M. Mechner, literaturWERKstatt berlin
Natureingang
italienisch
Ah, quando Aprile con le tiepide brezze
bagna fino alle radici le secche vene della vita
e di Zeffiro il dolce alito invita tutti i tralci
a breve esistenza nel bosco e nel campo
e il giovane sole ha già percorso metà dell’arco
dall’ariete fino alle corna del toro
e quando il ricordo solleva lo sguardo
nello scivolar della caduta:
come uccelli che dormono di notte ad occhi aperti -
oh, allora il tempo comincia anche a me ad allargare i sensi:
il passato non vissuto
l’inverno in cui non c’incontrammo
sono niente se un vecchio cuore si risolleva di nuovo.
Ancora con la cetra rotta e con le corde scordate dal gelo:
sulla tua riva
ricca di fiori
uscito dalle maree
devo trottarti incontro armato di luce solare.
L’île Méditérranée
deutsch | Wolfgang Hilbig
Wenn Weißdorn ausbricht in der Nacht die mein
Erleuchten ist dann träum ich plötzlich dort zu sein
auf jener Insel: doch der Traum ist dein …
Auch mein Herz will die Insel deines Traums bewahren –
dein Traum in meinem Traum: wie eine Insel in der Nacht …
dein Tag in meiner Nacht … des Weißdorns Düfte sind erwacht
mit einem Mal …
und es ist Zeit für dich dorthin zu fahren
wo stärker noch die Düfte sind und helle Quellen im Gestein.
Ah diese Wasser rinnen auch durch meiner Träume Widerschein
und durch die Felsenmulden ziehn die Rinder der Korsaren.
aus: unveröffentlichtem Manuskript
Audio production: 2003 M. Mechner, literaturWERKstatt berlin
L’isola Mediterraneo
italienisch
Quando il biancospino sboccia in quella notte che è
la mia illuminazione allora io sogno di essere a un tratto là
su quell’isola: sì, però il sogno è tuo ...
Anche i mio cuore vuol esser custode dell’isola del tuo sogno -
il tuo sogno nel mio sogno: come un’isola nella notte ...
il tuo giorno nella mia notte ... gli odori del biancospino son ridesti
tutt’insieme ...
ed è tempo per te di andare là
dove gli odori sono ancora più forti e chiare le sorgenti nella pietra.
Ah, queste acque scorrono anche attraverso il riflesso dei miei sogni
e per grotte rocciose traggono il bestiame dei corsari.
D-Zug München-Frankfurt
deutsch | Günter Eich
Die Donaubrücke von Ingolstadt,
Das Altmühltal, Schiefer bei Solnhofen,
in Treuchtlingen Anschlußzüge –
Dazwischen
Wälder, worin der Herbst verbrannt wird,
Landstraßen in den Schmerz,
Gewölk, das an Gespräche erinnert,
flüchtige Dörfer, von meinem Wunsch erbaut,
in der Nähe deiner Stimme zu altern.
Zwischen den Ziffern der Abfahrtszeiten
breiten sich die Besitztümer unserer Liebe aus.
Ungetrennt
bleiben darin die Orte der Welt,
nicht vermessen und unauffindbar.
Der Zug aber
treibt an Gunzenhausen und Ansbach
und an Mondlandschaften der Erinnerung
- der sommerlich gewesene Gesang
der Frösche von Ornbau -
vorbei.
aus: Botschaften des Regens (1955)
Heute in: Günter Eich. Gesammelte Werke. Band I. Die Gedichte – Die Maulwürfe.
Frankfurt am Main: Suhrkamp Verlag, 1973
Audio production: CD Günter Eich. Gedichte/Ein Traum am Edsin-Gol.
München: NOA NOA Hör-Buchedition 2002
© Suhrkamp Verlag GmbH & Co. KG, Frankfurt am Main
Treno espresso Monaco-Francoforte
italienisch
Il ponte sul Danubio a Ingolstadt,
la valle dell’Altmühl, gli scisti presso Solnhofen,
a Treuchtlingen le coincidenze –
In mezzo
boschi, dove l’autunno è tutt’un incendio,
strade di campagna nel dolore,
nuvolaglia che ricorda le chiacchiere
villaggi fuggenti edificati dal mio desiderio
per invecchiare accanto alla tua voce.
Fra le cifre degli orari delle partenze
si allargano i possedimenti del nostro amore.
Inseparati
vi restano i luoghi del mondo,
smisurati e introvabili.
Il treno però
passa accanto a Gunzenhausen e Ansbach
nonché ai paesaggi lunari del ricordo
-il canto estivo che fu
dei ranocchi di Ornbau -
Tout le jour au puits-solitude
französisch | Louise Bouchard
Tout le jour au puits-solitude, je feuilletais les manuels et les traités, les dictionnaires, étudiant la flore avec ardeur. Les matricaires de la cour qu’aimait l’enfant sont de mauvaises herbes, les épervières aussi. Je ne tenais plus qu’aux mots. Inflorescence solitaire des tulipes, corymbes de capitules des mille-feuilles… Je quittais les calices des silènes pour les ombelles d’ombelles. Pensant : Avec les mots-cordes, j’irai puiser la vérité au fond.
aus: Entre les mondes
Éditions Les Herbes rouges, 2007
Audio production: Union des écrivains et des écrivaines québécois, 2013
Tutto il giorno al pozzo-solitudine
italienisch
Tutto il giorno al pozzo-solitudine sfogliavo manuali e trattati, sfogliavo dizionari e studiavo la flora con ardore. Le matricarie del cortile che la bambina amava sono erbacce, come le piloselle. Non tenevo più che alle parole. Solitaria infiorescenza dei tulipani, corimbi di achillee... Abbandonavo i calici di silene per le ombrelle delle umbelle. E pensavo: con la catena delle parole riuscirò a raggiungere la verità sul fondo.
Weißes Album
deutsch | Sandra Hubinger
Vom Zaudern und Zupfen
an welken Blättern
die Enden knipsen
Der Spinne Faden
fällt vom Licht, schwingt
die lockere Faust
Im weißen Album
ein Blatt sich wellt
rollt ein die Enden
aus: Kaum Gewicht und Rückenwind
St. Wolfgang: Edition Art Science, 2016
Audio production: Haus für Poesie, 2021
Album bianco
italienisch
Pizzicando esitante
le foglie appassite
spezzarne via i bordi
Il filo di ragno
scende dalla luce, oscilla
il pugno allentato
Nell’album bianco
si accartoccia un foglio
si arriccia ai bordi
Nana I
spanisch | Jamila Medina Ríos
La primavera penetra entre un florecimiento, un estallido
y su raíz,
de la que se hace depender su fronda.
Ah, Ofelia.
Yo prefiero quiero ser una triste
primavera cortada.
aus: Primaveras cortadas
México DF.: Proyecto Literal. Colección Limón Partido , 2011
Audio production: Haus für Poesie, 2021
ninna nanna I
italienisch
La primavera penetra fra una fioritura, una esplosione
e la sua radice,
da cui si fa dipendere la fronda.
Ah, Ofelia.
Preferisco desidero essere una triste
primavera tagliata.
JE NEIGE (2)
französisch | Laure Gauthier
Voix de villon
On m'a souhaité cloître
Mais ne crois
au cercle parfait / Plus d'espoirs près du puits / du jardin ceint de colonnes / je pars toujours chercher
Les noyaux des fruits
flétris
Et les rues ouvertes sans même d'herbe verte
seuls les noyaux repoussent, dit-on!
Et les fruits disparaissent, mais ils sont
chair de mémoire
Chacun son éphémère
La langue se souvient autrement que la terre
Et
si l'on arrache mes feuilles
Vertes
reste ce qui pulse
ma sève sans écorce
c'est la vie sans idée
Elle
bouge quand même
sans progrès
Je suis cette artère
JE VOIS TOUT POUR LA PREMIÈRE FOIS
aus: je neige (entre les mots de villon)
Paris: LansKine, 2018
Audio production: Haus für Poesie, 2021
NEVICO (2)
italienisch
Voce di villon
Mi hanno consigliato il chiostro
Ma non credere
al cerchio perfetto/ Senza più speranza accanto al pozzo/ del giardino recinto di colonne/ io parto sempre per cercare
I noccioli dei frutti
ammuffiti
E le strade aperte senza un filo d’erba verde
solo i noccioli rigermogliano, si dice!
E i frutti spariscono, ma restano
carne della memoria
A ciascuno il suo effimero
La lingua ha una memoria diversa dalla terra
E
se uno strappa le mie foglie
Verdi
resta quello che pulsa
il mio midollo privo di scorza
è la vita senza idea
Essa
si muove comunque
senza progresso
Sono io quell’arteria
VEDO TUTTO PER LA PRIMA VOLTA
wenn ich groß bin
deutsch | Max Czollek
wenn ich groß bin
fürchte ich mich nicht
vor überlandflügen
spiele ich ein lied
auf der wirbelsäulenflöte
meiner ersten liebe
wenn ich groß bin
fange ich dorftrottel
mit diesen vogelhänden
lasse sie eine autobahn
ausrollen auf das meer
für meine wolkenpanzer
aus: Jubeljahre
Berlin: Verlagshaus Berlin, 2015
Audio production: Haus für Poesie, 2017
quando sarò grande
italienisch
quando sarò grande
non avrò paura
dei voli transcontinentali
suonerò una melodia
sul flauto di vertebre
del mio primo amore
quando sarò grande
acchiapperò gli scemi del villaggio
con queste mani d’uccello
a loro farò srotolare
un’autostrada sul mare
per i miei panzer di nuvole
mosaisches triptychon
deutsch | Max Czollek
einer lässt sich pejes wachsen
einer wäre gern prophet
einer kippt benzin über menschen
einer übt sich im händewaschen
einer sagt: hättest du uns hinausgeführt
und nicht hinein
es wäre uns genug gewesen
einer geht am schabbat heimlich tanzen
einer pfeift sein gebet
freunde, den talit brauche ich nicht
meine familie hat gelernt
nackt zu sterben
aus: Jubeljahre
Berlin: Verlagshaus Berlin, 2015
Audio production: Haus für Poesie, 2017
trittico mosaico
italienisch
uno si fa crescere i cernecchi
uno vorrebbe essere profeta
uno butta benzina sugli uomini
uno si esercita nel lavaggio delle mani
uno dice: tu ci avessi guidato fuori
e non dentro
ci sarebbe bastato
uno va di nascosto al sabbat a ballare
uno fischia la sua preghiera
amici, non mi serve il talit
la mia famiglia ha imparato
a morire nuda
MALDITOS POEMAS DE AMOR
spanisch | Julio Barco
Para M.
Para llegar a ti
tendré que cambiar mi nombre
y reemplazar esta fatiga de mi vida. Yo no sé
qué haré. Tampoco sé si tenga que
hacer ejercicios: hace tiempo
que no gozo del amor.
Todo es furor y hace sol por este lado.
Y tomo una pequeña copa de ron,
para llegar a ti
repetiré calles, medusas, estrellas. Yo sé que vives
a un puñado de kilómetros
y mi sonrisa es una nube lila detenida
en la esquina donde bailan las peonías. Tendré que
ser feliz abriendo
una ventana. Para llegar a ti tengo
que caminar sin demora, por el discurso de
las cosas inútiles. Los autos y las nubes,
enardecido viento
en la ropa de algodón
y la ruda en los bolsillos, esta soledad serán una
dulce paloma entre mis manos.
Para llegar a ti tendré que callarme a veces
y morder una manzana. Para llegar a ti
tiernamente dejaré de tocar un rato mi piano
y compraré algunas tostadas. Y meteré
dos hojitas de un girasol
a mis bolsillos. Nada más simple
y estúpido amo.
Ahora estoy ebrio y no sé
si así pueda llegar a ti.
Audio production: Haus für Poesie, 2021
Maledette poesie d’amore
italienisch
Per M.
Per raggiungerti
cercherò di cambiare il mio nome
e reimpostare questa vita affaticata. Io non so
cosa farò. E nemmeno so se debba
far degli esercizi: è tanto tempo
che non mi diletto dell’amore.
Tutto è furore e il sole splende da questo lato.
E bevo un bicchierino di rum,
per giungere fino a te
ripeterò strade, meduse, stelle. Lo so che vivi
a una manciata di chilometri da qui
e il mio sorriso è una nube viola ferma
all’angolo dove ballano le peonie. Cercherò di
essere felice aprendo
una finestra. Per raggiungerti dovrò
camminare senza sosta per far un discorso sulle
cose inutili. Le auto e le nuvole,
fremito di vento
nella veste di cotone
e la ruta nelle tasche, questa solitudine sarà una
dolce colomba fra le mie mani.
Per giungere fino a te dovrò tacere a tratti
e mordere una mela. Per giunger fino a te
teneramente smetterò di suonare un attimo il mio piano
e comprerò qualche mandorla tostata. E infilerò
due foglie di girasole
nelle mie tasche. Non amo niente
di più semplice e stupido.
Adesso sono ubriaco e non so
se in questo stato posso accostarmi a te.
jubiläum
deutsch | Max Czollek
durch meine wohnung
wandern schatten
trinken auf gestern
hinter den wänden
ruft es nach ihnen
kann sein: schweigen
oj, ich habe flaschen
geleert für das meer
morgen fahre ich hin
bis dahin sterben
meine väter in weiß
sie werden das nicht verstehen
aus: Jubeljahre
Berlin: Verlagshaus Berlin, 2015
Audio production: Haus für Poesie, 2017
giubileo
italienisch
dentro casa mia
si aggirano delle ombre
brindano al passato
dietro le pareti
c’è chi le chiama
può essere il silenzio
ragazzi, ho scolato
bottiglie da gettare in mare
domani ci vado
fino ad allora moriranno
in bianco i miei padri
non lo capiranno
brücke über die drina
deutsch | Max Czollek
auf einer fahrt ist es
herbst geworden
in wischegrad
die häuser tragen
einschüsse wie sommersprossen
felder reifer kreuze
am straßenrand
hol die saat ein
wer jetzt allein ist
weckt erinnerung
in gläser ein dreht wachs
um isolationsdrähte
an den bäumen die granatäpfel
leuchtende kinderfäuste
aus: Druckkammern
Berlin: Verlagshaus J. Frank, 2012
Audio production: Haus für Poesie, 2017
ponte sulla drina
italienisch
in un viaggio
si è fatto autunno
a visegrád
le case mostrano
fori di proiettile come lentiggini
campi di croci mature
sul bordo della strada
raccogli la semina
chi ora è solo
mette ricordi
in barattoli di vetro avvolge di cera
i cavi d’isolamento
agli alberi le melagrane
luminosi pugni di fanciulli
Michael Hamburgers Katze
deutsch | Richard Anders
Für Anne Beresford
Die Katze auf dem Birnbaum
hinter dem Fenster
mit dem Spiegelbild
roter Lampenschirme
vor der Abendschwärze,
weiß hingestrecktes Tier,
das gern zu mir
hereinspringen möchte –
es erkennt die Scheibe.
Die mich unsichtbar trennt
Von seinem Blick.
Den Hölderlin auf dem Tisch
vier dicke Supplement.- Bände
das Glas Orangenwein,
selbstgemacht von Jane,
erkennt es nicht, aber
den Widerspruch von
durchsichtig und hart, dem es für Minuten
standhält, bis ein
Satz ins Dunkel
die Einsicht aufhebt
aus: Über der Stadtautobahn und andere Gedichte
Berlin: Oberbaum Verlag, 1985
Audio production: M.Mechner / literaturWERKstatt berlin 2005
Il gatto di Michael Hamburger
italienisch
Per Anne Beresdorf
Il gatto sul pero
dietro alla finestra
con l'immagine riflessa
di rosse abatjour
dinanzi al buio della sera,
animale bianco disteso
che mi vorrebbe
saltare addosso -
lui riconosce il vetro della finestra
che invisibile mi separa
dal suo sguardo.
Posati sul tavolo Hölderlin,
quattro spessi volumi di supplemento,
il bicchiere di sangria,
preparato da Jane,
lui non li riconosce, però
sa la contraddizione fra
duro e trasparente, a cui
per minuti tiene testa, finché
un salto nel buio
cancella la visione
Landschaft bei Tannenhof*
deutsch | Alexandru Bulucz
Keiner war in der Lage,
über den eigenen Tellerrand zu schauen,
jeder war der Mittelpunkt seines Hungers.
Mit ihren Sensen glichen die Mähder Schulzirkeln,
ihre Standbeine waren die Nadeln,
mit denen sie sich auf Erden fixierten.
So wurden ihre Standbeine Kreismittelpunkte,
u. die Längen ihrer Sensenbäume,
deren Klingen sich stählern durchs Frühsommergras zirkelten,
die jeweiligen Radien ihrer Kreise.
Sehen Sie?!
Das war eine Anthropozentrik,
die den Namen verdiente,
eine wahre geometrische Anthropozentrik!
Die Sichtverhältnisse des Glücks waren auf ein Minimum reduziert,
die Welt war eine Scheibe,
u. die Blitze u. Donner,
die von außen auf sie einschlugen,
Gotteszeichen,
u. der Aberglaube,
der dabei entstand,
poetisch groß.
Ja, eine Scheibe war die Welt
mit dem Radius einer Blechschüssel o. eines Sensenbaums o. des
leinenen Kreises,
den Urgroßmutters schwarzer Rock auf dem Boden bildete,
wenn sie sommers aus heiterem Himmel inmitten des Hofes,
wo sie soeben harten trockenen Mais abgerebelt hatte,
sich hinhockte u. wildpinkelte.
Sehen Sie?!
Sie trug sommers keine Unterwäsche unterm Rock.
Sehen Sie
das unverschämte, vorkopernikanische u. hündisch sein Revier
markierende Glück?!
Wir befanden uns in einer Diesigkeit des Glücks sondergleichen,
wir waren ganz dizzy vor Glück.
Wieder so blindwütig glücklich, so glückswütig blind sein!
* Brad (deutsch Tannenhof, ungarisch Brád) ist eine Kleinstadt im Kreis Hunedoara in Siebenbürgen, Rumänien.
aus: Unpublished
Audio production: Haus für Poesie, 2022
Paesaggio vicino a Tannenhof*
italienisch
Nessuno era in grado
di guardare al di là del proprio naso,
ognuno era il centro della propria fame.
Con quelle falci fienaie, i mietitori sembravano dei compassi,
le loro gambe erano le punte,
con cui si piazzavano sul terreno.
Così le gambe diventavano il centro dei cerchi
e la lunghezza delle loro falci,
le cui lame d'acciaio giravano nell'erba di inizio estate,
i rispettivi raggi dei cerchi.
Vedete?!
Era un antropocentrismo
degno del nome,
un vero antropocentrismo geometrico!
La visibilità della felicità era ridotta al minimo,
il mondo era un disco
e il lampo e il tuono,
che lo colpiva dall'esterno,
un segno di Dio,
e la superstizione
che ne derivava,
poeticamente grande.
Sì, il mondo era un disco
con il raggio di una ciotola di latta o il manico di una falce o del
cerchio di stoffa,
formato sul suolo dalla gonna nera della bisnonna,
se d'estate, di punto in bianco, in mezzo al cortile,
dove aveva appena sgranato il granturco duro e secco,
si era accovacciata e pisciava senza ritegno.
Vedete?!
D’estate non portava biancheria intima sotto la gonna.
Vedete
la sua felicità sfacciata e precopernicana, che marca il territorio come un cane?!
Ci trovavamo in una nebbia di felicità senza eguali,
eravamo in totale vertigine di gioia.
Esser di nuovo così ferocemente felici, così felicemente ciechi!
* Piccola città in Transilvania
Vorrat verbraucht
deutsch | Alexandru Bulucz
Schreiben heißt jetzt, etwas über sich vermögen, denn was schreiben,
… wo ein, ich weiß nicht woher genommener, ungeheurer Vorrath
von Leid, Verzweiflung, Opferung und Noth im Großen verbraucht
wird, als gäb es irgendwo Alle im Ganzen und nirgends den Einen;
nirgends mehr ist das Maaß des einzelnen Herzens anzulegen,
das doch sonst die Einheit war der Erde und des Himmels und aller
Weiten und Abgründe. … Wie unvordenklich ist alles geworden,
Heiligendamm, Zeiten wie die Kindheit selbst, so entlegen und
arglos, wer wird wieder je (so) fühlen!?
Rainer Maria Rilke
Die Sensen, die Sicheln, die Forken, die Axt, sie alle verrosten.
Noch steht auf dem Hügel ein Manderl fürs Heu, es vermorscht.
Kein Nutztier zertrampelt Getreide. Die Milchkuh, sie wurde verkauft.
Von den Mandlern blieb einer, u. zwar unterm Holzkreuz am Bach.
Um die Scheune steht’s schlecht, denn kein Strohlicht mehr deutelt
von innen die Wände, u. Brennholz im Stapel zum Kochen
fehlt auch. Niemand ersucht um getrocknetes Reisig die Wälder.
Inmitten von Eden stand keinem der Sinn, nach dem Vorrat
an Wonne zu fragen, ob schier unerschöpflich, ob eher auf Zeit.
Agafia u. Petrus sind weg. Auch Majka ist weg. Wer bespricht
ihre Werte, begeht ihre Wege u. liest ihr gemeinsames Werk?
Die Schmerzen des Wachstums, sie kamen verspätet, zur Nachtzeit
wie Reif. Die Behauptung, des Menschensohns Lösegeld würde
auf immer u. ewig uns alle von Qualen befreien, ist so was von falsch.
Denn der Messie-Messias kann nicht im Entferntesten horten
im heiligen Vorratsverschlag jene Arten von Schmerz, die bei drei
auf den Bäumen nicht sind. Verbraucht sind die Vorratsgefühle,
das Brombeergelee in den Gläsern von Mutter! Verrat an der Süße!
… im Andenken an Werner Hamacher,
dessen unvollendet gebliebener Aufsatz „Andere Schmerzen“
u. a. auch das Kapitel „Vorrat verbraucht (Rilke, 1915)“ vorsah.
aus: was Petersilie über die Seele weiß
Frankfurt am Main: Schöffling & Co. Verlagsbuchhandlung GmbH, 2020
Audio production: Haus für Poesie, 2022
Riserve consumate
italienisch
Scrivere oggi significa far qualcosa al di sopra delle proprie possibilità, perché cosa mai scrivere ...
dove una spaventosa riserva di dolore, disperazione, sacrificio e bisogno, presa non so da
dove, viene consumata,
come se da qualche parte ci fossero tutti complessivamente e da nessuna parte l’uno;
come non ci fosse più dove appoggiare la misura del singolo cuore,
che invece rappresenta l’unità della terra e del cielo e di tutte le vastità
e di tutti gli abissi ... Come tutto è diventato immemorabile,
riparo sacro, tempi come la stessa infanzia, così lontani e innocenti,
chi li sentirà ancora (così)?
Rainer Maria Rilke
Le falci fienaie, i falcetti, i forconi, le accette, tutto arrugginisce.
Sulla collina si trova ancora un covone di fieno, sta marcendo.
Nessun animale d’allevamento pesta il grano. La mucca da latte fu venduta.
Dei covoni ne rimase uno, sul torrente sotto una croce di legno.
Il fienile è in pessime condizioni, ché più nessun chiarore di paglia
rischiara le pareti dall’interno e anche la legna accatastata per cuocere
manca. Nessuno fruga nei boschi alla ricerca di ramaglia secca.
Nel bel mezzo dell’Eden a nessuno sorgeva l’idea d’informarsi
sulla riserva di beatitudine, se fosse inesauribile o a tempo.
Agafia e Petrus sono andati via. Anche Majka è via. Chi discute
dei loro valori, chi segue la loro strada e legge la loro opera comune?
I dolori della crescita, vennero in ritardo, di notte
come la brina. L’affermazione che il figlio dell’uomo, il riscatto,
per sempre e in eterno ci avrebbe liberati dai dolori, è falso alla grande.
Perché il disposofobico Messia non può minimamente accumulare
nel sacro ripostiglio quel tipo di dolori, che in men che non si dica
non siano spariti. Sono consumati i sentimenti di provvista,
la gelatina di more nei barattoli di mamma! Tradimento di dolcezza!
... in memoria di Werner Hamacher,
il cui saggio incompiuto “Altri dolori”
prevedeva fra l’altro anche il capitolo “Riserva consumata (Rilke, 1915)”.
Hab ich die Worte
deutsch | Daniela Danz
hab ich wie Schwalben die Worte
Bögen zu schlagen
zwischen Unsichtbarem und leicht zu sein
hab ich leicht zu sein
hab ich Schweres genug
zu wenig Schweres genug um es zu tragen
ich trage meine Schwalbe durch den Sommer
mit entzündeten Wirbeln
liegt sie auf meiner Schulter und staunt
hab ich traurig zu sein
hab ich Leichteres jemals getragen
als diese eigensinnige Schwalbe?
aus: V. Gedichte
Göttingen: Wallstein Verlag, 2014
Audio production: Literaturwerkstatt Berlin / Haus für Poesie, 2016
Se possiedo le parole
italienisch
se possiedo le parole come rondini
per tracciare archi
fra l’invisibile e l’essere leggera
allora ho da essere leggera
ho abbastanza pesantezza
troppo poca pesantezza per tollerarla
porto la mia rondine attraverso l’estate
con accesi volteggi
si posa sulla mia spalla e stupisce
ho da essere triste
ho mai sopportato qualcosa di più lieve
di questa rondine testarda?
[Im Grasmittelstreifen]
deutsch | Sandra Hubinger
Im Grasmittelstreifen zog sich eine Spur aus
Eicheln als hätte sie jemand gelegt für
jemand anderen zum Einsammeln
wir ließen sie liegen versuchten nicht drauf zu treten
Baumsamen landeten nach ihrem Propellerflug
in unseren Kapuzen wir ließen sie liegen
versuchten ihren Flugradius zu erweitern
durch unser Schreiten über die Felder
Aufgereiht am Feldrand eine Gruppe Rehe
ihre Köpfe gedreht in unsere Richtung
standen sie still unterbrochen ihr Äsen
ließen sie uns ziehen durch ihre Felder
aus: wir gehen. Gedichte
Graz: edition keiper, 2019
Audio production: Haus für Poesie, 2021
Sulla striscia d’erba centrale
italienisch
Sulla striscia d’erba centrale si stendeva una fila di
ghiande come se qualcuno le avesse posate là per
qualcun altro a che le raccogliesse
noi le lasciammo stare cercando di non calpestarle
Semi di piante atterravano dopo un volo elicoidale
nei nostri cappucci e li lasciammo stare lì
tentando di ampliare il loro raggio di volo
tramite la nostra passeggiata per i campi
Tuttti in fila sul ciglio del campo cerbiatti in branco
con le teste rivolte nella nostra direzione
stavano fermi avendo smesso di brucare
e ci lasciarono attraversare i loro campi.
Out of area: Jagdhaus zur güldenen Füchsin
deutsch | Daniela Danz
September die Schatten liegen wie gestapelt
hinter der Remise
wir haben uns verschanzt denn wieder
war es sinnlos was wir riefen: Parolen
wie Ostern Neunundneunzig da wars als
hörten wir die Hunde kläffen - die schöne Füchsin
sahn wir rasch zum Staatswald wechseln
parole erinnerte entfernt an königliche Jagden
im Wald von Fontainebleau dem alten
Bündniswald und hier das alte Grenzgebiet
war lang geräumt es fiel auch lang kein Schuß
kein Gegner für die NATO mehr auf grüner Heid
die kapitalen Hirsche trugen Luftmatratzen
auf den Enden es war noch Zeit
die Selbstauflösung abzuwenden
Wir treten leis in die Remise und rücken
was dort rostet vorsichtig ins rechte Licht
ein Scheppern ungespannter Tellereisen
schreckt uns auf: die Füchsin
im Herbstlicht flüchtig ihre Farbe
im Rauschen von der Bundesstraße
ein Knall - wir halten still
die Füchsin steht jetzt zwischen uns in der Remise
unverletzt und leuchtend wie September
als wir hofften
es ließe manches sich noch ändern
aus: V. Gedichte
Göttingen: Wallstein Verlag, 2014
Audio production: Literaturwerkstatt Berlin / Haus für Poesie, 2016
Out of area: Casa di caccia alla volpe dorata
italienisch
settembre le ombre giacciono come a strati
dietro la rimessa
ci siamo rifugiati perché era
di nuovo insensato quello che gridavamo: slogan
come a Pasqua Novantanove fu
quando sentimmo latrare i cani – la bella volpe
la vedemmo rapida passare nella foresta demaniale
parole in francese richiama alla mente
vagamente le battute di caccia regali
nella foresta di Fontainebleau
il bosco dell’alleanza e qui la zona di frontiera
era da tempo sgombra e da tempo non si udiva
uno sparo più nessun nemico per la NATO sull’erica
verde i cervi capitali li portavano dei materassi gonfiabili
alle estremità c’era ancora tempo
per evitare l’autodistruzione
Entriamo silenziosi nella rimessa e cauti spostiamo
quello che vi si arrugginisce nella luce vera
uno sferragliar di trappole tese
ci spaventa: la volpe
in luce autunnale sfuggente il suo colore
nel fracasso della strada federale
uno schianto – tratteniamo il respiro
la volpe adesso si trova in mezzo a noi nella rimessa
incolume e splendida come quel settembre
in cui speravamo
che qualcosa potesse ancora cambiare
La précision du sentiment
französisch | José Acquelin
amour
je suis né de l’amandier de tes prunelles
pour mieux quitter la coque de ce monde
et je n’aurais jamais pu t’aimer autant
sans la promesse de ma mort
amour
reconnais ceci
il n’y a que toi seule
dans la pureté de ta solitude
pour redonner à l’amour
son entière exactitude
amour
souviens-toi de cette aube en accéléré
où par le hublot de ton destin
tu as vu le cristallin sans fard
de la courbure de la terre
et le soleil sans lequel
ton œil ne serait pas
amour
aucune machine ni machination
n’aura la précision de ton sentiment
marche en toi
jusqu’à l’immobilité de ta course
arrête de croire que tu es insignifiante
sans le reflet des autres
tu es choisie
si tu sors de tes croyances
amour
l’horizon est un leurre
le ciel n’est pas la limite
juste une faiblesse de notre vision
qui n’a pas reconnu la porte
de son zéro sphérique
amour
tu n’as pas besoin de moi
pour t’aimer
si tu n’as plus besoin de toi
pour te haïr
c’est la seule condition de l’infini
qui n’a pas besoin de nous
pour nous aimer
mais pour qu’on le soit
aus: Le zéro est l’origine de l’au-delà
Éditions Les Herbes rouges, 2011
Audio production: Union des écrivains et des écrivaines québécois, 2013
La precisione del sentimento
italienisch
amore
sono nato dal mandorlo delle tue pupille
per uscir meglio dal guscio di questo mondo
e non avrei mai potuto amarti così tanto
senza la promessa della mia morte
amore
riconosci questo
ci sei tu sola
nella purezza della tua solitudine
per restituire all'amore
la sua completa esattezza
amore
ricorda quell'alba frenetica
dove attraverso l'oblò del tuo destino
hai visto il cristallino senza trucco
della curvatura della terra
e il sole senza il quale
il tuo occhio non ci sarebbe
amore
nessuna macchina o macchinazione
non avrà la precisione del tuo sentimento
cammina dentro di te
fino all'immobilità della tua corsa
smettila di pensare che sei insignificante
senza il riflesso degli altri
sei scelta
se esci dalle tue credenze
amore
l'orizzonte è una trappola
il cielo non è il limite
solo una debolezza della nostra visione
che non ha riconosciuto la porta
del suo zero sferico
amore
non hai bisogno di me
per amarti
se non hai più bisogno di te
per odiarti
è l'unica condizione dell'infinito
che non ha bisogno di noi
per amarci
ma per esserlo noi
Stunde Null: Loop
deutsch | Daniela Danz
Die Linde hat all ihre Blätter verloren
und vom Sommer blieb nichts als
der Wunsch dem alten Deutschland
noch einmal den Kopf zu kraulen
und zu versprechen dass seine Enkel
sich besser erinnern werden - was nützt
ein Gedicht wo die anwachsenden
Berge der Dinge zum Jodeln zwingen
aus: V. Gedichte
Göttingen: Wallstein Verlag, 2014
Audio production: Literaturwerkstatt Berlin / Haus für Poesie, 2016
Ora zero: loop
italienisch
Il tiglio ha perso tutte le foglie
e dell’estate non è rimasto nient’altro
che l’augurio alla vecchia Germania
di grattarsi ancora una volta la testa
e di promettere che i suoi nipoti
avranno migliore memoria – a che serve
una poesia dove i sempre crescenti
mucchi di cose costringono a gorgheggiare
Telepylos
deutsch | Daniela Danz
kein leichtes Boot im dunklen
Tunnelwasser kein Plätschern
eintauchender Ruder nur eine eiserne
Ration Homer: im herrlichen Hafen
die stählernen Buckel der U-Boote
da könnte ein Mann ohne Schlaf
sich doppelten Lohn verdienen
nachts in Netzen die glänzenden
Rücken der Meeräschen tags
die U-Boote mit Waffen beladen
durchschwimm die Bucht verbinde
ihre Ufer in einer Naht
aus Atemzug und Tauchen
solang an den Klippen das Meer
sich müht aus Kieseln Würfel
für ein Spielchen uns zu schleifen
aus: Pontus. Gedichte
Göttingen: Wallstein Verlag, 2009
Audio production: Literaturwerkstatt Berlin / Haus für Poesie, 2016
Telepylos
italienisch
nessuna barca leggera
nel buio della gora sotterranea senza un fruscio
di remi che affondano in acqua solo una ferrea
razione di Omero: nel porto magnifico
i dossi d’acciaio dei sottomarini
un uomo senza sonno qui potrebbe
raddoppiarsi il salario
di notte nelle reti le groppe
luccicanti dei muggini di giorno
a caricare di armi i sottomarini
attraversando la baia a nuoto unisci
le sue rive in una sutura
di fiato e d’immersione
per tutto il tempo che agli scogli
il mare si affatica a levigare ciottoli
in dadi per un nostro piccolo gioco.
Ikon
deutsch | Daniela Danz
Danilos betrübtes Gesicht als zum dritten Mal
seiner Hände Arbeit zunichte wird ich weiß nicht
was soll ich ihm raten kauf dir eine Katze Danilo
dann gehört dir nichts kannst du nichts verlieren
kauf dir Wodka und zeichne deiner Kuh damit
ein Kreuz auf die Stirn dann gibt sie dir morgens
Milch abends Milch dann wird deine Haut weiß
kannst du auch ohne Kleider im Schnee gehen
das Beste aber ist du tust nichts von alldem und
trägst dein Gesicht weiterhin als würde der Mensch
nur eines besitzen ich habe dich gesehen Danilo
auf einer Ikone in der Vorstadt von Kalusch
ich weiß daß du Flügel hast und mit den Engeln
ein Brettspiel wagst um das Glück deiner Kinder
wenn sie dir ein schönes Gesicht einreden wollen
stehst du auf und gehst in das Ikon deines Kummers
aus: Pontus. Gedichte
Göttingen: Wallstein Verlag, 2009
Audio production: Literaturwerkstatt / Haus für Poesie, 2016
Icona
italienisch
Il volto di Danilo si rabbuia quando per la terza volta
va in fumo il lavoro delle sue mani non so proprio
cosa debba consigliargli comprati un gatto Danilo
allora non ti apparterrà più nulla e nulla potrai perdere
comprati della vodka e segna alla tua mucca
una croce sulla fronte allora ti darà latte di mattina
e latte di sera allora la tua pelle diventerà bianca
e potrai andare sulla neve anche senza vestiti
la cosa migliore comunque è non far nulla di tutto ciò
continuando a portare il tuo volto come se l’uomo
ne possedesse solo uno io ti ho visto Danilo
su una icona nella periferia di Kalusch
so che possiedi le ali e osi intavolare
con gli angeli una partita per la gioia dei tuoi figli
quando loro ti vogliono spingere ad avere un bel volto
tu ti alzi in piedi ed entri nell’icona della tua pena
Und du meine Blaue und du meine Graue
deutsch | Daniela Danz
winters am Fluss wo wir gehen
fliegen zwei Ringeltauben vom
Schiefer deiner Iris auf als eine
Feder fällt dein Schlaf auf dich
still und wolkenähnlich gehst
du hinüber: eine eigene Arbeit
wie ein Flusskiesel rollt
dein Schlaf über den Grund
dieser Winternacht
da du schläfst auf der seidenen
Haut deiner Wangen sind zu Stoff
die Träume geworden vergessen
stehe ich vor persischen Kacheln
des achtzehnten Jahrhunderts
aus den Vitrinen der würzige Duft
eines Krauts in den Bergen des
Hindukusch meine Unruhe perlt
am Kupfer deiner Gewissheit ab
aus: Serimunt. Gedichte
Weimar: Wartburg Verlag, 2004
Audio production: Literaturwerkstatt Berlin / Haus für Poesie, 2016
E tu mia blu e tu mia grigia
italienisch
d’inverno sul fiume dove andiamo
si alzano due colombacci dalla
ardesia della tua iride cade
come una piuma il tuo sonno sopra
a te silente e come nube tu procedi
oltre: un lavoro particolare
simile a un ciottolo di fiume rotola
il tuo sonno sul fondo
di questa notte d’inverno
mentre dormi sulla serica
pelle delle tue guance i sogni
si sono materializzati ignorata
io sto dinanzi a ceramiche persiane
del diciottesimo secolo
dalle vetrine l’aroma fragrante
di un’erba delle montagne dello
Hindu Kush la mia inquietudine imperla
il rame della tua certezza
Hier
deutsch | Daniela Danz
Die schnellen Züge halten kaum in unsrer Gegend
wer sieht den Weg schon hier das Feld umfassen
seitlich so als hielte er allein es davon ab
das Korn mit einer Husche in die Furchen zu verstreuen
so wie die Männer hier auf Rädern sich begrüßen
es nichts bedarf als eines Nickens anerkennend
um zu sagen: ich seh du lebst
vom Zug aus ist das alles immer schon in rechts
und links geschieden bleibt die Landschaft nur ein Anblick
Waren zwei aus dieser Gegend die sich neulich
an einem dieser Landschaftstage wo man sich
vom Zug aus träumt wie hier ein Leben gehen könnte
zwischen Leißling und dem Wehr bei Weißenfels
auf die Gleise legten – kam der Zug zum Stehen
war die Welt am Ziel des schnellen Zuges aus den Fugen
sah ein Reisender nach langem Stehen in der mitteldeutschen
Leere tatsächlich einen Unterschied im Weiß
der Häuser an der Straße die zum Waldrand führt
Wir standen hoch auf Goseck sahen fern den Staub
der Dreschmaschinen über Eulaus Steinzeitgräber ziehen
die die stark verletzten Schädel aller 13 Toten bargen
den Zug den einer der das alles eher als wir verstand
wie eine Gliederkette durch die Ebne zog
sahen wir und wußten nicht warum er hielt hier
in unsrer Gegend wo die Züge selten halten
ein früher Herbsttag war das und die zwei die waren
aus der Landschaft ganz heraus gerissen oder ganz
in sie hinein - wir gingen weg als sie den Fahrer
wechselten eines schnellen Zuges der jetzt langsam anfuhr
aus: V. Gedichte
Göttingen: Wallstein Verlag, 2014
Audio production: Literaturwerkstatt Berlin / Haus für Poesie, 2016
Qui
italienisch
I treni veloci si fermano di rado dalle nostre parti
chi vede mai qui il sentiero abbracciare il campo
di lato così come se da solo impedisse
di spargere il grano nei solchi giù a pioggia
come gli uomini qui in bicicletta che si salutano
e non c’è bisogno di altro se non di un cenno del capo
per dire: lo vedo che sei vivo
dal treno tutto è sempre separato fra destra
e sinistra e il paesaggio è solo un colpo d’occhio
C’erano due da queste parti che ultimamente
in uno di quei giorni di panorama in cui
dal treno si sogna come potrebbe essere la vita
da queste parti fra Leißling e Wehr presso Weißenfels
si sdraiarono sui binari – il treno si fermò
il mondo a cui era diretto il treno veloce fu scombussolato
un viaggiatore dopo tanto stare in piedi scorse nel vuoto
della Germania centrale davvero una differenza nel bianco
delle case lungo la strada che conduce al margine del bosco
Noi ci alzammo a Goseck e vedemmo in lontananza
la polvere delle trebbiatrici oltre le tombe paleolitiche di Eulau
che custodiscono i crani gravemente feriti di tutti e 13 i morti
il treno che fu scorto da uno che capiva tutto più svelto di noi
lo vedemmo sfilare per la piana come una catena
e non sapevamo per quale motivo fermasse qui
dalle nostre parti dove i treni veloci di rado si fermano
era uno dei primi giorni di autunno e i due
erano strappati completamente dal paesaggio oppure
completamente dentro di esso - ce ne andammo quando cambiarono
il conducente di un treno veloce che ora arrivava lentamente
Schwarz von Ameisen war mein Traum am Mittag
deutsch | Daniela Danz
nachdem ein weißer LKW in der Nacht
die Strandpromenade von Nizza entlanggerast war
wir hatten auch diese Todesart nicht bedacht
ich grabe ein Loch in den trockenen Boden
lege eine Ameise hinein die ich zerdrückt habe
als ich ein Glas Wasser auf den Tisch stellte
ich schließe die Fenster die Türen die Augen
und lege mich mit den Ameisen ins Bett
wir kennen uns nun und sind plötzliche Feinde
und es bleibt auch diesmal nicht aus dass ich
manche zerdrücke – die Traurigkeit steigt mir
in den Hals während eine Mücke mein Bett
umsummt und ich uns aufs Meer wünsche
kein Schatten würde uns begleiten:
mich das Bett und die Mücke der ich meinen
Arm anbiete und deren Summen mich tröstet
Audio production: Literaturwerkstatt Berlin / Haus für Poesie, 2016
Nero di formiche era il mio sogno pomeridiano
italienisch
dopo che un camion bianco nella notte
si è lanciato sulla folla del lungomare di Nizza
non avevamo riflettuto anche su questo tipo di morte
io scavo un buco nel terreno arido
ci metto dentro una formica che ho schiacciata
nel posare un bicchier d’acqua sul tavolo
chiudo le finestre le porte gli occhi
e mi metto a letto con le formiche
ora ci conosciamo e siamo a un tratto nemici
e anche stavolta non è escluso che io
ne schiacci qualcuna – la tristezza mi sale
alla gola mentre una zanzara ronza intorno
al mio letto e io auguro a noi di prender il largo
nessuna ombra ci accompagnerebbe:
me il letto e la zanzara a cui offro il mio
braccio e il cui ronzio mi consola
Masada
deutsch | Daniela Danz
wenn du dann stehst wo es still ist daß du
es merkst wenn das Denken aufhört und
das Hören anfängt wenn das Hören aufhört
und das Sehen anfängt wenn ein Vogel
fliegt wenn du als schwarzer Vogel gleitest
und schreist wenn du zu sprechen ansetzt
in der klaren Luft und von nichts sprechen
kannst als dem Licht so als wäre es das erste
Licht wenn du einen Schatten auf den Fels
wirfst und sagst mein Schatten bleibt
und der Fels vergeht wenn für jetzt wahr ist
daß es gut ist den ganzen Einsatz zu wagen
kannst du die Wüste mit Namen nennen
aus: Pontus. Gedichte
Göttingen: Wallstein Verlag, 2009
Audio production: Literaturwerkstatt Berlin / Haus für Poesie, 2016
Masada
italienisch
se poi tu stai dove c’è silenzio tanto
che noti quando il pensiero cessa e
l’udito comincia quando l’udito cessa
e la vista comincia quando un uccello
vola quando tu scivoli via da uccello
nero e gridi quando inizi a parlare
nella chiara luce e non puoi parlare di niente
se non di luce come se si trattasse della prima
luce se tu versi un’ombra sulla roccia
e dici la mia ombra resta
e la roccia sparisce se per adesso è vero
ed è bene osare impegnarsi a fondo
allora puoi chiamare per nome il deserto.
[der dezember ist ein nashorn]
deutsch | Birgit Kreipe
der dezember ist ein nashorn.
riesig steht er im knochenlicht der gräser und sträucher
die lauscher sind aufgerichtet, der knubbelige panzer
hängt herab. blinzeln, blitzen aus wulstigen lidern.
kopfweiden tragen ein rotgelb
das brennt in der kälte, und die zöpfe der trauerweiden hängen
in die leeren, brillanten spiegel der kiesteiche.
überall auf der erde liegt laub:
zimtkekse. totenschädel.
das blanke wasser blitzt und blinkt.
eine spur gemahlenes gold in den wolken.
eine wintersavanne.
das nashorn steht ganz still.
sein panzer hüllt das seelchen ein.
verteidigt er meine neue freiheit?
sucht er nach liebe?
sollen wir die bäume ringsum mit lichterketten behängen?
er bleibt ganz still. während er dasteht und wartet
kommen tausend hellblau-rosa schmetterlinge und vögel
setzen sich auf den horizont
unter lichtblauen saum, licht und blau.
das schilf, als leuchte es von innen
und die schneebeeren fliegen wieder.
es sind alte männer und frauen.
sie sind das publikum.
aus: Soma
Berlin: Kookbooks Verlag, 2016
Audio production: Haus für Poesie / 2018
[il dicembre è un rinoceronte]
italienisch
il dicembre è un rinoceronte.
sta gigante in ossea luce di erbe e cespugli
i ricettori sono installati, quel panzer bitorzoluto
vi sta appeso. occhi strizzati lampeggiano da palpebre gonfie.
salici viminali inalberano un rosso giallastro
che fiammeggia nell’aria fredda e le trecce del salice piangente pendono
nel vuoto, fulgido specchio degli stagni sassosi.
dappertutto sulla terra c’è strame di fronde:
biscotti alla cannella. teschi di morto.
l’acqua linda brilla e sbalugina.
una traccia di polvere d’oro nelle nubi.
una savana invernale.
il rinoceronte sta tutto immobile.
la sua corazza avvolge la piccola anima.
difenderà la mia nuova libertà?
ricerca l’amore?
dobbiamo appendere a tutti gli alberi intorno ghirlande di lumini?
lui rimane tutto immobile. mentre sta lì ad aspettare
arrivano mille farfalle celesti e rosa e uccelli
si posano sulla linea dell’orizzonte
sotto un orlo di luce azzurra, chiara e azzurra.
il falasco, come se rilucesse dall’interno
e i caprifogli bianchi svolazzano di nuovo.
si tratta di vecchi uomini e donne.
sono loro il pubblico.
Le roman de la pelouse
französisch | Carole David
Depuis l’enfance, la psychologie des arbres, les tiges sur son cœur rongées par les insectes. Elle aime le sang
vert de la pelouse fraîchement coupée, ses monstres chimiques liquéfiés. La noyade interdite, les pissenlits
mangés par leurs racines, des paroles de condamnés lui montent à la tête. Elle boit l’eau à même le tuyau
d’arrosage. Une queue de tigre, un serpent sans écaille s’enfonce dans sa gorge.
Le printemps éveille tous les sens.
Dans le deuxième chapitre, sa mère, corps lacéré dans son maillot de bain Jantzen, s’allonge avec ses yeux de
chat. Encore le gazon, un lit d’épines, celui d’une sainte qui avorte sous le balcon sans reconnaître son enfant.
La pelouse est un mal nécessaire. L’homme s’appuie sur la tondeuse, le ventre lourd sur le sac d’immondices, il
respire l’essence brûlée et rêve aux jeunes filles asiatiques laissées en plan sur l’écran de veille.
La tondeuse n’a pas de sexe. Elle va et vient dans le cerveau de son propriétaire. Un homme anonyme qui se
croit immortel. Ses poils sont drus, ses doigts malhabiles. Si la mécanique lui échappe, il en veut au ciel et à
l’éternité.
Sa queue à vif dans les corolles des pâquerettes annonce l’arrivée de l’été.
Le dénouement n’étonne en rien. La jeune fille fait de la pelouse un sujet étonnant. Penchée sur ses livres, elle
imagine la cour avec ses cocktails servis pendant les anniversaires, tourbillons, amours naissants d’adolescents
sur le mobilier de jonc; dérives nocturnes sous les arbres, herbes folles et défendues.
Les dames de la pelouse la visitent en rêve. Déesses chevauchant des flamands roses sur le parterre; lièvres,
mouffettes et marmottes, animaux de banlieue devenus complices de cette jeune fille en fleurs.
L’harmonie règne.
La conclusion émeut, la fin d’une époque. Son père met la tondeuse au rancart et fait recouvrir le sol d’un tapis
vert synthétique, simulacre parfait de ce que sera la vie familiale à l’avenir.
ÉDITIONS LES HERBES ROUGES, 2010
Audio production: UNEQ
Il romanzo del prato
italienisch
Fin dall'infanzia, la psicologia degli alberi, gli steli del suo cuore rosicchiati dagli insetti. Lei ama il sangue
verde del prato falciato di fresco, i suoi mostri chimici liquefatti. L’annegamento proibito, i piscialletto
mangiati dalle radici, parole di condannati le montano alla testa. Beve
l'acqua dal tubo
per annaffiare. Una coda di tigre, un serpente senza squame affonda nella sua gola.
La primavera risveglia tutti i sensi.
Nel secondo capitolo, sua madre, corpo lacerato nel suo costume da bagno Jantzen, si sdraia con i suoi occhi di
gatto. Ancora l’erbetta, un letto di spine, quello di una santa che abortisce sotto il balcone senza riconoscere il proprio bambino.
Il prato è un male necessario. L'uomo si appoggia al tosaerba, lo stomaco pesante sul sacco della spazzatura, lui
respira benzina bruciata e pensa alle giovani ragazze asiatiche lasciate sullo screen saver.
Il tosaerba non ha sesso. Va e viene nel cervello del suo proprietario.
Un uomo anonimo che si
crede immortale. I suoi peli sono ispidi, le sue dita maldestre. Se la meccanica gli sfugge, inveisce contro il cielo e
l’eternità.
La sua coda a contatto delle corolle di margherite annuncia l'arrivo dell'estate.
Il finale non sorprende per niente. La ragazza fa del prato un soggetto
fantastico. China sui suoi libri, lei
immagina il cortile con i suoi cocktail serviti durante i compleanni, gli sconvolgimenti, gli amori adolescenziali nascenti
sui mobili di giunco; derive notturne sotto gli alberi, erbe folli e proibite.
Le signore del prato la visitano in sogno. Dee a cavallo di fenicotteri
rosa sul parterre; lepri,
puzzole e marmotte, animali di banlieue diventati complici di questa giovane ragazza in fiore.
L'armonia regna.
La conclusione è commovente, la fine di un’epoca. Suo padre ripone il tosaerba e fa coprire il terreno con un tappeto
verde sintetico, simulacro perfetto di come sarà la vita familiare in futuro.
CE MATIN DANS LONDRES
französisch | Jean-François Poupart
Ce matin dans Londres
un tigre passe avec un enfant dans la bouche
ils se détachent en morceaux
tombant l’un sur l’autre en bras en corps
en rayures noires sur l’espace trop vert
je raconte aux vieilles âmes aux Yéménites et aux punks
comment on t’embauma de lys tigre et de violettes
ils me racontent qu’il n’y a pas de bombes au paradis
que je n’ai plus à retenir ma blessure
il y a des anges pour me recoudre
aus: Tombe Londres Tombe
Montréal: Éditions Poètes de brousse, 2006
Audio production: UNEQ
Stamattina a Londra
italienisch
Stamattina a Londra
una tigre con un bimbo in bocca
si spezzettano tutti
cadendo l’uno sull’altra in braccia in corpi
in strisce nere sullo spazio troppo verde
racconto alle vecchie anime dei Yemeniti e dei punks
come ti profumarono di gigli tigre e di violette
mi dicono che non ci sono bombe in paradiso
che non devo più trattenere la ferita
ci sono angeli che la ricuciono.
Sinn
deutsch | Richard Anders
Von toten Buchstaben auferstanden, machst du erst Sinn, machst du erst Sinn, wenn du nicht wie Erz tönst sondern aus voller Kehle ins Blaue springst. Aber hoffe nicht, daß Engel dich fangen. Ob du steigst oder stürzt, hängt allein davon ab, ob deine toten Buchstaben zu Lebzeiten Oben oder Unten die tiefere, die höhere Bedeutung beilegten.
aus: Verscherzte Trümpfe
Berlin: Druckhaus Galrev, 1993
ISBN: 3-910161-31-6
Audio production: M.Mechner / literaturWERKstatt berlin 2005
Senso
italienisch
Rinato da sillabe morte, ritrovi solo ora il senso, ritrovi solo ora il senso, se non rimbombi come metallo, ma salti nell’azzurro a piena gola. Però non sperare che gli angeli ti afferrino. Che tu salga o precipiti dipende solo se le tue morte sillabe in vita dettero il massimo di signifcato al Sopra oppure al Sotto.
[Über Nacht]
deutsch | Sandra Hubinger
Über Nacht gefror draußen
die Wäsche der Kinder
junge Stiere atmeten aus
Schnee blühte weiß auf Stroh
die im Schlaf Vergessenen
schlingerten auf der Leine
mit Augen glasig
darin spiegelten sich
Baumstumpf, Axt und leerer Zwinger
im Stall war alles wach
Über Nacht gefroren draußen
die Kämme der Winde
junge Stiere traten heraus
Schnee schmolz Wasser auf Beton
die im Schlaf Verlorenen
fingerten nach den Leibern
mit Augen garstig
darin hielten sich
Raub, stumpfe Axt und leere Schlinge
im Stall war alles wach
Über Nacht die Gefrorenen
im Schlaf vergessen
Schnee glasig
Augen im Zwinger
leer und wach
aus: Kaum Gewicht und Rückenwind
St. Wolfgang: Edition Art Science, 2016
Audio production: Haus für Poesie, 2021
[Durante la notte]
italienisch
Fuori durante la notte gelavano
i panni dei bambini
giovani tori fiatavano
la neve fioriva bianca sulla paglia
i dimenticati nel sonno
oscillavano sulla fune
con gli occhi vitrei
dove si riflettevano
ceppo, ascia e cuccia vuota
tutti nella stalla erano svegli
Fuori durante la notte gelavano
le creste dei venti
uscivano i giovani tori
la neve si scioglieva in acqua sul cemento
quelli persi nel sonno
fregavano i corpi con le dita
con gli occhi cattivi
dove covavano
rapina, ascia smussata e cappio vuoto
tutti nella stalla erano svegli
Durante la notte i congelati
dimenticati nel sonno
neve vitrea
occhi nella cuccia
vuota e desta
ländliche Elegie
deutsch | Ron Winkler
das Sendegerät dieses Tages
ist auf den Windkanal eingestellt.
*
in den Weizenfeldern gewinnen
Andachtshalme an Geltung.
*
über dem Land Pollenverschickung,
gratuit et libre.
*
unverblümt lagern Blüten
ihre Aromen aus.
*
einzelne Böen animieren knorrige Sträucher
zu verästelten Hymnen.
*
in manchen Glockenblumen
schwingen Kirchenversuche.
*
die Katzen unverändert
per Sie mit ihrer Umgebung.
*
die Vögel sind überstimmt. sie beschließen
den Tag im silent mode.
*
um Mitternacht die Regionalhymne
der Frösche am Teich.
aus: Fragmentierte Gewässer. Gedichte
Berlin: Berlin Verlag, 2007
Audio production: 2005, M.Mechner / Literaturwerkstatt Berlin
elegia rurale
italienisch
la trasmittente di questo giorno
è regolata sul canale del vento.
*
nei campi di grano acquistano
importanza gli steli di devozione.
*
sulla campagna invio di polline
gratuit et libre.
*
senza fronzoli diffondono
le fioriture il loro aroma.
*
singole ventate spingono nodosi cespugli
a inni ramificati.
*
in alcuni fiori a campana
vibrano accenti ecclesiali.
*
i gatti immutati
danno del Lei al loro ambiente.
*
gli uccelli sono coperti dal rumore. chiudono
il giorno in silent mode.
*
a mezzanotte l’inno regionale
delle ranocchie nello stagno.
Unbehaust
deutsch | Sandra Hubinger
Ohne Bleibe die Blicke
schweifend über Felder
deren Ränder abflachen
Im Körper ohne Bleibe
dem Sein kein Fleisch kein Bein
Ohne Bleibe der Gedanke, hart
wie Hacke auf Stein
zum Eisen laufend die Enden stumpf
In den Anfängen ohne Bleibe
das Glänzende dunkelt nach
Ohne Bleibe im zueinander Stolpern
im Verzahnen
ans Herz Gelegtes ohne Bleibe
aus: Kaum Gewicht und Rückenwind
St. Wolfgang: Edition Art Science, 2016
Senza dimora
italienisch
Senza dimora gli sguardi
che scorrono sopra i campi
dai confini che si spianano
Nel corpo senza dimora
per l'essere niente carne, né ossa
Senza dimora il pensiero, duro
come zappa su pietra
le punte smussate corrono al ferro
Agli inizi senza dimora
lo splendore si rabbuia
Senza dimora inciampando l'uno con l'altro
nell'ingranare
preso a cuore senza dimora
[a las guerreras las marca]
spanisch | Mayra Santos-Febres
a las guerreras las marca siempre la renuncia-
enseñan las viejas de la estirpe.
las marca la luna solitaria
que vierte su luz
ancha y amarilla
desde el firmamento.
todos la desean y le temen
pocos se aventuran a tocarla- cuentan las sabias de la estirpe.
las viejas guerreras
lo cantan. así lo escriben en sus cortezas
o sobre las piedras.
la luna es la reina guerrera- cuentan.
a quien ella selecciona
se le llena la cabeza de preguntas
pero una sola es la respuesta:
la renuncia.
aus: Lecciones de renuncia
Audio production: Haus für Poesie, 2019
[le guerrigliere le segna]
italienisch
le guerrigliere le segna sempre la rinuncia –
come insegnano le anziane della stirpe.
le segna la luna solitaria
che versa la sua luce
diffusa e gialla
giù dal firmamento.
tutti la desiderano e la temono
pochi osano toccarla –
come raccontano le sagge della stirpe.
le vecchie guerrigliere
lo cantano. così lo scrivono sulle cortecce
o sulle pietre.
la luna è la regina guerrigliera – raccontano.
chi viene scelto da lei
si riempie la testa di domande
a cui però una sola è la risposta:
la rinuncia.
[Erste Sprünge]
deutsch | Sandra Hubinger
Erste Sprünge in der Terrassenverglasung
vom Aufprall kleiner Vögel und unsichtbar
die Sporen in den Mauern was da spröde
brüchig wurde ohne die Weichmacher
ummantelte nun ein grüner Flaum
Heraus gefallen die rostigen Nägel
in ihren Löchern dehnte das Wasser
allen voran das Wasser in Ritzen und
Schnittkanten unter Türschwellen in Häuser
Absackende Mauern unter dem Druck
der Schwerkraft Wände sich zur Seite lehnten
das Dach nicht mehr hielten
aus: wir gehen. Gedichte
Graz: edition keiper, 2019
Audio production: Haus für Poesie, 2021
[Prime incrinature]
italienisch
Prime incrinature nella terrazza invetriata
dall’impatto di piccoli uccelli e invisibili
le spore nei muri là dove si erano
scalcinati senza il plastificante
ora li rivestiva una peluria verde
Usciti fuori i chiodi arrugginiti
nei loro buchi si spandeva l’acqua
l’acqua sopra tutto nelle fenditure e
sui bordi taglienti sotto le soglie nelle case
Muri che crollavano sotto il peso
della forza di gravità pareti che spanciate
non sorreggevano più il tetto
[Baupläne im Kopf]
deutsch | Sandra Hubinger
Baupläne im Kopf das Material ausgelegt
auf einer trockenen Plane unter Beachtung
von Relationsregeln lag in Reihen geordnet
nach Gunst nach Verführungskunst jüngst Erbeutetes
Gewachsenes wie Beere Blüte Feder
Gemachtes wie Strohhalm Haarband Haftel
bedeckt von häkchenförmigem Moos verknotet
verflochten mit Wurzeln fadendünn griffen
Unsere Finger dazwischen schoben
die Objekte hoben sie öffneten
Zwischenräume und Gänge das Sprechen
der Dinge ein visuelles Wispern
aus: wir gehen. Gedichte
Graz: edition keiper, 2019
Audio production: Haus für Poesie, 2021
[Piani di costruzione in testa]
italienisch
Piani di costruzione in testa il materiale disposto
sopra un telo asciutto rispettando
regole di relazione giaceva ordinato in tante file
seguendo il vantaggio e l’arte della seduzione cose cresciute
appena raccolte come bacche fiori piume
cose costruite come cannuccia nastro per capelli fermaglio
coperte da un muschio a uncinetto annodate
intrecciate con radici fini come filamenti afferravano
le nostre dita inserivano frammezzo
gli oggetti li alzavano aprivano
interstizi e corridoi il linguaggio
delle cose un sussurro visivo.
[An der äußersten Spitze]
deutsch | Sandra Hubinger
An der äußersten Spitze der Landzunge
lag glatt das Meer ein ruhendes Auge
beobachtete uns beantwortete wenig
unsere Wahrnehmungen zeichneten wir auf
Platten Materialien unterwegs gefunden
kratzten mit Metallecken ritzten mit Nägeln mit
Nadeln Linien und Striche Widerstände machten
aus Kreisen Ellipsen schlossen Fehler mit ein
Als eine aus dem Takt geschlagene Partitur
erschien uns diese Natur wir notierten ihren
Pulsschlag ihre Fieberkurve den höchsten Ton eines
Singvogels das Pianissimo von rieselndem Sand
aus: wir gehen. Gedichte
Graz: edition keiper, 2019
Audio production: Haus für Poesie, 2021
[All'estrema punta]
italienisch
All'estrema punta del promontorio
si stendeva piatto il mare un occhio riposante
ci osservava con poche risposte
registravamo le nostre percezioni
su lastre di materiali trovati lungo il percorso
graffiavamo con angoli di metallo incidevamo con chiodi
e con aghi linee e trattini le resistenze dei materiali riducevano
i cerchi ad ellissi includevano errori
questa natura ci appariva come una partitura
eseguita fuori ritmo notavamo il battito
del suo polso la curva della sua febbre il tono più acuto
di un uccello canoro il pianissimo della sabbia che trafila
Umbruch
deutsch | Mirko Bonné
Getrabt, mit grünen Hufen, kam,
über den buckligen Moränenrücken,
das Wetter. Und das Wetter,
das andere, in der Erde, rief,
dem Wetter, dem ersten, zu:
Frühling!
Die Bergmänner verwandelten sich
zu Wegerich. Der Brennesselbusch,
im Schatten der alten Gärtnerei,
keiner wird es glauben, ist
mein Vater.
Während man noch in der Zeitung
von Veränderungen liest,
schlagen die Regenschirme Wurzeln
im Autobus. In den Kellern
fällt Schnee, und das Unkraut,
hört man, fordert, wie die Asseln,
Gerechtigkeit.
aus: Langrenus. Gedichte
Hamburg: Rospo, 1994
Audio production: 2001 M. Mechner, literaturWERKstatt berlin
Trasformazione
italienisch
Al trotto, con zoccoli verdi, giunse,
sul dorso gibboso delle morene,
la stagione. E la stagione,
quell’altra, sulla Terra, gridò
incontro alla stagione, alla prima stagione:
primavera!
I montanari si trasformarono
in piantaggine. Il cespuglio di ortica,
nell’ombra del vecchio giardino,
non lo crederà nessuno, è
mio padre.
Mentre ancora nei giornali
si legge di trasformazioni,
gli ombrelli mettono radici
nell’autobus. Nelle cantine
cade la neve e l’erbaccia,
si sente dire, come gli onischi,
esige giustizia.
[Tratas de percibir este silencio]
spanisch | Carlos Soto Román
Tratas de percibir este silencio
Las cigarras recién han dejado de cantar
Ahora caen muertas como meteoritos, una a una
Hay un olor a emporio en las calles
Llueve
Los resumideros se tapan con hojas amarillas
Que parecen cadáveres abandonados
Tratas de percibir este silencio
Mientras soplas levemente tus heridas
Es otoño
El viento mece los cables, las luces parpadean
El tiempo de los arrepentimientos se asoma tímido
Tras las cortinas, justo detrás de las cicatrices
Los cisnes se esconden, los lagos se congelan
Ahora es invierno otra vez
Audio production: Haus für Poesie, 2021
[Tu cerchi di udir questo silenzio]
italienisch
Tu cerchi di udir questo silenzio
Le cicale da poco hanno smesso di cantare
Ora cadono morte come meteoriti, una ad una
C'è un odore di mercato nelle strade
Piove
Gli scarichi s’intasano di foglie gialle
Che sembrano cadaveri abbandonati
Tu cerchi di udir questo silenzio
Mentre soffi leggermente sulle tue ferite
È autunno
Il vento scuote i fili, le luci tremolano
Timido si profila il tempo dei rimpianti
Dietro le tende, proprio dietro le cicatrici
I cigni si nascondono, i laghi raggelano
Ora è di nuovo inverno un’altra volta
der himmel ist ein blauer hund
deutsch | Birgit Kreipe
asche ist das größte gespenst: massa confusa, pure demenz*. siehst gerade noch
schemen zum hafen rennen, obwohl da kein hafen mehr ist. alle stürzen gleichzeitig los. alle stürzen gleichzeitig hin. die hunde bellen den kaiser an. weil der kaiser niemals kommt. der arme tempel, und die armen wände. myriaden teilchen, worte geistern durch fresken. gesträubtes blau, mit pfoten aus licht, einem maul aus beeren und erde, bewacht die nervöse villa. der mond der mond geht im portikus auf säulen aus widerschein/licht. teleskopohren richten sich auf: du rumpelst in einem milchwagen. deute dieses verströmen.
*„Es gibt wirklich keine bessere Analogie für die Verdrängung, die etwas Seelisches zugleich
unzugänglich macht und konserviert, als die Verschüttung, wie sie Pompeji zum Schicksal
geworden ist und aus der die Stadt durch die Arbeit des Spatens wieder erstehen konnte.“
Sigmund Freud, 1907
aus: Soma
Berlin: Kookbooks Verlag, 2016
Audio production: Haus für Poesie / 2018
il cielo è un cane blu
italienisch
la cenere è il fantasma più grande: massa confusa, pura demenza*.
stai ancora vedendo
ombre che corrono al porto, anche se il porto non c’è più.
tutte insieme si affrettano.
tutte insieme vi si precipitano. i cani abbaiano all’imperatore.
perché l’imperatore non arriva
mai. il tempio disadorno e le disadorne pareti. miriadi
di particelle, si aggirano spettri di parole qua e là
per gli affreschi. un blu arruffato, con zampe di luce, fauci
di fragole e terra
fa la guardia alla villa nervosa. nel portico si leva la luna,
la luna. colonne di luce riflessa. orecchie a telescopio
si drizzano: tu viaggi con fracasso dentro un furgone del latte.
interpreta questa emanazione.
*“Per il fenomeno della rimozione, che rende qualcosa di mentale inaccessibile e insieme lo conserva, non c’è davvero migliore analogia di quel sotterramento che toccò in sorte a Pompei e da cui la città è potuta risorgere grazie ai lavori di scavo.”
Sigmund Freud, 1907
auf der suche nach dem sagenhaften kleinianischen reich
deutsch | Birgit Kreipe
grub und grub in einem moos. suchte paläste, fand
einen stern roter ameisen um ein paar mörtelbrocken
kein dunkles alter, kein eingeschlossenes licht.
liege die ganze nacht wach in meinem versuch
alles wieder zusammenzusetzen, betaste den mörtel:
sand. honig, puzzolane von den phlegräischen feldern
starre den brocken an: bis er flattert, pocht
als wäre irgendwo leben, von einer wand zur ändern
ein Orangenbaum, oder gehirn, orange galaxie
und eine kippelige Struktur, die auftaucht zwischen uns:
würde tage brauchen, darauf den räum zu durchqueren; und
drei leben für das reich: Container
neben Container. Übergangsstädte, ahnungen, wie sie
namen, gesichter bekommen, einander verraten, umarmen,
wie sie einsinken, warten, in meinem moos.
aus: Soma
Berlin: Kookbooks Verlag, 2016
Audio production: Haus für Poesie / 2018
alla ricerca del favoloso regno kleiniano
italienisch
ho scavato e scavato nel muschio. ho cercato palazzi, ho trovato
una stella di formiche rosse intorno a qualche
frammento di calcina nessuna età oscura, nessuna luce rinchiusa.
sto sdraiata tutta la notte sveglia nel tentativo
di ricomporre il tutto, tasto la
calcina: sabbia. miele, pozzolana dei campi flegrei
guardo fissa il frammento finché tremola, pulsa
come se da qualche parte ci fosse vita. da una parete all’altra
un arancio, oppure un cervello, una galassia arancione
e una struttura traballante che affiora framezzo
a noi: avrei bisogno di giorni per attraversare
lo spazio; e di tre vite per il regno: container
accanto a container. città di trapasso. intuizioni su come
esse ricevano nomi, volti. si svelino l’una all’altra. si abbraccino.
com’esse sprofondino. attendano, nel mio muschio.
mon capri
deutsch | Birgit Kreipe
alles, was ich erinnere, ist blau, blau, inseln versinken
in feines netz gehüllt oder rauch; das ist der herbst
oder brennender müll. tausend kapseln, agaven, stehen offen.
was hat sie gesagt? was hat er gesagt? meine Streithähne
haben nicht ausgeredet, und Italien ist weg. der vesuv erschöpft.
tiberius' ruine verschwindet in ihrem Windimperium, eine letzte
zikade, ihr einziger ton, landet vor meinen fußen, manchmal
ist die zikade nur eine zikade, verdrängen nah an vergraben, versinken.
sich dagegen auflehnen, tage, dass sie nur nicht zerspringen.
durch die rauchenden blumen gehen, sie nur nicht berühren.
aus: Soma
Berlin: Kookbooks Verlag, 2016
Audio production: Haus für Poesie / 2018
mon capri
italienisch
tutto quel che ricordo è azzurro, azzurro. isole
che affondano avvolte in una rete sottile o nel fumo; questo
è l’autunno
o un incendio d’immondizia. migliaia di capsule, agavi, stanno aperte.
cos’ha detto? cos’ha detto? i miei attaccabrighe non hanno
finito di conversare, e l’italia è sparita. il vesuvio estenuato. le vestigia
di tiberio nell’impero del vento, un’ultima cicala, il suo
verso monotono, atterra ai miei piedi. talvolta una cicala è solo
una cicala, rimuovere è prossimo ad affossare, affondare. ribellarsi
contro, giorni, che almeno non s’infrangano. passare
fra i fiori fumanti. basta non toccarli.
am morgen nach der schlacht
deutsch | Birgit Kreipe
geduldig schaust du: der auflösung meiner linien zu.
ich schaffe es gerade zum wasser. pferde strampeln
sandbänke, ihr warmes glitzern
sind das sehstörungen? rote fische?
oder das wasser selber träumt, es wär blut.
blütenschirmchen, kundschafter
eines langen sommers
der gefallen sein muss. ich folge ihnen
unter die luftwurzeln, schreibe
mit der feder meiner verbündeten, einer graugans
meine linien waren kaum mehr als ideen, papier
nicht zur verteidigung gedacht
die pappkameraden ließen mich gleich im stich
und mein bruder, der seine bauern schickte
mit hacke und schaufel, machte alles nur schlimmer.
froh bin ich, dass mein hinterland nicht fallen kann
weil es so winzig und so vernünftig ist.
froh bin ich, dass du wiederkommst
schweigend, deine schwimmenden paläste
holztrümmer am grund eines sees. deine legionäre
ein schwarm hechte.
aus: Soma
Berlin: Kookbooks Verlag, 2016
Audio production: Haus für Poesie / 2018
il mattino dopo il massacro
italienisch
tu guardi paziente la cancellazione delle mie linee.
arrivo a malapena all’acqua. cavalli scalpitano
banchi di sabbia, il loro caldo luccichio
si tratta di allucinazioni? pesci rossi?
oppure è l’acqua stessa che sogna di essere
sangue. piccoli corimbi, messaggeri
di una lunga estate
che dev’essere piombata. Io li seguo
sotto le radici aeree, scrivo
con la penna della mia alleata, un’oca
selvatica. Le mie linee erano poco più che idee,
carta non pensata per difendermi
i colleghi di cartone mi hanno subito piantata in asso e
mio fratello che ha mandato i suoi contadini con la zappa e
la vanga, ha reso il tutto soltanto peggiore.
sono felice che il mio entroterra non possa cadere
perché è così minuscolo e così giudizioso.
Sono felice che tu ritorni
silente, i tuoi palazzi galleggianti
frantumi di legname sul fondo di un lago. i tuoi legionari
un branco di lucci.
über die alpen II
deutsch | Birgit Kreipe
II
hätten wir nur nie die alpen überquert!
wenn der mond aufging, sah man
wie bekümmert die berge waren.
wir steigen von trümmerfeld zu trümmerfeld.
die dunkelheit stampfte vorüber ins tal
eine herde obskurer elefanten.
ich fand moose, gelbe sprenkel
wie schuppenflechte. stinkende kräuter.
bekam dich kaum zu gesicht.
waren wir auch in der gleichen schicht unterwegs
so doch nicht in derselben zeit.
endlich sahen wir ein
dass es zwei parallele gebirge waren.
eines war vielleicht hannibals route
und das andere ein asteroidenfeld.
wenn wir doch einmal zusammen liefen
lösten die wolken sich bald wieder auf.
sie rochen nach schwefel.
wen kümmerte es, dass das edelweiß grün war
grün, besoffen von grüner milch.
wen kümmerte es in den bergen
aus dem gleichen eisen und gestein
wie himmelskörper, und doch
von ihnen aufgegeben, ungeschlachte kolosse
einer geschichte zwischen planeten. nachts
träumte ich, sie würden langsam in den himmel ziehen
und dort verschwinden, ohne spur
einziges signal: alle paar hundert jahre ein meteor.
aus: Soma
Berlin: Kookbooks Verlag, 2016
Audio production: Haus für Poesie / 2018
traversando le alpi II
italienisch
II
se solo non avessimo mai traversato le alpi!
quando si alzò la luna, si vide
com'erano afflitte le montagne.
salivamo da un campo di detriti all’altro.
l'oscurità trottava attraverso la valle
come un branco di oscuri elefanti.
trovai muschi, spruzzi di giallo
come macchie di licheni. erbe maleodoranti.
riuscivo a vedere a malapena.
anche noi eravamo in marcia nella stessa squadra
ma non nello stesso tempo.
finalmente ci siamo resi conto
che si trattava di due monti paralleli.
uno era stato forse il percorso di annibale
e l'altro un campo di asteroidi.
se solo corressimo una volta insieme
le nuvole si scioglierebbero di nuovo.
sapevano di zolfo.
a chi importava che la stella alpina fosse verde
verde, ubriaca di latte verde.
a chi importava, su quei monti
ambedue di ferro e roccia
simili a corpi celesti, e tuttavia
da loro abbandonati, enormi colossi
di una storia tra pianeti. di notte ho sognato
che sarebbero saliti lenti verso il cielo
e lì scomparsi, senza lasciar traccia
unico segnale: una meteora ogni qualche centinaio di anni.
über die alpen I
deutsch | Birgit Kreipe
I
wären die alpen doch wolken geblieben!
kinderspiel. weit weg.
als wir aufbrachen, dachten wir: nebelbänke
die der wind langsam verschiebt. doch einige wolken
bewegten sich nicht. standen auf felssockeln
wurzelten tief in der erde, unwirklich groß.
durchsichtig – oder aus glas?
je näher wir kamen, desto deutlicher
machten wir steilwände aus.
ich hoffte, die nacht würde uns schützen
vor diesem wahn aus gestein. wasserfälle
warnten uns in ihrer fremden sprache.
es setzt ja auch niemand den fuß
auf wolken und steigt hinauf!
jetzt können wir nicht mehr zurück. zwischen uns
falten sich abstürze, höhen auf, immer von neuem
wären die alpen doch wolken geblieben.
schwundstufen von träumen, kinderspiel. weit weg.
aus: Soma
Berlin: Kookbooks Verlag, 2016
Audio production: Haus für Poesie / 2018
traversando le alpi I
italienisch
I
ma se le alpi fossero rimaste
nubi! un gioco da ragazzi. lontane lontane.
mettendoci in marcia, si pensava: banchi di nebbia
che il vento sposta lentamente. invece alcune nubi
non si mossero. si ergevano
su zoccoli di rupi con le radici affondate nel suolo,
d’inverosimile grandezza
e trasparenza – oppure di cristallo?
quanto più ci accostavamo, tanto più chiare
ci apparivano le pareti scoscese.
speravo che la notte ci avrebbe protetti
da quella rocciosa follia.
cascate di torrenti ci ammonivano
nel loro ignoto linguaggio.
nessuno certo poggia il piede
su nubi e sale su!
ora non possiamo più tornare indietro,
fra noi si aprono sempre di nuovo
abissi e vette
ma fossero le alpi rimaste nubi.
grado zero di sogni, gioco da ragazzi. lontane
lontane.
san clemente
deutsch | Birgit Kreipe
eine kirche
darunter noch eine kirche
darunter ein knochenharter tempel.
jede schicht ein eigener traum, und
sie träumen voneinander, übereinander
gestapelt, in einer:
das leid katharinas, erleuchtet
nur vom wahn ihres heiligenscheins.
vektoren, ihr goldener spin zwischen aura
und byzantinischem jenseits der kuppel.
folterträume, wie aus dem zauberkasten
der depression. verklärung, ein paradies
nur für sekunden. ein zeiger bewegt sich
aus der wand brechen blumen
wuchern, flüstern – sind schon zertreten.
du mit dem wischmopp, dem eimer
siehst du, wie sich am fuß der wand
ein fluss teilt, gleich hinter den alten göttern?
ja, es soll immer hoffnung sein
schimmer auf wasser, dein spiegelbild.
unter der kirche ist noch eine kirche
und darunter ein knochenweißer tempel
und darunter ein haus, alles vergessen
und darunter die hölle. oder ein brunnen.
aus: Soma
Berlin: Kookbooks Verlag, 2016
Audio production: Haus für Poesie / 2018
san clemente
italienisch
una chiesa
e di sotto ancora una chiesa
e di sotto un tempio duro come un osso.
ogni strato un sogno specifico,
e loro si sognano reciprocamente,
ammucchiate una sull’altra, in una:
i dolori di caterina, illuminati
solo dalla follia della sua
aureola. vettori, il loro dorato
spin fra aura
e aldilà bizantino della
cupola. incubi tormentosi, come usciti
dalla scatola magica della depressione.
trasfigurazione, un paradiso
solo per pochi secondi. Una lancetta si muove
dalla parete erompono fiori
proliferano, mormorano – son già pestati.
tu col tuo straccio, con il secchio, vedi
come ai piedi della parete un fiume si biparte,
subito dietro agli antichi dèi?
sì, ci dev’essere sempre speranza
splendore sull’acqua, la tua
immagine riflessa. sotto la chiesa c’è ancora
una chiesa
e di sotto un tempio bianco come un osso
e di sotto una casa, tutto è dimenticato
e di sotto l’inferno, oppure una
sorgente.
KINDERHEIM 1
deutsch | Birgit Kreipe
1
keine halbe meile entfernt zittern rissige mauern.
hitze. ein enormes krankes herz hängt aufgebläht
in der tür. ein kaputter volleyball, nur die bypässe glitzern.
weihnachtsdeko, im winter noch rasch gestohlen
vom dach gegenüber. ein weißes plastikpferd schweigt.
ich rufe: begrabt mein herz! die antwort plätschern.
fischmaul. t-shirts. eine mit kopftuch starrt auf ihr handy;
hure, hure. eine andere landet im wasser. schluchzend
klebrig von ophelia-glockenblumen, kriecht sie ans ufer.
rufe, gelächter, und: wie der juni mit klee um sich wirft!
aus: Soma
Berlin: kookbooks, 2016
Audio production: Haus für Poesie / 2017
Orfanotrofio 1
italienisch
1
muri screpolati tremano a meno di mezzo miglio di distanza.
calura. un enorme cuore malato pende gonfio
alla porta. una pallavolo rotta, solo i bypass brillano.
decorazioni natalizie, rubate in fretta d’inverno
dal tetto di fronte. un cavallo bianco di plastica tace.
io grido: seppellite il mio cuore! la risposta mormorio.
bocca di pesce. magliette. una col foulard in testa fissa il suo cellulare;
puttana, puttana. un’altra atterra in acqua. singhiozzante
appiccicosa di campanule di ofelia, striscia fino alla riva.
Grida, risate, e: come giugno si adorna di trifoglio!
À LONDRES L’ÉCHO DES TRAINS ANNONCE
französisch | Jean-François Poupart
À Londres l’écho des trains annonce
la pluie à rendre sourd
une lune apparaît quand on se blesse au visage
les exécutions sommaires sont réservées
aux rêveurs qui s’injectent de la glaise
on les conduit à grands cris devant l’usine
corbeaux lourds ligotés face à la terre vacillante
on ne lapise plus mais la correction
laisse des traces de mâchoires sur l’asphalte
on cherche dans les enterrements le passage des oiseaux
aus: Tombe Londres Tombe
Montréal: Éditions Poètes de brousse, 2006
Audio production: UNEQ
A Londra l’eco dei treni annuncia
italienisch
A Londra l’eco dei treni annuncia
una pioggia da renderti sordo
una luna appare quando ci si ferisce al viso
le esecuzioni sommarie sono riservate
ai sognatori che s’iniettano dell’argilla
vengono condotti a grandi urli dinanzi alla fabbrica
pesanti corvi legati dinanzi alla terra vacillante
non si lapida più ma la correzione
lascia tracce di mascelle sull’asfalto
nelle sepolture si cerca il passaggio degli uccelli
À LONDRES IL Y A LA CONVERSION DE SAINT-PAUL
französisch | Jean-François Poupart
À Londres il y a la conversion de Saint-Paul
un dragon résolu dans un film muet
des plantations de limes et des hydrangées
nourries par l’eau des statues coulantes
il y a aussi des aquarelles allemandes
entourées de faux acacias
des peintures orangées où s’entrecroisent
des apôtres étonnés par la lumière
de grandes colonnes rosées en plein visage
des yeux herbacés et des toges rampantes
la radiographie du ciel inachevé ou brisé
consolide la croyance à la résurrection
car sur la grille du cimetière
on désempale le cadavre d’un rabbin fraîchement enterré
qu’on a bien dû déterrer puis empaler-là
sur la grille du cimetière
aus: Tombe Londres Tombe
Montréal: Éditions Poètes de brousse, 2006
Audio production: UNEQ
A Londra c’è la conversione di San Paolo
italienisch
A Londra c’è la conversione di San Paolo
un dragone risoluto in un film muto
piantagioni di limes e delle ortensie
nutrite dall’acqua delle statue gocciolanti
ci sono pure acquarelli tedeschi
circondati da false acacie
pitture arancioni in cui s’incrociano
apostoli estasiati dalla luce
di grandi colonne rosa in pieno volto
occhi erbacei e toghe rampanti
la radiografia del cielo incompiuto o frantumato
consolida la credenza nella resurrezione
perché sul cancello del cimitero
si sta disimpalando il cadavere di un rabbino appena tumulato
che ha dovuto essere dissotterrato e poi impalato là
sul cancello del cimitero
Mansarde
deutsch | Mirko Bonné
Über die Tische wandern
Bäume, Düfte,
Lebensversicherungen.
Die Verkäuferin lächelt,
sie hat die Lippen einer Sängerin.
Und ein junger Herr flüstert ihr zu:
Ich schreibe dir.
Wer aber glaubt noch
an das Märchen von der Post?
Alle Briefe sind erfunden!
Unsere Worte waren zu lang
auf Reisen.
Es wird wieder Zeit für Besuche.
Doch jemand, der kommt, erschrickt -
denn ich wohne Mansarde,
hier herrscht die Enge eines Ballonkorbs.
Ich wollte schon auf einen Hochsitz ziehen.
Allein Kühe im Nebel
beruhigen die Seele.
aus: Langrenus. Gedichte
Hamburg: Rospo, 1994
Audio production: 2001 M. Mechner, literaturWERKstatt berlin
Mansarda
italienisch
Sopra i tavoli vagano
alberi, profumi,
assicurazioni per la vita.
Sorride la commessa,
ha le labbra di una cantante.
E un giovanotto le sussurra:
ti scrivo.
Ma chi crede ancora
alla favola della posta?
Tutte le lettere sono inventate!
Le nostre parole erano troppo lunghe
in viaggio.
Ci sarà ancora tempo per le visite.
Ma chiunque arrivi si spaventa –
perché abito in una mansarda,
qui si sta stretti come nel cesto di una mongolfiera.
Volevo già salire su un palco di vedetta.
Solo le vacche nella nebbia
placano l’anima.
À LONDRES CE MATIN DANS UN PARC TRÈS VERT
französisch | Jean-François Poupart
À Londres ce matin dans un parc très vert
une baleine à bosse échouée respire encore
des punks et des Yéménites
les premiers habitants de la terre
lui donnent les derniers sacrements
en gravant sur sa peau des paroles obscènes
tu manques d’eau nous on manque d’air
sous nos masques de bois sur nos corps de misère
les enfants ne rampent pas devant les miracles
ils se méfient de ce qui tombe du ciel
c’est Londres les branchies au soleil
échangeant sa peau contre l’espérance
et la nature humaine recouverte de sacs de sable
marquant sur la peau du parc un nouvel âge de pierre
aus: Tombe Londres Tombe
Montréal: Éditions Poètes de brousse, 2006
Audio production: UNEQ
A LONDRA QUESTA MATTINA IN UN PARCO MOLTO VERDE
italienisch
A Londra questa mattina in un parco molto verde
una megattera spiaggiata sta respirando ancora
punk e yemeniti
i primi abitanti della terra
gli danno gli ultimi sacramenti
incidendo sulla sua pelle delle parole oscene
a te manca l'acqua a noi manca l'aria
sotto le nostre maschere di legno sui nostri corpi di miseria
i bambini non strisciano davanti ai miracoli
diffidano di ciò che cade dal cielo
è Londra con le branchie al sole
che scambia la sua pelle contro la speranza
e la natura umana ricoperta di sacchetti di sabbia
incide sulla pelle del parco una nuova età della pietra
Knochengelächter
deutsch | Thomas Böhme
(für Eddie Endler, gestorben am 2. August 2009)
Heut brennt die Suppe an.
Kein Lüftchen geht.
Der Sommer kam spät
mit Sirenengesang
Vom Ei das Schwarze
das Horn von der Katze
vom Hund die Feder
vom Butt das Leder!
Im Bart eine Flause
im Auge ein Splitter
im Hals ein Gezitter
ums Herz eine Krause!
Heut schmorte die Suppe.
Potz, Grillenbein!
Vom Stern eine Schnuppe
fiel auch hinein.
aus: Abdruck im Niemandswo
Leipzig: Poetenladen, 2016
Audio production: Haus für Poesie / 2016
Risate d'ossa
italienisch
(per Eddie Endler, morto il 2 agosto 2009)
Oggi la zuppa bruciava.
Nessun venticello viene.
L'estate è giunta tardiva
col canto delle sirene
Dell'uovo il neretto
del gatto il cornetto
del cane la penna
del rombo la cotenna!
Nella barba un filamento
nell’occhio un frammento
nella gola un tremore
un collare intorno al cuore!
Oggi la zuppa sobbolle silente.
Una zampa di grillo, perbacco!
Scende giù una stella cadente
cadi anche tu dentro al piatto.
Ich & mein Tod
deutsch | Thomas Böhme
Jede Nacht gehe ich mit meinem Tod ins Bett.
Seine Knochen sind anschmiegsam und wie oft
ist ihm kalt; immer will er sich an mir wärmen.
Ehe er einschläft zählt er seine Schäfchen.
Die läßt er weiden auf grüner Au, aber ach
mal verirrt sich eins, mal fällt eins in den Reißwolf.
Schon rasselt sein Atem, schon grunzt er
im Traume. Es geht ihm nicht gut, denke ich, sicher
macht er sich Sorgen ich könnt ihm entwischen.
Mein Tod ist zu faul nachts aufs Klo zu gehen.
Früh um halb vier wechsle ich Decken & Laken.
Ich bin doch so löchrig, jammert mein Tod.
Heller Tag: und wer nicht aus den Federn will
ist mein Tod. Seinen Kaffee verlangt er um Zwölf.
Und Himmel, die Zähne putzt er sich morgens nie!
aus: Abdruck im Niemandswo
Leipzig: Poetenladen, 2016
Audio production: Haus für Poesie / 2016
Io e la mia morte
italienisch
Ogni notte vado a letto con la mia morte.
Le sue ossa sono flessuose e come ha freddo
spesso! Si vuol sempre scaldare addosso a me.
Prima di addormentarsi, conta le sue pecore.
Le lascia pascolare su prato verde, ma ahimè
a volte una si perde, una cade nel lupo tritacarne.
Già il suo respiro è ansante, già grugnisce
nel sogno. Non sta bene, credo, di sicuro
è preoccupata che io possa sfuggirle.
La mia morte è troppo pigra per andare in bagno di notte.
Alle tre e mezza del mattino cambio coperte e lenzuola.
Sono così piena di buchi, geme la mia morte.
Giornata luminosa: e chi non vuole alzarsi dal letto
è la mia morte. Chiede il caffè alle dodici.
E, oddio, non si lava mai i denti al mattino
Herz & Haar
deutsch | Thomas Böhme
Die Stimmen sind leiser geworden
mit denen wir uns behexten, beharkten.
Ich mache mir einen Knoten ins Herz
um dich nicht zu vergessen.
Dein Gesicht eine weiße Maske
auf filzigem Grund. Aber die Stimmen
sind leiser geworden.
Gestern fand ich im Abfluß
drei dunkle Haare von dir.
Etwas wenig für einen Zopf.
Alles ist relativ, würdest du sagen
mit sehr leiser Stimme.
Und auch ich würde flüstern
um dich nicht zu verscheuchen.
Mit einem Knoten im Herzen
kann man alt werden, denke ich.
Und was sonst mir noch einfällt
sind Kleinigkeiten
wie das Haar auf dem Kissen
von dem ich nicht wußte
ob es immer noch schlief.
aus: Abdruck im Niemandswo
Leipzig: Poetenladen, 2016
Audio production: Haus für Poesie / 2016
Cuore e capelli
italienisch
Le voci si son fatte più silenziose,
quelle con cui ci siamo stregati, distrutti.
Mi faccio un nodo al cuore
per non dimenticarti.
Il tuo viso una maschera bianca
su base infeltrita. Ma le voci
si sono fatte più silenziose.
Ieri ho trovato nello scarico
tre dei tuoi capelli neri.
Troppo poco per una treccia.
Tutto è relativo, diresti tu
con voce molto bassa.
E anche io bisbiglierei
per non spaventarti.
Con un nodo al cuore
si può invecchiare, penso.
E qualsiasi altra cosa mi venga in mente
si tratta di una piccolezza
come il capello sul cuscino
di cui non sapevo
se ancora dormiva.
Der Liederabend
deutsch | Thomas Böhme
Wir lauerten um das schwarze Klavier.
Einer steckte fünf Reichstaler in den Schlitz.
Schubert stand auf und sang aus der »Winterreise«.
Der Wirt hinterm Tresen rauchte eine Zigarre.
Pflaumenknödel kamen und dunkles Bier.
Schubert trank lieber Rotwein, wir kannten das ja.
In der Schankstube summten umeinander die Fliegen.
Napoleon war noch nicht aus Rußland zurück.
Auch Stalingrad sei nicht zu halten. Wir kannten das ja:
Irgendwer wußte immer schon mehr.
Durch die Ritzen zog es wie Hechtsuppe.
Den »Lindenbaum« brachte Franz sehr exponiert.
Wir aber warteten auf den »Leiermann«.
Seine froststarren Finger rührten uns immer zu Tränen.
Ein hölzernes Stuhlbein fing an zu knarren.
Der Hund des Hausierers rieb seine Schnauze daran.
O Jesses, heuer kriegen wir zeitigen Schnee!
Der Invalide schob sich auf seinem Wägelchen durch.
Einer muß ihm beim Pissen helfen. Wer geht freiwillig mit?
Wir würfelten. Schubert war viel zu besoffen dafür.
Der Wirt nahm das ernst mit dem Weltuntergang.
Kaum schlugs Mitternacht, verhängte er alle Bilder –
Franz-Joseph, den Führer und Marlene Dietrich.
Schubert schrie nach mehr Gumpoldskirchner.
Das Lied von der Reblaus kannten wir alle.
Zum Kehraus ließen wir noch die Korken knallen.
In Stalingrad machen sie uns zur Schnecke!
Schau, Franzerl, mußt net immer alles so schwarz sehn!
aus: Abdruck im Niemandswo
Leipzig: Poetenladen, 2016
Audio production: Haus für Poesie / 2016
La sera dei canti
italienisch
Andavamo curiosi intorno al pianoforte nero.
Uno infilaò cinque talleri nella fessura.
Schubert si alzò a cantare pezzi della “Winterreise”.
L’oste dietro al bancone fumava una sigaretta.
Arrivavano gnocchi di prugne e birra scura.
Schubert preferiva bere vino rosso, lo sapevamo bene.
Nell’osteria le mosche si ronzavano intorno l’un l’altra.
Napoleone non era ancora tornato dalla Russia.
Anche Stalingrado non si poteva tenere. Lo sapevamo bene:
qualcuno ne sapeva già di più.
Dalle fessure veniva uno spiffero tremendo.
Franz eseguiva il “Lindenbaum” con molta espressione.
Noi però aspettavamo il “Leiermann”.
Le sue dita intirizzite dal gelo ci toccavano fino alle lacrime.
La gamba di legno di una sedia cominciava a scricchiolare.
Il cane dell’ambulante ci sfregava il muso.
O Gesù, quest’anno abbiamo la neve anzitempo!
L’invalido si muoveva sulla sua sedia a rotelle.
Qualcuno lo doveva aiutare a pisciare. Chi ci va volontario?
Ce la giocavamo a dadi. Schubert era troppo ubriaco per farcela.
L’oste prendeva sul serio la fine del mondo.
Appena suonò la mezzanotte, coprì tutti i ritratti –
Francesco-Giuseppe, il Führer e Marlene Dietrich.
Schubert ordinava urlando ancora del vino Gumpoldskirchner.
La canzone della fillossera la conoscevamo tutti.
A chiusura facemmo saltare i tappi col botto.
A Stalingrado ce le suonano a morte!
Vedi, Cecchino, non devi sempre veder tutto nero!
Braunkohlensommer
deutsch | Thomas Böhme
Für Wulf Kirsten
Nie stürzte der Himmel ein in diesen endlosen Sommern
in denen Sepiawolken & kandierte Aromen
von den südlichen Kokereien in die Stadt geweht wurden.
Und nie sah man schönere Leberflecke
als im Waldbad am Mühlholz, wo die Pleiße in öliger Bronze
die Ballhascher von den Sprungteufeln trennte.
Wenn die Rußfackeln über der Kimmung zuckten
und ein neunfarbiger Regenbogen den Himmel verkuppelte
preßte die Schwerlast des Glücks uns den Brustkorb
zusammen.
Zögernd folgte man dann einem Schemen auf Augenhöhe
einem Glimmen aus spöttischem Mundwinkel folgte man
einem federnden Rücken mit verschnittenen Flügeln.
aus: Abdruck im Niemandswo
Leipzig: Poetenladen, 2016
Audio production: Haus für Poesie / 2016
Estate di lignite
italienisch
Per Wulf Kirsten
Mai crollava giù il sole in quelle estati senza fine
nelle nubi color seppia e in quegli aromi canditi
che dalle infinite cokerie venivano soffiati sulla città.
E mai si videro più bei nei
che nei bagni all’aperto al Mühlholz, dove il fiume Pleisse
di bronzo fluido separava i drogati del pallone dai bungee jumping.
Quando le fiaccole fuligginose ballavano sull’orizzonte
e un arcobaleno di nove colori coronava il cielo
ci stringeva il petto il grave peso della felicità.
Incerti si seguiva poi un fantasma all’altezza degli occhi
un lucore dalla sarcastica piega delle labbra si seguiva
una schiena elastica con le ali mozze.
Wolkenbilder
deutsch | Irmela Brender
Jennifer und Florian
schauen sich die Wolken an.
Dauernd ändert sich das Bild,
das da aus dem Himmel quillt:
Zuckerwatte, Sahneeis
wogen luftig cremigweiß.
Grauer Rauch ballt sich am Rand
zur enormen Rächerhand.
Riesen schlagen eine Schlacht
gegen eine Geistermacht,
die beim Angriff rasch verweht
und in zartem Dunst vergeht.
Florian, der Pflanzen liebt,
sieht, dass es da Engel gibt.
Rund, in wallendem Gewand
knien sie vor der Wolkenwand.
„Ob, wenn hier die Blumen welken,
dort die Engel Wolken melken?
Und ob aus den Wolkenkühen
manchmal Schnee und Hagel sprühen?“
Er hat Jennifer gefragt.
Sie denkt nach, bevor sie sagt:
„Kann schon sein. Ich seh dort drüben
Elefanten Weitsprung üben.
Einer ist jetzt hingefallen
und zerschmilzt in lauter Quallen,
wie sie sonst in Meeren treiben.
Gar nicht einfach zu beschreiben.“
Florian sieht keine Quallen,
sieht nur Wasserfälle fallen
und dazwischen Krokodile,
ganz vertieft in wilde Spiele.
„Alles ändert sich im Nu –
ich seh dies, und das siehst du.
Aber es ist wunderschön,
in den Wolken fernzusehn.“
aus: War mal ein Lama in Alabama. Allerhand Reime und Geschichten in Gedichten. Mit Illustrationen von Verena Ballhaus
Hamburg: Verlag Friedrich Oetinger , 2001
ISBN: 3-7891-3132-6
Audio production: 2003 M. Mechner, literaturWERKstatt berlin
IMMAGINI DI NUVOLE
italienisch
Jennifer e Florian
le nuvole osservano.
Il quadro sembra sempre mutare
e di continuo dal cielo sgorgare:
Zucchero filato, gelato alla panna
bianco-crema leggero si dipana.
Grigio-fumo è del bordo la stretta
come un’enorme mano di vendetta.
Combattono battaglie dei giganti
contro un’armata di spiriti erranti,
che, assalita, vien spazzata via
e che svanisce in tenera foschia.
Florian, lui che ama le piante,
un coro d’angeli vede là presente.
In cerchio, di vesti fluenti ammantati
sotto il muro di nubi inginocchiati.
"Come se, quando i fiori appassiscono,
lassù gli angeli le nubi mungessero?
E se dalle nubi a mucca succedesse
che a volte neve e grandine cadesse?"
È questo che lui ha chiesto a Jennifer.
E lei riflette prima di rispondere:
"Può certo essere. Vedo lassù in alto
elefanti esercitarsi nel salto.
Uno adesso è caduto giù
e si scioglie in tante meduse,
quelle che son sulla riva del mare.
Per nulla facili da raccontare”.
Nessuna medusa sa Florian vedere
vede soltanto cascate cadere
e nel bel mezzo alcuni coccodrilli,
tutt’immersi in selvaggi trastulli.
“Tutto cambia a un tratto bel bello –
Io vedo questo e tu vedi quello.
Ma che meravigliosa sensazione
guardare tra le nuvole lontane!”.
Gelbes Blut
deutsch | Thomas Böhme
Gelbes Blut des Sommers
das noch im Abdomen der Bienen hämmert.
Aus den klebrigen Blüten der Ölweiden
steigt der sündige Duft
der die Himmel rammdösig macht.
Wildes Gras säumt die Wege
die mit Mäuse- und Krötenmumien
markiert sind.
Dem Luchsäugigen summt die Haut
wenn seine Sohlen die nackte Erde berühren.
Es kommt nicht mehr häufig vor
daß aus fiebrigem Buschwerk
eine Klauenhand fährt
und seinen Knöchel
mit eisernem Griff umklammert.
Doch es kommt vor.
aus: Abdruck im Niemandswo
Leipzig: Poetenladen, 2016
Audio production: Haus für Poesie / 2016
Sangue giallo
italienisch
Giallo sangue dell'estate
che martella ancora nell'addome delle api.
Dai fiori appiccicosi degli olivagni
esala il profumo di peccato
che stordisce i cieli.
L'erba selvatica orla i viottoli
segnati da mummie di topi e di rospi.
Vibra alla lince la pelle degli occhi
se le sue piante toccano la nuda terra.
Non succede ormai più spesso
che dai febbrili cespugli
scatti una mano artigliata
e con ferrea presa
ghermisca la sua caviglia.
Eppure succede.
Weizenschalmei
deutsch | Thomas Böhme
In splissen Feldern, mohndurchgittert
holt Janos sich den Vogelsegen.
Das Korn, vom Tschilpen überwölkt
sticht seine nacktgeschmückten Füße.
Spuckt in die feuchte Luft, läßt
seine Zunge an den Zähnen schnalzen.
Wind zaust sein Haar, ein Blitz
hellt Stirnenrund und Braue.
Da lacht er in den Schwalbenhimmel.
Hockt rittlings auf dem Brückenbock.
Der Fluß schwillt ockerschaumvergoren.
Ein Spatz fängt einen Halm im Flug.
aus: Abdruck im Niemandswo
Leipzig: Poetenladen, 2016
Audio production: Haus für Poesie / 2016
L’organo del grano
italienisch
Nei campi irti di spighe, crivellati di papaveri
Janos riceve la benedizione degli uccelli.
Il grano coperto da nugoli di cinguettii
punge i suoi piedi adorni di nudità.
Sputa nell’aria umida, si fa
schioccare la lingua contro i denti.
Il vento scompiglia i suoi capelli, un lampo
gli rischiara la fronte rotonda e le sopracciglia.
Allora ride al cielo delle rondini.
Sta a cavalcioni sulla spalletta del ponte.
Il fiume è gonfio di schiuma marrone.
Un passero coglie uno stelo in volo.
[Hängende Gärten]
deutsch | André Schinkel
HÄNGENDE GÄRTEN, sagst du, jenes Ranken
Über die Ränder der Vorstellung hin –
Wummernde Sounds aus welkem Blattwerk,
Aus dem – die Stille entspringt und trifft,
Wo es wehtut: in den hörenden Blicken des
Zweifels an dir. Semiramis, in Iommi’sche
Gitarren geklemmt, auf dem Weg in die Lang-
Samkeit des sich wegdrehenden Erdsterns,
Der ein, sagst du und beugst dich über die
Irdene Brüstung zu mir, nur wandelnder, nicht
Leuchtender, brennender ist. Ja, wandeln
Vor Wällen abwesenden Sounds – von dem du
Lange schon weißt … als wären sie dir
Eingeboren auf dem chaotischen, schlingern-
Den, in Hufeisenellipsen tanzenden Weg,
Der dich in den Absturz führt, auf die Ebene,
Wo ich längst bin – in Wurzeln verpackt,
Hängend, von aufdrängenden Trieben zerfetzt
Und entzerrt in die vollkommene Zerrung,
Hinter der die Bässe des Herzschlags erklingen –
So, wie es mich aus der Tiefe wie Rauch treibt
Durch die bröckelnden Amphitheater: sei es in
Pompeji, Babylon, Xanten, Orange … wo du
Hinter den Schlieren des Nordlichts gen Süden
In die Tiefe stürzend verschwindest und
Mich rufst, während ich mit den Stöcken der
Wurzeln in die Höhe schieße – mit Wind
Und Aalen behängt und der ewigen Ahnung:
Dies ist der Gral, der an uns vorbeistürzt,
Sie nennen ihn Heimstatt, nennen ihn Erde.
Nicht kehren wir wieder. Aber in den
Läufen der Gitarren leben wir noch, in eine
Unendliche Ferne gedimmt, dunkel und
Schrill, oder in den Rattennestern eines Manns,
Der uns ansieht, während wir schreien, wir
Falln. Ein Hauch geht welk durch die Blätter.
Vor uns das unendliche Kreisen der Stille.
aus: unveröffentlichtem Manuskript
Audio production: Haus für Poesie, 2019
Giardini pensili
italienisch
GIARDINI PENSILI, chiami, quel tralcio
Che supera i bordi dell’immaginario –
Rumori stordenti del fogliame ingiallito,
Da cui – il Silenzio sgorga e colpisce,
Dove fa male: negli attenti sguardi del
Dubbio su di te. Semiramide, attaccata
Alla chitarra di Iommi sulla via della Soli-
Tudine del geastro che si volta via,
Che, come dici piegandoti dal
Parapetto di terracotta su di me, è solo
Vagante, non luminoso, ardente. Sì, vagare
Sotto i bastioni di un suono assente – che
Tu conosci già da tempo… come se per te
Fossero innati sul sentiero caotico, serpeg-
Giante, danzante fra le ellissi dei ferri di cavallo,
Quello che ti porta al dirupo, sulla pianura,
Dove da tempo mi trovo – avviluppato da radici,
Pensile, dilaniato da tralci invadenti
E raddrizzato nella deformazionecompleta,
Dietro la quale i bassi del battito del cuore risuonano –
Così, come mi spinge fuori come fumo dal profondo
Attraverso i cadenti anfiteatri: sia
A Pompei, a Babilonia, a Xante, a Orange … dove tu
Dietro le strisce di luce nordica verso sud
Sparisci precipitando nel profondo e
Mi chiami, mentre io schizzo in alto
Con i pani di radici – adorno
Di vento e di anguille e dell’eterno sospetto:
Questo è il Graal che ci passa accanto,
Lo chiamano la Dimora, lo chiamano la Terra.
Non ritorniamo noi. Ma negli
Accordi delle chitarre continuiamo a vivere,
in una infinita lontananza affievoliti, scuri e
striduli oppure nei nidi per topi di un uomo
che ci guarda, mentre urliamo, e
cadiamo. Un refolo spento attraversa il fogliame.
Divanzi a noi l’eterno avvitarsi del Silenzio.
Begegnung
deutsch | Peter Huchel
Für Michael Hamburger
Schleiereule,
Tochter des Schnees,
dem Nachtwind unterworfen,
doch Wurzeln fassend
mit den Krallen
im modrig grindigen Gemäuer,
Schnabelgesicht
mit runden Augen,
herzstarre Maske
aus Federn weißen Feuers,
das weder Zeit noch Raum berührt,
kalt weht die Nacht
ans alte Gehöft,
im Vorhof fahles Gelichter,
Schlitten, Gepäck, verschneite Laternen,
in den Töpfen Tod,
in den Krügen Gift,
das Testament an den Balken genagelt.
Das Verborgene unter
den Klauen der Felsen,
die Öffnung in die Nacht,
die Todesangst
wie stechendes Salz ins Fleisch gelegt.
Laßt uns niederfahren
in der Sprache der Engel
zu den zerbrochenen Ziegeln Babels.
aus: Gesammelte Werke in zwei Bänden. Band 1: Die Gedichte. Herausgegeben und erläutert von Axel Vieregg.
Frankfurt am Main: Suhrkamp Verlag, 1984
Audio production: Peter Huchel: Unbewohnbar die Trauer / Gedichte. Erker-Verlag, Sankt Gallen, 1976. Vinyl-Schallplatte.
Incontro
italienisch
Per Michael Hamburger
Barbagianni,
figlio della neve,
piegato al vento notturno,
ma radicato
con gli artigli
su fatiscenti mura corrose,
volto a becco
con occhi tondi,
maschera agghiacciante
di penne di candida fiamma,
non scalfita da tempo né da spazio,
fredda si agita la notte
intorno alla vecchia fattoria,
nell'atrio c'è pallida gentaglia,
slitte, bagagli, lampioni innevati,
nelle pentole c'è Morte,
nei vasi c'è Veleno,
il testamento sta inchiodato alle travi.
Il nascondiglio sta sotto
gli artigli delle rocce,
l'apertura sulla notte,
la paura della morte
come il sale che corrode la carne.
Facci ridiscendere
giù giù alla lingua degli angeli
verso i mattoni frantumati di Babele.
Rom
deutsch | Peter Huchel
Vollendeter Sommer,
am äußersten Rand der Sonne
beginnt schon die Finsternis.
Lorbeerverwilderungen,
dahinter aus Disteln und Steinen
ein Versteck,
das sich der Stimme
verweigert.
Transparenz
des Mittagslichtes,
Verse, die an nichts erinnern,
ein helles Wasser
berührt den Mund.
aus: Gesammelte Werke in zwei Bänden. Band 1: Die Gedichte. Herausgegeben und erläutert von Axel Vieregg.
Frankfurt am Main: Suhrkamp Verlag, 1984
Audio production: Peter Huchel: Unbewohnbar die Trauer / Gedichte. Erker-Verlag, Sankt Gallen, 1976. Vinyl-Schallplatte.
Roma
italienisch
Estate piena,
al margine estremo del sole
già inizia l’oscurità.
Allori inselvatichiti
e didietro un nascondiglio
di cardi e di pietre
che si nega alla voce.
Trasparenza
della luce meridiana,
versi che non ricordano niente,
un’acqua limpida
sfiora le labbra.
Die Zukunft sah alt aus
deutsch | Thomas Böhme
Die Zukunft mit ihren morschen Zähnen
wirkte vor allem albern, wenn wir uns
spiegelverliebt
Runzeln ins Gesicht malten &
Grimmassen schnitten
weil wir als Tattergreise das Wasser
nicht halten konnten.
Schwerer war es, sich eine Zukunft
ganz ohne uns
vorzustellen, Enkel, die Küsse &
Säfte tauschten
die uns zu Lebzeiten schon
bestohlen hatten
die unsere Heiligtümer zum Flohmarkt trugen.
Gut war es, nichts zu wissen
von Katakomben aus Glasfaserkabeln
die Kinder & Kindeskinder
verschlangen, all jene, die weder Runzeln noch
morsche Zähne bekamen.
Die Zukunft sah alt aus, nur anders –
eine Molluske, die uns mit dem Daumen löschte.
aus: Abdruck im Niemandswo
Leipzig: Poetenladen, 2016
Audio production: Haus für Poesie / 2016
Il futuro sembrava vecchio
italienisch
Il futuro con i suoi denti marci
più che altro sembrava sciocco, quando noi
innamorati dello specchio
ci dipingevamo rughe sulla faccia e
facevamo smorfie
perché da vecchierelli non riuscivamo
a trattenere l’acqua.
Era difficile immaginarsi il futuro
del tutto privo di noi
immaginare nipoti, che si scambiavano
baci e liquidi
quelli che già in vita
ci avevano sottratti
che portavano i nostri idoli al mercato delle pulci.
Era bene non saper nulla
di catacombe di fibre ottiche
che avrebbero stretti in grovigli
figli e nipoti, tutti quelli che ancora
non avevano denti marci.
Il futuro sembrava vecchio, solo diversamente -
un mollusco che ci annientava col suo pollice.
Du bist eine Lilie
deutsch | André Schinkel
Du bist eine Lilie
Aus Lodern und Schnee –
Ein Licht, ein graziles,
Aus Düften gedreht.
Ich lieb den Gedanken,
Daß du mich so liebst,
Als gäbs keine Schranken
Im Sehnsuchts-Betrieb.
Timalien, Tangaren
Umschwirren dich bunt –
Ihre Syrinx-Fanfaren
Bereisen das Rund:
Aus Rauch und Bromelie
Und Feuer bei Nacht –
Aus Glanz und Corbelie,
Blatt und Küssen gemacht.
Gefiederte Träume –
Bis tief in den Tag
Durchfluten die Räume,
In die ich dich trag.
Als gäbs keine Schranken
Im Sehnsuchts-Betrieb:
Lieb ich den Gedanken,
Daß du mich so liebst.
Ich tauche den Schnabel
Ganz tief in dich ein;
Ich führe die Wabe
Im Flügelkleid heim:
Eine Glücks-Amazilie
Im Feder-Karree –
Du bist eine Lilie
Aus Lodern und Schnee.
aus: Bodenkunde
Halle: Mitteldeutscher Verlag, 2017
Audio production: Haus für Poesie, 2019
Tu sei un giglio
italienisch
Tu sei un giglio
di fiamma e di neve –
Una luce, flebile,
espressa dai profumi.
Amo il pensiero
che tu mi ami così,
come se non ci fossero limiti
nell’esercizio della nostalgia.
Timalie, traupidi
ti svolazzano intorno variopinti-
i loro schiamazzi di siringe
ti girano intorno:
di fumo e bromelia
e fuoco di notte –
fatta di splendore e corbelia,
di foglia e di baci.
Alati sogni –
fin nel cuore del giorno
inondano gli spazi,
in cui ti porto.
Come se non ci fossero limiti
nell’esercizio della nostalgia:
amo il pensiero
che tu mi ami così.
Affondo il mio becco
tutto dentro di te;
porto a casa il favo
in gonnellino a campana:
un colibrì della fortuna
in scarpe piumate –
Tu sei un giglio
di fiamma e di neve.
V.O.S.
spanisch | Trinidad Gan
“Desamor” en tu boca es una palabra extraña.
La dijiste
y fue como si, de golpe,
las sílabas del deseo
que recogí durante meses
se fueran ordenando por su cuenta
y no a mi gusto.
Como si oyera gritar mi nombre
al andar a altas horas una calle vacía
y me diera la vuelta
sabiendo que no hay nadie.
aus: Caja de fotos
Renacimiento, 2009
Audio production: Kulturamt Heidelberg
aufgenommen im Rahmen der „Expedition Poesie Heidelberg-Granada"
Versione Originale Sottotitolata
italienisch
“Disamore” in bocca a te è una parola strana.
La dicesti
e fu come se, di colpo,
le sillabe del desiderio
che raccolsi per mesi
si ordinassero per conto proprio
e non a piacer mio.
Come se sentissi gridare il mio nome
andando a tarda ora per una strada vuota
e mi voltassi
sapendo che non c’è nessuno
Die Wasseramsel
deutsch | Peter Huchel
Könnte ich stürzen
heller hinab
ins fließende Dunkel
um mir ein Wort zu fischen,
wie diese Wasseramsel
durch Erlenzweige,
die ihre Nahrung
vom steinigen Grund des Flusses holt.
Goldwäscher, Fischer, stellt eure Geräte fort.
Der scheue Vogel
will seine Arbeit lautlos verrichten.
aus: Gesammelte Werke in zwei Bänden. Band 1: Die Gedichte. Herausgegeben und erläutert von Axel Vieregg.
Frankfurt am Main: Suhrkamp Verlag, 1984
Audio production: Peter Huchel: Unbewohnbar die Trauer / Gedichte. Erker-Verlag, Sankt Gallen, 1976. Vinyl-Schallplatte.
Il merlo acquaiolo
italienisch
Potessi tuffarmi
più chiaro giù
nell'oscura corrente
per pescarne un vocabolo,
come fa questo merlo,
che traversa i rami dell'ontano
per raccogliere il cibo
dal letto di ciottoli del fiume.
Cercatori d'oro, pescatori, togliete di mezzo i vostri attrezzi.
Il timido uccello
vuol eseguire il proprio lavoro in silenzio.
Das Grab des Odysseus
deutsch | Peter Huchel
Niemand wird finden
das Grab des Odysseus,
kein Spatenstich den krustigen Helm
im Dunst versteinerter Knochen.
Such nicht die Höhle,
wo unter die Erde hinab
ein wehender Ruß, ein Schatten nur,
vom Pech der Fackel versehrt,
zu seinen toten Gefährten ging,
die Hände hebend waffenlos,
bespritzt mit dem Blut geschlachteter Schafe,
Mein ist alles, sagte der Staub,
das Grab der Sonne hinter der Wüste,
die Riffe voller Wassergetöse,
der endlose Mittag, der immer noch warnt
der Seeräubersohn aus Ithaka,
das Steuerruder, schartig vom Salz,
die Karten und Schiffskataloge
des alten Homer.
aus: Gesammelte Werke in zwei Bänden. Band 1: Die Gedichte. Herausgegeben und erläutert von Axel Vieregg.
Frankfurt am Main: Suhrkamp Verlag, 1984
Audio production: Peter Huchel: Unbewohnbar die Trauer / Gedichte. Erker-Verlag, Sankt Gallen, 1976. Vinyl-Schallplatte.
La tomba di Ulisse
italienisch
Nessuno incontrerà
la tomba di Ulisse,
né una vanga l'elmo incrostato
fra polvere di ossa calcinate.
Non cercare la caverna,
dove giù sotto terra
fuliggine alitante, ombra soltanto,
andò dai suoi compagni di viaggio defunti,
alzando le mani vuote di armi,
schizzate del sangue di pecore sgozzate.
Tutto è mio, diceva la polvere,
il sepolcro del sole dietro il deserto,
gli scogli pieni di strepito di mare,
il mezzodì senza fine, che continua a minacciare
il figlio del pirata di Itaca,
il timone, incrostato di sale,
le carte e l'elenco delle navi
del vecchio Omero.
Kabariwala
englisch | Kavita A. Jindal
At the door of our second-floor flat he sits on his haunches,
takes out his scales, weighs the bundles of newspapers,
talks more than usual as he places the kilo and half-kilo weights;
he makes my mother suspicious at his chirpiness.
She insists he weighs the papers again; they haggle
over the price he'll pay for seven kilos, how many paise
for each brown glass bottle, how much for each tin can;
and it’s only when he hands over some rupees that he says
Next month my cousin or my uncle will come to collect
instead of me; I'm going away.
Going where, we ask; Going foreign, he says.
I’m going where there is free love
Where you can be with whomever you want whenever
you want; probably England, that's where I'm going.
Will you be a kabariwala there, I ask.
Don't think so, he replies, packing away his scales.
Onto his young shoulders he hefts the sacks of papers, bottles
and cast-off pans, informing me that in foreign
they don't re-process old things.
He goes down the stairs whistling.
* Kabariwala: Hindi word for scrapdealer
Audio production: The Enchanting Verses Literary Review
Kabariwala
italienisch
Sulla porta del nostro appartamento al secondo piano si piega sulle cosce,
tira fuori la bilancia, pesa i pacchi dei giornali,
parla più del solito mettendo i pesi da un chilo e da mezzo chilo;
fa insospettire mia madre con il suo cinguettare.
Lei insiste a che pesi di nuovo le cartacce; loro contrattano
sul prezzo che pagherà per sette chili, quanti paise *
per ogni bottiglia di vetro marrone, quanto per ogni lattina;
ed è solo quando le allunga qualche rupia che dice
Il mese prossimo mio cugino o mio zio verranno a raccogliere
al posto mio; io me ne vado via.
Per andar dove, chiediamo noi; Andare all'estero, dice.
Sto andando dove c'è amore libero
Dove puoi stare con chi vuoi quando vuoi;
in Inghilterra, probabilmente, è lì che sto andando.
Vuoi fare il kabariwala anche là, gli chiedo.
Non credo, risponde lui, riponendo la stadera.
Sulle sue giovani spalle carica i sacchi di carte, bottiglie
e pentole dismesse, informandomi che all’estero
non ri-usano cose vecchie.
Scende giù per le scale fischiettando.
___________
Kabariwala = parola hindi per straccivendolo
Paisa = moneta locale
[Mon amour se risque encore]
französisch | Siham Bouhlal
Mon amour se risque encore
N’a-il point fait repentance
Dans la brûlure de la douleur
Dans la vaillance de la blessure ?
N’a-t-il point fait repentance
Dans ces chemins sans ombre
Ces buissons obscurs ?
Il se risque encore
Comme une jument en sang
Dans un champ de bataille
N’a t-il point fait repentance
Dans ces abîmes sans voix
Dans ces bouches de violence ?
Dans les yeux des fleurs encore
Pourquoi verse-t-il son encre ?
Il se risque toujours
Mais pour combien de nuits encore ?
Pour combien de silences ?
[Il mio amore si arrischia ancora]
italienisch
Il mio amore si arrischia ancora
Non si è pentito affatto
Nel dolore cocente
Nella ferita spavalda?
Non si è pentito affatto
In quei sentieri senz’ombra
Quegli oscuri cespugli?
Si arrischia ancora
Come una giumenta sanguinante
Sul campo di battaglia
Non si è pentito affatto
Negli abissi senza voce
Nelle bocche di violenza?
Negli occhi dei fiori ancora
Perché versa il proprio inchiostro?
Si arrischia sempre
Ma per quante notti ancora?
Per quanti silenzi?
[Unsere Liebe]
deutsch | André Schinkel
UNSERE LIEBE ist wie das Wehen verlassener Spinnennetze im Hinterhofviereck: Du fürchtest, noch immer, ihre Bewohner. Wir gehen, seit Jahren, unablässig in uns herum, besorgt vor den Blicken des Andern, verzweifelt in unsere entgegengesetzten Geschlechter verhakt. Ich bin nicht schuldlos. Ich habe nur die Engelsfänge genommen, ihre rosigen, vulvischen Enden, dich nicht fortan zu verletzen. Gegen die Fenster fällt Regen, wie immer, wenn du stimmlos bist, wortlos, entleert von deinen notwendigen Lügen. Auch ich bin ein Lügner. Aber ich trinke die Lügen wüst in mich hinein, so du mich anschreist und überschüttest, mit Vorwürfen tot-schweigst. Wir gehen fort, unsere Blicke, durch unterirdische Räume, Aorten. Und gehn doch nirgendwohin. Du liegst, abgewandt, während ich sitze und dich betrachte im Flackern des Nachtlichts; Stille herrscht sonst, Schwärze, wenn du dich in den Schlaf fortgeweint hast und mich zurückläßt mit dem Geschmack unserer Schuld auf der Haut.
aus: Bodenkunde
Halle: Mitteldeutscher Verlag, 2017
Audio production: Haus für Poesie, 2019
IL NOSTRO AMORE
italienisch
Il nostro amore è come l’oscillare al vento di ragnatele abbandonate nel riquadro del cortile: ti fanno ancora paura i loro abitatori. Da anni ormai ci rigiriamo in noi senza posa, preoccupati dello sguardo altrui, disperatamente impigliati nei nostri sessi a confronto. Io non sono senza colpa. Ho assunto solo gli artigli dell’angelo, con le loro punte rosa e vulvari, per non ferirti oltre. Alle finestre batte la pioggia come sempre quando sei senza voce, senza parole, svuotata delle tue bugie necessarie. Anch’io sono un bugiardo. Ma ingoio desolato le bugie dentro di me, così mi sgridi e scuoti, muta di rimproveri. Andiamo oltre, i nostri sguardi, attraverso spazi sotterranei, aorte. Eppure non andiamo da nessuna parte. Tu giaci voltandomi le spalle, mentre io sto seduto e ti contemplo nel tremulo bagliore della lampada notturna; altrimenti domina il silenzio, il buio, quando ti addentri nel sonno dopo il pianto e mi lasci alle spalle con il sapore della nostra colpa sulla pelle.
Kunde
deutsch | Sonja vom Brocke
Das Doktorphantom auf der Terrasse. Wenn du jetzt deine Slipper ausziehst
beschützt dich die Schlange oder greift sie dich an?
Und was jetzt. Nein
du hast keine Ahnung. Zahlst die Pommes und taumelst
bläst in den Pan-Hals, knackst
und denkst an Gregor, Saskia oder Ev
mit dem dicken, sichtlich erschöpfenden Haar.
Sie trägt ihr Kind wie angeboren, dazu ein Broschenaccessoire.
Ihr weht eine Brise von Malven und Stepptanz und der Typ (Typ Sporttyp)
hat kräftige Zehen und beißt in einen Apfel.
Während du reinkriechst, mal wieder die Brüste verspielst
(beheben) und zur Büste versteinst. In der ein zäher Nerv, ein – holder –
ein – hohler –
geräumiges Kulthaus der Abelam.
Jetzt beschützt dich die Schlange oder greift sie dich an?
aus: Venice singt
Berlin: kookbooks, 2015
Audio production: Literaturwerkstatt Berlin, 2015
Conoscenza
italienisch
Il fantasma del dottore sulla terrazza. Ora, quando ti togli le pantofole,
ti protegge il serpente o ti attacca?
E che succede adesso. No
tu non ne hai idea. Paghi le pommes frites e barcolli
ti soffi nel bavero, dormicchi
e pensi a Gregor, Saskia oppure Ev
con la greve chioma, visibilmente estenuante.
Lei porta il suo bambino con gesto naturale e una spilla per accessorio.
Le alita intorno un’aria di malve e di tip tap e il tipo (tipo sportivo)
ha forti dita del piede e morde la mela.
Mentre tu rientri dentro, sprechi di nuovo qua e là le tue tette
(rimuovere) e le pietrifichi nel petto. In cui c’è un nervo tenace,
una capiente casa di culto degli Abelam – leggiadra –, -cava-.
Adesso ti protegge il serpente o ti attacca?
[Je prendrai mon amour]
französisch | Siham Bouhlal
Je prendrai mon amour
Jusqu’à l’infime infini
Je le prendrai
Comme le souffle du vent
Le mouvement de la mer
Comme la lune qui bat le soleil
Et le soleil la nuit
Je le prendrai
Comme le figuier chargé
L’abeille baisant la fleur
Le cri des grillons
Comme le liseron tendre
Et les racines crevant le sol
Je prendrai mon amour
Comme une glaise
Sur mon visage
Je le prendrai
Comme un feu en tempête
Une grêle dans les nuages
Je prendrai mon amour
Jusqu’à l’infime infini
Comme l’eau sous la terre
La vague contre le roc
Et l’écume
L’écume
Brassant
La
Rive
Je le prendrai
Comme la rosée de toutes les feuilles
La fleur endormie encore
La vigne première et infinie
Je le prendrai
Le fruit éclaté
Dans tous les grains
Dans toutes les mains moissonneuses
Et les fronts en sueur
Je le prendrai
Comme un volcan qui rêve
Mon
Amour
Je
Le
Prendrai
Dans
Ma
Main
Et
Le
Cacherai
Dans
La
Bouche
Rieuse
De
Dieu
Audio production: Literaturwerkstatt Berlin 2010
[Prenderò il mio amore]
italienisch
Prenderò il mio amore
Fino all’infimo infinito
Lo prenderò
Come il soffio del vento
Il movimento del mare
Come la luna che batte il sole
E il sole la notte
Lo prenderò
Come il fico carico
L’ape che bacia il fiore
Il frinire dei grilli
Come il tenero convolvolo
E le radici che crettano il terreno
Prenderò il mio amore
Come argilla
sul mio volto
Lo prenderò
Come un fuoco nella tempesta
Come grandine fra le nubi
Prenderò il mio amore
Fino all’infimo infinito
Come l’acqua sottoterra
L’onda contro lo scoglio
E la schiuma
La schiuma
Che fermenta
Sulla
Riva
Io lo prenderò
Come la rugiada di tutte le foglie
Il fiore ancora nel sonno
La vigna prima ed infinita
Lo prenderò
Il frutto aperto
In tutti i suoi semi
In tutte le mani che lo colgono
E le fronti in sudore
Lo prenderò
Come un vulcano che sogna
Il mio
Amore
Io
Lo
Prenderò
Nella
Mia
Mano
E
Lo
Nasconderò
Nella
Bocca
Ridente
Di
Dio
[Je n'ai duré que trois jours]
französisch | Siham Bouhlal
Je n’ai duré que trois jours
Est-ce de l’hospitalité ?
Quel souvenir de moi as-tu gardé ?
Tu n’en as gardé aucun
Dans quel puits
As-tu terré mon souvenir ?
Saint-Benoît-Du-Sault: éditions Tarabuste, 2005
Audio production: Literaturwerkstatt Berlin 2010
[Ho durato solo tre giorni]
italienisch
Ho durato solo tre giorni
E questa sarebbe ospitalità?
Che ricordo di me ti è rimasto?
Non te n’è rimasto nessuno
In quale pozzo
Hai gettato il mio ricordo?
[Je me perds dans ton silence]
französisch | Siham Bouhlal
Je me perds dans ton silence ne sais plus guère où mène ta voix ni où doit aller
s’achever mon souffle
Dans notre étreinte se love ton absence dans ton regard se lève déjà le départ
Ah si le monde avait l’entendement de mes soupirs tu te retires de moi comme
une peau que l’on arrache me combles puis t’effaces comme l’eau du lit d’une
rivière tu franchis mon être le plus secret et puis le livres à l’esseulement
Tu es le cœur et l’écorce qui enveloppera mon dénuement ?
J’entends se froisser les draps de notre joie mais ne vois que la transparence
J’entends bruire tes doigts sur mon corps mais égare leur voie
Pourquoi emportes-tu même les mots pour ton voyage et jettes-tu le désarroi sur
ton chemin ?
Paris: édition Al Manar, 2007
Audio production: Literaturwerkstatt Berlin 2010
[Mi perdo nel tuo silenzio]
italienisch
Mi perdo nel tuo silenzio quasi non so più dove porta la tua voce né dove deve andare a finire il mio alito
Nella nostro abbraccio s’insinua la tua assenza nel tuo sguardo già si profila la partenza
Ah se il mondo avesse la comprensione dei miei sospiri tu ti ritiri da me come
una pelle che viene strappata via mi colmi poi sparisci come l’acqua dal letto di un ruscello tu travalichi il mio essere più segreto e poi lo consegni alla solitudine
Tu sei il cuore e la scorza che avvilupperà la mia indigenza?
Sento fremere le tue dita sul mio corpo ma smarrisco il loro percorso
Perché porti via con te persino le parole per il tuo viaggio e getti la disperazione sul mio cammino?
[Il dit]
französisch | Siham Bouhlal
Il dit
“Ne te courbe que pour aimer”
Mon échine est brisée
Mon dos celui du vieillard
Plus vieux que la Terre
Pourquoi ne vois-je pas alors
La saison d’Amour parmi les saisons ?
Pourquoi le printemps ne vient-il pas ?
N’a-t-il point honte de ma vieillesse ?
Mes racines ont couru la Terre
Planté des yeux en chaque lieu
Pour surprendre ce printemps
Paris: édition Al Manar, 2008
Audio production: Literaturwerkstatt Berlin 2010
[Egli dice]
italienisch
Egli dice
“Non ti curvare mai se non per amare”
La mia spina è spezzata
La mia schiena quella di un vecchio
Più vecchio della Terra
E allora perché non vedo
La stagione dell’Amore fra le altre stagioni?
Perché non arriva la primavera?
Non ha vergogna della mia vecchiaia?
Le mie radici hanno percorso la Terra
Hanno piantato occhi in ogni dove
Per spiare a sorpresa questa primavera
[Chaque respir]
französisch | Siham Bouhlal
Chaque respir reste suspendu
A ton appel
Avant de traverser ma poitrine
Comme une boule de feu
Saint-Benoît-Du-Sault: éditions Tarabuste, 2005
Audio production: Literaturwerkstatt Berlin 2010
[Ogni respiro]
italienisch
Ogni respiro resta sospeso
Al tuo richiamo
Prima di trapassarmi il petto
Come una palla di fuoco
[Ce n'est pas ton coeur]
französisch | Siham Bouhlal
Ce n’est pas ton cœur
Que je cherche
Je voudrais emprunter
Le chemin de ton âme
Saint-Benoît-Du-Sault: éditions Tarabuste, 2005
Audio production: Literaturwerkstatt Berlin 2010
[Non è il tuo cuore]
italienisch
Non è il tuo cuore
Che cerco
Io vorrei imboccare
Il sentiero della tua anima
[Je voyage]
französisch | Siham Bouhlal
Je voyage Tu voyages avec moi Je me couche Ton corps enveloppe le mien
Je ferme les yeux Ton souffle rafraîchit mes joues Je me réveille Tes yeux
s’ouvrent dans mes yeux Tu es partout Mais quel sens à cette douleur de
l’absence ? Ta présence se multiplie en moi L’éloignement frappe nos corps
Quelle est cette force qui unit et déchire Tait un coeur et le fait palpiter Quel
est ce vertige immobile Cette source au coeur de la soif ?
Paris: édition Al Manar, 2007
Audio production: Literaturwerkstatt Berlin 2010
[Io viaggio]
italienisch
Io viaggio Tu viaggi con me Io mi corico Il tuo corpo avvolge il mio Io chiudo gli occhi Il tuo alito rinfresca le mie guance Io mi risveglio I tuoi occhi si aprono nei miei Tu sei dovunque Ma che senso ha questo dolore dell’assenza? La tua presenza si moltiplica in me L’allontanamento colpisce i nostri corpi Cos’è questa forza che unisce e dilacera Che fa tacere e palpitare un cuore Cos’è questa vertigine immobile Questa fonte nel cuore della sete?
[Tracer des courbes]
französisch | Siham Bouhlal
Tracer des courbes pour trancher ce temps qui est le mien Ce temps qui prépare ma chute et la guette Noue mon souffle Ce temps qui t’est étranger Je le vois sans toi comme un champ de tournesols prêt à être cueilli Je le vois qui s’arrête Qui jette son immobilité sur mes membres et dresse un épouvantail face à mon
regard Je le vois sans rires Sans sanglots Le poumon perclus Le cerveau vidé
de son sel Où est le monde ? Pourquoi ne parle t-il plus ? Quel sommeil s’est emparé de lui en ton absence ? Et mes doigts ne savent écrire le bonheur que sur ton corps et ce temps ne plie qu’à ta présence Et Ce temps Et Ce temps Qu’a t- il à faire mon corps transparence ?
Paris: édition Al Manar, 2007
Audio production: Literaturwerkstatt Berlin 2010
[Tracciare curve]
italienisch
Tracciare curve per tranciare questo tempo che è il mio Questo tempo che prepara
la mia caduta e la spia Annoda il mio respiro Questo tempo che ti è estraneo Lo vedo senza di te come un campo di girasoli pronto alla raccolta Lo vedo che si ferma Che getta la sua immobilità sulle mie membra e solleva uno spauracchio dinanzi al mio sguardo Io lo vedo senza risa Senza singhiozzi Col polmone bloccato Il cervello svuotato del suo sale Dov’è il mondo? Perché non parla più? Quale sonno si è impadronito di lui in tua assenza? E le mie dita non sanno scrivere la felicità che sul tuo corpo e questo tempo non si piega che in tua presenza E questo tempo E Questo tempo Che ha da fare il mio corpo trasparenza?
[tu brûles mes poèmes]
französisch | Siham Bouhlal
Tu brûles mes poèmes
En quelle langue sont-ils ?
La langue d’amour n’a point de nom
Qui brûle l’autre
Ton feu ou mon poème ?
Saint-Benoît-Du-Sault: éditions Tarabuste, 2005
Audio production: Literaturwerkstatt Berlin 2005
[Tu bruci le mie poesie]
italienisch
Tu bruci le mie poesie
In che lingua sono scritte?
La lingua dell’amore non ha nome
Chi brucia l’altro
Il tuo fuoco o la mia poesia?
[Dis-moi des mots]
französisch | Siham Bouhlal
Dis-moi des mots
Plus légers
Que la caresse de brise
Dis-moi des mots
Plus profonds
Que le regard du cœur
Dis-moi des mots
Plus frais
Que rosée sur le sol
Dis-moi ces mots
Qui ont perdu leur sens
Dans mon âme
Dis-moi des mots
Qui prendraient les miens
Dans leur chute solitaire
Et qu’ils ne viennent se fracasser
Contre un abîme inconnu
Dis-moi ces mots là
Sans nulle promesse
Dis-moi des mots
Que je voie
Ton miroir réfléchir
Le son de mes soupirs
Que la poésie soit
En ma chair, en mon sang
Passion et joie
Dis-moi ces mots
Que mes lèvres
Sont venues inscrire
Dans le secret de tes songes
Ces mots gardés
Sur l’envers de tes paupières
Paris: édition Al Manar, 2007
Audio production: Literaturwerkstatt Berlin 2010
[Dimmi parole]
italienisch
Dimmi parole
Più leggere
Della carezza del vento
Dimmi parole
Più profonde
Dello sguardo del cuore
Dimmi parole
Più fresche
Della rugiada sul terreno
Dimmi quelle parole
Che hanno perduto il loro senso
Nella mia anima
Dimmi parole
Che prenderebbero le mie
Nella loro caduta solitaria
E che non vadano a fracassarsi
Contro un abisso sconosciuto
Dimmi quelle parole
Senza alcuna promessa
Dimmi delle parole
Che vedo riflesse
Nel tuo specchio
Il suono dei miei sospiri
Che la poesia sia
Nella mia carne, nel mio sangue
Passione e gioia
Dimmi quelle parole
Che le mie labbra
Son venute a inserire
Nel segreto dei tuoi sogni
Quelle parole conservate
Nel risvolto delle palpebre
[je ne souffre]
französisch | Siham Bouhlal
Je ne souffre qu’une
Main
Me touche
Mon être
Est pétri de la glaise
Qui t’a fait
Saint-Benoît-Du-Sault: éditions Tarabuste, 2005
Audio production: Literaturwerkstatt Berlin 2010
[Non sopporto]
italienisch
Non sopporto che una
Mano
Mi tocchi
Il mio essere
È impastato dell’argilla
Che ti ha
Fatto
MIT MIR NICHT!
deutsch | Irmela Brender
Am Weg durch den Park steht ein blaues Schild,
und darauf, in Weiß gemalt, ist ein Bild
von einem Kind an der Hand einer Frau,
von hinten gemalt, das sieht man genau.
Neulich im Park spricht ein fremder Mann
mich vor diesem Schild ganz plötzlich an.
„Komm, Kleine. Auf diesem Schild kannst du sehen,
dass Kinder hier nur mit Erwachsenen gehen.“
„Von wegen! Das Schild zeigt den Fußweg an.
Und mit Ihnen gehen? Ich denke nicht dran.
Dort drüben, da warten die Eltern auf mich.“
Er schaut in die Richtung, und weg bin ich.
Kann sein, er hatte nichts Böses im Sinn.
Kann sein, dass ich zu misstrauisch bin.
Aber wenn einer so mit mir spricht,
dann zeig ich ihm deutlich: Nein, mit mir nicht!
aus: War mal ein Lama in Alabama. Allerhand Reime und Geschichten in Gedichten. Mit Illustrationen von Verena Ballhaus
Hamburg: Verlag Friedrich Oetinger, 2001
ISBN: 3-7891-3132-6
Audio production: 2003 M. Mechner, literaturWERKstatt berlin
Con me no!
italienisch
Sul sentiero del parco c’è un cartello blu
un’immagine bianca sta dipinta su,
un bimbo che cammina per mano a una signora,
dipinto di spalle, un’immagine chiara.
Poco fa nel parco ecco uno sconosciuto
che dinanzi al cartello mi dice risoluto.
“Vieni, piccolina. Sul cartello come vedi
i bimbi nel parco coi grandi vanno a piedi.”
“Quando mai! Il cartello mostra solo il sentiero.
E andare con Lei? Non ci penso davvero.
I miei genitori mi aspettano laggiù.”
Lui guarda verso là, e io non ci son più.
Può darsi che non fosse un malintenzionato.
Può darsi che io abbia fin troppo sospettato.
Ma se mi parla in quel modo qualcuno,
allora gli rispondo chiaro: Con me no!
Auf dem Ätna
deutsch | Thomas Böhme
Wir saßen im klimatisierten Reisebus.
In den Haarnadelkurven glomm auf der Ginster.
Der Cicerone erzählte die Story von Odysseus so
als sei er selber der Listenreiche gewesen.
Der Bus schraubte sich rasch in die Höhe.
Das Gebrüll Polyphems war schon deutlich zu hören.
Schafe mit schweren Bäuchen trotteten abwärts.
Es war rätselhaft, wie ein Recke darunter noch Platz finden sollte.
Der Geblendete, hieß es, hatte das Nachsehen.
Sein Name sei Niemand, sagte der Listige.
Niemand hat mich geschändet, schrie der Zyklop.
Der Lavastrom wälzte sich über den Parkplatz.
An der Gondelstation herrschte Gedränge.
Oben gabs Shuttlebusse und schwarze Schlacke
die von Raupenbaggern zusammengeschoben wurde.
Die Schwefeldämpfe stiegen uns in die Nase.
Unsere Schuhsohlen hinterließen Abdrücke
im samtweichen Ascheteppich. Kleine Türmchen
aus Lavaschotter säumten die Piste.
Die Götter waren taub für die Klage des Riesen.
Im Gänsemarsch folgten wir dem Gestählten.
Er trug eine Sonnenbrille von Armani.
Aus den Bodensenken stieg Rauch auf.
Man konnte die Hand hineinhalten ohne daß sie verdorrte.
Ein Schmetterling flog übern Kraterrand.
Gegoogelt als Südlicher Schwalbenschwanz –
Schwarzgelb bestäubt mit zwei roten Tüpfeln
an den Frackschößen, oder wie man das nennt.
Ich dachte an Odysseus, an all seine Schliche
die den launischen Göttern imponiert haben mußten.
Vor der Rückfahrt tranken wir Latte macchiato.
Er war heiß, wie im Innern der Erde gebraut.
Gewogen blieben auch uns die unnahbaren Götter.
Am Fuß des Vulkans erwartete uns der Imker.
So nippten auch wir vom himmlischen Manna.
Der Schwalbenschwanz, sagt man, ernähre sich nur von Tau.
aus: Abdruck im Niemandswo
Leipzig: Poetenladen, 2016
Audio production: Haus für Poesie / 2016
Sull'Etna
italienisch
Stavamo seduti nel bus climatizzato.
Ai tornanti brillava la ginestra.
Il cicerone narrava la storia di Odisseo
come se fosse lui l'uomo pieno di astuzie.
Il bus si torse a un tratto verso l'alto.
Già si sentiva chiaro l'urlo di Polifemo.
Pecore dai ventri pesanti trotterellarono fuori.
Chissà come un eroe poteva star lì sotto.
L'accecato, si dice, rimase a bocca asciutta.
L'astuto disse che il suo nome era Nessuno.
Nessuno mi ha straziato, gridava il Ciclope.
Il flusso di lava era spanto sul parcheggio.
Alla stazione della funivia c'era un gran pigia pigia.
Lassù c'erano shuttle bus e scorie annerite
che venivano ammucchiate da escavatori a cingoli.
I vapori di zolfo c'invadevano le narici.
Le suole delle nostre scarpe lasciavano impronte
nel tappeto di cenere morbido come velluto.
Torrette di scorie di lava fiancheggiavano la pista.
Gli dei erano sordi ai lamenti del gigante.
In marcia militare seguivamo l'uomo atletico.
Lui portava gli occhiali da sole di Armani.
Dagli avvallamenti saliva su fumo.
Si poteva metterci la mano senza disseccarla.
Una farfalla volava sull'orlo del cratere.
Secondo Google è un Papilio alexanor -
A strisce nere e gialle con due punti rossi
alle falde della marsina, o come si chiamano.
Io pensavo a Odisseo, a tutte le sue astuzie
che devono essere piaciute agli Dei mattacchioni.
Prima del rientro bevemmo latte macchiato.
Era caldo come venisse dalle viscere della terra.
Ci furono benevoli anche gli Dei inaccostabili.
Ai piedi del vulcano ci attendeva l'apicoltore.
Così assaggiammo anche noi della manna celeste.
Il Papilio alexanor, si dice, si nutra solo di rugiada.
[Dans ce monde]
französisch | Anise Koltz
Dans ce monde
démuni de sens
la langage est notre ultime refuge
C’est lui qui appelle notre présent
à exister
J’appâte le papier
pour qu’il se couche
sous mon écriture
L - 4004 Esch-sur-Alzette Luxembourg
aus: Le porteur d'ombre
Esch-sur-Alzette, Luxembourg: Éditions PHI, 2001
ISBN: 2-89046-682-5
Audio production: 2002, M.Mechner / Literaturwerkstatt Berlin
[In questo mondo]
italienisch
In questo mondo
privo di senso
il linguaggio è il nostro ultimo rifugio
É lui che richiama il nostro presente
all’esistenza
Adesco la carta
per farla stendere
sotto la mia scrittura
zug durch belarus
deutsch | Anne Seidel
klirren silbern loeffel (in den teeglaesern der reisenden) hinein in die erinnerung an das novgoroder kirchenspiel, gibt es (den unbeirrbaren) weg des sich entziehenden (sich mir entziehender verzweifelter griff in das federkissen). hier: schwarze schienen halbverdeckt, das ueberholende ueberholt uns nicht, hat es nie. wir sind versunken mit dem letzten stein (klang des regens auf dem blechernen zugdach).
aus: Chlebnikov weint
poetenladen, 2015
Audio production: Literaturwerkstatt Berlin, 2016
treno attraverso la bielorussia
italienisch
tintinnano cucchiaini d’argento (nei bicchieri da the dei viaggiatori) dentro al ricordo del carillon di campane della chiesa di novgorod, esiste allora (l’imperturbabile) sentiero di quel che si sottrae (della mano che afferra il cuscino di piume e si sottrae a me, disperatamente). qui: neri binari a metà nascosti, quel che sorpassa non ci sorpassa, non l’ha mai fatto. Siamo sprofondati con l’ultima pietra (rumore della pioggia sul tetto metallico del treno).
Traversée
französisch | Laurence Vielle
Le train naar ons landje a amené
italiens polonais français
grecs marocains espagnols
et ceux de l’est et ceux du sud
et ceux de l’ouest et ceux du nord
a charrié forces vives
petit pays klein landje
depuis toujours pétri
de tant de traversées
ah treinen treinen
train des partitions de fils
où chantent les corbeaux
le train avale visages
et puis les rend aux quais
d’une autre vie
ah le train le train
qui déplace la mienne
d’un quai à l’autre
de l’Europe
d’une langue à l’autre
de la Belgique
de Bruxelles tu pars vers Liège
et puis Luik et puis Liège
de Bruxelles tu pars vers Mons
et puis Bergen et puis Mons
quand les bras de mon amour
sont là pour m’accueillir
il est bon le retour
et je pense à tous ceux
lâchés au quai d’ici
sans bras pour les cueillir
ah treinen treinen
petit train électrique
de mon père de mon frère
traverse mon enfance
montagnes de carton pâte
personnages minuscules
nous recréions le monde
nous sommes ces petites femmes
tout petits hommes
réenchantons le monde encore
aux rails de nos vies
le train file défile enfile
les paysages de nos visages
qui se reflètent dans la vitre
se fondent à chaque prairie
chaque ciel qui effeuille
toutes les formes des nuages
s’y perdent nos visages
train des premières ou secondes classes
les vaches blanches nous regardent
ou l’animal sauvage immobile en effroi
train des courriers des marchandises
des pauvres bêtes d’abattoir
des convois noirs pas revenus
train de toutes les mémoires
ô treinen treinen
le train parfois est en retard
piétinent les passagers
quai du train qui déraille
de trein s’il part à l’heure
est sur une ligne sans obstacle
si un corps n’est pas désespéré
est sur une ligne sans obstacle
le train parfois est trash
et quand le train à grande vitesse
passe au pays d’à côté
mon âme assise reste à m’attendre
sur le quai de Bruxelles
le train parfois s’arrête à chaque gare
avant qu’elle ne s’efface
face aux guichets automatiques
salue l’homme au sifflet du départ
un bruit presqu’un klaxon
ferme les portes du wagon
et si le train ne roule plus
tout le pays est suspendu
au chant des corbeaux sur le fil
le train relie trace des lignes
cliqu’tis des tricoteuses
des baladeuses et des liseuses
train des ordis et des rêveurs
treinen des contrôleurs
train des traintrains quotidiens
emmène-moi au littoral
emmène-moi en Hautes Fagnes
ouvrons mijn vriend ouvrons le train
aux sans papiers aux sans rivages
et que le train tout comme
les veines bleues du monde
charrie ici coeurs nouveaux
pour y semer entrains de vie
train démocratique fenêtres claires
offre-nous un ticket ouvert
chaque premier dimanche du mois
pour explorer tout bled
où les rails filent encore
que notre pays devienne
labo de nos curiosités
à l’étranger si près
qui partage avec nous
nos contrées séparées
oh ooooh train trrrrein
trrrrreinen trrrrrrrrrain
trrrrransporte-moi
trrrrravaille-moi ébrrrranle-moi
entrrraîne-moi trrrrame de roulis neufs
le tissu pâle
de nos corps endormis
et tandis que j’écris
un homme face à moi
en boule sur banquette
voyageur sans ticket
dans son silence implore
l’argent pour continuer
vivant le grand voyage
aus: Poète National(er) Dichter des Vaderlands
Bruxelles
Audio production: Pierre Devalet
Traversata
italienisch
Il treno naar ons landje ha portato
italiani polacchi francesi
greci marocchini spagnoli
e quelli dell’est e quelli del sud
e quelli dell’ovest e quelli del nord
ha trasportato forze vive
piccolo Paese klein landje
da sempre impastato di gente
di tante traversate
ah treinen treinen
treno delle partenze dei figli
dove cantano i corvi
il treno inghiotte volti
e poi li rende ai marciapiedi
di un’altra vita
ah il treno il treno
che sposta la mia
da un marciapiede all’altro
dell’Europa
da una lingua all’altra
del Belgio
da Bruxelles vai verso Liegi
e poi Luik e poi Liegi
da Bruxelles vai verso Mons
e poi Bergen e poi Mons
quando le braccia del mio amore
stanno là ad accogliermi
è bello il ritorno
e penso a tutti quelli
lasciati sul marciapiede di qui
senza braccia ad accoglierli
ah treinen treinen
trenino elettrico
di mio padre e mio fratello
attraversa la mia infanzia
monti di cartapesta
personaggi minuscoli
noi ricreavamo il mondo
noi siamo le piccole donne
uomini piccolissimi
ricreavamo il mondo per magia
ai binari delle nostre vite
il treno fila via scorre mette in fila
i paesaggi dei nostri volti
riflessi nel vetro dei finestrini
che si uniscono ad ogni prateria
ogni cielo che va sfogliando
tutte le immagini delle nuvole
vi si perdono i nostri volti
treno delle prime e seconde classi
le mucche bianche ci guardano
o l’animale selvaggio immobile spaventato
treno della posta delle merci
delle povere bestie da macello
dei convogli neri mai tornati
treno di tutte le memorie
ô treinen treinen
il treno talvolta è in ritardo
pesticciano i passeggeri sul posto
marciapiede del treno che deraglia
de trein se parte in orario
è su una linea senza ostacolo
se un corpo non è disperato
è su una linea senza ostacolo
il treno qualche volta è trash
e quando il treno a gran velocità
passa dal paese vicino
la mia anima seduta resta ad attendermi
sul marciapiede di Bruxelles
talvolta il treno si ferma a ogni stazione
prima che si cancelli
di fronte agli sportelli automatici
saluta l’uomo col fischietto della partenza
un rumore quasi di clacson
chiude le porte del vagone
e se il treno non viaggia più
tutto il paese è sospeso
al canto dei corvi sopra il filo
il treno collega traccia delle linee
sferruzzare delle lavoratrici a maglia
delle passeggiatrici e delle lettrici
treno dei computer e dei sognatori
treinen dei controllori
treno dei tran-tran quotidiani
portami al litorale
portami sulle Hautes Fagnes
apriamo mijn vriend apriamo il treno
ai senza-documenti ai senza-rive
e che il treno proprio come
le vene azzurre del mondo
porti qui cuori nuovi
per seminarvi impeti di vita
treno democratico finestre chiare
regalaci un biglietto aperto
ogni prima domenica del mese
per esplorare ogni villaggio
dove passano ancora i binari
che il nostro paese divenga
laboratorio di nostre curiosità
così vicino allo straniero
che con noi condivide
le nostre contrade divise
oh ooooh treno trrrrein
trrrrreinen trrrrrrrrrrreno
trrrrasportami
trrravagliami scuotimi
trrrrrascinami trrrrama di nuovi rollii
il tessuto pallido
dei nostri corpi assopiti
e mentre scrivo
un uomo qui di fronte
arrotolato sul sedile di legno
viaggiatore senza biglietto
nel suo silenzio implora
qualche soldo per proseguire
vivo il grande viaggio
der letzte tag im süden
deutsch | Monika Rinck
wir werden dir ein mittel spritzen
an diese bank im ferienhaus fixiert
sieh mal hier, wie deine stirne leuchtet
o - der schläfen glanz im stillen
widerschein des weißen lampenschirms
wie schön du bist, wie gut und
unvermutet ist das licht
durch deine adern läuft ein schimmer
und in der dunklen kammer nistet
radium - deine kleine grüne angst.
überall, bei allen anderen, regen sich visionen
doch nicht bei dir. bei dir ist alles
klar und scharf zu sehn, die ettiketten, die kakteen.
alles da im broken glass der letzten nacht
die figurinen des begehrens, die zarten schäume
hier hat der liebe herrgott selbst mit seiner zunge
dir die deinige gelöst, du sprichst, wie schön
vom pharmakon, vom wedeln der platanen
und vor der türe stehn sie schon,
die schuhe die wir haben,
die säcke mit dem müll und der passat.
aus: Verzückte Distanzen. Gedichte.
Springe: zu Klampen! Verlag , 2004
ISBN: 3-933156-81-5
Audio production: Literaturwerkstatt Berlin, 2004
l’ultimo giorno nel sud
italienisch
t’inietteremo un farmaco
legata a questa panca nella casa di vacanze
guarda un po’ qui come brilla la tua fronte
oh – lo splendore delle tempie nel quieto
riflesso del paralume bianco
come sei bella, com’è dolce e
inattesa questa luce
un bagliore ti trascorre le vene
e nella camera oscura si annida
il radium – la tua piccola paura verde.
dappertutto, in tutti gli altri, si accendono visioni
salvo che in te. in me è tutto
chiaro e netto alla vista, le etichette, i cactus.
tutto qua in broken glass dell’ultima notte
le figurine del desiderio, le tenere schiume
qui ti ha fatto sciogliere le tue il buon Dio
stesso con la propria lingua, tu parli, che bello
del farmaco, dell’agitarsi dei platani
e stanno già dinanzi alla porta,
le scarpe che abbiamo,
i sacchi dell’immondizia e la VW-Passat.
ejemplo
spanisch | Yanko González
En el atrio del pueblo hay un ciruelo añoso,
Todas las primaveras brotan renuevos:
Los pasaportes viejos no pueden hacer eso, amada,
los pasaportes viejos no pueden hacer eso.
W. H. Auden
Quieren que me vaya como si yo no quisiera irme
Entonces les digo me voy
Pero al primer
o quinto paso
Corren a buscarme
para que les planche el aire
Les abra una zanja
donde han de cruzar sus trajes.
Ayer fue lo mismo
Entendí claramente
quieren que me vaya
Eso es lo que se decían mientras cuidaba de sus niños
Yo jugaba a lo que en Alto Volta se jugaba
Ejemplo
La silla se llama lavabo la puerta sardina
La mesa vajilla y los zapatos cadira
Entonces los niños gritaban
Amarillo
Ábrenos la sardina.
Era un juego y dijeron que me fuera
Que tenía que enseñarles las palabras
Como se debían
Ejemplo
abrir la boca
se dice
reír.
aus: Alto Volta
Valdivia: Ediciones El Kultrún, 2007
Audio production: Yanko González, 2020
esempio
italienisch
Nell'atrio del paese c'è un vecchio susino,
Ogni primavera spuntano germogli:
I vecchi passaporti non possono far questo, amata mia,
i vecchi passaporti non possono far questo.
W. H. Auden
Vogliono che me ne vada come se non volessi andarmene
allora dico loro che me ne vado
però al primo
o al quinto passo
corrono a trovarmi
in modo che distenda loro l’aria
apra loro un fossato
dove devono passare i loro costumi.
Ieri fu lo stesso
capii chiaramente
vogliono che me ne vada.
È quello che dicevano mentre mi occupavo dei loro figli.
Io giocavo a quel che si giocava in Alto Volta
esempio
la sedia si chiama lavabo le porta sardina
la tavola stoviglia e le scarpe sedia
allora i bambini gridavano
giallo
aprici la sardina.
Era un gioco e mi dissero che me ne andassi
che dovessi insegnar loro le parole
come si doveva
esempio
aprir la bocca
si dice
ridere.
[1999-2011]
spanisch | Yanko González
Querido Leopold lee esto muy, muy despacio
Y créeme que no tengo otra forma de decirlo.
Si hasta aquí has leído de prisa
Te pido vuelvas a comenzar de nuevo.
No me atrevo a pulsar tu número
Y quemar el poco aliento que nos queda.
No seré quien arriba, no seré quien parte
Para quedar en la mitad y vacía.
No te apresures, no te fíes de mi brevedad
Porque este día pardo terminará en el mismo día pardo
Que persistirá inmutable en otro día pardo.
Querido mío, hoy a las cuatro y treinta de la madrugada
Nuestro hijo nos dejó. Sus ojos ya no muestran ni sienten dolor.
Perdóname. He perdido un cuerpo para llegar
Y he perdido un cuerpo para regresar.
aus: Elabuga
Valdivia: Ediciones El Kultrún, 2011
Audio production: Yanko González, 2020
[1999-2011]
italienisch
Caro Leropold leggi con molta, molta calma
e credimi non ho altro modo per dirtelo.
Se fino a qui hai letto in tutta fretta
ti prego di ricominciare daccapo.
Non mi azzardo a fare il tuo numero
e bruciare il poco fiato che mi resta.
Io non sarò né quella che arriva, né quella che parte
per starmene nel mezzo e vuota.
Non precipitarti, non ti fidare della mia brevità
perché questo giorno grigio terminerà nello stesso giorno grigio
che sboccherà immutato in un altro giorno grigio.
Mio caro, oggi alle quattro e trenta del mattino
nostro figlio ci ha lasciato. I suoi occhi non mostrano né sentono dolore.
Perdonami. Ho perduto un corpo per arrivare
e ho perduto un corpo per ripartire.
UNE GUITARE DANS LA NUIT
französisch | Marie-Célie Agnant
Jenin crucifiée
ne rend pas les armes
elle guette le jour
qui percera le secret des pourquoi
le secret des comment
où réside l’espoir
de changer l’âme du monde
pour retrouver le vrai sens de la Terre
Dans Jenin bâillonnée
avec ses rues méconnaisables
Jenin qui porte un si beau nom de femme
réceptacle pourtant
de toutes les vomissures de haine
les fourmis devenues folles
fuient la tourmente au galop
Dans Jenin malgré tout
nous préférons la fleur au javelot
la gentiane nous sert de bouclier
Jenin ô Jenin
dans tes ruelles abandonnées
dans les débris sous les décombres
on perçoit le pouls de tes amours
Et tes murs
où les enfants ne tracent plus les lettres de ton nom
ni celui de leur père
et les toits de tes demeures
qui n’abritent plus que l’usure et la tristesse
tout cela ô Jenin
un sang qui brame et mugit
Ta vie s’est muée en grappes de raisins
dans la bouche des prédateurs
Et ce qui en vérité
ne devrait être
qu’une histoire simple
d’une terre à aimer
une terre belle avec ses oliviers ses fontaines
la couronne de ses palmiers
ses éclats de bonheur paisible
ou fugace
ce qui devrait planer léger
tel le chant du merle
et le vol du colibri
est aujourd’hui
sifflement de serpent
sinistre
et tellement strident
Ainsi chantait une guitare une nuit
aux abords de Jenin
et Lila les ailes à peine ouvertes
les ailes déjà si lourdes de toute la poussière
et des décombres Lila frémissait
« Le paradis mes sœurs ma mère semble bien loin
mais dans ton sein déjà ô mère
souviens-toi
souviens-toi je rêvais d’horizon
je pensais fraternité toutes frontières abolies
ma chanson n’avait qu’un refrain aujourd’hui la vie »
Elle disait ces mots Lila en fermant les yeux
pour ne pas laisser ses larmes s’échapper
tandis que les voix
toujours les voix
lui soufflaient
qu’il faut prendre le risque
de changer même les choses simples
Autant de voix
autant de morsures
elle se découvrait Lila
si impuissante
face à l’âme de ces choses
en réalité trop simples
Était-elle simplement trop simplement femme
lorsqu’elle fermait les yeux
se voilait le regard
pour fuir les voix et détourner les chuchotements
qui vrillaient son cœur
trouaient ses tympans
Mais lorsqu’elle fermait les yeux
elle était ce cygne dérivant sur le fleuve en crue
ce cygne guetté par les oiseaux de proie
qui attendaient
tournoyaient
le bec ouvert dans le ciel de Jenin
l’enfer dans le regard
prêts à lui essorer le plumage
Certaines nuits les voix se faisaient clairon
il y a si longtemps que nous avons mal
si longtemps
si longtemps
nous ne comptons plus les années
Lila tressaillait
« Je pourrais me permettre de pleurer pensait-elle
fille du Levant fille de Jenin je suis
la pluie ne laissera nul sillon de tristesse sur mon visage »
Pleure Lila le chant reprenait
prends goût si tu veux à l’ivresse des larmes
puisque ton sommeil ne peut être paisible
Jamais tu n’auras pour berceau
les bras d’un amant qui soit aussi ton frère
les bottes les fusils et le soufre
sont entrés dans Jenin
et ton frère depuis
ne connaît plus le nom
qui fait de lui un homme
Pleure donc ô Lila
Pleure avant que tes larmes ne perdent leur brillance
mais tisse n’oublie pas
un linceul pour la tristesse
et continue à chercher même dans la nuit
la route dessinée jadis
par tes racines
Ne pas être une lampe sans lumière
les voix montaient
tel est le cri qui nous voit naître et nous accompagne
fais tien ce credo inébranlable
dans l’obscurité la plus totale
poursuis la clarté
« Qui peut déchiffrer dans les lignes de mes mains
ô mes sœurs
les traces qui annonçaient ces saisons d’errance loin de Jenin
Dans ma poitrine piaffe et tressaille un cœur nomade
il ne trouve d’ancrage nulle part »
Elle disait cela Lila
et on croyait entendre les frissons d’une guitare
pleurant son dernier chagrin
sur les berges de quelque fleuve
S’élevait en même temps
une rumeur de mots échevelés
voix lancinantes
laves rameutées en un flot sauvage
voix pressantes
exténuées pourtant tenaces
elles montaient houles opiniâtres remous
réclamant à grands cris
que naisse enfin cet autre monde
La guitare obstinément
pleurait son chant polyphonique
ne pas rendre les armes
malgré les larmes
Jenin aujourd’hui entre ton cœur et ton âme
ce territoire au-dedans de toi
Pareil à l’océan ton cœur Lila
jamais ne se videra de la puissance d’aimer
Sur les terres meurtries nous aimerons encore
le dos courbé nous aimerons toujours
et nous irons toujours insatiables vers l’amour
au bout du chemin
nous brandirons
notre refus d’une humanité défroquée
Au bord de quelle rivière
pleurait cette guitare
Elle portait le nom de tant de terres disloquées
mais les pleurs ce jour-là
ruisselaient dans le ciel de Jenin
Chant de syllabes disjointes
voix d’une guitare en enfer
la nuit s’y était engouffrée
Que cette voix et la nuit
dans Jenin meurtrie
cette voix et la danse des vautours
cette voix dans ces langues égarées
langues démembrées
à ne plus pouvoir agencer deux syllabes
juste deux
ô combien brèves
deux syllabes cinq lettres
pour dire Jenin
Là-haut les bombes rugissaient
en bas les bulldozers
Dans Jenin déserte une femme enlacée à son olivier
son visage porte la couleur gris-verdâtre de la frondaison
son arbre tel un amant mort qu’elle étreint
a l’âge de la Terre
ses racines flottent dans l’air gris de poussière
ses racines désormais
comme ton cœur nomade ô Lila
ses racines guettées par les vautours comme le cygne sur le fleuve
les vautours qui tournoient même autour des langues de feu
les vautours qui ne craignent ni le fer ni les cris
les vautours font la ronde dans ton sommeil et dans le sien
les vautours sans cesse un œil allumé
Jenin ô Jenin
les femmes pleurent un long chant d’agonie
elles pleurent aussi leurs hommes qui n’ont plus de nom
et leurs enfants privés d’enfance
Ô Jenin le chant ne suffit pas
sur cette terre démembrée
nos vies
loin de l’amour
se consument
comme des brindilles
aus: Femmes des terres brûlées
Montréal: Pleine lune, 2016
Audio production: Haus für Poesie, 2020
Una chitarra nella notte
italienisch
Jenin crocifissa
non depone le armi
spia il giorno
che forerà il segreto dei perché
il segreto dei come
dove risiede la speranza
di cambiar l’anima del mondo
per ritrovare il vero senso della Terra
A Jenin imbavagliata
con le sue vie irriconoscibili
Jenin che porta un sì bel nome di donna
eppure è ricettacolo
di tutti i rigurgiti dell’odio
le formiche impazzite
fuggono la tormenta al galoppo
A Jenin tuttavia
noi preferiamo il fiore al giavellotto
la genziana ci serve da scudo
Jenin oh Jenin
nei tuoi vicoli abbandonati
nei detriti sotto le macerie
si sente il polso dei tuoi amori
E i muri
dove i bimbi non tracciano più le lettere del tuo nome
né quello dei loro padri
e i tetti delle tue dimore
che non coprono più che l’usura e la tristezza
tutto questo oh Jenin
un sangue che bramisce e mugghia
La tua vita si è mutata in grappoli d’uva
nella bocca dei predatori
E ciò che in verità
dovrebbe solo essere
una storia semplice
di una terra da amare
una bella terra con i suoi olivi le sue fontane
la corona dei suoi palmizi
i suoi lampi di gioia serena
o fugace
ciò che dovrebbe planare leggero
come il canto del merlo
o il volo del colibrì
oggi è sibilo di serpente
sinistro
e talmente stridulo.
Così cantava una chitarra una notte
nei dintorni di Jenin
e Lila con le ali appena aperte
con le ali già pesanti di tutta la polvere
e delle macerie Lila fremeva
“Il paradiso le mie sorelle mia madre sembra ben lontano
ma nel tuo seno già o madre
ricordati
ricordati io sognavo di orizzonti
pensavo alla fraternità che abolisce ogni frontiera
la mia canzone aveva un solo ritornello oggi la vita”
Diceva queste parole Lila chiudendo gli occhi
per non farsi uscire le lacrime
mentre le voci
sempre le voci
le sussurravano
che bisogna rischiare
di cambiare persino le cose semplici
Tante voci
tante morsicature
Lila si scopriva
così impotente
di fronte all’anima di quelle cose
in realtà troppo semplici
Forse lei era troppo semplicemente donna
quando chiudeva gli occhi
si velava lo sguardo
per fuggire le voci e sviare i bisbigli
che torcevano il suo cuore
perforavano i suoi timpani
Ma quando lei chiudeva gli occhi
lei era quel cigno alla deriva sopra un fiume in piena
cigno insidiato dagli uccelli di rapina
che aspettavano
volteggiavano
col becco aperto nel cielo di Jenin
con l’inferno nello sguardo
pronti ad avvinghiargli il piumaggio
Certe notti le voci si fanno tromba
ed è da tanto tempo che stiamo male
tanto tempo
tanto tempo
noi non contiamo più le annate
Lila trasaliva
“Io potrei permettermi di piangere pensava lei
figlia del Levante figlia di Jenin io sono
la pioggia non lascerà nessun solco di tristezza
sul mio viso”
Piangi o Lila il canto riprendeva
prendi gusto se vuoi all’ebbrezza del pianto
poiché il tuo sonno non può esser piacevole
Non avrai mai per culla
le braccia di un amante che ti sia anche fratello
gli stivali i fucili lo zolfo
sono entrati in Jenin
e tuo fratello poi
non conosce più il nome
che fa di lui un uomo
Piangi dunque o Lila
Piangi prima che le lacrime non perdano di smalto
ma tessi non scordare
un sudario per la tristezza
e continua a cercare persino nella notte
la strada allora segnata
dalle tue radici
Non essere una lampada senza luce
le voci salivano
tale è il grido che ci vede nascere e che ci accompagna
fa’ tuo quel credo incrollabile
nella più totale oscurità
insegui la chiarità
“Chi può decifrare nelle linee della mia mano
sorelle mie
le tracce che annunciavano queste stagioni di erranza
lontano da Jenin
Nel mio petto scalpita e sussulta un cuore nomade
non trova ancoraggio da nessuna parte”
Diceva questo Lila
e pareva di sentire le vibrazioni di una chitarra
che piangeva la sua ultima disgrazia
sulle sponde di qualche fiume
Saliva al contempo
un rumore di parole confuse
voci lancinanti
lave raccolte in un fiotto selvaggio
voci pressanti
estenuate eppure tenaci
salivano onde ostinate turbinii
che a gran voce chiedevano
che nasca finalmente quell’altro mondo
La chitarra ostinatamente
piangeva il suo polifonico canto
non consegnare le armi
malgrado le lacrime
Jenin ora fra il tuo cuore e la tua anima
questo territorio è dentro di te
Simile all’oceano il tuo cuore Lila
non si svuoterà mai della potenza di amare
Sulle terre straziate noi ameremo ancora
e andremo sempre insaziabili verso l’amore
al termine del cammino
noi brandiremo
il nostro rifiuto di una umanità negata
In riva a quale fiume
piangeva questa chitarra
il fiume portava il nome di tante terre dislocate
ma i pianti quel giorno
si scioglievano nel cielo di Jenin
Canto di sillabe disgiunte
voce di chitarra all’inferno
la notte vi si era insinuata
Questa voce e la notte
a Jenin martirizzata
questa voce e la danza degli avvoltoi
questa voce nelle lingue sperdute
lingue smembrate
da non riuscir neppure a pronunciare due sillabe
due soltanto
oh quanto brevi
due sillabe cinque lettere
per pronunciare Jenin
Là in alto le bombe ruggiscono
qua giù sotto i bulldozer
Nella Jenin deserta una donna abbracciata al suo olivo
dal viso color grigio-verdastro della chioma
il suo albero come un amante morto che lei stringe
ha l’età della Terra
le sue radici si agitano nell’aria grigia di polvere
ormai soltanto le radici
come il tuo cuore nomade, o Lila
le sue radici spiate dagli avvoltoi come il cigno sul fiume
gli avvoltoi che ruotano ormai persino attorno alle lingue di fuoco
gli avvoltoi che non temono né il ferro né le grida
gli avvoltoi fanno la ronda nel tuo sonno e nel suo
gli avvoltoi sempre con un occhio acceso
Jenin oh Jenin
le donne piangono un lungo canto d’agonia
piangono anche i loro uomini che non hanno più nome
e i loro figli privati d’infanzia
Oh Jenin il canto non basta
su questa terra lacerata
le nostre vite
lontane dall’amore
si consumano
come dei fuscelli
LA DERNIÈRE SAISON DE DÉSARROI
französisch | Marie-Célie Agnant
Il voyait venir la dernière saison
cherchait ses souvenirs
Mais n’existaient en lui que l’océan de la canne
l’océan du ciel
Bleu du ciel vert de la canne
Il s’arrêtait cherchait encore
marmonnait que ses souvenirs
s’étaient sans doute érodés
sur le fil du temps
Ils s’effritaient
pour se marier peut-être
à cette terre sur laquelle il était né
et qui ne savait rien de lui
Il disait aussi (une manière de rire)
il avait toujours aimé rire
du moins avant ce temps de désarroi
il disait que l’odeur âcre de la bagasse
est comme une odeur de fiel elle ronge tout
Elle avait pénétré en lui jusqu’à devenir une seconde chair
elle l’avait colonisé le dépouillant de sa propre chair
Elle lui avait tenu lieu de vie sa seule mémoire
Il se demandait quand même
si la vie pour certains êtres
peut se résumer
à cette seule et unique chose
un parfum une odeur
celle de la canne brûlée
la seule qui l’accompagnait
depuis toujours
Une terreur indicible grandissait en lui
lorsqu’il imaginait cette chose qu’il savait être son âme
(il avait quand même la certitude d’en avoir une)
elle aussi rongée
par ce parfum âcre de bagasse
son âme peu à peu érodée
soumise au même traitement
que son corps
Autrement
comment comprendre toute sa vie
hypothéquée
tout le long de sa vie un unique horizon
une seule saison la canne
et la honte
Toutes ces paroles l’assaillaient
mais pensait-il aussi
ces mots
ces pensées assurément
ne valaient pas grand-chose
n’avaient pas de sens
le monde était ainsi fait
d’un côté la fatalité
cette sorte de loi
immuable
comme les levers et les couchers du soleil
de l’autre les vainqueurs
Les vainqueurs dictaient
édictaient
régissaient
décidaient par exemple
que les bras qui ne servent plus à rien
comme au temps que l’on nomme temps jadis
et qui n’a de jadis que le nom
eh bien oui
ces bras
pouvaient être coupés
jetés aux pourceaux
Tout comme jadis
On le regardait avec étonnement
lui renchérissait
Du revers de sa main sèche
cette main inutile
il écrasait une larme
puis il ajoutait
que lui
n’avait jamais appris à lire ou à écrire
Faut croire que pour couper la canne
il n’en fallait pas autant
Mais il savait par instinct
que l’impuissance porte en son sein
sa propre culpabilité
engendre mépris et suspicion
rage ou indifférence
À l’âge de poser ses vieux os à l’ombre
les vainqueurs le dépouillent
de ce qui lui restait d’existence lui
ses enfants
les enfants de ses enfants
toute sa descendance
aujourd’hui
plus de terre plus de lieu plus de patrie
Comme jadis personne au monde
aucune parole
à même de casser le verdict
On dit souvent que les choses
tout comme les êtres
ont un double visage
tout dépend de l’angle
du regard que l’on porte
Mais il a beau compter les années
l’angle demeure le même
le visage
celui de l’injustice amère
Et il se tient aujourd’hui
ni plus ni moins courbé sur cette terre ingrate
ni plus ni moins accablé par les morsures avides du soleil
ni plus ni moins abusé par l’indifférence du monde
il se tient léger
dépouillé de tout
sauf des débris de son existence
enfermé dans son cœur
sans traces de haine
sans bruissement d’espoir
Tout passe comme est passée sa jeunesse
tout passe comme est passée sa vie
«Tout passe comme ont passé mes bras qui désormais ne servent
plus à rien
Et ma vie»
Il parlait ainsi
et quelque chose
un nuage lourd traînait dans son regard
De sa bouche édentée il souriait
ramenait sur ses épaules
les lambeaux d’une casaque
espérait draper un restant de dignité
et disait ainsi
Ma vie peut s’en aller cette nuit
comme s’en va le soleil
mais avant que cela ne s’accomplisse
il faut bien passer le restant des jours
Comment vivre quand on n’a plus de bras
plus de pays
plus de terre
plus d’avenir
plus d’espoir
Qu’il est sombre ce crépuscule de mon existence
qu’elle est triste ma dernière saison de désarroi
aus: Femmes des terres brûlées
Montréal: Pleine lune, 2016
Audio production: Haus für Poesie, 2020
L’ultima stagione di sgomento
italienisch
Vedeva giungere l’ultima stagione
cercava nei ricordi
Ma in lui non esisteva che l’oceano della canna
e l’oceano del cielo
L’azzurro del cielo e il verde della canna
Lui si fermava cercava ancora
borbottava che i suoi ricordi
si erano sicuramente erosi
sul filo del tempo
Si sgretolavano
per sposarsi forse
a quella terra su cui era nato
e che di lui niente sapeva
Lui diceva anche (a mo’ d’ironia)
di avere amato sempre ridere
per lo meno prima di questo tempo di sgomento
diceva che l’odore acre della bagassa
è come un odore di fiele corrode tutto
Era penetrato in lui fino a diventare la sua seconda carne
l’aveva colonizzato spogliandolo della sua carne vera
gli aveva lasciato come luogo di vita la sua sola memoria
Lui si chiedeva comunque
se la vita per certi esseri
potesse riassumersi
in questa sola e unica cosa
un profumo un odore
quello della canna bruciata
l’unico che lo accompagnava
da sempre
Cresceva in lui un terrore indicibile
quando immaginava quella cosa che sapeva essere la sua
anima
(lui aveva comunque la certezza di averne una)
essa stessa erosa
dal quel profumo acre di bagassa
l’anima sua poco a poco erosa
sottomessa allo stesso trattamento
del suo corpo
Altrimenti
come comprendere tutta la sua vita
ipotecata
per tutta la sua vita un unico orizzonte
una sola stagione la canna
e la vergogna
Tutte queste parole l’assalivano
ma lui pensava anche
che quelle parole
quei pensieri sicuramente
non valevano gran cosa
non avevano senso
il mondo era così fatto
da un lato la fatalità
quella sorta di legge
immutabile
come il sorgere e il tramontare del sole
dall’altro i vincitori
I vincitori dettavano
lanciavano editti
dettavano regole
decidevano per esempio
che le braccia che non servono più a niente
come in quel che vien detto il tempo che fu
e che del tempo che fu non ha che il nome
ebbene sì
quelle braccia
potevano essere tagliate
gettate ai porci
Tutto come nel tempo che fu
Lo guardavano con stupore
lui insisteva
Col dorso della sua mano arida
quella mano inutile
schiacciava una lacrima
poi aggiungeva
che lui
non aveva mai imparato a leggere o a scrivere
C’è da credere che per tagliare la canna
non ci fosse bisogno di tanto
Ma sapeva per istinto
che l’impotenza porta nel suo seno
la propria colpevolezza
genera disprezzo e sospetto
rabbia o indifferenza
All’età di riporre all’ombra le vecchie ossa
i vincitori lo spogliano
di ciò che gli restava di esistenza lui
i suoi figli
i figli dei suoi figli
tutta la sua discendenza
oggi
niente più terra, né luogo, né patria
Come un tempo nessuno al mondo
nessuna parola
capace d’infrangere il verdetto
Spesso si dice che le cose
esattamente come gli esseri
abbiano un doppio volto
tutto dipende dall’angolo
visuale che si usa
Ma si ha un bel contare gli anni
l’angolo resta lo stesso
il volto
quello dell’amara ingiustizia
E si tiene oggi
né più né meno curvo su questa terra ingrata
né più né meno oppresso dalle morsicature avide del sole
né più né meno abusato dall’indifferenza del mondo
si tiene leggero
spogliato di tutto
salvo dei detriti della sua esistenza
chiuso nel suo cuore
senza tracce di odio
senza bisbiglio di speranza
Tutto passa come è passata la sua giovinezza
tutto passa com’è passata la sua vita
“Tutto passa come son passate le mie braccia che ormai
non servono
più a niente
e la mia vita”
Così parlava
e qualche cosa come
una pesante nuvolaglia vagava nel suo sguardo
Con la bocca sdentata sorrideva
e si tirava sulle spalle
i lembi di una casacca
sperando di coprire con un drappo un resto di dignità
e diceva così
La mia vita può andarsene stanotte
come se ne va il sole
ma prima che ciò si compia
bisognerà ben passare il resto dei giorni
Come vivere quando non si ha più le braccia
più il paese
più la terra
più l’avvenire
più la speranza
Com’è scuro questo crepuscolo della mia esistenza
com’è triste la mia ultima stagione di sgomento
DEHORS LES CHIENS
französisch | Marie-Célie Agnant
Les barques cherchent le chemin
là où les jours et les nuits se rejoignent
là où les eaux de l’océan
les eaux des rivières
se retirent
apeurées
Dans ces nuits compactes qui vieillissent les corps
ces nuits où l’enfant même
l’enfant au premier vagissement
emprunte le visage de l’aïeule qui titube vers la mort
les barques cherchent le chemin
Toute la nuit toutes les nuits
le banquet des chiens et de leur descendance
les hyènes ricanent ivres
se donnent de grandes tapes dans le dos
l’écho des rires retentit
se marie au sifflement des crotales
Ceux qui refusent les coupes pleines leur enchantement
les pirouettes grotesques des hyènes
les mimiques pitoyables des lycaons
ceux qui tremblent dans tous leurs os face à la nuit sauvage
ceux à qui il répugne de s’agenouiller
de renifler les culs puants des chiens et de leur descendance
ceux qui déclinent les invitations au banquet des assassins
ceux qui dédaignent les tutus pour danser au rythme des chacals
sous l’œil torve des lunes engluées dans la peur
ceux qui boudent les accouplements présentés comme irrésistibles
avec les hyènes leur descendance tous ceux qui leur ressemblent
et en plein jour exhibent les loups blottis dans leur giron
tous ceux-là oui tous ceux-là apprennent à mordre et dévorer
leurs poings
Toute la nuit toutes les nuits le banquet
et la veuve traque en vain les ossements de l’homme
de celui qui savait de quoi était fait son combat
Elle range son effroi sous une ceinture de chardons
pour ne pas faire son deuil de la vérité
Dans l’haleine fétide des nuits de bombance
malgré les chiens et leur descendance
vautrés dans la pourriture
les barques cherchent la rive
où chemine la veuve oubliée dans ses habits de veuve
la veuve aux seins creux d’avoir trop gémi
celle que l’on dit folle perdue la voici
elle a faim et de dégoût vomit ses entrailles
sa vomissure éclabousse les nappes du banquet
le pelage déjà tellement sale
des chiens dans la pénombre
Elle mord et dévore ses poings
et ses poings chaque nuit renaissent
Elle se lacère les lèvres
dénonce les trêves mensongères
rompue elle marche et cherche
marchera jusqu’au bout de la nuit
Quelquefois elle rêve
qu’elle crève les yeux des hyènes et des lycaons
de tous les chiens sauvages et de leur descendance
Sous ses voiles paisibles elle recense les meutes
elle a appris à dormir sur sa table en bois dur
pour attendre l’arrivée du jour
Plus jamais les chiens sauvages
Mais le jour appartient aux chiens et à leur descendance
à tous ceux-là qui fuient
la queue basse
quand la fureur des eaux menace
et qui sans état d’âme
dans la puanteur vingt années plus tard reviennent
Ils fuiront un jour sans retour
crie la veuve
Ils fuiront sans queue ni crocs
Dehors les chiens Plus jamais les chacals
Les chiens ricanent les chacals grincent des dents
ils trinquent
mais elle ne tremble plus face à la mort
ses pas désormais connaissent
les secrets des montagnes endormies
et ses ongles affûtés sous son voile
ses pupilles
deux croissants de lune deux faux
guettent la ronde infernale des chiens sauvages
deux faux ses pupilles
et elle a le cœur froid comme les vieux tigres
ses mains suaves de jadis
ses merveilleuses et tendres mains d’amante
dans la nuit ses mains
deux champs de mines
piqués de noirs chardons
aus: Femmes des terres brûlées
Montréal: Pleine lune, 2016
Audio production: Haus für Poesie, 2020
Fuori i cani
italienisch
Le barche cercavano il cammino
là dove i giorni e le notti si riuniscono
là dove le acque dell’oceano
le acque dei fiumi
si ritirano
spaventate
In quelle notti compatte che fanno invecchiare i corpi
quelle notti in cui lo stesso bimbo
il neonato ai primi vagiti
assume il volto della nonna titubante incontro alla morte
le barche cercano il cammino
Tutta la notte tutte le notti
il banchetto dei cani e della loro discendenza
le iene ridacchiano ubriache
dandosi grandi pacche sulla schiena
l’eco delle risa
si sposa al sibilo dei crotali
Coloro che rifiutano le coppe piene il loro incantesimo
le piroette grottesche delle iene
le pietose mimiche dei licaoni
che tremano in tutte le ossa dinanzi alla notte selvaggia
coloro a cui ripugna inginocchiarsi
annusare i culi puzzolenti dei cani e della loro discendenza
coloro che declinano l’invito al banchetto degli assassini
coloro che disdegnano i tutù per danzare al ritmo degli sciacalli
sotto l’occhio torvo delle lune invischiate nella paura
quelli che disprezzano gli accoppiamenti presentati come irresistibili
con le iene la loro discendenza tutti coloro che assomigliano a loro
e in pieno giorno esibiscono i lupi rannicchiati nel loro girone
tutti quelli là sì tutti quelli là imparano a mordere e divorare
i propri pugni
Tutta la notte tutte le notti il banchetto
e la vedova bracca invano le ossa dell’uomo
di colui che sapeva di cosa era fatto il suo combattimento
Essa sistema la sua paura sotto una cintura di cardi
per non elaborare il suo lutto della verità
Nel fiato fetido delle notti di baldoria
malgrado i cani e la loro discendenza
rotolati nella putredine
le barche cercano la riva
dove cammina la vedova scordata nei suoi abiti di vedova
la vedova dai seni retratti per aver troppo sofferto
quella che vien detta folle perduta eccola
ha fame e per disgusto vomita le viscere
il suo vomito schizza sulle tovaglie del banchetto
sul pelo già tanto sporco dei cani nella penombra
Essa morde e divora i suoi pugni
e i suoi pugni ogni notte rinascono
Essa si lacera le labbra
denuncia le tregue menzognere
tutta stronca cammina e cerca
camminerà fino al termine della notte
Talvolta sogna
di cavare gli occhi alle iene e ai licaoni
di tutti i cani selvaggi e della loro discendenza
Sotto placidi veli essa riepiloga le mute
ha imparato a dormire sulla sua tavola di legno duro
per aspettare l’arrivo del giorno
Mai più i cani selvaggi
Ma il giorno appartiene ai cani e alla loro discendenza
a tutti quelli che fuggono
con la coda fra le gambe
quando il furore delle acque minaccia
e che senza stato d’animo
nel fetore ritornano vent’anni dopo
Un giorno fuggiranno senza ritorno
grida la vedova
Fuggiranno senza coda né zanne
Fuori i cani Mai più gli sciacalli
I cani sghignazzano gli sciacalli digrignano i denti
brindano
ma lei non trema più in faccia alla morte
i suoi passi oramai conoscono
i segreti delle montagne addormentate
e le sue unghie affilate sotto il velo
le sue pupille
due spicchi di luna due falci
spiano il giro infernale dei cani selvaggi
due falci le sue pupille
ed essa ha il cuore freddo come le vecchie tigri
le sue mani soavi di un tempo
le sue meravigliose e tenere mani di amante
sotto il manto della notte le sue mani
due campi minati
crivellati di cardi neri.
La fin des illusions
französisch | José Acquelin
voici que je redescends de la montagne
que je comprends cette étrange chose
il y a dans toute solitude crue
une furie de tendresse folle
que très peu peuvent soutenir
elle porte en elle la conscience du zéro
elle offre ses mains et le reste aux vents
elle ne garde rien elle ne peut plus
alors on s’échappe du béton
on s’abstrait de la peur de soi-même
et les trémulations des amours
les magnétismes d’amitié
les cordages familiaux
le sang pesant des aïeux
tout cela est loin et c’est bien
nos ficelles s’épuisent
toute image de soi est toujours falsifiée
jamais dans la beauté de l’espace vide
où l’on n’est qu’un frisson gratuit
il n’y a plus de redevance
juste la violence de cette tendresse
qu’on est seul à pouvoir vivre seul
sans personne à qui dire combien
le langage quotidien est si loqueteux
alors on sait le poids toujours veuf
de ce mot liberté parfaitement synchrone
avec la dispersion du je
ce pronom si impersonnel
qu’on ne peut plus le prononcer
enfin il n’y a plus rien à attendre de soi
pour que commence ce là où s’arrêtent les mots
ce là qui n’est pas seulement d’ici
alors oui est le seul mot
désintégral il annihile
les histoires les drames les temps
un oui si calme qu’il ne répond plus
de ce monde de quadrilatères
il se tait oui ce oui
alors oui l’infini est
si friable si indestructible
il dit aussi vrai que cet être
qui ne dit plus rien
ce zig qui marche seul
si loin de tous
si proche de tout
qu’on dirait un papillon
que personne n’a jamais vu
aus: Le zéro est l’origine de l’au-delà
Éditions Les Herbes rouges, 2011
Audio production: Union des écrivains et des écrivaines québécois, 2013
La fine delle illusioni
italienisch
ecco che ridiscendo dalla montagna
che capisco questa cosa strana
presente in ogni cruda solitudine
un furore di folle tenerezza
che pochissimi posso sostenere
esso porta in sé la coscienza dello zero
offre le sue mani e tutto il resto ai venti
esso non guarda niente non ne può più
allora ci sottraiamo al cemento
ci astraiamo dalla paura di noi stessi
e dai tremori degli amori
dai magnetismi dell’amicizia
dai legami famigliari
dal peso del sangue degli avi
tutto ciò è lontano e va bene così
i nostri legami si esauriscono
ogni immagine di sé è sempre falsata
mai nella bellezza dello spazio vuoto
dove non siamo altro che un brivido gratuito
non c’è più nessun obbligo
solo la violenza di quella tenerezza
che siamo soli a dover vivere da soli
senza nessuno a cui dire quanto
il linguaggio quotidiano è così lacero
allora conosciamo il peso sempre vuoto
della parola libertà perfettamente sincrona
con la dispersione dell’io
questo pronome così impersonale
che non si può più pronunciare
alla fine non c’è più nulla da aspettarsi da se stessi
perché inizi là dove si fermano le parole
quello che non è solamente di qua
allora il sì è la sola parola
disintegrante essa annienta
le storie i drammi i tempi
un sì tanto calmo che non risponde più
di questo mondo di quadrilateri
tace il sì questo sì
allora è vero l’infinito è
così fragile così indistruttibile
dice il vero come questo essere
che non dice più niente
questo zig che cammina da solo
così lontano da tutti
così vicino a tutto
che si direbbe una farfalla
che nessuno ha mai visto
ABWESENHEITEN X / batjuškov
deutsch | Anne Seidel
batjuškov, bei dir wird es frueher dunkel, schleier und waende (batjuškov) ueber
schnee geschoben im warmen pelz (tier) vor den fassaden (haltungsboegen) der
russen mit den russischen augen im russischen oder sibirischen winter bei
russischem licht dein ausgestorbener blick.
der sprache noch im scheitern treu, wird der schnee kurz vor dem verschwinden
durch das kaelterwerden gerettet ein eiserner nachtzug zieht an dir vorueber
zerrt stille hinter sich her, fallende stuerme umwirken die fenster von außen.
aus: Chlebnikov weint
poetenladen, 2015
Audio production: Literaturwerkstatt Berlin, 2016
ASSENZE X/ batjuškov
italienisch
Batjuškov, da te fa buio prima, velami e pareti
(batjuškov) sopra
la neve stesi in calda pelliccia (di animale) dinanzi alle facciate
(archi di sostegno) dei
russi con occhi russi nell’inverno russo o
siberiano alla
luce russa il tuo sguardo spento.
Fedele alla lingua persino nella caduta, la neve
poco rima di sparire viene
salvata dall’aria che raffredda un treno di notte ti passa
sferragliando accanto
trascina dietro di sé il silenzio, le tempeste precipitando avvolgono le finestre
dall’esterno.
*** [und das ist (erst) der anfang]
deutsch | Anne Seidel
und das ist (erst) der anfang, das chaos, das umschattete verstoerte, welches den raum der vermischten praesenz aufzeigt. hier. eine lampe, ein tisch, ein stueck papier, die ganze welt in kisten, bis auf ein paar buecher. montale vor allem. die reise: ein abdruck der lautlosen folge ineinander gesprochener worte. sprach man sich zuvor an - so mit dem bedauern des geringsten. aber ja, sage ich dennoch. kleine dinge. wassergeraeusche, die nacht wird regiert und ein laut dringt durch die leerstellen der baeume, wie durch die schlaefen einer weißen entropie.
aus: Chlebnikov weint
poetenladen, 2015
Audio production: Literaturwerkstatt Berlin, 2016
*** [e questo è (solo) l’inizio]
italienisch
e questo è (solo) l’inizio, il caos, la confusione recinta di ombre, la quale mostra lo spazio della presenza confusa. qui. una lampada, un tavolo, un pezzo di carta, tutto il mondo in bauli, salvo un paio di libri. montale soprattutto. il viaggio: una stampa della muta fila di parole intrecciate l’una nell’altra. se ci rivolgevamo prima la parola – era con il rimpianto della minimalità. ma sì, dico comunque. piccole cose. rumori d’acqua, la notte viene governata e un suono penetra attraverso gli spazi vuoti fra gli alberi, come attraverso le tempie di una pallida entropia.
[este cuerpo es un país]
spanisch | Mayra Santos-Febres
este cuerpo es un país- pensó la mujer que escribe
la que por vez primera puso
su estampa sobre las superficies de la tierra.
este cuerpo es materia
como la piedra
y en él se encuentran dos sangres
la que traen los hombres de la caza
la que traemos las mujeres a la puerta.
una sangre atrae la depredación,
la otra marca los ciclos del tiempo.
veintiocho lunas
y la sangre resurge oscura
se vuelve tinta permanente
me convierte en fruta de la fruta.
estas piedras que todo lo han visto
conocen la historia.
sabe que todas las sangres son una.
aus: Lecciones de renuncia
Audio production: Haus für Poesie, 2019
[questo corpo è un paese]
italienisch
questo corpo è un paese – pensò la donna che scrive
quella che per prima impresse
la sua orma sulla faccia della terra.
questo corpo è materia
come la pietra
e in esso si trovano due sangui
quello che portano gli uomini dalla caccia
quello che portiamo noi donne alla porta.
un sangue attrae la depredazione,
un altro segna i cicli del tempo.
ventotto lune
e il sangue risorge oscuro
diventa inchiostro indelebile
mi converte in frutto del frutto.
queste pietre che tutto hanno visto
conoscono la storia.
sanno che tutti i sangui sono un sangue.
[a qué renuncia la mujer que escribe]
spanisch | Mayra Santos-Febres
¿a qué renuncia la mujer que escribe
porqué es guerrera la mujer que escribe,
qué batalla es la que tiene que enfrentar?
una no se mide con las bestias
no sale a cazar
una no mata para traer el sustento-.
por más que lo intenta,
tampoco puede una convertirse
en presa de la depredación.
¿es a eso a lo que se renuncia la mujer que escribe?
¿ a la permanencia en el país que son los cuerpos
del trabajos y de la presa?
¿acaso se puede entrar y salir de ese país?
ir de la caza a la casa, de los campos
al solitario abrazo de los signos
a los brazos del amado y de su ausencia
para que, aunque también él parta, logre retornar
al menos en canción?
¿ese amado es un cíclope y un ciclo
camina por los valles,
batallando la pregunta y el sustento?
¿será eso posible? – se pregunta la mujer que escribe,
cuestiona la mujer que escribe
toma nota.
aus: Lecciones de renuncia
Audio production: Haus für Poesie, 2019
[a che rinuncia la donna che scrive]
italienisch
a che rinuncia la donna che scrive
perché mai è guerriera la donna che scrive,
quale battaglia si trova ad affrontare?
una non si misura con le bestie
non va a caccia
una non ammazza per trarre sostentamento -.
per quanto lo tenti,
né tantomeno una può trasformarsi
in preda della predazione.
è questo a cui rinuncia la donna che scrive?
alla permanenza nel paese rappresentato dai corpi
del lavoro e del saccheggio?
forse si può entrare ed uscire da quel paese?
andare dalla caccia alla casa, dai campi
al solitario abbraccio dei segni
alle braccia dell’amato e della sua assenza
a che, ovunque vada, riesca a ritornare
almeno come canzone?
è questo amato un ciclope e un ciclo
cammina per le valli,
lottando per il bisogno e il sostentamento?
sarà possibile tutto ciò? – si chiede la donna che
scrive,
ne dubita la donna che scrive
ne prende nota.
(luna en Piscis)
spanisch | Mayra Santos-Febres
estoy de vuelta,
estoy de vuelta,
estoy de vuelta
y ningún hombre ya jamás
podrá encerrarme en sus abrazos.
Estoy de vuelta a la inocencia.
Regreso a la que una vez fui.
¿Será que me muero pronto?
Es extraño este regreso.
Es como nunca haberse ido
después de una negarse,
escupirse tres veces en la cara,
conjurar el nombre
que siempre fue el propio.
No sé si me explico.
No sé si alguna vez
pueda volver a intentar explicarme.
No vale la pena.
El regreso al punto de partida
es como nunca haber partido
y, a la vez, caminarse por dentro;
ver los pasos desandándose
y una niña,
una simple niña disfrazada de mujer sabia,
rotundamente regresa.
aus: BOAT PEOPLE
Audio production: Haus für Poesie, 2019
(luna in Pesci)
italienisch
son diritorno,
son di ritorno,
son di ritorno
e nessun uomo mai più
potrà stringermi fra le braccia.
Son di ritorno verso l’innocenza.
retrocedo verso ciò che fui una volta.
Sarà che presto dovrò morire?
È strano questo ritorno indietro.
È come non essere mai partita
dopo essersi rinnegata,
essersi sputata in faccia tre volte,
rinnegare il nome
che sempre fu tuo.
Non so se mi spiego.
Non so se una volta
possa tornare a spiegarmi.
Non vale la pena.
Il ritorno al punto di partenza
è come non essere mai partita
e al contempo camminarsi dentro,
ripercorrendo i propri passi
e una bambina
una semplice bambina travestita da donna saggia
decisamente ritorna.
[Un demonio igual …]
spanisch | Ana María Rodas
Un demonio igual al tuyo me recorre en el día
y se enrosca sobre mi lado izquierdo
cuando en cualquier momento mi cuerpo busca
incrustarse en el sueño
Es un demonio absurdo cínico violento
que se tiñe de azul de verde de morado
igual al tuyo
Sólo que tiene pechos
aus: Cuatro Esquinas del Juego de una Muñeca.
Guatemala
Audio production: 2005, M.Mechner / Literaturwerkstatt Berlin
[Un demone simile …]
italienisch
Un demone simile al tuo mi rincorre di giorno
e si rannicchia sul mio lato sinistro
ogni momento in cui il mio corpo cerca
di rifugiarsi nel sogno.
È un demone assurdo cinico violento
che si tinge di azzurro di verde di viola
Simile al tuo.
Solo che non ha seni.
[Vous remontez des gorges noires de la ville]
französisch | Rachel Leclerc
Vous remontez des gorges noires de la ville
vers une femme dont le souvenir ne revient à personne
et qui ordonne les fuseaux de votre existence
plus tard la nuit vous mènera telle une banquise
jusqu’à l’aube où tout agonise et vous marcherez
quelque part dans le quartier cru des banques
les épaules jetées comme des météores
des colonnes de chiffres plein les yeux
avec votre terrifiante pâleur de petit col blanc
vous flânerez parmi les rougeauds de la voirie
votre père était de ceux-là peut-être
qui pavaient des avenues où vous allez maintenant
le cœur et le front cerclés d’une autre mémoire
aus: Je ne vous attendais pas
Montréal: Éditions du Noroît, 1998
Audio production: Union des écrivains et des écrivaines québécois
[Voi risalite dalle nere gole della città]
italienisch
Voi risalite dalle nere gole della città
verso una donna di cui nessuno si ricorda
e che ordina i fusi orari della vostra esistenza
più tardi di notte vi porterà come una banchisa
fino all’alba dove tutto agonizza e voi camminerete
da qualche parte nel quartiere crudo delle banche
con le spalle gettate come meteore
con gli occhi piedi di colonne di cifre
col vostro pallore terrificante da piccolo colletto bianco
voi vagherete fra le macchie rosse della nettezza
forse vostro padre era uno di coloro
che tappezzano i viali dove voi ora camminate
con il cuore e la fronte fasciati da un’altra memoria.
[Vous ne direz pas la faim et l’aurore silencieuse]
französisch | Rachel Leclerc
Vous ne direz pas la faim et l’aurore silencieuse
dans les tranchées où les hommes dessinaient
des sourires d’enfants avec la pointe du fusil
des visages et des secrets pour étancher leur soif
des yeux d’ombre et de boue afin que tout soit pareil
et que la vie pareillement vous soit une femme
restée là dans un roman qui n’était plus le vôtre
dans une famille que vous n’alliez pas retrouver
car au bout des tranchées de l’histoire il y aurait
des escaliers à remonter dans une autre histoire
des boutons à recoudre et des biscuits pour la faim
après l’histoire il vous en resterait la conscience
et un sommeil détraqué dans l’hiver épouvante
aus: Je ne vous attendais pas
Montréal: Éditions du Noroît, 1998
Audio production: Union des écrivains et des écrivaines québécois
[Voi non direte la fame e l’aurora silenziosa]
italienisch
Voi non direte la fame e l’aurora silenziosa
nelle trincee dove gli uomini disegnano
sorrisi di bambini con la punta del fucile
volti e segreti per spengere la loro sete
occhi d’ombra e di fango affinché tutto sia uguale
e che la vita ugualmente vi sia come una donna
rimasta là nel romanzo che non era più il vostro
in una famiglia che voi non andavate più a ritrovare
perché in fondo alle trincee della storia ci sarebbero
gradinate da risalire verso un’altra storia
bottoni da ricucire e biscotti per la fame
dopo la storia ve ne rimarrebbe la coscienza
e un sonno psicotico nell’inverno spaventa
[Pour votre empreinte laissée devant ma porte]
französisch | Rachel Leclerc
Pour votre empreinte laissée devant ma porte
et les armes rouillées que vous m’abandonnez
je serai la pitié la reconnaissance même
pour votre visage apparu dans mes livres savants
qui refait la route d’un village au bord de la mer
un cimetière d’été suffocant sous la colline
mais pour le temps passé dans la disgrâce des chairs
avec ce manque d’air qui me vient à cinq heures
pour n’avoir pas même guetté l’ombre à la fenêtre
et pour la nuit basculée dans ma main
aus: Je ne vous attendais pas
Montréal: Éditions du Noroît, 1998
Audio production: Union des écrivains et des écrivaines québécois
[Per la vostra impronta lasciata davanti alla mia porta]
italienisch
Per la vostra impronta lasciata davanti alla mia porta
e le armi rugginose che mi avete lasciato
io sarò la pietà la riconoscenza stessa
per il vostro volto apparso nei miei libri saggi
che rifà la strada di un villaggio in riva al mare
un cimitero d’estate soffocante sotto la collina
ma per il tempo passato nella disgrazia delle carni
con quella mancanza d’aria che mi assale alle cinque
per non aver neppure spiato l’ombra alla finestra
e per la notte basculata nella mano
[On ne saurait dire de quel premier mal]
französisch | Rachel Leclerc
On ne saurait dire de quel premier mal
sont venus vous encercler tous les autres
les membres ne se dénouent plus dans le sommeil
l’estomac devient le repaire des ombres
soudain le corps est un bloc de déception
timide et pressé qui passe sous les auvents
et va disputer ses misères à la multitude
la tête est un oiseau pris de vertige
penchée sur des mains grises et désolées
un regret poli s’étirant sous le chapeau
aus: Je ne vous attendais pas
Montréal: Éditions du Noroît, 1998
Audio production: Union des écrivains et des écrivaines québécois
[Non si potrebbe dire di quale primo male]
italienisch
Non si potrebbe dire di quale primo male
sono venuti a circondarvi tutti gli altri
le membra non si denudano più nel sonno
lo stomaco diventa il ricettacolo delle ombre
a un tratto il corpo è un blocco di delusione
timido e contratto che passa sotto le tettoie
e va a disputare le proprie miserie alla folla
la testa è un uccello preso nella vertigine
reclinata su mani grigie e desolate
mentre un gentile rimpianto si allunga sotto il cappello
[Nous ne saurons de vous que la possession dernière]
französisch | Rachel Leclerc
Nous ne saurons de vous que la possession dernière
un homme faisant sa vie dans le quotidien banal
d’un appartement vétuste où les cadrans le tyrannisent
où le papier peint a l’air fatigué des jours d’orage
il a porté son âge dans l’ombre sans fin de la terre
avec la gêne muette d’appartenir encore à sa naissance
il revient au meublé comme au charnier des ancêtres
son existence entre les mains comme une herbe mauvaise
un appétit d’être qui pousse et qui s’acharne toujours
une terrible magie qui ne cesse pas de le contredire
quand la nuit le berce dans un corset d’insomnie
ramenant un à un les visages affamés de la veille
aus: Je ne vous attendais pas
Montréal: Éditions du Noroît, 1998
Audio production: Union des écrivains et des écrivaines québécois
[Non sapremo di voi che l’ultimo possesso]
italienisch
Non sapremo di voi che l’ultimo poccesso
un uomo che passa la vita nel banale quotidiano
di un vetusto appartamento dove i quadranti lo tirannizzano
dove la tappezzeria ha l’aria stanca dei giorni d’uragano
lui ha portato la propria età nell’ombra infinita della terra
con la noia muta d’appartenere ancora alla sua nascita
egli ritorna all’ammobiliato come al carniere degli avi
con l’esistenza fra le mani come un’erba cattiva
un appetito di esistenza che cresce e si accanisce sempre
una terribile magia che non cessa di contraddirlo
quando la notte lo culla in un corsetto d’insonnia
rievocando uno ad uno i volti affamati della vigilia
[Le poing fermé sur les années d’enfance]
französisch | Rachel Leclerc
Le poing fermé sur les années d’enfance
vous ne livrerez pas ce temps à la mémoire
ni l’étouffement des ruelles en automne
ni le carré de fraîcheur aux fenêtres
où vous possédiez le monde et la gloire
le bas quartier de soleil et de fêlures
et le retour des pères en fin d’après-midi
qui roulaient des épaules dans l’ombre des portiques
pour un seul baiser de poussière
accordé à la joue des plus petits
aus: Je ne vous attendais pas
Montréal: Éditions du Noroît, 1998
Audio production: Union des écrivains et des écrivaines québécois
[Il pugno chiuso sugli anni dell’infanzia]
italienisch
Il pugno chiuso sugli anni dell’infanzia
voi non affiderete quel tempo alla memoria
né il soffocamento dei vicoli in autunno
né il riquadro di freschezza alle finestre
dove possedevate il mondo e la gloria
il basso quartiere di sole e di fenditure
e il ritorno dei padri in fine pomeriggio
che si chinavano nell’ombra dei portici
per un solo bacio di polvere
concesso alla guancia dei più piccoli
[Le bonheur taquin sur la table de chevet]
französisch | Rachel Leclerc
Le bonheur taquin sur la table de chevet
passe et repasse le chas d’une aiguille oubliée
vous sombrez dans le repli de vos inquiétudes
mais la main de votre femme traverse le silence
et la joute des puissants peut grever le monde
les voleurs peuvent s’engouffrer dans les ruelles
les arbres se pétrifier dans les squares déserts
vous ne guettez plus que le rougeoiement de la nuit
et la touffeur d’un été trop mûr à la fenêtre
pour la caravelle tranquille de vos hanches
où la main cueille un ruissellement d’étoiles mortes
aus: Je ne vous attendais pas
Montréal: Éditions du Noroît, 1998
Audio production: Union des écrivains et des écrivaines québécois
[La gioia burlona sul piano del comodino]
italienisch
La gioia burlona sul piano del comodino
passa e ripassa la cruna di un ago scordato
voi sprofondate nella piega delle vostre inquietudini
ma la mano di vostra moglie attraversa il silenzio
e la giostra dei potenti può gravare sul mondo
i ladri possono accalcarsi nei vicoli
gli alberi pietrificarsi nelle piazzette deserte
voi non spiate altro che il rosseggiare della notte
e l’afa di un’estate troppo matura alla finestra
per la caravella tranquilla dei vostri fianchi
dove la mano coglie un rivolo di stelle morte
[Dans le tramway vous avancez coude à coude]
französisch | Rachel Leclerc
Dans le tramway vous avancez coude à coude
avec ceux qui vous ressemblent par le mystère
inutile d’aller ce soir du côté du vieux canal
et des maisons pourries qui soutiennent la montagne
le train passe toujours en crachant aux façades
des bâtiments où fument les chimères
jadis n’étiez-vous pas de cette engeance
qui voulait pour les siens un avenir meilleur
de ceux qui s’enrôlent en criant victoire
sur le cargo d’un mauvais voyage
aus: Je ne vous attendais pas
Montréal: Éditions du Noroît, 1998
Audio production: Union des écrivains et des écrivaines québécois
[Nel tramway voi avanzate gomito a gomito]
italienisch
Nel tramway voi avanzate gomito a gomito
con quelli che vi assomigliano per il mistero
inutile di andare stasera dalle parti della vecchia gora
e delle case fradice che sostengono la montagna
il treno passa sempre sputando alle facciate
dei casamenti dove fumano le chimere
un tempo non eravate di quella progenie
che voleva per i suoi un avvenire migliore
di quelli che si arruolano gridando vittoria
sopra il cargo di un viaggio desolato
[Cette douleur sera la vôtre désormais]
französisch | Rachel Leclerc
Cette douleur sera la vôtre désormais
et plus rien ne vous séparera du nombre
qu’un peu de temps compté sur des promesses
rien n’empêchera la défaite du corps
veillant aux comptoirs patinés de la ville
sinon le regard qui va descendre et s’attacher
au fleuve cassé d’un printemps tardif
loin des panneaux-réclames de la détresse planétaire
et de votre comptabilité sur les guerres lointaines
cette douleur aujourd’hui dans la clarté des choses
si étrangère et pourtant si proche du cœur
est votre espoir crevé d’une plage de corail
qui maintenant vous appartient plus que jamais
et vous ne marchez plus qu’en vous-même libéré
comme un jardin dépouillé de ses racines
aus: Je ne vous attendais pas
Montréal: Éditions du Noroît, 1998
Audio production: Union des écrivains et des écrivaines québécois
[Questo dolore sarà il vostro ormai]
italienisch
Questo dolore sarà il vostro ormai
e più nulla vi separerà dal novero
se non un po’ di tempo contato sulle promesse
nulla impedirà il disfacimento del corpo
in veglia ai banconi patinati della città
se non lo sguardo che sta per calare e fissarsi
sul fiume spezzato di una primavera tardiva
lontano dai cartelli pubblicitari dell’angoscia planetaria
e dalla vostra contabilità sulle guerre lontane
questo dolore oggi nella chiarezza delle cose
così estranea eppure così vicina al cuore
è la vostra speranza trafitta di una spiaggia di corallo
che adesso vi appartiene più che mai
e voi non camminate più se non in voi stesso liberato
come un giardino spoglio delle proprie radici
[Au nord de chez vous sur le grand boulevard]
französisch | Rachel Leclerc
Au nord de chez vous sur le grand boulevard
avec l’air naufragé des petites semaines
les chevaux croisaient encore les Ford sombres
c’était pourtant dimanche et vous aviez sept ans
il ventait des poudres d’or et des chapeaux perdus
dans le bruissement des feuilles tombées
dans un fracas de branches et de portes claquées
la guerre achevait de crever ses hommes
vous n’étiez jamais venu si loin
jamais si seul dans la clameur de la ville
aus: Je ne vous attendais pas
Montréal: Éditions du Noroît, 1998
Audio production: Union des écrivains et des écrivaines québécois
[A nord di casa vostra sul gran boulevard]
italienisch
A nord di casa vostra sul gran boulevard
con l’aria dei naufraghi delle settimane grigie
i cavalli incrociavano ancora le Ford scure
sebbene fosse domenica e voi foste di sette anni
il vento soffiava via pulviscoli d’oro e cappelli persi
nel fruscio delle foglie cadute
in un fracasso di ramaglie e di porte sbattute
la guerra finiva di travolgere i suoi uomini
voi non eravate mai giunto così lontano
mai così solo nello schiamazzo della città
7TH JANUARY
englisch | Sean Borodale
Four inches of snow. The hive a hut
of silence and darkness.
I found a stick and scratched
a small translucent tunnel to the door.
Are you in there?
I've brought some light and air. No answer.
aus: Bee Journal
London: Jonathan Cape, 2012
Audio production: Haus für Poesie, 2020
Sette gennaio
italienisch
Cinque pollici di neve. L’alveare una casetta
di silenzio e oscurità.
Ho trovato un bastoncino e ho praticato
un angusto tunnel illuminante fino alla porta.
Sei lì dentro?
Ho portato un po’ di luce e di aria. Nessuna risposta.
Traum vom Tod Georg Heyms
deutsch | Richard Anders
Von einer Sekunde
von einer Eisscholle
zur andern springend
während von einer Sekunde
zur anderen
eine Eisscholle von der anderen treibt
eine Sekunde von der anderen treibt
ein Himmelskörper vom anderen treibt
weiß er
daß zwischen Eisschollen
und Sekunden
und Himmelskörpern
der Abstand endlich
endlos wird
und er
wie weit er auch springt
über kurz oder lang
einmal zu kurz springt
aus: Die Pendeluhren haben Ausgangssperre
Berlin: Druckhaus Galrev, 1998
ISBN: 3-933149-07-X
Audio production: Literaturwerkstatt Berlin, 2005
Sogno della morte di Georg Heym
italienisch
Da un secondo all’altro
da una lastra di ghiaccio
all’altra saltando
mentre da un secondo
all’altro
una lastra fila via dall’altra
un secondo fila via dall’altro
un corpo celeste fila via dall’altro
lui sa
che fra le lastre di ghiaccio
e i secondi
e i corpi celesti
la distanza alla fine
diventa infinita
e lui
comunque salti lontano
fra breve o lungo tempo
una volta il salto lo farà troppo breve.
Nichts
deutsch | Richard Anders
Ohne Rumpf und Gesicht
Blickst du augenlos aufs Meer
Der Himmel ist randvoll mit Nichts
Im ausgebrannten Haus
Denkst du dir für den Blick
Einen Kopf aus
um augenlos auf nichts
als dies Meer zu blicken
bis das Erdachte schäumt
aus: Die Pendeluhren haben Ausgangssperre
Berlin : Druckhaus Galrev, 1998
ISBN: 3-933149-07-X
Audio production: M.Mechner / literaturWERKstatt berlin 2005
Nulla
italienisch
Senza torso né volto
guardi senz’occhi al mare
il cielo è stracolmo di nulla
Nella casa combusta
immagini per uno sguardo
una testa
per guardare senz’occhi
questo mare e nient’altro
finché il pensato non schiuma.
Alemannische Mangos
deutsch | Marie T. Martin
Wenn die Zweige zum Boden geneigt sind kannst du
auf den Baum klettern immer weiter so wie man
die Leiter wegwirft auf der man steht wenn du hinsieht
sind die klein geschrumpften Brombeeren aus diesem Jahr
alemannische Mangos die immer noch süß schmecken
wenn du still bist hörst du wie das Blut in den Bahnen wandert
wie es Geschichten erzählt aus Jahren als du mit
Bussarden geflogen bist wenn wir still sind hören wir
unter der gefrorenen Erde Verbindungen wachsen von Buche
zu Buche sehen Wunden nicht heilen aber vernarben wenn wir
weitergehen sind die toten Hummeln wieder lebendig gibt es
noch Lichtungen auf denen Wegerich wächst um ihn auf Schnitte zu legen
wenn wir die Gesichter einander zuwenden aus dem Inneren
der Rinde dieser feine ins Überall reichende Gesang wächst
sehen wir dass die Brombeeren aus diesem Jahr wieder rund sind
dass alemannische Mangos einen Kern aus Licht haben dass wir
wenn wir zusammen gehen nicht verschwunden sind
aus: Rückruf
Leipzig: Poetenladen-Verlag, 2020
Audio production: Haus für Poesie, 2020
Manghi alemanni
italienisch
Quando i rami s’inchinano fino a terra tu puoi
salire sull’albero sempre più su così come uno
getta via la scala su cui si trova se guardi bene
ci sono delle more raggrinzite di quest’anno
manghi alemanni che sono ancora dolci
se stai zitto senti come il sangue circoli nelle condotte
come narri storie degli anni in cui tu
sei volato via con le poiane se ci teniamo in silenzio
sentiamo sotto la terra gelata dei legami che crescono fra faggio
e faggio le ferite non guariscono bensì cicatrizzano se noi
procediamo i bombi morti ritornano in vita ci sono
ancora radure su cui cresce la piantaggine da metterla sui tagli
quando rivolgiamo la faccia l’uno all’altra dall’interno
delle scorze cresce questo canto che ci raggiunge ovunque
e noi vediamo che le more di quest’anno sono ancora piene
che i manghi alemanni hanno un seme di luce che noi
se camminiamo insieme non siamo scomparsi.
Zauderfell
deutsch | Marie T. Martin
Dir wächst das Zauderfell, es wächst und du
erkennst sehr schnell, dass es dich überwächst,
dass es beständig weiterwächst, elend, wenn es
dich zudeckt du nicht mehr weiterkommst,
kommt es aus dem Kopf? Es gibt keinen Ort an dem
Wehen wachsen, Schnee sich verdichtet zu
Lawinen Gebilden außer im Kopf. Dir wächst das
Zauderfell, binde den Geist an den Zaunpfahl wie
ein Pferd, trample dir Pfade frei Seitenäste Fingerwege
zum Stromern fellig im Mund fehlt Spucke zum Sprechen
aber sag.
aus: Rückruf
Leipzig: Poetenladen-Verlag, 2020
Audio production: Haus für Poesie, 2020
Pelle tremula
italienisch
Ti sale la pelle tremula, ti sale e tu
ti accorgi subito che ti sovrasterà,
che continuerà a crescere, poveretto, quando
ti coprirà, tu non potrai andare avanti,
proviene dalla testa? Non c’è luogo dove
i dolori crescano, la neve si addensi in
valanghe al di fuori della testa. Ti sale la
pelle tremula, lega lo spirito al palo dello steccato come
un cavallo, apriti varchi liberi pestando coi piedi
fra rami di traverso e percorsi delle dita
fino a vagabondare escoriato in bocca manca la saliva per parlare
ma parla.
Antarktika
deutsch | Marie T. Martin
Die rasselnde Kette eines Raupenschleppers
kommt vom Geräusch, das die Berge machen,
wenn sie sich verschieben, das Klappern der
Klarinette, der Schlange, die Tastatur deines
Laptops. Das Rauschen des Rotbachs hat dein
Blut besungen, dass es zäh werde, die Rinde
einer Birke weiß etwas über die Beschaffenheit
der Geister in deinem Kühlschrank. Wie kalt sind die
Zungen in Antarktika, wohin ich immer mit dir
reisen wollte, um das letzte Eis zu sehen, die
Reste von Göttern in Robbenfell, Silberzimmer,
die kein Navigationsgerät findet. Die Silben ver-
schlucken uns wie winzige blinde Krebse, die
ewig am Grund einer Grotte leben. Bis der erste
Lichtstrahl trifft und wir uns sehen können:
ein Gebilde aus Kalk und singender Milch.
aus: Rückruf
Leipzig: Poetenladen-Verlag, 2020
Audio production: Haus für Poesie, 2020
Antartide
italienisch
La sferragliante catena di un caterpillar
proviene dal rumore che fanno i monti
quando si spostano, il tremolio del
clarinetto, della serpe, la tastiera del tuo
portatile. Il gorgogliare del torrente rosso ha
cantato il tuo sangue, tal che si rapprende, la scorza
di una betulla sa qualcosa della conformazione
degli spiriti dentro il tuo frigorifero. Come son fredde
le lingue nell’Antartide dove da sempre volevo
andare in viaggio con te a vedere l’ultimo ghiaccio,
i resti di Dei in pelliccia di foca, le camere d’argento
che nessun navigatore riesce a trovare. Le sillabe ci
ingoiano come granchiolini ciechi che vivono
in eterno sul fondo di una grotta. Fino a che non entri
il primo strale di luce e noi possiamo scorgerci:
un’immagine di calcare e di latte cantante.
Und die Luft?
deutsch | Marie T. Martin
Komm näher wenn der Koffer
sich zugeklappt hat wenn die
Geschichten sich verwandeln
in den tieferen Schichten
geteilte Luft die wir atmen
wuchs eine Pappel vor dem
Fenster oder war mein Blick
so schnell dass die Äste
bereits das Dach überwuchern
habe ich mich weggedreht oder
kehrst du mir nach Jahren im
Traum den Rücken zu? Alles
ist gespeichert in den Zellen
dem Luxherz dem Ort mit der
größtmöglichen Schwingung
die Stühle sind längst überwachsen
aber alles kämpft sich nach Jahren
den Weg frei um neu betrachtet
zu werden. und die Luft? Atmest
du noch? Sprichst du manchmal mit
einer die aussieht wie ich? Sind die
Gestalten verbunden im Immer. Das
jetzt ist?
aus: Rückruf
Leipzig: Poetenladen-Verlag, 2020
Audio production: Haus für Poesie, 2020
E l’aria?
italienisch
Vienimi più accosto quando la valigia
si sarà chiusa di scatto quando le
storie si trasformeranno
negli strati più fondi
la luce condivisa che respiriamo
è sorta dai pioppi di faccia alla
finestra o il mio sguardo è stato
così rapido che i rami
hanno invaso già il tetto
mi sono voltata o sei
tu che mi volti le spalle dopo anni in
sogno? Tutto è immagazzinato
dentro le cellule
nel cuore di luce nel luogo con
la maggiore oscillazione possibile
le sedie son coperte da tempo di vegetazione
ma tutto lotta da anni
per aprirsi un varco ed essere osservato
di nuovo, e l’aria? Respiri
ancora? Parli talvolta con
una che mi assomiglia? Sono
connesse le immagini nel Sempre. Che
è ora?
Farn
deutsch | Marie T. Martin
Ein Ort der aus Zuhören wächst
aus Farn den ausgerollten Nächten
in denen du wach liegst
deiner Schwester Geschichten erzählst
mit offenem Ausgang
Blatt um Blatt führen sich
die Tage fort füllen sich die
Seitenarme mit Figuren
Natternzunge du spulst etwas aus
das in der Mundhöhle schläft
zwischen den Blättern sitzt du
spiralige Formen die im All
wiederkehren zischt es
in den Ohren Sporen
kleben an deinen Füßen
unsichtbar willst du sein
hilft ein Gebräu aus Farnsamen
gegen Schatten die nachts
dein Bett umstellen
noch ist die Ahnenreihe
nicht sichtbar aber du weißt
du weißt: Windung um Windung
kommst du empor lernst du
zu sehen
hörst du wie die Planeten sich drehen
im Takt wächst Farnkraut im Takt wächst
ein Apfel enthüllt dir die Welt auf einem
Teller
aus: Rückruf
Leipzig: Poetenladen-Verlag, 2020
Audio production: Haus für Poesie, 2020
Felce
italienisch
Un luogo che cresce dall’ascolto
dalla felce dalle notti srotolate
in cui tu giaci in veglia
e racconti storie a tua sorella
storie a finale aperto
foglia a foglia procedono
i giorni gli abbracci della pagina
si riempiono di figure
di lingue di colubro tu spurghi qualcosa
di assopito nella tua cavità orale
stai seduta fra le foglie
forme a spirale che nello spazio
ritornano sibilando
alle orecchie delle spore
si attaccano ai tuoi piedi
vuoi essere invisibile
ti aiuta un decotto di semi di felce
contro le ombre che di notte
assediano il tuo letto
ancora non è visibile
la teoria degli antenati ma io so
tu sai: spirale dopo spirale
risali e impari
a vedere
senti i pianeti che girano
ritmicamente cresce la felce ritmicamente cresce
una mela ti svela il mondo sopra un
piatto
Wieviele Wörter braucht man für eine Legende?
deutsch | Marie T. Martin
Wie die Hagebutte am Strauch
ist der Platzregen plötzlicher
Lichteinfall sind die Eltern da
aus dem Nichts gekommen und
immer so alt wie jetzt
Stück für Stück legt sich
das Skelett im Boden frei
Knochen Gesichter der Abdruck
eines Körpers je älter du wirst
desto tiefer kannst du
das Zimmer betreten
jetzt ist unser Haus wie ein Hemd
gewendet das Licht lässt sich
erkennen Körnchen um Körnchen
legst du mit Reis ein Orakel
verbinde die Punkte die Küche das Bad
rasch die Zimmer sind schon
mit den Buchen verwachsen
aus: Rückruf
Leipzig: Poetenladen-Verlag, 2020
Audio production: Haus für Poesie, 2020
Quante parole ci vogliono per una leggenda?
italienisch
Come la rosa canina a mazzi
è l’acquazzone un improvviso
arrivo di luce i genitori sono venuti
qui dal nulla e
son sempre della stessa età
pezzo pezzo si depone
lo scheletro sul terreno libero
ossa volti l’impronta
di un corpo quanto più diventi vecchio
tanto più a fondo
puoi entrare nella stanza
ora la nostra casa è come una camicia
rivoltata la luce s’intravvede
granello per granello
tu disponi con il riso un oracolo
unisci i punti la cucina il bagno
a un tratto le stanze sono già
invase di faggi
Ciel
deutsch | Marie T. Martin
Ist das der Himmel oder sind das
die Wellen, fädiges Flimmern, die
Gischt, die dich an Land bringt,
birgt dich eine Höhlung oder holt
dich ein loses Flattern?
Ist es ein Gewebe, eine bewegte
Ebene aus Wasser und Licht oder
atmende Härchen, durch die etwas
strömt von Zelle zu Zelle. Ist es
dein Erleben oder das Sehen von
dir Selbst mit inneren Augen?
Dringen diese Poren in offene
Wunden, durchsiebt dich durch
die Ohren ein Sirren von Verlorenem?
Ist das Jetzt jetzt?
Nach einer Arbeit von Georgia Russell
aus: Rückruf
Leipzig: Poetenladen-Verlag, 2020
Audio production: Haus für Poesie, 2020
Ciel
italienisch
È questo il cielo o son queste
le onde, tremula fibrosità, la
schiuma che ti porta sulla riva,
ti protegge una caverna o ti
afferra un singolo guizzo?
È un tessuto, una commossa
superfice equorea e aerea oppure
una peluria che traspira, da cui
qualcosa si propaga da cellula a cellula. È
il tuo vissuto o è la visione di
te stessa attraverso un occhio interiore?
Si dilatano questi pori in aperte
ferite, ti filtra nell’orecchio
un ronzio di cose perdute?
È ora l’ora?
Ispirata ad un’opera di Georgia Russel
Brief im April
deutsch | Marie T. Martin
Bekommst du noch Briefe von Toten? Ich schreibe dir
ins Jahr nach deinem Tod, was siehst du ohne Augen?
Hier wachsen Blauschote und Glimmerkraut, später
wird sich enthüllen, welche Sätze wichtig gewesen
wären. Schreibst du noch Briefe, ich schreibe mir
selbst ins Jahr meiner Geburt, ein Rollbild auf
einem Parkplatz die Kalligrafie von Reifen. Wurdest du
älter, sieht dich die fahrende U-Bahn, hält dich der Ahorn
dazwischen? Versprich mir wach zu bleiben, versprich
mir eine Rede an die Seele, in einem Gebinde aus
Weißdorn und Wacholder. Versprich mir aufzuwachen,
versprich mir, dich nie zu verlassen.
aus: Rückruf
Leipzig: Poetenladen-Verlag, 2020
Audio production: Haus für Poesie, 2020
Lettera di aprile
italienisch
Ricevi ancora lettere dai morti? Ti scrivo
l’anno dopo la tua morte, cosa vedi senz’occhi?
Qui cresce decaisnea fargesii ed erba luminosa, in seguito
si scoprirà quali frasi sarebbero state importanti.
Scrivi ancora lettere, io scrivo a me stessa
per il mio compleanno, si srotola
sul lastrico di un parcheggio la scrittura degli pneumatici.
Sei invecchiato, ti guarda la metropolitana che corre, ti tiene
incastrato l’acero? Promettimi di restare sveglio, promettimi
un discorso per l’anima, in un fascio di
biancospino e di ginepro. Promettimi di svegliarti,
promettimi di non abbandonarti mai.
Postkarte
deutsch | Marie T. Martin
Hier ist es wie nirgendwo, die Gräser leuchten. Hier ist es wie
es überall sein könnte, Stimmen fliegen, flechten sich ineinander,
ohne dass du die Hände ausstrecken musst in Verteidigung.
Der Regen fällt manchmal nach oben und du fliegst, kopfunter,
in die Wolkenfelder wie früher, als du den Königskerzen gefolgt bist.
Langsam, mit einem Knacken, bricht das Schneckenhaus, weil
du es nicht mehr brauchst. Hier ist es wie nirgendwo, der Ahorn
ist gewachsen, in seinen Ästen hast du gesessen als Käferin
oder als Licht. Hast du noch ein Telefon oder benutzt du schon
längst das Telegrafenamt an den Wurzeln? Ameisen tickern
Botschaften in das Holz, Myzele leiten Geschichten weiter,
Myriaden von Märchen voller neuartiger Figuren. Hier ist es wie
es sein könnte, wenn die Rippen nicht verklammert wären –
stimmt deine Nummer noch?
aus: Rückruf
Leipzig: Poetenladen-Verlag, 2020
Audio production: Haus für Poesie, 2020
Cartolina postale
italienisch
Qui non è come da tutte le altre parti, le erbe risplendono. Qui è come
potrebbe essere da tutte le altre parti, volano voci, s’intrecciano fra loro,
senza che tu debba alzare le mani a difesa.
Talvolta la pioggia cade verso l’alto e tu voli, a testa in giù,
nei campi di nubi come prima quando seguivi le punte di verbasco.
Lentamente, scricchiola e si sgretola il guscio di lumaca, perché
tu non ne hai più bisogno. Qui non è come da tutte le altre parti, l’acero
è cresciuto, sopra i suoi rami ti posavi come una maggiolina
o come una luce. Possiedi ancora un telefono oppure usi già
da tempo l’ufficio del telegrafo alle radici? Formiche stanno
ticchettando messaggi nel legno, miceli continuano le loro storie,
miriadi di fiabe piene di nuove figure. Qui è come
potrebbe essere, se le costole non fossero aggrovigliate –
hai ancora lo stesso numero?
[Im Schatten der Garagen]
deutsch | Marie T. Martin
Im Schatten der Garagen das Netz mit den Früchten
jetzt gehst du aufrecht jetzt hast du eine Stimme
es weben sich Alter und Abend in eins so dass du
bei Dämmerung schon sprechen kannst später
singst du Lieder schaust du dir Meridiane
auf Orangenschnitzen an noch bist du locker in den Knien
jederzeit könnte die Welt kippen und in den Korb
fallen wie ein Kopf es weben sich Alter und Abend in eins
so dass du bei wachsender Dunkelheit flüstern kannst
später schweigst du lieber es kehret alles noch herrlicher
wieder du hast deine Zweifel siehst drüben das Netz
mit den Früchten im Schatten der Garagen
aus: Wisperzimmer
Leipzig: Poetenladen-Verlag, 2012
Audio production: Haus für Poesie, 2020
[All’ombra dei garage]
italienisch
All’ombra dei garage la reticella con la frutta
adesso stai andando dritta adesso hai una voce
si intessono l’una nell’altra età e sera sì che tu
possa parlare già nel crepuscolo poi
canterai canzoni osservi i meridiani
su fette d’arancia vacilli ancora sui ginocchi
in ogni momento il mondo potrebbe dar di balta e cadere
nel corbello come una testa mozza si intessono l’una nell’altra età e sera
a che tu possa bisbigliare quando il buio avanza
in seguito è meglio che tu taccia tutto ritorna più splendido
di prima hai i tuoi dubbi guarda là oltre la reticella
con la frutta nell’ombra dei garage
[Und überall können wir singen]
deutsch | Marie T. Martin
Und überall können wir singen
im Hinterhof an der Kasse des Supermarkts
in der Küche nachts wenn die Nachbarin
die Stirn auf die Tischplatte legt
und die Schaufenster leuchten
überall können wir den Mund öffnen
das Licht schlucken das gerade eben
noch da war zwischen deinen Fingern
überall können wir drei Schritte gehen
im Takt über die Betonplatten des Gehwegs
den Spielplatz auf dem die Kinder
zwischen Himmel und Hölle stehen
überall können wir singen am Briefkasten
der voller Sand ist am Parkplatz der Haltestelle
und der Bus fährt zu den Gärten
die Hände in den Taschen die Hände auf den Händen
die Taschen voll Federn und Laub
aus: Wisperzimmer
Leipzig: Poetenladen-Verlag, 2012
Audio production: Haus für Poesie, 2020
E dappertutto possiamo cantare
italienisch
E dappertutto possiamo cantare
nel cortile retrostante alla cassa del supermercato
in cucina di notte quando la vicina
poggia la fronte sul piano del tavolo
e le vetrine brillano
dappertutto possiamo aprir la bocca
ingoiare la luce che per l’appunto
era ancora rimasta là fra le tue dita
dappertutto possiamo fare tre passi
in cadenza sulle lastre di cemento
del camminamento per il parco giochi
su cui i bambini stanno in piedi
fra cielo e inferno
dappertutto possiamo cantare presso la cassetta
delle lettere che è piena di sabbia sul parcheggio
della fermata e il bus viaggia verso i giardini
mani in tasca e mani nelle mani
con le tasche piene di penne e di fogliame
[Dies ist das Paradies]
deutsch | Marie T. Martin
Dies ist das Paradies nicht wahr
es gibt kein anderes dies ist
du hast die Milch nicht ausgestellt
dies ist vom Weg kein Anfang und kein Ende
dies ist nicht wahr und auch die Stiefel
sind voll Schlamm dies ist hier blüht
im Dunkeln eine Flüsterlilie
die Formeln kennt für die Enthüllung
dies ist das Paradies nicht wahr das Licht
das Leuchten Verbindung und Veränderung
in allen Zellen dies ist das Telefon es klingelt
schon seit Stunden dies ist das Paradies
nicht wahr
aus: Wisperzimmer
Leipzig: Poetenladen-Verlag, 2012
Audio production: Haus für Poesie, 2020
[È questo il Paradiso]
italienisch
È questo il Paradiso nevvero
non ce ne sono altri è questo
tu non hai spento il latte
non è questo l’inizio né la fine del cammino
questo non è vero e anche gli stivali
son pieni di fango questo è qui fiorisce
nel buio un giglio sussurrante
che conosce le formule del disvelamento
è questo il Paradiso nevvero la luce
il chiarore connessione e mutamento
in tutte le cellule questo è il telefono squilla
già da ore è questo il Paradiso
nevvero
es war vorbei
deutsch | Monika Rinck
es war vorbei – der sommer war es sicherlich
die sonne kannte nur noch gegensätze
und wo sie fort war war sie fort.
ab sonntag deutlich kühler, aber
jetzt noch nicht – was für ein licht
das uns verlängerte und die fassaden
in den rechten winkel brachte, harte schatten
geometrisches – ein enggeschnürtes päckchen
war die summe dieses sommers – warte doch
herr doktor benn fegt eben noch
die fetten rosen hin –
aus: Verzückte Distanzen. Gedichte.
Springe: zu Klampen! Verlag, 2004
ISBN: 3-933156-81-5
Audio production: Literaturwerkstatt Berlin, 2004
era finita
italienisch
era finita – l’estate lo era sicuramente
il sole conosceva ancora dei contrasti
e dove era assente era assente.
da domenica nettamente più fresco, però
adesso non ancora – che luce
ci prolungava e le facciate
le portava nell’angolo giusto, ombre dure
geometrico – un pacchetto legato stretto
era la somma di questa estate – aspetta però
che il dottor benn sta ancora
spazzando via le rose carnose –
TABULA RASA
französisch | Sylviane Dupuis
I
Maintenant quoi?
Rien
ne nous aidera du monde ancien
ni la vieille illusion, ni même
l’ancien balbutiement
des prières:
Job nu, peut-être,
sur son tas
connut le mot d’aujourd’hui
II
Passés par le mutisme
opaque et l’égarement
– déconstruits perdus jetés
à l’innommable, nous
crions!
vers personne (et pourtant
du dedans – du comble du
défait – obscure et vagissante
pousserait une voix
verticale
d’une douceur d’une violence telles
qu’on ne l’entend)
III
Pousserait une voix
comme une main
comme une feuille
comme un corps de clarté
ou l’abîme
– vers qui? vers quoi?
sinon
vers ce qui recommence
du comble du défait, ce qui
de rien refait une aube
Genève: dans le Revue de Belles-Lettres, 2001
Audio production: 2002 M. Mechner, literaturWERKstatt berlin
Tabula rasa
italienisch
I
E adesso cosa ?
Niente
ci aiuterà del vecchio mondo
né la vecchia illusione, e neanche
il vecchio borbottamento
di preghiere:
Giobbe nudo, forse,
sul mucchio di letame
conobbe la parola dell’oggi.
II
Passati dal mutismo
opaco e dallo smarrimento
-disgregati persi gettati
nell’immutabile, noi
gridiamo!
verso nessuno (eppure
dal di dentro – dal colmo della
disgregazione – oscura e in vagiti
spunterebbe una voce
verticale
d’una dolcezza d’una violenza tali
da non essere percepita)
III
Spunterebbe una voce
come una mano
come una foglia
come un corpo di chiarità
o l’abisso
-verso chi? verso cosa?
se non
verso chi ricomincia
dal culmine della disgregazione,
quella che dal niente ricrea un’alba
*** [die messbare tiefe der organisation]
deutsch | Daniel Falb
die messbare tiefe der organisation, die uns animierte. den urmeter
prüfen. die häuser bestehen aus kuchen.
montagne sainte-victoire´s twenty four expiring versions per time
unit. beachte das frischedatum der umgebenden dinge.
die natur produziert fertiggerichte. durch öffentliche ämter mithin
geht das geerntete, geht das körpergewicht bekleidet hindurch.
wir lagen übereinander, in der generationszeit. auf mir befand sich
ein präsident und die endlose reihe seiner lebendigsten darsteller.
sagt eine erbse zur andren. die nachschublinien sind über und über
mit wohngebieten bedeckt. rasen von bürgerbüros.
wenn strukturen auf die straße gehen, was ist dann die straße. und
das obst, am strauch sekundenlang optimal konserviert.
ich zahlte in der lebensmittelabteilung und bekam das geld am automaten zurück, das an den bäumen wächst.
aus: bancor
Idstein: kookbooks , 2009
Audio production: Literaturwerkstatt Berlin, 2011
*** [la commensurabile profondità dell'organizzazione]
italienisch
la commensurabile profondità dell'organizzazione che ci animava. controllo
del metro originale. le case sono fatte di torta.
montagne sainte-victoire´s twenty four expiring versions per time
unit. osserva la data di scadenza degli oggetti circostanti.
la natura produce cibi precotti. attraverso i pubblici uffici
scorre il raccolto, scorre il peso corporeo lordo.
si giaceva l'uno sull'altro nel tempo della generazione. sopra di me si trovava
un presidente e tutta la interminabile fila dei suoi rappresentanti viventi.
dice un pisello all'altro. le linee di rifornimento sono sempre più
coperte da zone residenziali. prati di uffici civili.
quando le strutture vanno giù per strada, cos'è allora la strada. e
la frutta, al meglio conservata per qualche secondo appesa al cespuglio.
io pagavo nel reparto alimentari e ricevevo il resto
al distributore automatico che cresce accanto agli alberi.
[Ist das nicht Leidenschaft]
deutsch | Marie T. Martin
Ist das nicht Leidenschaft ein Dach blau anzustreichen
und darunter zu wohnen ist das nicht Leidenschaft
alle sieben Mardersprachen zu lernen nachts
Botschaften abzuhören in den Hinterhöfen
sofort erleuchtet zu werden beim Anblick
einer Amsel ist das nicht Leidenschaft auch
die Handflächen blau zu streichen auf ein Hochhaus
zu steigen und von dort dem Himmel zu winken
aus: Wisperzimmer
Leipzig: Poetenladen-Verlag, 2012
Audio production: Haus für Poesie, 2020
[Non è passione]
italienisch
Non è passione dipingere un tetto di blu
e abitare sotto non è passione
imparare tutte e sette le lingue della martora di notte
intercettare messaggi nelle corti interne
esser ad un tratto illuminato alla vista
di un merlo non è passione pure
dipingersi di blu il palmo della mano salire
su un palazzo e da lassù salutare il cielo
[Maintenant vous approchez]
französisch | Rachel Leclerc
Maintenant vous approchez
dans le noir dispersement de l’être
j’attendais la dernière promesse de la ville
les échos du parking dans la chambre d’été
et ce chien de minuit qu’un garçon promène
je ne croyais plus qu’à la beauté
d’une bête heureuse et vulnérable
d’avoir seulement retrouvé son maître
patiemment j’apprenais de ma fatigue
que tout s’en allait sans avoir été là
sans être jamais venu
sinon par vous qui me retenez encore
une fois tournées les pages du roman
une fois la vie relâchée dans l’histoire
où vous n’existez pas moins que les anges
qui passent un coup d’aile aux pare-brise
des gens pressés de traverser leur enfance
s’étonnant de retrouver leur propre odeur
dans ce quartier de toc et de rouille
aus: Je ne vous attendais pas
Montréal: Éditions du Noroît, 1998
Audio production: Union des écrivains et des écrivaines québécois
Adesso vi avvicinate
italienisch
Adesso vi avvicinate
nella nera dispersione dell’essere
aspettavo l’ultima promessa della città
gli echi del parcheggio nella camera d’estate
e quel cane di mezzanotte che un ragazzo porta a spasso
non credevo più che alla bellezza
di una bestia felice e vulnerabile
di aver soltanto ritrovato il padrone
pazientemente imparavo dalla mia fatica
che tutto se ne andava senza essere stato là
senz’essere mai venuto
se non tramite voi che mi trattenete ancora
una volta voltate le pagine del romanzo
una volta abbandonata la vita nella storia
dove voi esistete ancor meno degli angeli
che passano un colpo d’ala al parabrezza
della gente che ha fretta di attraversare l’infanzia
stupita di ritrovare il proprio odore
in questo quartiere di TOC e di ruggine
[Le pardon des villes enfin d’après-midi]
französisch | Rachel Leclerc
Le pardon des villes enfin d’après-midi
dans l’émoi des foules recomposées
l’heure est venue de cheminer ensemble
sous les palmes effondrées d’un temps qui se dégage
humanité recueillie dans une même poussière
forêt juvénile et cependant rompue
qui s’en ira sous des plafonds de banlieue
dans la continuité des réverbères
et des patios décrépits
le sable s’accumule sur le bois dur des galeries
le passé ramène son scalp battant aux fenêtres
l’automne ne cessera jamais de nous reprendre
avec des chevaux noirs piaffant au soleil
des tanks ruisselants et des poèmes verrouillés
primitive respiration d’un amour acharné
aus: Je ne vous attendais pas
Montréal: Éditions du Noroît, 1998
Audio production: Union des écrivains et des écrivaines québécois
Il perdono delle città in fine di pomeriggio
italienisch
Il perdono delle città in fine pomeriggio
nell’agitazione delle folle ricomposte
l’ora è giunta di camminare insieme
sotto le palme sciolte di un tempo che si sblocca
umanità raccolta in una stessa polvere
foresta giovanile e tuttavia spezzata
che se n’andrà sotto tettoie di periferia
nella continuità dei riverberi
e dei cortili decrepiti
la sabbia si accumula sul legno duro delle gallerie
il passato riporta il suo scalpo battendo alle finestre
l’autunno non cesserà mai di riprenderci
con i cavalli neri che scalpitano al sole
cisterne sgocciolanti e poesie sotto chiave
respirazione primitiva di un amore spietato
selten genug
deutsch | Andreas Altmann
weiß blättert das apfelholz
im licht des windes.
für sekunden sehe ich durch
meine ersten augen.
eine stimme, die anwuchs
in ausgelassenen worten.
ich kann sie nicht mehr erinnern.
nur gesichter, zu denen sie gehörte,
erkennen sie wieder. spiegel
haben kein langes gedächtnis.
wasser hat mit ihnen geduld.
ich sehe dazwischen. als kind
hab ich oft die angebissenen äpfel
in den bach geworfen.
sie waren noch unreif.
ihre wellen setzten den himmel
nur kurz in bewegung.
aus: das langsame ende des schnees. Gedichte.
Aachen: Rimbaud Verlag, 2005
ISBN: 3-89086-624-7
Audio production: 2004, M.Mechner / literaturWERKstatt berlin
abbastanza di rado
italienisch
bianco si squama il legno del melo
nella luce del vento.
per secondi io vedo tramite
i miei primi occhi.
una voce, che cresceva
in parole sfrenate.
non la so più ricordare.
solo i volti, ai quali apparteneva,
li riconosco. specchi
non hanno lunga memoria.
l’acqua con loro è paziente.
io vedo frammezzo. da bambino
le mele morse spesso
le ho lanciate nel torrente.
erano ancora acerbe.
le loro onde mettevano il cielo
solo per poco in movimento.
nebel
deutsch | Andreas Altmann
aus dem nebelsee brüllen die bullen.
es sind die letzten tage. wiesen atmen
in die kühle abendluft. ich gehe über
worte, die am boden liegen. und trag
das grab durch meine augen, und auf
der zunge die bezahlten münzen. ich
komme in das dorf, wo hinter fenstern
mauern stehn. und vor der tür liegt laub
verwehter bäume, das spuren flüchtig
werden läßt. im wald dahinter flackern
lichter. bäume schwanken in den flammen
und ihre schatten brennen in den rufen
nieder, die mich. als wärs ein traum.
verlassen. ich leg die hände vors gesicht,
und sehe mich mit andern augen,
dem leben leicht entgehn.
Audio production: Goethe Institut, 2015
nebbia
italienisch
dal mare di nebbia mugghiano i tori.
sono gli ultimi giorni. respirano i prati
nell’aria fresca della sera. li attraverso
calpestando parole che giacciono a terra.
e trascino la fossa nei miei occhi, e sulla
lingua le monete pagate.
arrivo al paese dove dietro alle finestre
stanno dei muri. e dinanzi alla porta giace
sparsa la fronda di alberi scossi che
fa lieve ogni orma. là dietro nel bosco
tremolano le luci. Vacillano gli alberi
nelle fiamme e le loro ombre crollano
bruciando nei richiami che, come fosse
un sogno, mi abbandonano. appoggio sul volto
le mani e mi vedo con occhi diversi
sfuggire leggero alla vita.
farben und geräusche
deutsch | Andreas Altmann
schatten rauschen in den augen, sie kommen
durch die bäume, tragen das licht auf ihren schultern,
an dem sie eingehen. es gibt echos, hast du gesagt,
die erst nach jahren zurück in die stimme finden.
ich habe lange geschwiegen und nur die worte
in kleinen grüppchen an der hand geführt und sie
manchmal an fremden orten ausgesetzt. ich weiß nicht,
ob sie eine sprache gefunden haben, in der sie sich
in die augen sehen konnten. ich habe es mir immer
gewünscht. dann müsste ich nicht alleine sterben.
das holz krächzt unter dem gewicht des windes,
das sie an den seilen ziehen. manche worte erkenne ich
an ihren geräuschen wieder, andere haben mich gefangen
genommen. aber ich habe sie immer wieder befreit.
und war doch mit ihnen verbunden. wie blau noch
der himmel ist und die farben mit dem licht spielen.
in ein paar tagen soll es langanhaltenden schnee geben
und vieles wird unter ihm schwinden. erst dann
kann ich sehen, wie schwarz die krähen eigentlich sind.
und welche farbe die worte tragen, wenn sie ausgehen
Audio production: Goethe Institut, 2015
colori e suoni
italienisch
ombre frusciano dentro agli occhi, arrivano
attraverso gli alberi, portano sulle spalle la luce,
di cui muoiono. ci sono echi, hai detto,
che solo dopo anni ritrovano a ritroso la voce.
io ho taciuto a lungo e condotto per mano
soltanto gruppetti di parole, esponendole
talvolta in luoghi stranieri. non so
se abbiano trovato una lingua in cui
potersi guardare negli occhi. me lo sono
sempre augurato. quindi non dovrei morire
solo. il legno gracida sotto il peso del vento,
ch’esse tirano alle corde. certe parole le riconosco
dal suono, altre mi hanno fatto prigioniero.
ma io le ho sempre di nuovo liberate.
e però restavo legato a loro. com’è ancora azzurro
il cielo e i colori come giocano con la luce.
fra qualche giorno sembra che debba cadere
una neve che resiste a lungo compatta e molte cose
spariranno sotto di essa. solo allora
potrò vedere come son nere le cornacchie,
e che colore portano le parole, quando escono fuori.
Don’t Kill Yourself
englisch | Paul Hoover
Don’t kill yourself, Paul.
The world is angry for only a moment
and then it loves you again.
Even its perfect indifference
is love and no love in equal doses.
Don’t contemplate some ending
strapped to the hood of a car.
Don't swallow too many donuts.
Stop weeping like an ostrich
and stalking the boundary fences.
Stop batting your eyelashes.
Everyone knows you lost a big one.
Forget about it, my boy.
Everyone loses the big one.
Who do you think you are?
Your life could be a painting,
The Triumph of Inertia.
The shadows flow in the wrong direction,
but the sun is in its sky.
Don’t kill yourself with the shovel
We’ll have to bury you with.
Don’t even look at that gun.
Your babies are still growing.
Don't disappoint them
with the last cliché of your life.
Go play in the sea with your clothes on
or with no clothes, if you wish.
There are plenty of secrets left
to share with perfect strangers.
So live bravely and die exhausted,
both hands in the till.
It's true we remember little
of what you said or did,
but this will improve with time.
Old wine is the best.
The needle will find its thread.
aus: Poems in Spanish
Audio production: Interim
Non ti uccidere
italienisch
Non ti uccidere, Paul.
Il mondo è cattivo solo un momento
e poi ti ama di nuovo.
Anche la sua perfetta indifferenza
è amore e non amore in eguali dosi.
Non contemplare una fine
attaccato al cofano di un'auto.
Non ingoiare troppe ciambelle.
Smettila di piangere come uno struzzo
mentre corre intorno al recinto.
Smettila di battere le ciglia.
Tutti sanno che ne hai perso uno grosso.
Dimenticalo, ragazzo mio.
Tutti lo perdono uno grande.
Chi ti credi di essere?
La tua vita potrebbe essere un dipinto:
Il trionfo di Inertia.
Le ombre scorrono nella direzione sbagliata,
ma il sole è su nel suo cielo.
Non ti uccidere col badile
È con quello che dovremo seppellirti.
Non guardare quella pistola.
I tuoi bambini stanno ancora crescendo.
Non deluderli
con l'ultimo cliché della tua vita.
Vai a giocare nel mare con i vestiti addosso
o senza vestiti, se preferisci.
Ci sono rimasti tanti segreti
da condividere con perfetti sconosciuti.
Quindi vivi con coraggio e muori esausto,
con tutt’e due le mani nella cassa.
È vero che ci ricordiamo poco
di quello che tu hai detto o fatto,
ma questo migliorerà con il tempo.
Il vino vecchio è il migliore.
L'ago troverà il suo filo.
[La langue est un exil
aux frontières de l’instant]
französisch | Claude Beausoleil
La langue est un exil
aux frontières de l’instant
qui se charge de sa forme
secrète délirante et si proche
aura comme accessoire
les mêmes mots que le temps
l’histoire et ses raisons
en une forte pression de jeu
donnant l’envie d’avaler
toute la part du feu
et j’écris ces textes librement
comme un chant qui prolonge
ma vie s’y inventant
en une manière de dire
qu’à la passion survit
un désir irradiant
aus: L’inscription lyrique
Paris: Éditions du Grand Incendie, 2007
Audio production: 2007, Literaturwekstatt Berlin
[La lingua è un esilio
ai confini dell’istante]
italienisch
La lingua è un esilio
ai confini dell’istante
chi si carica della sua forma
segreta delirante e così vicina
avrà come accessorio
le stesse parole del tempo
della storia e delle sue ragioni
in una forte ansia di gioco
che mette voglia d’ingoiare
tutta la parte del fuoco
e io scrivo questi testi liberamente
come un canto che prolunga
la mia vita inventandosi
in un modo di dire
che sopravvive alla passione
in un desiderio irradiante.
[Was zwischen den Gräsern verloren ging]
deutsch | Marie T. Martin
Was zwischen den Gräsern verloren ging
Libellenlieder auf und nieder haben wir uns
nach der Geburt getroffen selbst das Atmen
ist zu laut wenn ein Flügel über das Grün geht
wird es bestimmt ein Verwandter sein oder
liegt der Kiesweg vor der Wiese still tippeln Füße
über Steine die sagen könnten was sie wissen
Schachtelhalm Knabenkraut Wabenwürfel
Fühler spüren an den Fußsohlen was du denkst
auf und wieder es ist nicht viel was zwischen
den Gräsern verloren ging
aus: Wisperzimmer
Leipzig: Poetenladen-Verlag, 2012
Audio production: Haus für Poesie, 2020
[Cosa andò perduto fra le erbe]
italienisch
Cosa andò perduto fra e erbe
canti su e giù di libellule ci siamo
incontrati dopo la nascita perfino il respiro
è troppo rumoroso quando un volo plana
sopra il verde si tratta senz’altro di un parente
o se un sentiero di ciottoli si allunga dinanzi al prato
piedi silenti saltellano sulle pietre
che saprebbero dire quel che sanno
equiseti orchidee cellette d’ape
sono sensori che percepiscono sempre
cosa stai pensando non è molto
quello che fra le erbe andò perduto.
Hommage.
französisch | Pierre Nepveu
Les dimanches sont roux, solaires
pour les cueilleurs de baies et de bolets
venus de la ville, et les chevaux
au coin du pré pressentent tête-bêche
qu'on les chevauchera l'après-midi,
leurs flancs serrés par les cuisses
de jeunes personnes à la voix forte.
Je dis cela sans bruit ni frénésie aucune
mais dans l'emportement secret
de mes mots d’ombre et de ville
les chevaux luisent d'une splendeur
lointaine et le geste des cueilleurs
m’invite à me pencher vers la terre,
comme on le fait pour se rappeler
qu'on y habite et qu'on a eu toutes
les saisons qu'il fallait pour exister.
aus: Lignes aériennes
Éditions du Noroît, 2002
Audio production: Union des écrivains et des écrivaines québécois
Omaggio.
italienisch
Le domeniche son rossastre, solari
per i raccoglitori di mirtilli e boleti
venuti dalla città, e i cavalli
al bordo del prato presagiscono in fila
che verranno cavalcati il pomeriggio,
coi loro fianchi stretti dalle cosce
di gente giovane dalla voce forte.
Lo dico senza chiasso o enfasi di sorta,
ma nello sdegno segreto
delle mie parole d’ombra e di città
i cavalli brillano di un uno splendore
lontano e il gesto dei raccoglitori
m’invita a piegarmi verso terra,
come si fa per ricordarsi
che ci abitiamo e abbiamo avuto tutte
le stagioni necessarie all’esistenza.
Histoire
französisch | Pierre Nepveu
Des mots perdus traversaient ma chambre.
Je prenais pour âme le tournant d'une saison.
(Parfois les ruisseaux brûlent au fond du sommeil,
et toute la vie est une forêt sans feuilles).
Il y eut des histoires, là-bas.
Cloisons levées entre les mondes.
Des automnes de cierges, des printemps de velours.
On chanta des hymnes sous les chênes
au bord de vieux fleuves aux noms démodés.
Des enfants crurent qu'on changeait de siècle, déjà.
Et leurs kyrielles de chiens, et les voisins fous.
Une race dans chaque rue, chaque maison,
avec leurs langues mourantes qui pavoisaient.
O musique! Nous aurions pu les apprendre
en tendant l'oreille et le cœur,
au-delà des vitres et du vent devenu
notre frère dans l'émoi, dans l'exercice
d'effleurer pour mieux vivre.
aus: Romans-fleuves
Éditions du Noroît, 1997
Audio production: Union des écrivains et des écrivaines québécois
Storia
italienisch
Parole perdute mi attraversavano la camera.
Prendevo per anima la svolta di una stagione.
(Talvolta i ruscelli bruciano in fondo al sonno
e tutta la vita è una foresta senza foglie).
Ci furono storie, laggiù.
Calloni alzati fra due mondi.
Autunni di ceri, primavere di velluto.
Si cantarono gl’inni sotto i lecci
in riva a fiumi antichi dai nomi fuori moda.
Certi fanciulli credettero che già cambiasse il secolo.
Le litanie da cani, e i vicini folli.
Una razza in ogni strada, ogni casa,
con le loro lingue morenti che sbandieravano.
O musica! Avremmo potuto impararle
tendendo l’orecchio e il cuore,
al di là delle vetrate e del vento divenuto
nostro fratello nell'emozione, nell’esercizio
di sfiorarci per vivere meglio.
Les Poètes boivent des martinis
französisch | Carole David
Sylvia et Ann boivent des martinis dans le bar d’un hôtel à Boston.
Leurs robes aux motifs soyeux s’enroulent autour de leurs doigts;
elles se demandent s’il faut être hanté par la vaisselle
et les draps pour écrire des poèmes dans lesquels
les objets volent entre vers et prose, atterrissent
sur les murs de la cuisine et se fracassent au cœur
des images ou des phrases déclinées durant leurs années
d’apprentissage. Les deux femmes, ménagères averties,
écrivent sur les boîtes de macaronis, les mélanges à gâteau;
Betty Crocker est une muse, spatule à la main, elle
scande la mesure de leurs cris étouffés dans le garde-manger
de la cuisine. Les portes d’armoire claquent, le lavabo hurle
ses déchets accumulés par la famille. Sylvia et Anne boivent
des martinis, leur tête est lourde, le travail s’accumule
depuis leur départ de la maison. J’écoute leur conversation
cruelle et fatale, je suis derrière elles, subjuguée par
leur maîtrise des mots et de l’art ménager; émue je m’incline
devant leurs voix. Je n’ouvrirai pas le gaz de la cuisinière.
ÉDITIONS LES HERBES ROUGES, 2010
Audio production: UNEQ
I poeti bevono dei martini
italienisch
Sylvia e Ann bevono dei martini al bar di un hotel a Boston.
I loro abiti dai serici motivi avvolgono le loro dita;
e si domandano se si debba essere assillati dalla rigovernatura
e dalle lenzuola per scrivere poesie dove
gli oggetti volano fra versi e prosa, atterrano
sopra i muri di cucina e si frantumino nel cuore
delle immagini o delle frasi declinate durante i loro anni
d’apprendistato. Le due donne, esperte casalinghe,
scrivono sulle scatole di maccheroni gl’ingredienti per dolci;
Betty Crocker è una musa che, spatola alla mano,
scandisce il ritmo dei loro gridi soffocati nella dispensa
della cucina. Le porte d’armadio sbattono, il lavabo urla
i rifiuti accumulati dalla famiglia, Sylvia e Anna bevono
dei martini, la loro testa è pesante, il lavoro si accumula
da quando sono partite da casa. Ascolto la loro conversazione
crudele e fatale, sono dietro di loro, soggiogata da
quella padronanza del linguaggio e dell’arte domestica; commossa
m’inchino alle loro voci. Non aprirò il gas del fornello.
Sainte Lucie
französisch | Carole David
«Mon langage ne changera pas»
Spirales, coquillages sensés éloigner
le malocchio; yeux de nacre trouvés
dans la Méditerranée par les pêcheurs
superstitieux; comme toi je me suis arraché
les yeux et les ai jetés à la mer-en vain;
C’était quelques jours après le solstice
d’hiver, j’étais prisonnière du noir et de
l’enfer, tendons noués, jambes sciées
autour du cou, étrangère. Je me fondais
dans une colère sourde avec une odeur
de coquille ouverte.
ÉDITIONS LES HERBES ROUGES, 2010
Audio production: UNEQ
Santa Lucia
Veggente e guaritrice
italienisch
“Il mio linguaggio non cambierà”
Spirali, conchiglie credute guaritrici
del malocchio; occhi di madreperla trovati
nel Mediterraneo dai pescatori
superstiziosi; io, come te, mi sono strappata
gli occhi e li ho gettati in mare – invano.
Era qualche giorno dopo il solstizio
d’inverno, io ero prigioniera del buio e
dell’inferno, tendini annodati, gambe segate
intorno al collo, estraniata. Mi scioglievo
in una collera sorda con un odore
di conchiglia aperta.
Jean Seberg
französisch | Carole David
« Tu connais William Faulkner? »
Jeanne D’Arc, ainsi tu nais dans un film,
offerte aux démons intérieurs, pleine de grâce;
plus tard, candide et éternelle jeune fille,
les cheveux brûlés vifs en distribuant
le Herald Tribune sous l’œil de Godard.
À ta mort, une lettre et un poème ont été retrouvés
dans ta bouche; l’alcool les avait préservés,
au contraire de ton corps, qui lui s’était volatilisé
dans ta maison natale de l’Iowa avec le
cercueil de ta petite blanche ficelée
dans une couverture.
ÉDITIONS LES HERBES ROUGES, 2010
Audio production: UNEQ
Jean Seberg
Attrice e musa ispiratrice
italienisch
« Conosci William Faulkner?»
Giovanna d’Arco, così nasci in un film,
offerta ai demoni interiori, piena di grazia;
in seguito, candida ed eterna ragazzina,
i capelli bruciati vivi mentre distribuisci
lo Herald Tribune sotto lo sguardo di Godard.
Alla tua morte una lettera e una poesia sono state ritrovate
nella tua bocca; l’alcol le aveva conservate,
al contrario del tuo corpo che si era volatilizzato
nella tua casa natale nell’Iowa con la
bara della tua piccola figlia bianca avvolta
in una coperta.
Amelia Rosselli
französisch | Carole David
« Faire du poème une pièce poétique »
Ton esperanto émotif (une langue folle) à mes oreilles;
phonèmes anglais, français et italien traduits dans une
musique provocante; ta silhouette émerge au loin :
paysage vert sur les corps de ton père et de son frère
assassinés tandis que tu chantes déjà (une complainte)
l’adolescence; tes vers de désespoir comme des
leçons de solfège apprises le canon entre les côtes :
la mort t’attend sur un toit de Rome.
ÉDITIONS LES HERBES ROUGES, 2010
Audio production: UNEQ
Amelia Rosselli
Libellula e afasica
italienisch
« Fare della poesia una pièce poetica»
Il tuo esperanto emotivo (una lingua folle) alle mie orecchie;
fonemi inglesi, francesi e italiani tradotti in una
musica provocante; il tuo profilo emerge di lontano:
paesaggio verde sui corpi di tuo padre e suo fratello
assassinati mentre tu già canti (un compianto)
l’adolescenza; i tuoi versi disperati come delle
lezioni di solfeggio apprese con la canna del fucile fra le costole:
la morte ti attende sopra un tetto di Roma.
Emily Dickinson
französisch | Carole David
« Oses-tu voir une incandescence? »
Vous ordonnez le monde dans vos feuillets :
l’Homme, le Ciel, la Terre et Dieu;
la perfection vous guette. Le cosmos est un quatrain,
une prière, la matière de la poésie, une aile arrachée.
À votre réclusion dans cette chambre, vous
réunissez les éléments infiniment petits :
coquelicots, abeilles sur une échelle de cent.
Votre laboratoire, demeure éternelle
où vous redonnez vie aux oiseaux condamnés.
ÉDITIONS LES HERBES ROUGES, 2010
Audio production: UNEQ
Emily Dickinson
Poesia e ornitologia
italienisch
« Osi vedere un’incandescenza ? »
Lei ordina il mondo in tanti foglietti :
l’Uomo, il Cielo, la Terra e Dio ;
la perfezione La spia. Il cosmo è una quartina,
una preghiera, la materia della Poesia, un’ala strappata.
Alla Sua reclusione in questa camera, Lei
riunisce elementi infinitamente piccoli :
papaveri, api in scala di uno a cento.
Il Suo laboratorio, una dimora eterna
dove Lei ridà vita agli uccelli condannati.
Villes avec leurs huîtres
französisch | Nicole Brossard
sel aux joues, j’aime
cette saveur de matière intime qui nourrit
les pensées, vin, épaules nues des nuits d’été
à Sète, à Sitges et dans toute la vallée de Memramcook
la tête en amont du silence
je sais m’imprégner de l’huître et de son sel de claire
grises, roses ou sans feu
villes balayées par les aubes
survolées comme champs de mines
avec réponses au loin enfouies
on dirait douleur fantôme entourée
des pétales bleues d’un après-midi
villes au présent sans dire adieu
Audio production: Union des écrivains et des écrivaines québécois
Città con le loro ostriche
italienisch
sale sulle guance, io amo
questo saporedi materia intima che nutre
i pensieri, vino, spalle nude delle notti d’estate
a Sète, a Sitges e in tutta la valle di Memramcook
la testa a monte del silenzio
posso impregnarmi dell’ostrica e del suo succo salino
grigie, rosee o senza fuoco
città spazzate dalle albe
sorvolate come campi minati
con risposte nascoste in lontananza
si direbbe dolore fantasma circondato
di petali blu di un pomeriggio
città al presente senza dire addio.
Villes après le malheur
französisch | Nicole Brossard
quand le silence inonde
la lumière avant et après le malheur
villes avec du vent dans les cheveux
puisque tu aimes debout bien te tenir
pour voir sous les ponts
l’eau de torrent et de source vive
rouler dans le temps comme en la poitrine
puis tu les aperçois revenant de loin
Paul Celan et Virginia Woolf
dans leur élan de marche
Audio production: Union des écrivains et des écrivaines québécois
Città dopo la sciagura
italienisch
quando il silenzio inonda
la luce prima e dopo la sciagura
città col vento nei capelli
siccome ami star dritta in piedi
per scorgere sotto i ponti
l’acqua di torrente e di fonte viva
scorrere nel tempo come nel seno
poi li vedi venire da lontano
Paul Celan e Virginia Woolf
che avanzano con slancio
Villes sans nom
französisch | Nicole Brossard
quand la réalité déferle
tu dis villes sans nom
arbres soudain trop grands
pour ta mémoire d’enfance
dans ton regard toujours
un présent d’absence déjoue
tes intentions les plus fleuves et rondes
villes parce qu’on est sincère
avec nos ombres de nouveau monde
enfoncées dans le temps et le sentiment
villes pleines de nos odeurs de fin du monde
avec leurs bûchers, leurs veuves
leurs ponts et fleuves d’encre
villes quand quelqu’un te bouscule
dit sorry à cause du bruit et de la pluie
s’empare à bras-le-corps
d’une mélodie pour soulever le présent
son parfum fort de changement qui fascine
tous les matins quand même
tu la vois notre humanité bras ballants
sans oxygène au milieu de ses débris criants
Audio production: Union des écrivains et des écrivaines québécois
Città senza nome
italienisch
Quando la realtà si frantuma
tu dici città senza nome
alberi a un tratto troppo grandi
per la tua memoria d'infanzia
nel tuo sguardo sempre
un presente d'assenza smaschera
le tue intenzioni le più labili e tonde
città perché siamo sinceri
con le nostre ombre del nuovo mondo
incastrate nel tempo e il sentimento
città piene dei nostri odori da fine del mondo
coi loro macellai, le loro vedove
i loro ponti e fiumi d'inchiostro
città quando qualcuno ti urta
dice sorry a causa del chiasso e della pioggia
si appropria d'acchito
di una melodia per sollevare il presente
il suo forte odore di cambiamento che incanta
ogni mattino comunque
tu la vedi la nostra umanità a braccia penzoloni
senza ossigeno in mezzo alle sue macerie urlanti.
Villes réellement
französisch | Nicole Brossard
villes effleurées d’où tu regardes
les petits bras d’Isabelle Huppert
quand elle récite
les mots de Sarah Kane
villes effleurées où quelqu’un demande
parfois si ça soulage un incendie
ou peut-être aussi un tatouage
villes dans l’eau jusqu’à la ceinture
jusqu’à la destruction lente et molle du matin
ton sourire qui remonte à si loin
puis émerger sera
un verbe utile et strident
villes suspendues au-dessus des heures
avec leurs paupières de renaissance
leurs ficelles pour guérir
repoussant le chien le singe
dans les musées
frôlant paumes et poings pour camoufler
l’odeur de peur, l’instinct quotidien
villes du très grand Nord
où j’apprends à toucher
la matière grise des bêtes
leur peau sur les comptoirs
à essuyer le sang sur mes mains
pour saluer qui vient
de l’horizon turquoise des glaciers
avec une soif et un appétit qui font un lien
entre la tendresse et le froid
Audio production: Union des écrivains et des écrivaines québécois
Città realmente
italienisch
città sfiorate da cui tu guardi
le braccia esili d'Isabelle Huppert
quando recita
le parole di Sarah Kane
città sfiorate dove qualcuno chiede
talvolta se un incendio è un sollievo
o forse anche un tatuaggio
città nell'acqua fino alla cintura
fino alla distruzione lenta e molle del mattino
il tuo sorriso che risale molto addietro
poi emergere sarà
un verbo utile e stridente
città sospese al di sopra delle ore
con le loro palpebre di rinascenza
le loro astuzie per guarire
respingendo il cane la scimmia
dentro ai musei
sfiorando palme e pugni per camuffare
l'odore di paura, l'istinto quotidiano
città dell'estremo Nord
dove imparo a toccare
la materia grigia delle bestie
la loro pelle sui banconi
ad asciugarmi il sangue sulle mani
per salutare chi arriva
dall'orizzonte turchese dei ghiacciai
con una sete e un appetito che legano
la tenerezza e il freddo.
[Als ich noch hören konnte]
deutsch | Marie T. Martin
Als ich noch hören konnte was die Türangel mir versprach
und ich lauschte dem vielstimmigen Karpfenchor
wie er zitierte aus dem großen Buch der Pappel
war mein Kopf so groß dass der Mond hineinpasste
und meine Hände wuchsen ins Gras
als ich noch lauschte dem Karpfenchor
der Ordnung vieler Stimmen versuchte ich zu dirigieren
mit einem Strohhalm ich fing einen Igel weil diese Tiere
unterm Laub Dinge gelernt haben Musiktheoretisches
Notenlinien auf alten Blättern der Igel sagte mir nichts
die Karpfen sangen wie sie es vom Grund auf
gelernt haben als zitierten sie aus dem großen Buch
der Pappel dies wenigstens kannte ich ein sinniges Werk
voller Vibrationen verstand immerhin dass der Mond
zu weit war und ich lieber Türknöpfe suchen sollte
einen Briefkastenschlitz Grasnarben um Salbe darauf
zu streichen so wie später auf Bruchstellen im Satz
wenn ein Wort fehlt das noch wachsen soll ein Stückchen
Haut gewisse Zellschichten in denen sicher das Wissen
der Pappeln lagert und draußen ein Köder Licht
damit du in den Tag gehst
aus: Wisperzimmer
Leipzig: Poetenladen-Verlag, 2012
Audio production: Haus für Poesie, 2020
[E dappertutto possiamo cantare]
italienisch
E dappertutto possiamo cantare
nel cortile retrostante alla cassa del supermercato
in cucina di notte quando la vicina
poggia la fronte sul piano del tavolo
e le vetrine brillano
dappertutto possiamo aprir la bocca
ingoiare la luce che per l’appunto
era ancora rimasta là fra le tue dita
dappertutto possiamo fare tre passi
in cadenza sulle mattonelle di cemento
del camminamento per il parco giochi
su cui i bambini stanno in piedi
fra cielo e inferno
dappertutto possiamo cantare presso la cassetta
delle lettere che è piena di sabbia sul parcheggio
della fermata e il bus viaggia verso i giardini
mani in tasca e mani nelle mani
con le tasche piene di penne e di fogliame
Die Saale bei Wettin
deutsch | André Schinkel
Hell und weit, mit Gesang und: trockenem Ge-
Räusch über den Knospen liegt, nach langem
Winter, die Ebene vor uns; simmernd, unter
Den Porphyrbögen aus Licht. Hier, wo der Fluß
An den Felsfüßen gräbt, bricht das Idyll in den
Blick, verdoppelt sich –: ein zweiter Spiegel
Des Wassers, sagt man … die ruhende Eruption
Unter dem Glast – hier, wo die Stille gefüllt ist
Mit Zilpzalp-Geschwätz, dem steigenden Lied
Einer frühen Lerche, die am äußersten Rand der
Firmamenthalle fliegt. Darunter, an den Rippen
Des Horizonts der Balzruf einer entrückten, nun,
Das Kratzen der Stifte und Stichel beherzenden,
Die Blesse spreizenden Ralle. Der Fluß indes
Gräbt am Bogen der Fläche, in der sich das Licht
Verbreitert mit sich selbst, hinter dem grafischen
Geknorr der Sträucher und Bäume hockend –
An dem die Schleiche des Döblitzer Wegs sich
Schlängelt, blitzend im Glühen des Sterns, auf
Das wir gewartet haben. Das uralte Dreiaug’
Der Kapelle sieht unserem schweigenden Tag-
Werk, auf der flirrenden Kante, beherzt zu,
Wo uns gellend ein Milan bewacht. In Stichlot
Des Blicks: diese unglaubliche, mammutene
Landschaft, hier, am Fließ, das sie Saale nennen,
Was ›Schicksal‹ heißt. Still sitzen wir, stumm.
aus: unveröffentlichtem Manuskript
Audio production: Haus für Poesie, 2019
La Saale presso Wettin
italienisch
Chiaro ed ampio, con canto e arso fruscio
sui germogli, si stende, dopo lungo inverno,
la piana innanzi a noi che sobbolle
sotto gli archi porfirici di luce. Qui, dove
il fiume scava ai piedi delle rocce, sboccia l’idillio
nello sguardo, si raddoppia -: un secondo specchio
dell’acqua, si dice … l’eruzione dormiente
sotto il bagliore – qui, dove il silenzio è pieno
del cinguettio di un luì, di un canto che sale
da un’allodola mattutina che vola al bordo estremo
della volta celeste. E in basso, alle costole
dell’orizzonte, il grido di richiamo di un estatico
rallo che sfida il graffio degli steli e dei pruni
e allarga il petto bianco. Il fiume intanto
scava l’arco della piana dove si mesce la luce
con se stessa da dietro il grafico
groviglio dei cespugli e degli alberi –
dove serpeggia il sentiero verso Döblitz
tortuosamente, e brilla nell’incendio dell’astro
che noi abbiamo atteso. L’antica trifora
della cappella guarda con sfida la nostra
opra del giorno dalla facciata splendente,
dove uno stridulo nibbio ci sorveglia. Nel punto
di saldatura dello sguardo: questo incredibile
paesaggio pachidermico, qui, lungo il fiume
chiamato Saale, che vuol dire “destino”.
Qui sediamo in silenzio, ammutoliti.
Der Pollenflug
deutsch | André Schinkel
Im Frühjahr ziehen die Wolken,
Rot-gelb vor blühender Lust,
Durch die Schatten, die grünen
Hyperbeln des Vorgebirges;
Die Amseln rufen vergeblich
Und plustern die Brüste
Gegen die Elstern, die strebsam
Die Nester leerräumen; und
Der Pirol federt scheu den schwarz-
Gelben Stempel der Flucht
In die ausgelieferte Landschaft,
Wo Pollenflug herrscht; –
Welch eine Gegend, denkst du,
Reist bedauernsvoll ab: im
Rücken die Herden der Hügel,
Die der Tränke zugehn.
aus: unveröffentlichtem Manuskript
Audio production: Haus für Poesie, 2019
Il polline vola
italienisch
In primavera trascorrono le nubi,
rosso-gialle di voglia fiorente,
fra le ombre, l’iperbole verde
delle pendici del monte;
gridano i merli inutilmente
gonfiando il loro petto
contro le gazze che ardite
svuotano i nidi; e
il rigogolo ombroso fa scattare
l’icona giallo-nera della fuga
nel paesaggio che si concede,
dove domina il polline che vola; -
che paesaggio, stai pensando,
se ne va pien di rimpianto, mentre
alle spalle il gregge delle colline
sta correndo all’abbeveraggio.
Widmung
deutsch | Rolf Haufs
Zurücknehmen jede Art von Widmung. Jede
Bestimmung den Tod betreffend. Alles nur
Eitelkeiten. Laßt sie doch beten, was das
Zeug hält. Laßt sie singen und schreien
So laut sie können. Laßt sie verbrennen
Oder den Körper der Erde. Asche ins Meer
Das ist noch am billigsten.
In den Schubladen wird nichts gefunden werden
Keine Notizen, keine Policen, keine Briefe
Die Geburtsurkunde liegt in der untersten
Rechts (falls jemand danach fragt
Behörden etc.) Und Geld ist wohl auch noch
Auf dem Konto.
Bis dahin aber wollen wir das eine oder
Andere noch tun. Noch ist der Kopf
Gut durchblutet, noch bewegen wir uns
Noch unterscheiden wir Himmel
Und Erde, noch
Ach ja
Ich widme dieses hier der ersten
Und der letzten Liebe zugleich. Die Geschichten
Wiederholen sich doch.
aus: Allerweltsfieber
München: Carl Hanser Verlag, 1990
Audio production: Literaturwerkstatt Berlin, 2012
Dedica
italienisch
Disdire ogni forma di dedica. Ogni
specifica riferita alla morte. Sono tutte
vanità. Però lasciateli pregare, è quel che
tiene in piedi la cosa. Lasciateli cantare e gridare
più forte che possono. Lasciateli cremare
il corpo o darlo alla terra. Cenere al mare
è la cosa ancor meno costosa.
Nei cassetti non si troverà niente
né note, né polizze, né lettere
l’atto di nascita si trova nel cassetto più in basso
sulla destra (nel caso che qualcuno lo chieda
autorità o simili) E di denaro ce n’è ancora
sul conto.
Fino ad allora però vogliamo ancora
fare un paio di cose. La testa è ancora
bene irrorata di sangue, ancora ci muoviamo,
ancora distinguiamo cielo
e terra, ancora
ah già
dedico tutto questo al primo
e all’ultimo amore insieme. Le storie
si ripetono, no?
L’oubli du monde
französisch | Paul Bélanger
une chose ancienne me revient à l’esprit
tandis que je marche sur la plage de Saco
la baie hâve perdu dans l’embrun s’éloigne
une chose après l’autre je reprends le trajet
sans repos je suis du monde mais séparé de lui
par un invisible voile
je ne rattraperai pas ce souvenir
il glissera sous mes pieds pour se perdre
dans le sable
tu ne figurais pas encore
au nombre de mes connaissances
mais pour m’en assurer il faudrait
reprendre le fil entier d’une vie
jusqu’à tes yeux qui me dévisagent
**
le jour de l’enterrement de grand-papa
la famille réunie sous les grands arbres
du cimetière pleure l’ancêtre
désormais reposant près du fleuve
qu’il rêvait de rejoindre
fraternel je cours entre les monuments
je franchis les cloisons
je vois l’eau étale jusqu’aux montagnes
sur l’autre rive j’entends
les murmures les impérieux propos
des hommes sur les semailles
le manque d’eau la sécheresse chronique
quatre hommes font glisser le cercueil
dans son trou puis dans les feuilles
la voix somnolente de grand-papa m’appelle
je sais peu du voyageur qui pose ainsi le pied
hors du sillon
je m’arrête en cet après-midi de juin
je vois dans les yeux de l’absent
un cycle qui recommence
Éditions du Noroît, 2002
Audio production: Union des écrivains et des écrivaines québécois, 2013
L’oblio del mondo
italienisch
Una cosa antica mi ritorna in mente
mentre sto camminando sulla spiaggia di Saco
la baia strinita perduta nello spruzzo delle onde s’allontana
una cosa dopo l’altra io riprendo il tragitto
senza riposo fo parte del mondo ma mi separa da questo
un velo invisibile
non riacchiapperò quel ricordo
esso mi scivolerà sotto i piedi per perdersi
nella sabbia
tu non figuravi ancora
nel novero delle mie conoscenze
ma per assicurarsene bisognerebbe
riprendere tutto intero il filo di una vita
fino ai tuoi occhi che mi fissano
**
nel giorno della sepoltura di mio nonno
la famiglia riunita sotto gli alberi giganti
del cimitero piange l’antenato
che ormai riposa accanto al fiume
che sognava di raggiungere
fraterno io corro fra i monumenti funebri
supero le barriere
vedo l’acqua calma fino alle montagne
sull’altra riva ascolto
i mormorii le frasi imperiose
degli uomini sulle semine
la mancanza d’acqua la siccità cronica
quattro uomini fanno scivolare la bara
nella sua fossa poi fra le foglie
la voce sonnolenta del nonno mi chiama
so poco del viaggiatore che pone così il piede
fuori dal solco
mi fermo in questo pomeriggio di giugno
vedo negli occhi dell’assente
un ciclo che ricomincia.
Répit
französisch | Paul Bélanger
Tu poursuis cette vague idée tout un avant-midi : mauvais rêve où l’on t’humiliait et qui te laisse à ton éloignement, comme devant un espace béant.
Une vie continue qui appelle ses mots et ses livres, les camarades du temps et du monde : mots ressassés jusqu’à l’épuisement des mémoires. Quelle neige, penses-tu, serait la plus pure?
Tu ne creuseras toujours que les contours de la vie, et si loin de ton sommeil, le poème restera une vie à l’intérieur de la vie, creuset des formes. Comme une force d’amour qui hurlerait dans la tempête, mais tu n’as pas à vomir ou à vociférer, tu as appris à te taire. La révolte te transforme.
Le paysage est sans queue ni tête, comme un arbre solitaire affronte le vent. Il y a tellement de bifurcations dans une seule aventure : un mot seul s’y perd.
Ce voyage tu l’as entrepris : un labyrinthe traversé par des particules d’anti-matière. Sur cette frontière, tout mot qui fait chanter la douleur est cueillie.
aus: Répit
Éditions du Noroît, 2009
Audio production: Union des écrivains et des écrivaines québécois, 2013
Tregua
italienisch
Stai inseguendo questa vaga idea per tutto un mattino: brutto sogno in cui ti si umiliava e che ti lascia al tuo allontanamento come dinanzi ad uno spazio spalancato.
Una vita continua, che richiama le sue parole e i suoi libri, i compagni del tempo e del mondo: parole rivangate fino all’esaurimento dei ricordi. Quale neve, pensi, sarebbe la più pura?
Tu indagherai sempre e soltanto i contorni della vita, e così lontano dal tuo sonno, la poesia resterà una vita all’interno della vita, crogiolo di forme. Come una forza d’amore che urlerebbe nella tempesta, ma tu non hai di che vomitare o vociferare, hai imparato a tacere. La rivolta ti trasforma.
Il paesaggio è senza capo né coda, come un albero solitario affronta il vento. Ci sono tante biforcazioni in una sola avventura: una parola sola ci si perde.
Questo viaggio tu l’hai intrapreso: un labirinto attraversato da particelle di antimateria. Su questa frontiera viene colta ogni parola che fa cantare il dolore.
Atlas der Stiche
deutsch | Ron Winkler
über die Jahre hattest du deine Mückenstiche
auf einer Schaufensterpuppe eingetragen.
denn nichts könne nur Zufall sein,
alles habe System, oder nichtmechanistisch
gesprochen: einen Gott im Gepäck.
und jenem System nach sei dein Atlas der Stiche
längst eine nicht mehr zu leugnende eigene Welt.
aus: Fragmentierte Gewässer. Gedichte
Berlin: Berlin Verlag, 2007
Audio production: 2005, M.Mechner / Literaturwerkstatt Berlin
Un atlante di punture
italienisch
per anni hai trasmesso le tue punture di zanzara
ad una bambola da davanzale,
perché niente potrebbe essere solo un caso,
tutto possiede un sistema, oppure detto
in termini non meccanicistici: un Dio nella valigia.
e in base a quel sistema il tuo atlante di punture
da tempo è un proprio mondo ormai innegabile.
*** [Приходит человек]
russisch | Sergej Timofejev
Приходит человек, его костюм измят.
В его лице очки на тонких дужках.
Он спорит с пустотой, он сумасшедший, ветер.
Дрожат очки на тонких дужках.
Его костюм измят, он быстро спорит.
Приходит человек и заполняет комнату.
Приходит человек, он долго шёл сюда.
Его костюм измят, он спорит слишком быстро.
Дрожат его очки, он идиот, он спорит.
Он ветер, сумасшедший, он пришёл.
Audio production: Haus für Poesie, 2019
Arriva un uomo
italienisch
Arriva un uomo, ha il vestito è stropicciato.
Sul viso porta occhiali con montatura fine.
Alterca con il vuoto, è pazzerello, è il vento.
Tremano gli occhiali con montatura fine.
Ha il vestito stropicciato, alterca veloce.
Arriva un uomo e riempie la stanza.
Arriva un uomo, ha camminato a lungo fino a qui.
Ha il vestito stropicciato, alterca troppo svelto.
Gli tremano gli occhiali, è un idiota, alterca.
È il vento, è pazzerello, è arrivato.
CONTRAFUGA II
spanisch | Trinidad Gan
Ninguna fuerza tengo
para alzarte sobre tantos infiernos.
Tampoco puedo dar las coordenadas
que desde la oscura trastienda
a que aboca la noche,
escapado del fuego,
han de ponerte a salvo.
Laberintos te ofrezco.
Laberintos que habrás de transitar
sin guía, sin padrinos,
desnudo, desarmado.
Laberintos tan solo
donde habita esa música
y de ronda se cuela
esa inquilina ingrata y descarada:
la poesía.
aus: Fin de fuga
Visor, 2008
Audio production: Kulturamt Heidelberg
aufgenommen im Rahmen der „Expedition Poesie Heidelberg-Granada"
Controfuga II
italienisch
Non posseggo la forza
di sollevarti da cotanti inferni.
E neppur posso darti coordinate
che ti sappiano salvare,
scampato dalle fiamme,
dall’oscuro ripostiglio
su cui sbocca la notte.
Labirinti ti offro.
Labirinti che dovrai traversare
senza una guida, senza padrini,
nudo, disarmato.
Soltanto labirinti
dove abita quella musica
e dove s’intrufola di soppiatto
quella inquilina ingrata e sfrontata:
la poesia.
Humos
spanisch | Juan Gelman
Está quieta la tarde en el café. Pasa
la niña que pide y
se llama Mari. Su tristeza
pisa la ciudad y rostros
que dieron su vida por la vida y
la niña repite. El sueño
es un libro enrollado, echa humo
como si fuera un horno grande. Su mano dice
que el mundo es cóncavo.
aus: Huellas en el agua / Spuren im Wasser. Poemas / Gedichte
Zürich: teamart Verlag, 2003
Sbuffi di fumo
italienisch
È tranquillo il pomeriggio nel caffè. Passa
la bimba che chiede l’elemosina e
si chiama Marì. La tristezza
calpesta la città e i volti
che dettero la vita per la vita e
la bimba ripete. Il sogno
è un libro arrotolato, che fumiga
come fosse un gran forno. La sua mano dice
che il mondo è concavo.
[está negra la madera de tu casa]
spanisch | Juan Gelman
está negra la madera de tu casa
y el verde de tus plantas brilla como lustrado a mano/
te debe haber llovido mucha ausencia/
debe haberte apagado los fuegos que encendías
para leer tus pechos/
para saber quién anda por ahí/
en el verano de tu rigidez empujada/
¿qué sería la muerte sin la lluvia/
su ciencia de humo y claridad?/
temblabas como un cafetín/
pasaban tangos de gardel y toros ya suavísimos/
tus piernas ardían al lado de los ángeles
y volaban cenizas del secreto cremado/
¿cómo es posible el horror de saber?/
¡dale/viento!/
¡raspa la música que hace diamantes
en cada esquina de la sonreidora!/
¡la música que separa los nacimientos de los espantapájaros!
¡los espantapájaros verdaderos!/
¡que me conocen y no son yo!/
vos/que sabés hacer cuchillos
con un instante del amor/
cantá/sentada en los panes que horneo y nunca comeré/
¡cantá/para que corra la mañana
y se subleven los canarios
que lloran ocultamente!/
[È nero il legno di casa tua]
italienisch
È nero il legno di casa tua
e il verde delle tue piante brilla come lustrato a mano
ti dev’essere piovuta molta assenza
dev’esserti stato spento più di un fuoco che appiccasti
per leggere i tuoi seni
per sapere cosa c’è dentro
nell’estate della tua rigidezza spinta
cosa sarebbe la morte senza la pioggia
la sua scienza di fumo e chiarità?
Tremavi come un caffettino
passavano tanghi di Gardel e tori dolcissimi
le tue gambe ardevano accanto agli angeli
e volavano scintille del segreto incenerito
com’è possibile l’orrore del sapere?
Forza, vento!
Gratta la musica che produce diamanti
in ogni angolo della sorridente!
La musica che separa le creature dagli spaventapasseri
i veri spaventapasseri!
Che mi conoscono e non sono me!
tu
che sai fare coltelli con un istante di amore
canta
seduta su pani che inforno e mai mangerò
canta
affinché scorra il mattino
e si sollevino i canarini
che piangono segretamente!
Im Zustand vergrößerter Ruhe
deutsch | Ror Wolf
Ihr Leute, die ihr liebt, was euch gefällt
und was ihr seht und manchmal was ihr hört
und alles, was euch nicht beim Schlafen stört,
das Bier, das man in eure Nähe stellt,
die Ringkampfkunst, die Schönheit dieser Stelle,
das Rauchcoupé mit nächtlichen Zigarren,
Das Bumshotel, in dem die Betten knarren,
und das Verstummen der Musikkapelle.
Die nackten Körper dort mit Einkaufstüten,
mit Reisekoffern und mit Kaffeekannen,
in Bodenkammern und in Badewannen,
und unter den gewölbten Damenhüten.
Ihr lieben Leute, die ihr das so liebt,
und die ihr euch dann zueinanderlegt,
und lebt und schwebt und hebt und euch bewegt
und alles andre, was es sonst noch gibt,
das Mus, den Mund, den Mond, den Mann, die Frau,
den Fisch, das Fleisch, die Haut, das Kraut, den Kloß,
das Dach, die Wand, den Wind, den Wald, das Moos.
Das eine aber wissen wir genau:
In einer Grube in gekrümmter Lage,
von Erde ganz und insgesamt bedeckt,
bemerken wir, wie schlecht die Erde schmeckt,
ihr Leute, jetzt, am Ende unsrer Tage.
2005
aus: Im Zustand vergrößerter Ruhe. Die Gedichte.
Frankfurt am Main: Schöffling & Co. , 2009
Audio production: Literaturwerkstatt Berlin, 2013
Nello stato di pace dilatata
italienisch
Voi gente amate quel che vi garba,
che voi vedete e udite ogni tanto,
e tutto quel che nel sonno non disturba,
la birra, che vi viene posta accanto,
l’arte della lotta, il bello dell’ambiente,
il fumoir coi sigari di notte,
l’albergo a ore, con letto cigolante,
e la banda che suona e a un tratto smette.
I corpi nudi con la spesa in mano,
con la valigia e con la caffettiera,
in mansarde ed in vasche da bagno,
e sotto gli alti cappelli da signora.
Voi cara gente che ciò tanto amate,
voi che poi vi mettete in compagnia,
e vivete e volate e alzate e muovete
e qualunque altra cosa che ci sia,
pappa, bocca, luna, donna, maschio,
pesce, carne, pelle, crauti, polpetta,
tetto, muro, vento, bosco, muschio.
Una cosa sappiamo chiara e netta:
giù nella fossa in fetale postura,
ricoperti di terra totalmente,
notiamo quanto la terra sia amara,
ora, alla fine dei giorni, cara gente.
melaten
deutsch | Sabine Schiffner
er sagt sein grab
soll auf melaten sein
dort unter hohen alten
buchen er sagt wenn er zum letzten
mal die augen schließt
stellt er sich vor ich würd
ihn dort besuchen er sagt dass
dies sein grab im schatten liegen soll
malt es mir aus und übern rasen komme ich
herbei um seine erde gut zu pflegen
das wäre was ihn neben allem
anderem am leben hält
denn wir sind ganz weit fort
vom schatten auf melaten
sitzen im weißen haus auf
unserer insel hinter den
sorgsam zugezogenen gardinen
ich sehe seine augen kaum
sie sind ganz schwarz sind sie
noch offen oder schon verschlossen
frage ich mich als er
sie aufschlägt und
schon wieder damit anfängt sagt
sein grab soll auf
melaten sein
aus: fremd gedanken. LYRIKPAPYRI
Berlin : Edition Voss/Horlemann Verlag, 2013
ISBN: ISBN 978-3-89502-351-4
Audio production: Haus für Poesie / 2019
melaten
italienisch
lui dice che la sua tomba
dovrà essere a melaten
là sotto vecchi faggi
alti dice che quando per l’ultima volta
chiuderà gli occhi
s’immagina che io
andrò là a fargli visita dice che
quella sua tomba deve stare all’ombra
me la rappresenta e io vado sul prato
a curare la sua terra come si deve
questo sarebbe quel che fra l’altro
lo tiene in vita
perché siamo molto lontani
dall’ombra di meleten
siamo in una casa bianca
sulla nostra isola dietro
tendine scrupolosamente tirate
vedo appena i suoi occhi
sono molto scuri mi chiedo
se siano aperti o già chiusi
quando lui li apre e
ricomincia a dire
che la sua tomba dovrà
essere a melaten
Déclaration des solitudes universelles
französisch | José Acquelin
Je suis seul, semble dire l’objet, donc pris dans
une nécessité contre laquelle vous ne pouvez
rien. Si je ne suis que ce que je suis, je suis indestructible.
Étant ce que je suis, et sans réserve,
ma solitude connaît la vôtre.
Jean Genet
ce monde est un précipice de sanglots
sous une injustice d’étoiles
alors soyons seuls et universels
aussi égarés qu’un lampadaire
au bout d’une impasse perdue
où viennent se brûler quelques bestioles
grégaires crédules farineuses
et grillons l’air qui nous reste
hors de toutes les stupides demandes
les exigences ridicules
les prétentions asservissantes
soyons inutilement beaux
extragalactiques
loin de toute ambition solaire
ou dépendance lunaire
bref
ne répondons plus de rien
ou alors
soyons aussi imparablement exacts
que la dérision voulant nous commander
en lui répliquant par la gratuité
des sans-but-ni-cause
pour vraiment être
seuls et universels
poivrement impénitents
innégociables irréductibles
salement pas de ce monde
terriblement seuls
inexorablement universels
nous refusons les rancœurs
nous réfutons les culpabilisations
nous récusons même nos regrets
de n’avoir pas su vous obéir
ce monde ça fait si longtemps
que ça ne s’améliore pas
que nous ne nous sentons plus
obligés de le supporter
nous sommes sans blason ni raison
définitivement extradés de vos couardises
nous n’avons plus le courage de vos abdications
nous avons l’impolitesse de l’isolement
qui dit oui à tout sauf à vous
experts en vétilles bétonnées
vous les filandreux de l’inavalable
nous avons tout donné
et comme ce n’était pas suffisant
nous sommes morts à vos suffisances
pour mieux ne pas être
de votre nombrosité locale
réduite à son bocal hermétique
nous nous sommes distillés ailleurs
dispersés en solitudes universelles
sans pays ni planètes
nous voici donc errants
air en l’air autre que le vôtre
nous sommes indomesticables
aussi sauvages que les bêtes intelligentes
qui préfèrent mourir loin de vous
et dont vous ne pourrez faire
des trophées ou des atrophiées
mais nous ne sommes pas morts
nous sommes seuls et universels
en paix et sans plus
sans plaies et sans moins
sans pureté
et avec la pauvreté
dont vous vous rejetez
la nuit nous ne dormons plus
nous n’obéissons plus à votre jour
nous sommes les égalisateurs
de l’aube et du crépuscule
les semeurs de paradoxes
les glaneurs de multiples riens
personne ne nous reconnaît
parce que nous sommes
seuls et universels
car pour mieux voir le jour
il vaut mieux ne pas rater
sa nuit
aus: Le zéro est l’origine de l’au-delà.
Éditions Les Herbes rouges, 2011
Audio production: Union des écrivains et des écrivaines québécois, 2013
Dichiarazione delle solitudini universali
italienisch
Sono solo, sembra dire l’oggetto,
dunque preso in una necessità contro cui
voi non potete fare niente. Io sono solo quel
che sono, sono indistruttibile.Essendo
quindi io così, e senza riserve,
la mia solitudine conosce la vostra.
Jean Genet
questo mondo è un precipizio di singhiozzi
sotto un’ingiustizia di stelle
che si resti dunque soli e universali
così sbandati come un lampione
in fondo ad un vicolo cieco perduto
dove vanno a bruciarsi alcuni insetti
gregari creduli farinosi
e si consumi l’aria che ci resta
al di là di ogni stupida domanda
di ogni esigenza ridicola
di ogni pretesa obbligante
restiamo inutilmente belli
extragalattici
lontani da ogni ambizione solare
o dipendenza lunare
in breve
non rispondiamo più di niente
oppure
agiamo con quell’inarrestabile esattezza
che la derisione ci voleva imporre
rispondendole con la gratuità
dei senza-fine-né-causa
per essere veramente
soli e universali
piccantemente impenitenti
intrattabili irriducibili
totalmente estranei a questo mondo
terribilmente soli
inesorabilmente universali
noi rifiutiamo i rancori
noi contestiamo le colpevolizzazioni
noi ricusiamo persino i nostri rimpianti
quelli di non avervi saputo obbedire
questo mondo è da così tanto
che non si può migliorare
che noi non ci sentiamo più
in dovere di sopportarlo
noi siamo senza blasone né ragione
definitivamente estradati dalle vostre codardie
noi non abbiamo più il coraggio delle vostre abdicazioni
abbiamo la maleducazione dell’isolamento
che dice di sì a tutti fuorché a voi
esperti in banalità di cemento armato,
voi, filamentosi dell’indigesto,
noi abbiamo dato tutto
e siccome non era abbastanza
siamo indifferenti alle vostre sufficienze
per non essere meglio
della vostra numerosità locale
ridotta al suo boccale ermetico
ci siamo distillati altrove
dispersi in solitudini universali
senza Paesi né pianeti
eccoci dunque erranti
aria nell’aria diversa dalla vostra
noi siamo inaddomesticabili
tanto selvaggi quanto le bestie intelligenti
che preferiscono morire lontane da voi
e di cui voi non potrete fare
né dei trofei, né dei feticci
però non siamo morti
noi siamo soli e universali
in pace e senza più
senza piaghe e senza meno
senza purezza
e con la miseria
in cui ci rigettate
la notte noi non dormiamo più
noi non obbediamo più al vostro giorno
noi siamo degli equalizzatori
dell’alba e del tramonto
seminatori di paradossi
raccoglitori di molteplici nulla
nessuno ci riconosce
perché noi siamo
soli e universali
ché per veder meglio il giorno
è più utile non perdere
la propria notte.
LE VEAU (BOEUF) ECORCHE
französisch | Michel Butor
in memoriam Marc Chagall
C’est un boucher céleste
qui vient de sacrifier
l’animal qui s’abreuve
avec son propre sang
son œil rouge est ouvert
comme pour nous narguer
sa peau s’est déroulée
pour recouvrir la nuit
A travers les pignons
du village transi
on voit s’interroger
les couples affamés
les oiseaux affolés
cherchent à s’échapper
sur la neige des toits
ou le verglas des ruelles
Les larmes de sa graisse
nourrissent les chandelles
qui répandent leur lueur
de pourpre et de savon
sur les sommeils troublés
dans les chambres étroites
ou devant les autels
des églises désertes
Le martyre animal
crucifié dans la nuit
répand sur notre exil
sa réconciliation
réchauffant notre cœur
dans la déréliction
où nous avaient laissés
prophètes et parents
Nous le dévorerons
pour acquérir sa force
sa patience et ses cornes
qui s’illumineront
et les cieux s’ouvriront
délivrés des couteaux
pour fondre notre neige
et brûler notre sang
Janvier 2003
aus: unpublished
Audio production: Printemps des Poètes 2006
Il vitello scuoiato
italienisch
in memoriam Marc Chagall
È un macellaio celeste
che ha già sacrificato
l’animale che si abbevera
del suo proprio sangue
con quell’ occhio rosso aperto
come per dileggiarci
con la sua pelle srotolata
a coprire la notte.
Attraverso i piloni
del villaggio raggelato
si vedono le coppie
interrogarsi affamate
gli uccelli affollati
che cercan di sfuggire
sulla neve dei tetti
o il ghiaccio delle viuzze.
Le lacrime del suo grasso
nutrono le candele
che spandono un chiarore
di porpora e sapone
sui sonni turbati
nelle camere anguste
o davanti agli altari
delle chiese deserte.
Il martire animale
crocifisso di notte
spande sul nostro esilio
la sua conciliazione
scaldando il nostro cuore
nello stesso abbandono
in cui ci hanno lasciati
profeti e genitori.
Noi lo divoreremo
per prenderne la forza
la possanza e le corna
che s’illumineranno
e i cieli si apriranno
liberi dai coltelli
a scioglier la nostra neve
e bruciare il nostro sangue.
Gennaio 2003
mit voller wonne
deutsch | Sabine Schiffner
meine mutter lehrt mich
sprechen
denk einfach deine sprache
sei unendlich viele samentütchen
sagt sie und lehrt mich die blumennamen
die akelei
blüht im waldesschatten
sie zeigt mir die kaiserkron
die liebte ich einst
und meinen namen sucht sie
aus ihrem alphabet weil er
der stockrose ähnelt die
nah am haus steht und
dem schmetterlingsflieder
buddleja
und den sonnenblumen
die oft porträtiert zu hause hängen
auch auf so seltsame blüten wie
den sonnentau kommt sie zu sprechen
jedes kind nicht nur du
die wir aus dem moor holten
ist so einzigartig wie der
ein rares gewächs ist er
treibt aus auf rauem grund
meine mutter ist sprechlehrerin
im reich der beete und blumen
und sie singt voller wonne
die rose die lilie die taube
die sonne
aus: Dschinn. Gedichte.
Frankfurt : Fischer, 2007
ISBN: ISBN 978-3-10-070211-1.
Audio production: Haus für Poesie / 2019
con gran diletto
italienisch
mia madre m’insegna
a parlare
pensa semplicemente la tua lingua
come un sacchetto di semi infiniti
mi dice e m’insegna il nome dei fiori
l’aquilegia
fiorisce nel buio del bosco
mi mostra la fritillaria imperiale
che io amavo un tempo
e il mio nome lo cerca
fra il suo alfabeto perché
assomiglia alla malvarosa che
sta accanto alla casa e
alla buddleja
il lillà delle farfalle
e ai girasoli
che spesso ritratti stanno appesi in casa
e giunge anche a parlare
di fioriture rare come
la drosera
non solo tu ma ogni bimba
che abbiamo preso dalla palude
è unica come lei
è un raro germoglio
cresciuto dal suolo rugoso
mia madre è maestra di lingua
nel regno delle aiuole e dei fiori
e canta con gran diletto
la rosa il giglio la colomba
il sole.
Le passeur du palais des ombres
französisch | Paul Bélanger
On n’imagine pas la joie d’être dans une chambre, malgré le poids de la dépression qui pèse de partout. Tellement de joie dans la chambre. L’ombre moirée échue d’une lumière crue, comme l’amertume jamais saisie d’un fruit. Ou jamais cueillie. Appel reconnu entre mille,que je ne reconnais pas. Une seule voix échappée de la nuit. Elle ouvre sur le dehors prodigieux et multiforme. Elle contient le génie de cette luminosité qui efface tout. Soudain le monde devient autre. Un paysage est généré et la création de cet espace infini se heurte à ma volonté. Pour un voyageur spirituel, rien n’égale ce sentiment d’un lieu éprouvé. Un port suffit, duquel partir pour aller vers l’« indéfini ». L’aventure d’une écriture est celle d’une vie, d’un navire coincé dans les rets des vagues. Tant le corps s’épuise en vains recommencements, tant le chemin de la langue et de la mémoire dispose ses allées à perte de vue. Toute vérité a son masque, tout masque sa vérité. L’utilité de l’oubli, quand une telle approche maintient l’homme à distance, est que plongeant dans cet abîme, il remarque l’horizon de sa chute. Cet inconvénient, il le nomme naissance.
aus: Cahier de Fernando Pessoa
Éditions du Silence, 2011
Audio production: Union des écrivains et des écrivaines québécois, 2013
Il passatore del palazzo delle ombre
italienisch
È inimmaginabile la gioia di essere in una camera, malgrado il peso della depression che grava dappertutto. Quanta gioia nella camera. L’ombra marezzata dovuta ad una luce cruda, come l’asprezza mai afferrata di un frutto. O mai colta. Un richiamo riconosciuto fra mille che io non riconosco. Un’unica voce sfuggita alla notte. Essa apre sull’esterno prodigioso e multiforme. Contiene il genio di quella luminosità che tutto cancella. Spesso il mondo si trasforma. Vien creato un paesaggio e la creazione di questo spazio infinito si urta contro la mia volontà. Per un viaggiatore dello spirito niente eguaglia quel sentimento di luogo già vissuto. Basta un porto per salpare verso l’“indefinito”. L’avventura di una scrittura è quella di una vita, d’una nave incastrata nelle maglie delle onde. Quanto il corpo si sfinisce in vani ricominciamenti, tanto il cammino della lingua e della memoria distende i suoi viali a perdita d’occhio. Ogni verità ha la sua maschera, ogni maschera la sua verità. L’utilità dell’oblio, quando tale approccio tiene l’uomo a distanza, è che affondando nell’abisso lui nota l’orizzonte della propria caduta. Questo inconveniente lui lo chiama nascita.
PRAHA 1990
französisch | Sylviane Dupuis
Les hommes avancent sans te voir
– pâles Lazares qu’échine le froid –
et l’oeil des femmes est comme un clou
Etrangère! Tu ne passeras pas indemne
ce seuil amer où glissent des ombres
sur les façades coloriées:
toute mue s’éprouve à douleur,
blesse qui même
l’effleure…
aus: Odes brèves
Lausanne : Empreintes, 1995
Audio production: 2002 M. Mechner, literaturWERKstatt berlin
Praga 1990
italienisch
Gli uomini avanzano senza vederti
-pallidi Lazzari sfibrati dal freddo-
e l’occhio delle donne è come un chiodo.
Straniera! Tu non passerai indenne
da questa soglia amara dove scivolano ombre
sopra facciate colorate:
ogni muta si prova a dolore,
ferisce chi appena
la sfiora …
ROMA 1989
französisch | Sylviane Dupuis
A nos pieds ce chaos de règnes,
le temps tassé sous l’opulence des dômes
et l’infernal fracas
là-bas, je sais qu’un fleuve
charrie les soleils et la boue
sous un pont criblé d’anges
– mais qu’ai-je à faire de l’éternel
Rejoindre, plus haut que l’air
cette noire poudre d’ailes
migrante
aus: Odes brèves
Lausanne : Empreintes, 1995
Audio production: 2002 M. Mechner, literaturWERKstatt berlin
Roma 1989
italienisch
Ai nostri piedi questo caos di regni,
il tempo ammucchiato sotto l’opulenza dei duomi
e il fracasso infernale
laggiù, io so che un fiume
trascina soli e fango
sotto un ponte tempestato di angeli
-ma che me ne faccio dell’eterno
raggiungere, più in alto dell’aria,
quella nera polvere di ali
migrante.
The Ragpicker
englisch | Sonnet Mondal
It was amazing how
the little girl came
to me and asked
for a coin.
The world is
throwing less wastes,
it seems.
Earlier ragpickers
were reticent
or perhaps I am
a dustbin
of riches now.
Audio production: The Enchanting Verses Literary Review
Lo straccivendolo
italienisch
È stato sorprendente che
una bambina sia venuta
da me a chiedere
una moneta.
Il mondo è
gettar via meno rifiuti,
a quanto pare.
Prima gli straccivendoli
erano defilati
o forse è che io sono
una pattumiera
di ricchezze adesso.
Ecchymose etc
französisch | Patrice Delbourg
tête à peine meublée
mince couche de chair sur squelette
chaque matin envie d’étrangler
en soi
cet acte secret
d’aimer encore
cette hideur cette lâcheté
misérable pantomime
habiter de fortune
les mots des autres
volonté de coller
à ce qu’on feint d’écrire
pour s’inventer un destin
alors qu’on ne possède
qu’un minable permis de séjour
Paris: ed. Castor astral, 2004
Audio production: Printemps des Poètes 2006
Ecchimosi ecc.
italienisch
testa a pena arredata
esile strato di carne su scheletro
ogni mattina voglia di strozzare
in sé
quest’atto segreto
d’amare ancora
questo schifo questa viltà
miserabile pantomima
abitare come alloggio di fortuna
nelle parole degli altri
voglia di aderire
a quel che si finge di scrivere
per inventarsi un destino
quando appena si possiede
un permesso di soggiorno.
Cadenabbia
deutsch | André Schinkel
Der Wald gerinnt, die Kämme funkeln
Von oben her, von unten rauf; –
Die Sonne spinnt, die Kähne schunkeln,
Die Villen gehn wie Sterne auf.
Der See liegt grün, ein welkes Wesen
Aus Schönheit und Verlassenheit:
Wir sprechen noch vom Blick-Genesen,
Jedoch schon in Vergangenheit.
Die Tage sind: gezählt … verronnen,
Im Rausch, vom Paradies erzeugt;
Die Häuser drängen sich, benommen,
Im Schatten, den der Felsen beugt.
Wir stehen dort, das Wasser leuchtet
Der Wind dreht von Bellagio her; –
Das Licht verharrt, die Welle feuchtet:
Idyllisch sind die Köpfe leer.
aus: Bodenkunde
Halle: Mitteldeutscher Verlag, 2017
Audio production: Haus für Poesie, 2019
Cadenabbia
italienisch
Il bosco si addensa, le vette scintillano
dall’alto in giù, dal basso in su; -
il sole folleggia, le barche oscillano,
come stelle le ville vengon su.
Il lago è verde, un essere languente
di bellezza e di disincanto:
parliamo ancora di piacere del vedente,
però oramai al passato soltanto.
Le giornate sono: contate … concluse,
nell’ebbrezza che il Paradiso profonde;
si ammucchiano le case, confuse,
nell’ombra che la rupe diffonde.
Noi stiamo qui, l’acqua è luccicante
il vento ripiega da Bellagio, -
l’onda inumidisce, la luce è persistente:
Le teste sono vuote da idillio.
[Der Milan kreist]
deutsch | André Schinkel
DER MILAN KREIST, wir stehn in seinem Schimmer
Aus Blut und Leben, falb und federwärts; –
Sein Schrei gilt uns, wir halten immer-
Fort noch Ausschau: nach dem Schmerz,
Der still und roh auf den Synapsen feuert,
Der Traum von unsrer Anwartschaft –
Wir gehn herum in uns, der Milan steuert
Den Blick von oben uns, wo schemenhaft
Der Mond am Horizont nachts steht, und Fieber
Sich verwirrend, tönern in die Stille streut;
Und auf dem Schloßdach Raben, welk und bieder
Im Morgenglänzen ihr Geschreie reut –
Hier sind wir … und wir sehen in den Himmel
Zur Burg hinauf, wo nun die Laudes schallt;
Und im Gesträuch beginnt nun das Gewimmel –
Der Milan kreist, es ist noch kalt.
aus: unveröffentlichtem Manuskript
Audio production: Haus für Poesie, 2019
Il nibbio vola in cerchio
italienisch
Il nibbio ruota, e noi nel suo bagliore
di sangue e vita, falbo e piumato; -
ci vale sempre una sosta il suo gridare –
e ancora guardiamo a quell’acuto
e silente dolore che le sinapsi sconvolge,
quel sogno dell’aspirazione nostra -
noi ci aggiriamo in noi, il nibbio volge
lo sguardo a noi dall’alto, ove si mostra
lieve la luna di notte all’orizzonte, e si spande
una febbre nel vago silenzio argilloso:
sopra il tetto i corvi, nel giorno che splende
lanciano fiochi e mesti gridi di rimorso –
Qui siamo noi … e guardiamo nei cieli
all’arce a cui canti di laudes vanno;
e ora inizia il brulichio nei cespugli –
il nibbio vola in cerchio. È ancora inverno.
history poem
englisch | Crispin Best
in the beginning
as you may have guessed
the lonesome clouds
casting birthmarks on the earth
before long eggs crack
and out struggle
baby pterodactyls
over the mountains
mountains
the water shines
a clean silver water
and the wet quiet sand
the new world stilt-legged horse
the forest horse
the true horse
more clouds
fewer clouds
bronze
given time
even birds grow
cucumbers become musty
the half-frozen field will thaw
the invention of doors
until suddenly
an alpine goat nibbling a bad man's head
both surprised
the bad man returns to the city
he is not even bad
the goat looks at grass
we spend our lives in the city together
like unsettling grapes
all of us
peanut butter comes and goes
the tides of people are endless
looking fantastic on their chosen city bus
a ladybird darkens on the bad man’s cistern
when he looks
spiders dying of old age
everywhere in his city
city pigeons still tortured in dreams daily
now sometimes even found
with an emerald instead of a head
in his city home
while the girl is there
she smells of oranges
when she is awake
the bad man is sick
of the world revolving around him
before long
it is dark in a language
that we don't understand
our solar panels freeze
and thaw
grasshoppers swarm every 17 years
the end of phobos
the proper motion of stars
waves turn white
as they hit the beach
Audio production: Literaturwerkstatt Berlin, 2015
poema della storia
italienisch
agli esordi
come potrai aver intuito
le nubi solitarie
lanciano macchie sulla terra
prima che le oblunghe uova si rompano
e fuori ne escano battagliando
piccoli pterodactili
sopra le montagne
montagne
l’acqua luccica
un’acqua pulita d’argento
e la sabbia bagnata e quieta
il cavallo sui trampoli del nuovo mondo
il cavallo della foresta
l’autentico cavallo
più nubi
meno nubi
bronzo
col tempo
anche gli uccelli crescono
i cetrioli ammuffiscono
il campo semigelato si scongela
l’invenzione delle porte
finché ad un tratto
una capra alpina brucando la testa di un uomo cattivo
ambedue sorpresi
l’uomo cattivo ritorna in città
egli non è neppure cattivo
la capra cerca l’erba
noi trascorriamo la vita insieme in città
come grappoli inquietanti
tutti noi
burro d’arachidi va e viene
le maree di folla sono infinite
sembrano fantastiche nei loro scelti autobus urbani
una coccinella si oscura sulla cisterna dell’uomo cattivo
quando lui guarda
ragni muoiono in tarda età
dovunque nella sua città
piccioni di città sempre torturati in sogni quotidiani
adesso trovati talvolta anche
con uno smeraldo al posto della testa
nella sua città natale
mentre la ragazza è lì
lei odora di arance
quando è sveglia
l’uomo cattivo è malato
del mondo che gli gira intorno
fra poco
cala il buio su una lingua
che non comprendiamo
i nostri pannelli solari gelano
e disgelano
le cavallette sciamano ogni 17 anni
la fine di fobos
il moto proprio delle stelle
le onde diventano bianche
quando colpiscono la spiaggia
VENENO
spanisch | Trinidad Gan
Anoto a tientas signos.
Hago caligrafías para el fuego
que guarden lo que sirve a mi propósito.
Y me diréis: ha escrito otro poema.
Pero hay en esta página
una línea de sangre.
Aunque no sea para ti, lector,
mas que un verso tan solo,
puedes poner tus labios
en su borde impregnado de cicuta,
lamer una tras otra estas palabras.
Verás cómo se vuelven en tu boca
agua con cieno, piedras de un derribo,
pequeños alacranes que abandonan
su raíz y su incendio en tu memoria.
aus: Papel ceniza
Valparaíso ediciones, 2014
Audio production: Kulturamt Heidelberg
aufgenommen im Rahmen der „Expedition Poesie Heidelberg-Granada"
VELENO
italienisch
A tasto scrivo dei segni.
Eseguo calligrafie per il fuoco
che proteggano ciò che serve al mio scopo.
E mi direte: ha scritto un'altra poesia.
Però in questa pagina
c'è una linea di sangue.
Sebbene non sia per te, lettore,
più di un singolo verso,
puoi porre le tue labbra
sul suo bordo imbevuto di cicuta,
leccare queste parole una dopo l'altra.
Vedrai come ti si trasformano in bocca
acqua con limo, pietre di una demolizione,
piccoli scorpioni che lasciano
la loro radice e il loro fuoco nella tua memoria.
der hahn
deutsch | Norbert C. Kaser
wenn der hahn sich erhebt
an jedem morgen
seinen kamm neu stellt
rot voller blut und fleisch
da werfe ich ihm steine nach
an jedem morgen
dem hahn in
seine federn
wenn der hahn sich erhebt
an jedem abend
seinen kamm noch stellt
wo er doch schlafen soll
da werfe ich ihm sand ins lid
an jedem abend
dem hahn daß
er schlafe
13/2/69
aus: Gesammelte Werke, Bd.1 Gedichte
Innsbruck: Haymon Verlag, 1988
Audio production: Kassette: Norbert C. Kaser (1947.1978). Lesungen und Vertonungen, Innsbruck, 1987. © Haymon-Verlag
il gallo
italienisch
quando il gallo si alza
ogni mattina
rizza vispa la cresta
rossa piena di sangue e di carne
io gli tiro dietro dei sassi
ogni mattina
al gallo nelle
penne
quando il gallo si alza
ogni sera
rizza ancora la cresta
e invece dovrebbe dormire
io gli avvento la sabbia negli occhi
ogni sera
al gallo affinché
dorma
[dans la lumière noire de la nuit]
französisch | Amina Saïd
dans la lumière noire de la nuit
la chair pâle de la lune
comme l'épaule ronde d'une femme
je m'attendais à attendre
afin que soient réunis les instants
d'avant de maintenant et d'après
l'inconnu dans le poème
et les surprises du lendemain
quand tu as refermé les bras
nous regardions en nous-mêmes
écoutant respirer l'infini
quand tu as refermé les bras
il ne restait qu'un instant
si bref que le silence
s'est brisé en minuscules fragments
quand tu as rouvert les bras
une flamme tendre se consumait
depuis, le silence des mots
nous l'aurons retourné dans tous les sens
sous tous les angles
avant de nous prendre par la main
puis nous aurons laissé la nuit
tomber face contre terre
parfois le silence ne me rassure plus
je m'inquiète d'avoir des nouvelles
me feras-tu un signe complice
qui me rendrait au monde
me rendrait des yeux une bouche un corps
me rendrait la lumière
parlerons-nous d'hier rirons-nous de rien
diras-tu mon nom une fois encore
envisagerons-nous demain
nous accorderons-nous une parcelle de temps
aus: La douleur des seuils : Poemes
Paris : Editions de la Difference, 2003
Audio production: 2002 M. Mechner, literaturWERKstatt berlin
[nella luce nera della notte]
italienisch
nella luce nera della notte
la pallida carne della luna
come la spalla tonda di una donna
mi aspettavo di attendere
fin che si fossero riuniti gl’istanti
prima di questo momento e dopo
lo sconosciuto nella poesia
e le sorprese dell’indomani
quando hai richiuso le braccia
noi guardavamo in noi stessi
ascoltando respirare l’infinito
quando hai richiuso le braccia
non restava che un istante
così breve che il silenzio
si è infranto in minuscoli frammenti
quando hai riaperto le braccia
una fiamma tenera si consumava
in seguito il silenzio delle parole
l’avremo voltato in ogni senso
sotto ogni angolo
prima di prenderci per mano
poi avremo lasciato cadere
la notte bocconi sulla terra
talvolta il silenzio non mi rassicura più
m’inquieto a ricevere notizie
mi farai un segno complice
che mi restituisca il mondo
che mi restituisca occhi bocca corpo
che mi restituisca la luce
noi parleremo di ieri rideremo di nulla
tu pronuncerai ancora una volta il mio nome
prenderemo in consideraazione un domani
ci concederemo una particella di tempo
[toujours dans le poème]
französisch | Amina Saïd
toujours dans le poème
j'entendrai le silence
avant le mot
m'abreuverai à sa bouche même
alors naissent les choses
les mots le monde
je dis : toujours dans le poème
j'entendrai le silence avant les mots
et tu réponds : s'il existe un dieu
c'est là qu'il habite
je découvre l'exact versant
de l'ombre et de la lumière
où il finit où il commence
et le silence palpite telle la mer
en son ventre de sel
palpite comme l'aile d'un oiseau
apprivoisant lentement le ciel
comme le vent la terre la vie
et s'il existe un dieu oui
c'est là qu'il habite
aus: La douleur des seuils : Poemes
Paris : Editions de la Difference, 2003
Audio production: 2002 M. Mechner, literaturWERKstatt berlin
[sempre nella poesia]
italienisch
sempre nella poesia
sentirò il silenzio
prima della parola
berrò dalla sua stessa bocca
è allora che nascono le cose
le parole il mondo
io dico: sempre nella poesia
udrò il silenzio prima delle parole
e tu rispondi: se un dio esiste
è là che abita
io scopro l’esatto versante
dell’ombra e della luce
dove finisce dove comincia
e il silenzio palpita come il mare
nel suo ventre salato
palpita come l’ala di un uccello
che addomestica il cielo lentamente
come il vento la terra la vita
e se un dio esiste sì
è là che abita
Vitral de sombras
spanisch | Gilberto Castellanos
la sombra fugitiva
que en el mismo esplendor se desvanece.
Sor Juana Inés de la Cruz
1
En el abandono de su sueño
¿vio la sombra
aparecer la luz primaria
como fosforescencia remota?
2
¿De la fatiga de la luz
por el peso incesante
de su propia luz,
brotó la sombra
bañada de inocencia?
3
La luz es símil de la sombra
sin tiempo, sin distancia
en el silencio.
4
El tiempo se hace luz
En su ritmo sin pausas.
5
El espacio fue la luz
Sin conocer las sombras.
6
El silencio se convierte en luz
desde su profundidad
sin sombras.
7
Antes del soplo natural
de la palabra, fue la luz
grafismo y voz
para la urgencia de metáforas.
8
Ausentes los versículos
la música, el poema,
antigüedad de un universo
sin luz, la sombra
fue un cuerpo sediento
de miradas.
9
¿ Dónde hallan los sentidos
el infortunio total
de la muerte
si después de esa sombra,
como el amor, la mirada
ensancha su razón
vibra y se hace luz?
aus: Caudal
BUAP-DGFE, 2005
Vetrata di ombra
italienisch
di quell’ombra fuggitiva
che nell’atto di splendere svanisce.
Suor Juana Inès de la Cruz
1
Nell’abbandono del suo sogno
vide l’ombra
apparir la prima luce
come fosforescenza remota?
2
Dalla fatica della luce
per il peso incessante
della sua stessa luce,
sbocciò l’ombra
bagnata d’innocenza?
3
La luce è simile all’ombra
senza tempo, senza distanza
nel silenzio.
4
Il tempo si fa luce
nel suo ritmo senza pause.
5
Lo spazio fu la luce
senza cognizione dell’ombra.
6
Il silenzio si converte in luce
dalla sua profondità
senza ombre.
7
Prima del soffio naturale
delle parole, la luce fu
segno e voce
per l’urgenza delle metafore.
8
Assenti i versi
la musica, la poesia,
antichità di un universo
senza luce, l’ombra
era un corpo assetato
di sguardi.
9
Dove trovano i sensi
l’assoluta sciagura
della morte
se dopo quest’ombra,
come l’amore, lo sguardo,
allarga la sua ragione
vibra e si fa luce?
Mantegnas Sebastian
deutsch | Harald Hartung
Ich zählte alle Pfeile
die er an seinem Leib trägt
die Stellen wo sie eintreten
die Stellen wo sie austreten
auch die verdeckten
und vergaß über meinem Zählen
den eigenen Schmerz
Ich trat hinaus in das Licht des Kanals
Zwischen Schmutz
und dümpelnden Plastikflaschen
trieb bäuchlings ein Teddybär
Da trat mir das Salz ins Aug
aus: Aktennotiz meines Engels. Gedichte 1957-2004.
Göttigen: Wallstein Verlag, 2005
Audio production: M. Mechner, literaturWERKstatt berlin, 2005
Il San Sebastiano di Mantegna
italienisch
Stavo contando tutte le frecce
che portava infilate nel corpo
i punti in cui erano entrate
i punti da cui erano uscite
anche quelli nascosti
e nel contare dimenticavo
il proprio dolore
uscii fuori nella luce del canale
fra sporcizia
e bottiglie di plastica vaganti
galleggiava a pancia in su un orsetto
e lì mi entrò sale negli occhi
[Die Eisberge sind in Alaskas Himmel]
deutsch | Richard Huelsenbeck
Die Eisberge sind in Alaskas Himmel
gefallen und der Schneehasen rosafarbener Schwanz
ist nicht mehr. Die Polarforscher schlafen
von Medaillen behängt und Firlefanz.
Gestern stand der Bürgermeister in neuem Fracke
auf der Rednertribüne und pries den Frieden,
heute dagegen ist die Welt verschieden
von gestern und von verschiedenem Geschmacke.
Viele Dinge sind inzwischen geschehen
von mehr oder minderer Bedeutung und der Wind
hat von mancher Richtung geblasen. So wie sie sind
sind die Menschen nicht zu verstehen.
Sänger singen auf erleuchteten Bühnen
am Abend, wenn der Müde Geschäftsmann mit
gebeugter Glatze sich der Kunst hingibt
und die Frackhemden sind gebläht wie Dünen.
Irgendwo in Harlem, wo die Derwische tanzen in
weißen Hemden in der Kirche von Gott und Dreck
fällt von den Wänden und die Kleider Stück für Stück
geben sie hin, im Einzelnen und im Ganzen.
Das beste von allem ist der Seligkeit Schauer,
wenn Jesus Christus deine schweißige Stirne berührt
und du fühlst dich wie ein Verwandter von Eisenhower
zum Gesandten für Schangrila erkürt.
aus: Die Antwort der Tiefe
Wiesbaden: Limes, 1954
Audio production: Privataufnahme Huelsenbecks, 50er Jahre, New York
[I monti di ghiaccio son caduti nel cielo]
italienisch
I monti di ghiaccio son caduti nel cielo
dell’Alaska e la rosea coda delle lepri alpine
non c’è più. I ricercatori del Polo
dormono pieni di medaglie e di ciarpame.
Ieri portava un nuovo frack il borgomastro
sul palco degli oratori, la pace lodando,
oggi invece è diverso il mondo
rispetto a ieri e di diverso gusto.
Frattanto molte cose son potute avvenire
di maggiore o minore importanza e il vento
ha soffiato da qualche direzione. Al punto
in cui sono gli uomini non si possono capire.
Cantano i cantanti su illuminate scene
la sera quando con la zucca china
lo stanco uomo d’affari all’arte si avvicina
e le camicie dei frack son gonfie come dune.
Da qualche parte di Harlem i dervisci ballano
in chiesa, in bianche tuniche, e dalle pareti
cade sporcizia e, pezzo a pezzo, dei vestiti
loro in parte o del tutto si spogliano.
La cosa migliore è il brivido di gioia,
quando Gesù Cristo la fronte in sudore
ti sfiora e ti senti parente di Eisenhower
scelto per essere inviato a Shangri-La.
Primavera Cercana
spanisch | Elvira Hernández
Los colibríes rondan los cerezos en flor.
Todo viene adelantado.
Quizá ya no entran en torpor
No hay que dormirse en los laureles
Ni bajo nada.
Cada día es una alerta
Hay un césped que es plástico
Nieve que no es nieve
Una flor que es mera sombra
Espantapájaros que son títere de
carne y hueso.
aus: Pájaros desde mi ventana
Santiago: Alquimia Ediciones, 2018
Audio production: Haus für Poesie, 2019
Primavera vicina
italienisch
I colibrì vagano fra i ciliegi in fiore.
Tutto viene anticipato.
Forse non entrano più in letargo
Non c’è da dormire sugli allori
né sotto niente.
Ogni giorno è un’allerta.
C'è un'erba che è di plastica
neve che non è neve
un fiore che è pura ombra
spaventapasseri che sono fantocci in
carne e ossa.
fünfte Jahreszeit
deutsch | Bodo Hell
es weint der Weg in mir
es grollt der Pfad
es stürzt entzwei das Tier
es bröckeln lautlos Trümmer ab vom Grat
es glimmen paarweis Lichter durchs Revier
es platzt im jähen Aufwärtsschritt die Naht
die Sonnenscheibe zischt oval ins Meer
die Küstenmöve kreischt: ›am Abend wird es gut‹
was plagst du dich so sehr
am Brustbein hockt dir auf die Trud
jetzt kommst du nahe, näher zu mir her
zum letzten Schritt, allein es fehlt der Mut
der Lausbub zielt zum Spaß mit dem Gewehr
übern Asphalt fließt violettes Blut
es schäumt im Vasenkelch das frische Bier
es kleckert ölig grün aufs Tischtuch der Salat
es quert das Traumschiff den Guadalquivir
es singt die Schleiereule klagend von Verrat
es flüstert unabweislich hinter dir
es ruft chinesisch der Chines': ›es ist zu spat‹
es weint der Weg in mir
es grollt der Pfad
aus: Tracht: Pflicht, Lese- und Sprechtexte
Graz: Literaturverlag Droschl, 2003
Audio production: 2006, M.Mechner / Literaturwerkstatt Berlin
La quinta stagione
italienisch
in me il sentiero piange
brontola lo stradale
la bestia in due si frange
cadon muti frantumi dal crinale
splendono lumi a coppia nell’areale
un passo falso, la costura si sdruce
stride nel mare il disco del sole ovale
grida il gabbiano: “a sera sarà pace”
cos’hai da lamentarti così tanto
sullo sterno la Strega ti sta addosso
ora mi vieni sempre più accanto
senza il coraggio per l’ultimo passo
per gioco il monello col fucile spara
sull’asfalto un sangue viola si spaglia
spumeggia nel calice fresca la birra
l’insalata sporca di olio verde la tovaglia
passa il Guadalquivir la barca sognante
il barbagianni canta nenie di tradimento
ti mormora dietro ineluttabilmente
grida il Cinese in cinese : “non hai più un momento”
in me il sentiero è piangente
lo stradale è tutt’un lamento.
Gedicht
deutsch | Rolf Haufs
Ist es erlaubt von sich selbst zu reden in dieser
Stillen Zeit. Es ist nicht erlaubt und darum
Rede ich über alles mögliche andere. Über ein Gesicht
Das mit schwarzen Haaren verdeckt war, darunter (es war ein
Regnerischer Tag) eine tiefe Narbe.
Über den Gestank des Mülls in den Straßen, der
Nachts aus den Fenstern geworfen, übergeht in dunkle
Pfützen. Hier wäre eine chemische Formel angebracht oder
Gerede über Menschen wie du und ich.
Oder wir sprechen über den Profit, ein Wort das
In einem Gedicht nicht erlaubt ist. Einmal
Saß ich vor meinem Haus. Ein Mann ging vorbei der trug
Eine grüne Hose und mir fiel das Wort Profit ein.
Ich weiß nicht warum. Ich habe
Den ganzen Abend in den Klassikern geblättert und fand
Keine Erklärung. Früher wußten sie alles. Was
Hat sie so hilflos gemacht gegenüber
Den täglichen Fragen. Noch vor kurzem boten sie
Kurzweil selbst an heißen Sommertagen. Es ist
Wirst du einfach sagen dein eigener Kopf. Oder etwas
Das noch beschrieben werden müßte von H.
Dem Schatten.
aus: Die Geschwindigkeit eines einzigen Tages
Reinbek bei Hamburg: Rowohlt Verlag, 1976
Audio production: Literaturwerkstatt Berlin, 2012
Poesia
italienisch
È permesso parlare di se stessi in questi
tempi silenti. Non è permesso e perciò
io parlo di tutto il resto. Di un volto
che era coperto di una nera chioma, e sotto (era un
giorno di pioggia) una cicatrice profonda.
Del cattivo odore dell’immondizia per le vie, che
di notte, gettata dalle finestre, trabocca in scure
pozzanghere. Qui sarebbe adeguata una formula chimica o
un discorso sulla gente come te e me.
Oppure parliamo del profitto, un termine che
è proibito usare in poesia. Un giorno
sedevo sulla soglia di casa. Passò un uomo che portava
pantaloni verdi e mi saltò in mente la parola profitto.
Non so perché. Ho sfogliato
i classici per tutta una serata senza trovare
una spiegazione. Prima sapevano tutto. Cosa
gli ha resi così inermi di fronte
ai problemi di ogni giorno. Ancora poco fa offrivano
divertimento anche nei giorni caldi d’estate. Tu dirai
è semplicemente la tua stessa testa. Oppure qualcosa
che dovrebbe essere descritto ancora da H.
all’ombra.
Als sie siebzehn war, zog sie mit zwanzig Strohhüten und ihrem Meerkatzenmännchen unter einen Stadtbahnbogen und blieb da ziemlich lange
deutsch | Martin Auer
Mir geht's gut mit meinem Affen
und auch ihm geht's gut mit mir.
Ich hab nichts mit euch zu schaffen
gebt doch Ruh, ich bleibe hier.
Alle haben was zu gaffen,
alle haben was zu raffen,
mir geht's gut mit meinem Affen,
wer mich nervt, das seid nur ihr.
Schreiben Sie Ihren Lebenslauf
und geben Sie Ihr Leben auf!
Sie können sich daneben auch besaufen.
Bei Waren, die Sie heuer ordern,
sparen Sie die Steuer, morgen
sind sie vielleicht teurer, also kaufen!
Mir geht's gut mit meinem Affen
und auch ihm geht's gut mit mir.
Also bitte, laßt die schlaffen
Phrasen und verschwindet hier.
Ich brauch keine klugen Laffen,
keine Huren, keine Pfaffen,
mir geht's gut mit meinem Affen,
niemand geht's so gut wie mir!
Ernährn Sie sich natürlich,
wir beraten Sie ausführlich
und Sie werden unwillkürlich
Fett verlieren.
Wer schenkt Ihnen reinen Wein ein?
Schicken Sie ihr linkes Bein ein,
wird man gleich die Diagnose
retournieren!
Mir geht's gut mit meinem Affen
und auch ihm geht's gut mit mir.
Ich kann endlich ruhig schlafen
seit ich seine Nähe spür.
Auch wenn eure Mäuler klaffen:
die Zigarren, die wir paffen
und die Welt, die wir uns schaffen
sind noch immer unser Bier.
aus: Blues und Balladen. Gedichte. [Reihe Lyrik aus Österreich Bd.79]
Baden bei Wien: Grasl Verlag, 1999
ISBN: 3-85098-242-4
Audio production: 2001 M. Mechner, literaturWERKstatt berlin
Quand’ebbe diciassett’anni andò ad abitare con venti cappelli di paglia e il suo cercopiteco sotto un arcata della metropolitana e ci rimase piuttosto a lungo
italienisch
Con la mia scimmia io mi trovo bene
e con me si trova bene lei pure.
Io con voi non ho niente in comune
rassegnatevi, con lei voglio restare.
Tutti quanti hanno qui da curiosare,
hanno tutti qualcosa da arraffare,
con la mia scimmia io mi trovo bene,
siete voi soli che mi fate agitare.
Scrivete il vostro curriculum vitae
e abbandonate le vostre vite!
Qui accanto vi potete ubriacare.
Le merci esentasse che oggi ordinate,
e che domani saranno rincarate,
oggi sono senz’altro da comprare!
Con la mia scimmia io mi trovo bene
e con me si trova bene lei pure.
Dunque finite con le cantilene
sciocche e da qui iniziate a sparire.
Non ho bisogno di saccenti assennati
né di puttane, né di sacerdoti,
con la mia scimmia io mi trovo bene,
e nessuno sta bene come me!
Nutritevi di cibi naturali,
i nostri consigli sono integrali
e il troppo grasso dei vostri chili
senza pensieri scomparirà.
Chi vi sta versando vino pretto?
Spediteci la gamba sinistra
e la diagnosi a giro di posta
molto presto vi perverrà!
Con la mia scimmia io mi trovo bene
e con me si trova bene lei pure.
Posso dormire infine senza pene
da quando me la sento accostare.
Anche se le vostre bocche si aprono:
le sigarette che si fumano
e il mondo che ci creiamo
restano sempre un nostro affare.
Water
englisch | Kavita A. Jindal
a fairytale
Once their mother put a dropper to their tongues
Dispensing slow beads from the tiny brown bottle
Just so they could taste her childhood
And she could tell them again
Of how it had been almost free. Gallons to drink
Until her teens, when all the clouds became
White, floating. The Dry became the only season
Even as machines to extract liquid from air
Whined and whirred, even as the sea
Gave up its treasure, the Dry deepened
The liquid itself was priced higher than gold
Higher than oil, and even if they didn’t need
Water for existence anymore
They longed for it as
Humans long for what is lost and delicious.
Audio production: The Enchanting Verses Literary Review
Acqua
italienisch
un racconto di fate
Una volta la madre pose un contagocce sulla loro lingua
erogando pian piano delle perline dal piccolo flacone marrone
essi potevano solo così assaporare la loro infanzia
e lei poteva raccontar loro di nuovo
di come fosse stato pressoché gratuito. Galloni da bere
fino all’adolescenza, quando tutte le nuvole son diventate
Bianco, galleggiante. Il Secco è diventato l'unica stagione
proprio come se macchine per estrarre liquidi dall'aria
lagnassero e ronzassero, proprio come se il mare
rinunciasse al suo tesoro, il Secco è diventato più intenso
il liquido stesso era stimato più dell'oro
più del petrolio e anche se non avevaano più bisogno
di acqua per l'esistenza
essi la desideravano come
gli umani desiderano ciò che è perduto e delizioso.
Act of Faith
englisch | Kavita A. Jindal
Don’t pry don’t ask to whom I pray
if it changes from day to day,
if the entity is male or female
if I fast and for whom
don’t ask, don’t ask.
I know there are forms to fill; spaces where I must
write neatly and in caps,
the beliefs I’ve claimed
dog tags strung tight
around my neck
agnostic, atheist, multi-faith, irreligious, liberal,
gregarious, star-gazer
sun-worshipper
and to top it all
open-minded
yet searching for a word to describe my true religion,
which began one solemn day
when I thought
impermanence could be
invited at will
I wished to be a ribbon of mist trailing in the cold blast of
the stratosphere but found
I’d stayed within
reach of earth; why, I was
still grounded
Drawing breath is an act of faith, one I’ve embraced
running, jumping, keeping
time, sucking in air, choosing to,
each new day
is religion
Monday to Sunday, just living is an act of faith.
Audio production: The Enchanting Verses Literary Review
Atto di fede
italienisch
Non essere curioso, non chiedermi chi prego
se lui cambi di giorno in giorno,
se la sua entità sia maschile o femminile,
se io digiuni e per chi lo faccia
non chiedere, non chiedere.
Lo so che ci sono formulari da riempire,
spazi dove io devo
scrivere in chiaro e maiuscolo,
le credenze che ho chiamato
medagliette da cane
legate al mio collo
agnostico, ateo, multi-religioso, irreligioso,
liberale,
gregario, scrutatore di stelle,
adoratore del sole
e per coronare tutto ciò
di mente aperta
cercando ancora la parola che definisca la mia
vera religione,
la quale iniziò un giorno solenne
quando pensai che
l’impermanenza potrebbe essere
invocata a piacere.
Volevo essere un cordone di nebbia
vagante nel freddo vento
della stratosfera, ma scoprii
che sarei rimasta entro
l’ambito della terra; perché, io ero
sempre legata al suolo.
Respirare è un atto di fede, di una fede
che ho abbracciato
correndo, saltando, tenendo
il tempo, succhiando l’aria, facendo scelte,
ogni nuovo giorno
è una religione.
Da lunedì a sabato, il solo vivere è un atto di fede.
Locked
englisch | Sonnet Mondal
Sometimes
the iron in a lock
must be thinking
why was I moulded
into something as such!
A life that came
with boldness
got swept into
isolation — by the tongue
of a melancholic rust
hanging like a slave
to the will of the key
and fingers
Audio production: The Enchanting Verses Literary Review
Chiuso
italienisch
Talvolta
il ferro nella serratura
deve star lì a pensare:
ma perché sono stato forgiato
in una cosa del genere!
Una vita venuta su
con baldanza
è stata gettata
nell’isolamento - nella lingua
di una ruggine malinconica
appesa come uno schiavo
alla volontà della chiave
e delle dita
Strange Meetings
englisch | Sonnet Mondal
Sometimes we run into someone
just for once in our lives
and our bones refuse
to fit inside the skin
the same way.
Plans proceed as waves
and recede as doubts.
A fleeting joy
with gnawing pangs
of apprehension
the stretch between
experience and fear
seems like the time taken by a fish
to reveal and conceal itself
in front of a fish hook.
Audio production: The Enchanting Verses Literary Review
Strani incontri
italienisch
Ogni tanto incontriamo qualcuno
una volta sola nella vita
e le nostre ossa rifiutano
di adattarsi all’interno della pelle
alla stessa maniera.
I progetti procedono come onde
e recedono come dubbi.
Una gioia fugace
con morsi voraci
di apprensione
la tensione fra
l’esperienza e la paura
sembra simile al tempo usato da un pesce
per apparire e scomparire
di fronte all’amo da pesca.
••• [ко мне приходят курьеры.]
russisch | Miriam Dragina
ко мне приходят курьеры.
в понедельник доставили воду.
во вторник билет на бал сатаны.
в среду цветы в бумаге.
в четверг коробку с котенком.
в пятницу штраф за паркинг.
в субботу стопку газет с ошибкой.
в воскресенье лекарства соседу, он вышел тому минуту. лекарства от аллергии на межгалактический транспорт и белые флаги в поле. и шепот еще. и кожу, к которой мы привыкаем, а дальше не можем расстаться.
стоим на пути, недоумки.
нигде не кончаются шпалы.
запью таблетки соседа
водой, ее еще много.
цветам на неделю хватит.
сосед не дождался почту,
скитается по орбитам,
курьеров мне присылает
aus: unpublished
Audio production: Haus für Poesie, 2019
••• [Le lettere arrivano a me]
italienisch
Le lettere arrivano a me.
Lunedì hanno portato l’acqua.
Martedì l’invito al ballo satanico.
Mercoledì fiori incartati.
Giovedì una scatola con un gattino.
Venerdì una multa per divieto di sosta.
Sabato una pila di giornali con un errore.
Domenica medicine per il vicino, è uscito da un minuto. Medicine
per l’allergia al trasporto intergalattico e bandiere bianche sul campo.
E ancora sussurro. E la pelle a cui ci abituiamo e da cui non possiamo separarci.
Ci stiamo fra i piedi, idioti.
Da nessuna parte finiscono le traversine.
Prendo le pillole del mio vicino.
Di acqua, ce n'è ancora un po’.
I fiori bastano per una settimana.
Il vicino non ha aspettato la posta,
vaga in orbita,
mi manda delle lettere.
prag
deutsch | Marcus Roloff
märztag, herbsttag
pfützenscherben im gesprungenen
straßenpflaster, am wenzelsplatz
gerinnen die reflexe meines leeren atems
zu einer prachtpostkarte.
nichts bleibt hängen in der
klumpreuse, schachtelglocke, ausgeworfener
sehvorgang (abgebrochen), ich
kann das verweilen nicht halten.
von türmen schreib ich nichts, von einem
punkt in der zeit, der LUCERNA-
PASSAGE z.b. (im kino
gewesen, geweint), der
sich summiert. viele. viele grüße.
aus: Reinzeichnung
Heidelberg: Das Wunderhorn, 2015
Audio production: Haus für Poesie / 2019
Praga
italienisch
giorni di marzo, giorni d’autunno
stracci di pozze nel selciato screpolato
della strada, in piazza venceslao
si coagulano i riflessi del mio alito vuoto
in una cartolina vocale.
niente rimane impigliato
nella nassa fangosa, campana inscatolata, lanciata
indagine visiva (interrotta), io
non posso interromper la mia sosta.
delle torri non scrivo niente, di un
punto nel tempo, il PASSAGGIO-
LUCERNA p. es. (al cinema
ci sono stato e ho pianto), che
si accumula. tanti. tanti saluti.
korrespondenzen
deutsch | Marcus Roloff
der adressat bin inzwischen ich selbst ich
adressiere an mich jede naturbeobachtung
ich weiß nicht ob solcherart restlos klar wird
was beobachtung meint (natur z.b. ist neben-
sächlich) es kommt (momentan) darauf an
dass ich da einen sah (für sekunden) der zwei-
einhalb wochen lang in einer hotellobby saß
und seinem verlorengegangnen gepäck nach-
hing der trockenpfirsich im glas war bei der
ankunft in o. natürlich er selbst
aus: Im toten Winkel des goldenen Schnitts
Frankfurt a. M./Weimar: Gutleut Verlag, 2010
Audio production: Haus für Poesie / 2019
Corrispondenze
italienisch
il destinatario frattanto sono io stesso
e mi spedisco ogni osservazione sulla natura
non so se detto così sia del tutto chiaro
cosa significhi osservazione (la natura per esempio
è secondaria) per il momento si tratta del fatto
che là ho visto uno (per pochi secondi) che
per due settimane e mezzo stava nell’atrio
di un albergo con la mente al suo bagaglio smarrito
la pèsca essiccata nel barattolo al suo arrivo
ad o. era lui stesso naturalmente.
[Dans l'attente des couleurs]
französisch | Martine Audet
Dans l'attente des couleurs,
la pluie grattait le sol.
Nous nous souvenions d'un fruit essuyé
sur le revers du jour.
Comment,
comment nous adosser au vent ?
aus: Les Manivelles
Montréal: éd. de l’Hexagone,
Audio production: Union des écrivains et des écrivaines québécois
[Nell’attesa dei colori]
italienisch
Nell’attesa dei colori,
la pioggia raspava il suolo.
Noi ci ricordavamo di un frutto asciugato
sul risvolto del giorno.
Come,
come addossarsi noi al vento?
[Entendions-nous nos corps]
französisch | Martine Audet
Entendions-nous nos corps
perdre leurs nuits ?
Faibles mains,
feuilles,
en s'éveillant
les mots changeaient de bouche.
Des cordes,
près du cœur,
nous criaient de baisser les yeux.
Convenaient-ils, les mots ?
aus: Les Manivelles
Montréal: éd. de l’Hexagone, 2006
Audio production: Union des écrivains et des écrivaines québécois
[Udivamo i nostri corpi]
italienisch
Udivamo i nostri corpi
perdere le loro notti?
Fragili mani,
foglie,
al risveglio
le parole cambiavano di bocca.
Certe corde,
accanto al cuore,
ci gridavano di abbassare gli occhi.
Erano adeguate, le parole?
[L'acier des plus hautes couleurs]
französisch | Martine Audet
L'acier des plus hautes couleurs
(ce vol furtif :
le poème est une main),
d’un même souffle
le large,
les neiges et des haleines
peintes pour nous,
un suspens,
presque rien,
nous entendions ce qu'il manque
à l'amour.
Cela faisait un peu moins de vide
dans le vide.
aus: Les Manivelles
Montréal: éd. de l’Hexagone, 2006
Audio production: Union des écrivains et des écrivaines québécois
[L’acciaio dei più alti colori]
italienisch
L’acciaio dei più alti colori
(quel volo furtivo:
la poesia è una mano),
di uno stesso soffio
il largo,
le nevi e gli aliti
dipinti per noi,
una sospensione,
quasi niente,
noi udivamo quel che manca
all’amore.
E ciò faceva un po’ meno di vuoto
nel vuoto.
[Le temps parfois nous rapportait des os]
französisch | Martine Audet
Le temps parfois nous rapportait des os,
le détail d'un mouvement
qui soulevait les roses,
à répétition,
nos plus rudes prières
(leurs bêtes humides et affolées).
Était-ce pour répondre du vide ?
du fin calibre des merveilles ?
Nous ne savions qui parlait,
qui, aimé en nos nuits,
frôlait la rouge découpe
d’obscurité.
aus: Les Manivelles
Montréal: éd. de l’Hexagone, 2006
Audio production: Union des écrivains et des écrivaines québécois
[Il tempo a volte ci riportava delle ossa]
italienisch
Il tempo a volte ci riportava delle ossa,
il dettaglio di un movimento
che sollevava le rose,
a ripetizione,
le nostre rudi preghiere
(le loro bestie umide e sconvolte).
Era per rispondere del vuoto?
del fine calibro delle meraviglie?
Noi non sapevamo chi parlasse,
chi, amato nelle nostre notti,
sfiorasse il rosso ritaglio
d’oscurità.
[De certains rêves]
französisch | Martine Audet
De certains rêves, nous possédions la langue.
Du vide, comme d’un amour,
nous épuisions l'élan extrême,
puis sa désespérance.
Nous avions vu la beauté
(un orient au cœur des lettres exécutées),
mais n’avions pu trouver de réponse au mal
qui battait en nous
et ce qui était resté
dans nos yeux,
avec le vent,
montait l’éclair.
aus: Les Manivelles
Montréal: éd. de l’Hexagone, 2006
Audio production: Union des écrivains et des écrivaines québécois
[Di certi sogni]
italienisch
Di certi sogni possedevamo la lingua.
Del vuoto, come di un amore,
esaurivamo lo slancio estremo,
poi la sua disperanza.
Avevamo visto la bellezza
(un oriente nel cuore delle lettere eseguite),
ma non avevamo potuto trovare risposta al male
che pulsava in noi
e quel che era rimasto
nei nostri occhi,
con il vento,
cavalcava il lampo.
[Sous les lunes humides et lentement cires]
französisch | Martine Audet
Sous les lunes humides et lentement cires,
nous léchions les feuillages,
l'épais bourdonnement des forêts
et, sans y prendre garde
(des instruments étranges
nous vidangeaient le cœur),
nous courions, nous courions
dépassant les morts mêlées
d'anges ruisselants.
Étions-nous si légers ?
Avions-nous failli ?
aus: Les Manivelles
Montréal: éd. de l’Hexagone, 2006
Audio production: Union des écrivains et des écrivaines québécois
[Sotto le lune umide e lentamente cere]
italienisch
Sotto le lune umide e poco a poco cere,
noi leccavame il fogliame,
il denso ronzio delle foreste
e, senza badarci
(strani strumenti
ci spurgavano il cuore),
correvamo, correvamo
sorpassando le morti mischiate
di angeli grondanti.
Eravamo così leggeri?
Avevamo fallito?
[Remuaient les corps vagabonds]
französisch | Martine Audet
Remuaient les corps vagabonds,
la sphère de nos chutes,
à l'infini (ou était-ce vagin
des poèmes endormis ?),
l'ancienne forêt de l'être.
La forme de chaque feuille
était complète.
La solitude de chaque ombre
était lumière.
Pure découpe,
oubli si lent
d'agonie.
aus: Les Manivelles
Montréal: éd. de l’Hexagone, 2006
Audio production: Union des écrivains et des écrivaines québécois
[Si agitavano i corpi vagabondi]
italienisch
Si agitavano i corpi vagabondi,
la sfera delle nostre cadute,
all’infinito (o ciò era vagina
delle poesie addormentate?),
l’antica foresta dell’essere.
La forma di ogni foglia
era completa.
La solitudine di ciascuna ombra
era luce.
Puro ritaglio,
oblio sì lento
d’agonia.
[Nous ne pouvions battre du jour]
französisch | Martine Audet
Nous ne pouvions battre du jour,
ni sur la lame d’un miroir
guérir de nos gestes,
mais pour ne pas crier,
pour ne pas crier,
nous écartions les bras
afin que, consolés du nombre
ou de sa vérité,
le ciel verse l'eau :
des rires bruyants
il est vrai.
aus: Les Manivelles
Montréal: éd. de l’Hexagone, 2006
Audio production: Union des écrivains et des écrivaines québécois
[Non potevamo battere la luce]
italienisch
Non potevamo battere la luce,
né sulla lamina dello specchio
guarire dei nostri gesti,
ma per non gridare,
per non gridare,
aprivamo le braccia
affinché, consolati dal numero
o dalla sua verità,
il cielo versasse l’acqua:
risate assordanti
è vero.
[Nous écoutions la nuit se faire]
französisch | Martine Audet
Nous écoutions la nuit se faire
en chaque chose.
Les morts amicales ensemble nous pleuraient
(là-bas nos ongles sont argile,
chevaux des neiges,
purs captifs d'abandon).
Aimer échappait-il à l'amour ?
Nous marchions encore longtemps
tel un songe ébloui.
aus: Les Manivelles
Montréal: éd. de l’Hexagone, 2006
Audio production: Union des écrivains et des écrivaines québécois
[Ascoltavamo il farsi della notte]
italienisch
Ascoltavamo il farsi della notte
dentro a ogni cosa.
Le morti amiche ci piangevano insieme
(laggiù le nostre unghie sono argilla,
cavalli delle nevi,
puri prigionieri d’abbandono).
L’amare sfuggiva all’amore?
Camminavamo ancora a lungo
com’è di un sogno abbacinato.
[Il nous semblait]
französisch | Martine Audet
Il nous semblait parfois que nous avions aimé,
que nos bras déployés,
du seul trait des corneilles,
aspiraient le vent,
ses rasades solaires ou liquides,
ses insultes aussi.
Pour quel espoir ?
quelle vérité enfouie
en nos seules présences ?
Nous répétions que nous n’existions pas.
Nos fronts brûlaient un peu.
aus: Les Manivelles
Montréal: éd. de l’Hexagone, 2006
Audio production: Union des écrivains et des écrivaines québécois
[Ci pareva]
italienisch
Ci pareva talvolta che noi avessimo amato,
che le nostre braccia spalancate,
in un sol gesto da cornacchie,
respirassero il vento,
le sue boccate solari o liquide,
i suoi insulti stessi.
Per quale speranza?
quale verità confitta
nelle nostre sole presenze?
Ripetevamo che non si esisteva.
Le nostre fronti erano un po’ febbricitanti.
Fiesta de disfraces
spanisch | Sergio Gareca Rodríguez
¿En qué libro? ¿En qué sueño nos conocimos?
Tantos bailes de disfraces que nos perdimos
Déjame lamer la telaraña en tu nombre —Juana la Loca
Quiero ser la blanca leche que acaricie tu espalda—Cleopatra
Tu enemigo íntimo— Julieta
Te robaría a un tercer reino con otros dioses más nuestros — Helena
Me entrego con fortaleza a la maldición y desearía otra vida a veces
Pero, porque tengo la certeza de tu amor—Penélope
siempre vuelvo—Siempre
Solo se necesita el amor de uno mismo—Dulcinea
para enfrentar sin miedo todo aquello que se llame imposible
Bajo tu hábito haría cosas
que envidiaría cualquier académico de la lengua —Sor Juana
Cómo no perderlo todo por vos—Misk´isimi
por tus palabras y tus besos
Pondría mis manos al barro por ti—Demi Moore
Chuparía la última gota de tu sangre
por darte la vida eterna— Winona Ryder
No te dejaría sola en la puerta— Scarlett O´Hara
Aunque seas lo que fueses— madame
Resolvería cualquier misterio hasta encontrarte—Audrey Tautou
Porque sé que tienes la fuerza
para degollar cobardes
con un niño en brazos— Juana Azurduy
El amor por ti
estuvo desde siempre condenado
a ser leyenda—Lorenza Chuquiamo
Aunque te arrastre de a poco a mi destino— Micaela Bastidas
Aunque no pueda apagar tu dolor— Frida Khalo
Siempre recordaré poemas tuyos—Idea Vilariño
Y a pesar de todo esto que digo
sabes muy bien que eres tú
de la que hablo—
La que escojo entre todas para ser mía
Aunque sepa que no podré salir del infierno sin mirarte
y que todo esto acabará mal
porque tendré que volver solo bajo la lluvia— Catherine Barkley
cavilando la suerte del joven Werther
o peor aún
la mía propia
la de ser yo mismo
sin ti
aus: La Inconclusa y su Yapa
Audio production: Haus für Poesie, 2019
Ballo in maschera
italienisch
Così tanti balli in maschera abbiamo mancato.
Fammi sfogliare il web al tuo nome — Giovanna la pazza.
Voglio essere quel latte bianco che ti carezza la schiena – Cleopatra.
Il tuo intimo nemico – Giulietta.
Ti priverei di un terzo regno con altri dèi più nostri: Elena
Con forza mi cedo alla maledizione e talvolta desidero un'altra vita
ma, poiché son sicuro del tuo amore – Penelope -
sempre, sempre a te faccio ritorno.
Tutto ciò che serve è l'amore di sé – Dulcinea -
per affrontare senza paura quel che si chiama impossibile.
Dentro al tuo abito farei cose
che invidierebbe qualsiasi accademico della lingua - Suor Juana.
Come non perdere tutto per te - Misk´isimi -
per le tue parole e i tuoi baci.
Metterei le mani nel fango per te - Demi Moore.
Succhierei l'ultima goccia del tuo sangue
per averti dato la vita eterna - Winona Ryder.
Non ti lascerei sola sulla porta - Scarlett O'Hara -
anche se sei quello che sei – madame.
Risolverei qualsiasi mistero finché non avessi trovato te - Audrey Tautou -
perché so che hai la forza
di massacrare i codardi
con un bambino in braccio - Juana Azurduy.
L’amore per te
è stato sempre condannato
ad essere una leggenda - Lorenza Chuquiamo.
Anche se ti trascino a poco a poco verso la mia destinazione - Micaela Bastidas.
Anche se non riesco a calmare il tuo dolore - Frida Khalo.
Ricorderò sempre le tue poesie - Idea Vilariño.
E nonostante tutto quel che dico
sai benissimo che sei tu quella
di cui parlo -
quella che scelgo tra tutte per essere mia.
Anche se so che non posso lasciare l'inferno
senza volgermi a guardarti
e che tutto questo finirà male
perché dovrò tornare da solo sotto la pioggia - Catherine Barkley
meditando sul destino del giovane Werther
o peggio ancora
sul mio proprio
quello di essere me stesso
privo di te.
Relación sobre un ser superior
spanisch | Sergio Gareca Rodríguez
Mi perro esta mañana es dueño del sol
Recostado estrellas hacia adentro
se disfruta y no siente el peso
de ese cuerpo que parece el aire y no es
Esa tristeza circundante y tendenciosa
Viene de un camino más grato que el mío
Sin política
Sin religión
y desde luego sin culpa
Ya está un poco viejo
pero tiene esa predisposición
de ir hacia la muerte
sin prisa
sin temor a despertar
sin ganas de huir
o ser mejor
Su ausencia de ambición
y su corazón gigante
se filtran por las estaciones
sin sentir el reloj
Por eso a veces siento
que cree ser mi amo
pero estoy seguro que
no necesita de esa soberbia
El patio está sitiado por el sueño
y la orden es precisa
respirar sólo respirar
aus: Mirador
Audio production: Haus für Poesie, 2019
Relazione su un essere superiore
italienisch
Il mio cane questa mattina è padrone del sole
sdraiato con le stelle fin dentro
se la gode e non sente il peso
di quel corpo che sembra aria e non lo è
Questa tristezza circostante e tendenziosa
Viene da un percorso più piacevole del mio
Nessuna politica
Nessuna religione
e certamente nessuna colpa
È già un po 'vecchio
ma ha quella predisposizione
ad andare verso la morte
senza fretta
senza paura di svegliarsi
senza voglia di fuggire
o essere migliore
La sua assenza di ambizione
e il suo cuore gigante
s’insinuano attraverso le stagioni
senza sentire il tempo che batte
Ecco perché a volte mi sento
di essere padrone di me stesso
ma sono sicuro che
non ha bisogno di tanta presunzione
Il cortile è circondato dal sonno
e l'ordine è preciso
respirare solo respirare
[jetzt, da die letzten bilder verschwunden sind]
deutsch | Martina Weber
jetzt, da die letzten bilder verschwunden sind, atmen wir
einfach weiter, die abstufungen der dunkelheit und deine
und meine leise gesprochenen worte in decken gewickelt.
alles, was uns umgibt, hat mit uns zu tun. die zahlenverhältnisse
im universum. willkür, wie zeichen. kein spiel: die vorbereitung
einer bewegung. ein paar übrig gebliebene tiere
scharren irgendwo unten im laub. eine einfache wirklichkeit.
das schenke ich dir. die plötzlich verstummende landschaft.
die auf dem boden ausgeschüttete angst. ich werde nichts fragen.
es spielt keine rolle, was jemand sagt.
aus: erinnerungen an einen rohstoff
Leipzig: Poetenladen, 2013
Audio production: Haus für Poesie / 2019
[ora che le ultime immagini sono scomparse]
italienisch
ora che le ultime immagini sono scomparse, continuiamo
semplicemente a respirare, avvolte nelle coperte le sfumature
del buio e le tue e le mie parole dette sottovoce.
tutto ciò che ci circonda, ha a che fare con noi. i rapporti numerici
nell’universo. arbitrarietà come segno, niente gioco: la preparazione
di un movimento. un paio di animali rimasti lì
raspano da qualche parte sotto le frasche. una semplice realtà.
questo ti regalo. Il paesaggio a un tratto muto.
la paura sparsa per terra. non chiederò nulla.
non ha nessuna importanza ciò che qualcuno dice.
Niederrheinische Ebene
deutsch | Rolf Haufs
Schön ist der Fluß unter der Pappelschnur
Und die leuchtenden Wiesen und von den Ängsten
Blieb nichts und den Stürmen die kamen über Tag
In der Nacht und die Nächte zerbrachen und es
Brannten die Bäume über Tag in der Nacht
Und kein Webstuhl blieb hell über Tag
In der Nacht
Ebene vom Strom geborgen in Licht
Unter dem Meerwind die heitere Sonne
Und beim Distelholz der lohende Mohn und
Die Schatten die Schatten an den Nachmittagen
Und schon bald kommt die Nacht
Geschändet die Erde geschändet der Tag
Geplagt das Holz unter den hohen Firsten
Wenn der Sturm kommt der Sturm in die Städte
Und die Furcht kommt die Furcht und die Kähne
Beladen mit Furcht und die Kähne beladen
Mit Sturm und beladen mit Furcht
Und schön ist der Fluß und die Pappelschnur
Und der Meerwind die heitere Sonne
Der lohende Mohn beim Distelholz
Und die langen Schatten und die Schatten
Die Schatten an den langen Nachmittagen
aus: Straße nach Kohlhasenbrück
Neuwied: Luchterhand Literaturverlag, 1962
Audio production: Literaturwerkstatt Berlin, 2012
Pianura del basso Reno
italienisch
Bello è il fiume sotto il filare dei pioppi
e i prati lucenti e delle paure
non restò niente e delle tempeste che venivano di giorno di notte e squarciavano le notti e
gli alberi bruciavano di giorno di notte
e nessun telaio restò chiaro di giorno
fino a notte
pianura del torrente salvata in luce
al vento di mare il sole radioso
e fra il legno di cardo il papavero ardente e
le ombre le ombre dei pomeriggi
e subito viene la notte
violata la terra violato il giorno
tormentato il legno sotto le alte cime
quando vien la tempesta la tempesta nelle città
e lo spavento arriva lo spavento e i barconi
carichi di spavento e i barconi carichi
di tempesta e carichi di spavento
e bello è il fiume e il filare dei pioppi
e il vento di mare il sole radioso
il papavero ardente fra i cardi legnosi
e le lunghe ombre e le ombre
le ombre nei lunghi pomeriggi
Ein Augenblick im Juni
deutsch | Rolf Haufs
Sie gab mir eine rote Tomate
Ich aß sie statt sie zu werfen
Ich sagte jetzt schießen sie
Aber sie lachte weil sie nicht wußte
Wie leise Pistolenschüsse sind
In einem Hof
Ich ging mit und zündete eine
Zeitung an drohte
Den Leuten in den Fenstern
Weil sie mit Blumentöpfen warfen
Jetzt hat sich etwas verändert
Dachte ich die Wohnung und
Die Musik im Radio
Später als ich das Bild sah mit
Dem Mädchen das den Kopf hielt
Des toten Studenten
Dachte ich die kennst du
Die hast du
Schonmal gesehen.
aus: Die Geschwindigkeit eines einzigen Tages
Reinbek bei Hamburg: Rowohlt Verlag, 1976
Audio production: Literaturwerkstatt Berlin, 2012
Un momento di giugno
italienisch
Lei mi dette un pomodoro rosso
io lo mangiai invece di lanciarlo
dissi ora sparano
ma lei rise perché non sapeva
come sono leggeri i colpi di pistola
in un cortile
io la seguii e accesi un
giornale minacciando
la gente alle finestre
perché lanciava vasi di fiori
ora qualcosa è cambiato
pensai alla casa e
alla musica alla radio
più tardi quando vidi la foto con
la ragazza che reggeva la testa
dello studente morto
pensai quella la conosci
quella l’hai
già vista una volta.
Bei Johannes Bobrowski
deutsch | Rolf Haufs
Es ist tröstlich
Von deinen Johannisbeersträuchern zu wissen
Und im Frühjahr das vergaß ich zu sagen
Müßte der Gartenzaun gestrichen werden
Aber geht denn der Herbst nicht zu Ende
Schmerzen die Ahornblätter nicht
In den weichen Händen deiner Kinder
Gewiß
Da ist ihre Mutter die durchs Haus geht
Und die tägliche Heimkehr
Und die hohe Tür
Durch die man aus der Dunkelheit kommt
Auch denke ich an die alte Schwester
Eilte sie nicht am Stock von Weh zu Weh
Es ist gut
Auf den Tag zu warten
Das ist: man bereitet sich vor
aus: Straße nach Kohlhasenbrück
Neuwied: Luchterhand Literaturverlag, 1962
Audio production: Literaturwerkstatt Berlin, 2012
A casa di Johannes Bobrowski
italienisch
È consolante
Venir a sapere del tuo cespuglio di ribes
E a primavera dimenticai di dirti
Che lo steccato del giardino dev’esser ridipinto
Ma non inclina l’autunno verso la sua fine
Non penano forse le foglie dell’acero
Nelle tenere mani dei tuoi figli
Certo
C’è anche la mamma che s’aggira per la casa
E il quotidiano rincasare
E l’alta porta
Da cui si entra venendo dal buio
E penso anche alla vecchia sorella
Non si affrettava forse col bastone da pena a pena
È bene
Aspettare il giorno
Significa che ci stiamo preparando.
El siguiente vuelo
spanisch | Sergio Gareca Rodríguez
A mí lo que me gusta es suicidarme
caer desde el cielo hasta el cielo
aun gobernado por un hilo
como un cometa de papel conectado
a un niño que sueña lo mismo que juega
abrirme las venas cuando llueve
con el filo de la música y el relámpago
brindarme a las arañas
crucificado en sus telares
ser el primero en la línea
frente a la barricada
llorar sin rencores y odiarme
con todo el corazón
Me gusta amarrarme a mi bomba
y desaparecer
sin recuerdos ni ambiciones
sin memoria ni deseo
Porque tengo el corazón de kamikaze
espero el siguiente vuelo
aus: La Inconclusa y su Yapa
Audio production: Haus für Poesie, 2019
Il prossimo volo
italienisch
Quello che mi piace è suicidarmi
cadere dal cielo fino al cielo
ancora guidato da un filo
come un aquilone di carta legato
ad un bambino che sogna quel che gioca
aprirmi le vene quando piove
col filo della musica e del fulmine
offrirmi ai ragni
crocifisso alle loro tele
essere in prima linea
sulle barricate
piangere senza rancori e odiarmi
con tutto il cuore.
Mi piace legarmi alla mia bomba
e scomparire
senza ricordi né ambizioni
senza memoria né desiderio.
Poiché ho un cuore da kamikaze
aspetto il prossimo volo
du heller herbst
deutsch | Sabine Schiffner
einst warst du in der laune und maltest mir zwei graue vogelflügel
und hast dir meine wünsche in die ohren flüstern lassen
jetzt bringt das wetter wieder überraschend blau und leuchten
eichhörnchen auch und igel die so wie ich nach etwas suchen
du heller herbst mit deinem laub von gingko wein und buchen
wirst du es wieder brechen dein mir gegebenes versprechen
ich gehe schnellen schritts zu meinem nordparkhügel
bevor die zeit schon wieder umgestellt wird und die sinne trübt
ein schäfer treibt die herde an die hunde laufen drumherum
die hören gut die bellen nie husch husch nach haus bevor es dunkel wird
vor den verlassenen kasernen weht ein kalter wind
und endlich tritt der abend ein an dem die kinder bettler sind
dann warte ich nicht länger nehm die zügel in die hand hol
mir den allerschönsten mann aus einem digitalen land
muss blaue blicke haben zieh ihm auch schwarze schwingen an
stehe nackt da und habe selber überall so weiche rote wunden
und kalt wird mir wenn du als er mich streichelst kommst oh
heller herbst willst du es wirklich brechen dein mir gegebenes versprechen
aus: Neue Rundschau
Frankfurt am Main: S. Fischer, 2015
Audio production: Haus für Poesie / 2019
tu chiaro autunno
italienisch
un tempo ti piaceva dipingermi due ali grigie di uccello
e mi hai fatto sussurrare all’orecchio i miei desideri
adesso il tempo ci porta a sorpresa di nuovo l’azzurro e brillano
anche gli scoiattoli e i ricci che come me vanno cercando qualcosa
tu chiaro autunno con le fronde di gingko in grappoli e di faggio
vuoi di nuovo rompere la promessa che mi hai fatta
vado di passo levato alla mia collina del parco nord
prima che l’ora legale venga rimessa e confonda i sensi
un pastore conduce il gregge i cani scorrazzano intorno
sono ubbidienti mai sciò sciò nel covile prima del buio
dalle caserme dismesse soffia un vento freddo
e finalmente scende la sera a cui i bimbi chiedono la carità
poi non aspetto più a lungo prendo in mano le briglie mi scelgo
l’uomo più bello dal paesaggio digitale
lui deve avere sguardi azzurri gli metto anche delle ali nere
sto in piedi là nuda e mi ritrovo io stessa delle ferite rosse dappertutto
morbide e mi vien freddo quando tu arrivi mentre mi carezza oh
chiaro autunno vuoi veramente rompere la promessa che mi hai fatto
[Vor Jahren fiel es mir schwer]
deutsch | Sonja vom Brocke
Vor Jahren fiel es mir schwer, das Licht im Bett auszuknipsen. Als glitte
ich hinab in etwas Zähes, der Hals eng, Rinne gen Düsterdunkel, Vorhalle
ohne Geheimbau.
Hier nun aber die Lungenautomatik. Amöben stupsen Gelenke
und Runzeln dokumentieren: So mag sie – könnte sie nicht ausstehen
dies und das war schroff zu ihr, aber dort, knittrig Zartes, und auch hier
um die Nase, ein Zug in jene hilfreiche Zone, diese Maskerade.
Ms. Houghton, zeichne mein Blumen-Ich. Welche Farben wählst du, was
geht ihnen voraus?
Müdheit, Schmuddel, leise hektische Delikte – oder nur, was so
angeschickert ist, wölkchengleich heraufzuschweben
die Reste von Intimität im Ungewissen zu halten, verknorpeln, einem
Gecko Schatten zu spenden.
/
Der Eisbär schaut in die Keramik. Da ist nichts als eine Staubflocke.
Er selbst besteht ja auch aus Ton.
Ich will den Taumel obduzieren; wünsche mir, nicht davonzuflattern,
sondern die Augen zu waschen, zu fädeln, wie kann es dazu kommen, also:
Es ist dazu gekommen, es ist ja so
fast verloren. Einen Grund wird niemand auf den Tisch hauen? Diese Frage –
zurück in den Setzkasten.
Abwesenheit ist alltäglich, jetzt steht sie bereit. Auch in Höhen, auf Inseln.
Ein Schneeentzug ohne Staubtuschel
/
Großer Ausholversuch fällt zurück in einen Körper. Dieser Körper ist fehlbar.
Er altert und hat sich traktiert. Ihn streift ein Schmetterling in der Ferne, vom Auge
aus spürbar am Handgelenk;
unter den Abwehrschirmen lässt es sich leben.
Lotuskompanie im Glashaus
schlüpfrige Sporen, die von Atomprogrammen zehren, sie falten mit ihren Zigfingern wie
Infobox Märchengespinst.
Der Mohn hilft uns, doch er zählt hier nur, wenn die Suppe kocht
und die Hausschuhe glühen.
Notiert, getan
Viel Schlundkraut aus Fabeln holen
Luchse erfinden
Reproduktion ankurbeln im Kerzenschein, wenn die Affenbrotbäume schwatzen, sie sind riesig
ein Kraftakt geht ihnen voraus
aus: Mush, kookbooks, Berlin 2020
Audio production: Haus für Poesie, 2019
[Anni fa mi restava difficile spengere la luce accanto al letto]
italienisch
Anni fa mi restava difficile spengere la luce accanto al letto. Come
se sprofondassi in qualcosa di vischioso, il collo stretto, rivoli attraverso il buio pesto,
portico senza edificio nascosto.
Qui ecco però l’automatismo dei polmoni. Amebe spingono le articolazioni
e documentano rughe: Così lei vuole – non potrebbe sopportare
tutto quello che era brusco con lei, ma quello là raggrinzito e tenero, e anche qui
intorno al naso, un tratto in quella utile zona, questo ballo in maschera.
Miss Houghton, disegna il mio io-fiore. Quali colori scegli
cosa li precede?
Stanchezza, sporcizia, frenetici delitti silenziosi – ovvero solo, quello
che è così brillo, da svolazzarvi sopra simile a una nuvoletta,
lasciare nel vago i resti dell’intimità, accartocciarsi, regalare
l’ombra ad un geco.
/
L’orso polare scruta nella ceramica. Là non c’è che un fiocco di polvere. Anche lui
è fatto d’argilla.
Voglio sezionare la vertigine; mi auguro di non sfuggirne, bensì
di lavarmi gli occhi, di risalire a come si può giungere a tanto, quindi: si è
giunti a tal punto, è così che accade
si è quasi perso. Un motivo nessuno lo farà valere? Questa è la questione –
tornare alla cassetta dei caratteri.
L’assenza è quotidiana, ora sta pronta. Anche su alture, su isole. Una
neve che si ritira senza scricchiolio.
/
Gran tentativo di recupero ricade indietro in un corpo. Questo corpo è fallibile.
Esso invecchia e si contrae. Lo sfiora una farfalla in lontananza, dall’occhio
sensibile al polso;
sotto gli scudi spaziali si può vivere.
Lotuskompanie nella serra
viscide spore, che si nutrono di programmi nucleari, esse con tante dita dispiegano come
un Infobox una trama di fiabe.
Il papavero ci aiuta, però conta solo quando la minestra bolle
e le pantofole ardono.
Prendi nota, fatto
Prendere molta erba esofagea dalle fiabe
trovare linci
migliorare la riproduzione a lume di candela, quando i baobab mormorano, sono giganteschi
un atto di forza li precede.
Fürstengruft
deutsch | André Schinkel
Du steigst hinab, das Fahl der Särge
Gibt sich geziert den Blicken hin;
Die Mauern fliehn, mit kühler Stärke
Geformt für einen Baldachin.
Du siehst dich um, die Fürsten ruhen,
Und der Beschließer ruft dir nach:
„Hier schläft in Manns- und Kindertruhen
Des Städtleins Glück und Ungemach!“
Du gehst hinein, der Brodem fängt dich;
Das edle Holz des Meisters knackt, –
Du bist erregt, dein Atem senkt sich,
Und legst die scheue Rose ab.
aus: unveröffentlichtem Manuskript
Audio production: Haus für Poesie, 2019
Cripta dei principi
italienisch
Se scendi giù, il pallore delle bare
si offre agli sguardi addobbato;
I muri scorrono, con freddo rigore
un baldacchino è innalzato.
Ti guardi attorno, i principi riposano,
e ti grida dietro il guardiano:
“In bare di uomo e di bimbo dormono
qui la gioia e il dolore cittadino!”
Entri dentro, ti avvolge un afrore;
scricchiola il nobile legno della cassa, -
sei eccitato, il tuo respiro smuore,
e deponi la tua rosa timorosa.
An den nachtblauen Falter
deutsch | André Schinkel
Auf dich, Schmetterling, habe ich den ganzen
Tag schon gewartet, deine meerblauen
Schwingen. Unruhig durchlief ich die Nacht,
Am frühen Morgen begann ich zu trinken,
Weil: ich hielt die Erwartung nicht aus. Und nun
Wieder Nacht, und mein Kopf voller Wein,
Und der Schlaf kommt nicht, bevor du nicht
Kommst. Weithin dein Flug, von der
Baltischen See her, und immer zu mir, auf der
Flucht vor den Krähen, die aus Norwegen
Sind. Dein Blick - süd-skandinavisches Licht
Unter der gleichmäßigen Schwinge,
Wenn du in den heimischen Schlag kehrst,
Nektarperlen im Pelz und Blütenstaubduft: Auf
Dich habe ich den ganzen Sommer gewartet.
aus: Löwenpanneau
Halle: Mitteldeutscher Verlag, 2007
Audio production: Haus für Poesie, 2019
Alla falena blu-notte
italienisch
Ti ho atteso, falena, tutto il giorno,
le tue ali colore del mare. Inquieto
ho traversato la notte.
Di prima mattina ho iniziato a bere,
e perché? Non sopportavo l’attesa. E ora
di nuovo notte e ho la testa sbronza,
e il sonno non arriva, prima che tu
arrivi. Da lontano il tuo volo,
dal Mar Baltico a qui, e sempre da me, in fuga
dai corvi che vengono dalla Norvegia.
Il tuo sguardo – luce scandinava del sud
sotto l’ala simmetrica,
quando rientri nel battito abituale,
perle di nettare nella peluria e odor di polline:
ti ho atteso tutta l’estate.
Noch
deutsch | Wolfgang Hilbig
Ferne Versammlung bleicher Gedanken
die noch schweigen
von alten Grenzen abgeschirmt
vom Grenzenlosen eingeschneit –
von Zeit
und Wind bestürmt –
noch will sich nicht ihr dunkler Ursprung zeigen.
Brennende Schneegestöber flogen durch das Lampenschwanken
und eine Fußspur führte
noch unverloren übers Eis –
nichts von Erinnrung rührte sich im dunklen Weiß.
Es war der letzte Schnee aus dem vergangnen Jahr
er stellte nur den Wirbel um sich selber dar
nicht mehr: und nicht mein Ich im weißen Kreis.
aus: unveröffentlichtem Manuskript
Audio production: 2003 M. Mechner, literaturWERKstatt berlin
Ancora
italienisch
Lontana accolita di pallidi pensieri
che ancora tacciono
protetti da antichi confini
innevati dall’immensità –
tempestati dal tempo e dal vento –
ancora non si mostra la loro oscura origine.
Rovite bufere di neve volavano attraverso
lampioni oscillanti
e una scia di orme ancora visibile
conduceva sul ghiaccio –
niente del ricordo si muoveva nel bianco incupito.
Era l’ultima neve dell’anno trascorso
mostrava solo il mulinello intorno intorno
nient’altro: e non il mio Io nel bianco cerchio.
Blätter und Schatten
deutsch | Wolfgang Hilbig
Nicht neu kann sein was du beginnst –
denn immer nimmst du was dir längst gegeben
und gibst es hin:
wie in der Liebe da es mir gebricht
an jeder Kenntnis: rot wie die Buchen Laub verstreun
maßlos am Wegrand wo ich schon sehr frühe ging …
und kannte nicht den Weg
und kenn ihn jetzt noch nicht
und kenne nicht das Kind des Schatten mir vorausläuft
und weiß nichts von der Sonne die ihr rotes Gold
dem Blattwerk einbrennt.
Und weiß nicht mehr den Herbst
der ernst in meinem Rücken ging und dem ich Schatten
war: stets neu entworfner Schatten ungezählter Herbste.
aus: unveröffentlichtem Manuskript
Audio production: 2003 M. Mechner, literaturWERKstatt berlin
Foglie e ombra
italienisch
Niente può esser nuovo di quel che inizi –
ché sempre prendi quel che hai già da tempo
e lo ridai:
come nell’amore in quanto me ne manca
ogni nozione: rosso come le foglie sparse dai faggi
a mucchi sul sentiero che già percorsi da tempo…
e non conoscevo il suo percorso
né lo conosco ancora
né conosco il bimbo dell’ombra che mi
precede
né so niente del sole che col suo oro rosso
incendia il fogliame.
E neppure conosco più l’autunno
che mi seguiva alle spalle e di cui ero
l’ombra:
un’ombra sempre di nuovo abbozzata dagli
infiniti autunni.
Berlin. Sublunar
deutsch | Wolfgang Hilbig
Die Zeit ist wieder eingekehrt in Berlin
und die Hochstapler defilieren in der Oranienburger Straße
um Mitternacht gen Himmel deutend: die Zeit
ist retour aus dem Exil.
Die ganze Stadt in den Fesseln silbergrauer Magie
der Vollmond rollt: und wir die Marionetten seines Lichts –
Unwirklichkeiten die uns glänzend informieren.
Wir und die Toten
über Schattengräben wandelnd
wir sprechen uns ein letztes Mal die Unsterblichkeit zu.
O dieser stark leuchtende Staub zwischen den Investruinen
und welcher April noch so kurz vor dem dritten Jahrtausend!
Wir wollen nicht mehr weiterzählen
die grünen Wasser in den alten Häusern brennen langsam ab.
aus: unveröffentlichtem Manuskript
Audio production: 2003 M. Mechner, literaturWERKstatt berlin
Berlino. Sublunare
italienisch
Il tempo è ritornato a Berlino
e i cavalieri d’industria sfilano nella Oranienburger Straße
verso la mezzanotte indicando il cielo: il tempo
è di ritorno dall’esilio.
L’intera città è avvinta nella magia grigio-argentea
mentre la luna piena sta rotolando: e noi siam le marionette del suo raggio-
Irrealtà che c’informano splendidamente.
Noi e i morti vagando su fossati d’ombre
per un’ultima volta ci aggiudichiamo l’immortalità.
O questa polvere brillantissima fra gl’investimenti rovinosi
e che aprile ancor troppo breve prima del terzo millennio!
Non vogliamo più contare oltre
le acque verdi nelle vecchie case lente si fanno cenere.
WE MAKE A THING WE MARVEL
englisch | Mario Chard
We make a thing we marvel
and learn to worry.
Light
through the red glass of a prophet’s robe
makes us red.
We see a horse return the hour before storm
in distress.
We distress.
The thing we make
learns to marvel light.
We think worry is a robe
we can outgrow.
In the mirror we see our bodies without robes
distressed.
It storms.
The prophet marvels at the horse
that spoke.
aus: Land of Fire
North Adams: Tupelo Press, 2014
Audio production: Haus für Poesie, 2019
Facciamo una cosa che ci meravigli
italienisch
Facciamo una cosa che ci meravigli
e impariamo a preoccuparci.
Luce
filtra dal vetro rosso della veste del profeta
e ci fa rossi.
Vediamo un cavallo che torna l’ora prima della tempesta
soffrendo.
Soffriamo.
La cosa che facciamo
impara ad ammirare la luce.
Pensiamo preoccupati che è una veste
da cui possiamo liberarci crescendo.
Nello specchio vediamo i nostri corpi senza vesti
sofferenti.
Infuria la tempesta.
Il profeta si meraviglia del cavallo
che ha parlato.
PARADISE LOST
englisch | Mario Chard
Then the woman who couldn’t sleep
for the ache inside her ear,
who lit every light bulb in her house
until the glare outside was bright enough
to change the weather in her neighbor’s dream,
who reached up and pulled down a bulb
each time the glass of one
she laid against her ear grew cold
emptied of its light, and who waited
until she had drained each one—
the day changed back to night
behind her neighbor’s eyes—
for the deep ache to leave, couldn’t sleep
for the tips of her fingers burning.
aus: Land of Fire
North Adams: Tupelo Press, 2014
Audio production: Haus für Poesie, 2019
Paradiso perduto
italienisch
Quindi la donna che non poteva dormire
per il dolore dentro all’orecchio,
che accese tutte le luci nella casa
finché fuori il bagliore si diffuse abbastanza
da cambiare il tempo nel sogno del vicino,
che si allungò e colse un bulbo di lampada
e che ogni volta il vetro di ognuna
se lo poggiava contro l’orecchio fino a raffreddarlo
e a svuotarne la luce e che attendeva
che ognuna fosse svuotata –
il giorno si mutava in notte
dietro gli occhi chiusi del vicino –
prima che il dolore acuto si calmasse, lei non poteva dormire
prima che le punte delle dita si freddassero.
So Augenweide Achsen [Schaut man weg, ordnen sich ohne Grund...]
deutsch | Sandra Burkhardt
Schaut man weg, ordnen sich ohne Grund nach all den Geraden
auch die Blumen und Farben. Schaut man wieder hin, liegen sie
unschuldig da wie ein gemischter Salat, doch verschieben sich
bei jedem Blick und Schritt immer wieder, sodass sich
die Erscheinungen verdreifachen, teilen und sich verwechseln,
ohne sich jemals zu verdecken. Von wo aus man auch schaut
kommt der Haufen in Form, und man staunt als man entdeckt,
dass er in einer Vase steckt. Unvollkommen die Ordnung,
und das Muster bloß Strauß: Zurückgeholt an einen Ort
eilt man auf Schritt und Tripp soweit der Atem reicht.
aus: wer A sagt
Frankfurt am Main: gutleut verlag, 2018
Audio production: Haus für Poesie, 2019
[Se si distoglie lo sguardo...]
italienisch
Se si distoglie lo sguardo, si ordinano, chissà come, per linee rette
anche i fiori e i colori. Se si torna a guardare lì, si vedono sparsi,
innocenti come un’insalata mista, però ad ogni sguardo e passo
si spostano sempre di nuovo, così che
si triplicano le parvenze, si spezzano e si confondono,
senza oscurarsi mai. Da qualsiasi parte si guardi
il mucchio riprende forma, e ci stupiamo, scoprendo
che sta infilato in un vaso. L’ordine è incompiuto
e lo schema è un semplice mazzo : recuperato in un luogo
e via di trotto e di tripp per quanto ci durerà il fiato.
Sperrzone
deutsch | Thomas Böhme
Die Scherengitter werfen Schattenrauten.
Das Licht streut Stäubchen durch das Birkenlaub.
Entrückte Schlangen unter den Betonarkaden.
Mondaugen, Malven, glitzernde Monaden.
Ein Elch betritt den Block. Er stakst den Flur entlang.
Der Kaffeelöffel auf dem Fensterbrett
glasiert vom Dauerbrand mit schwarzen Initialen.
Gesumm von Bienen und die Luft voll Pferdeatem.
Hier war die Post und hier der Pionierpalast.
Die Schule, wo der Zukunft Flügel wuchsen.
Ein eingeknicktes Fußballtor, ein Fahnenmast
an dem der Rost nagt und die Winde sägen.
Ein Brückenpfeiler ragt aus eingeschmolznen Sanden.
Im aufgeschäumten Wasser tanzen Bachforellen.
Ein Stern zerfällt mit langer Halbwertszeit.
Der Boden strotzt vor geiler Fruchtbarkeit
aus: Abdruck im Niemandswo
Leipzig: Poetenladen, 2016
Audio production: Haus für Poesie / 2016
Zona di esclusione
italienisch
Griglie a losanga gettan riquadri d’ombra.
Luce pulviscolare fra i rami di betulla.
Serpi estasiate sotto arcate in cemento.
Occhi di luna, malve, monadi scintillanti.
Un alce supera il blocco. Impettito va lungo il campo.
Il cucchiaino da caffè sul davanzale
marchiato a fuoco con nere iniziali.
Ronzio di api ed aria piena di fiato di cavalli.
Qui era la Posta e qui il palazzo del Pioniere.
La Scuola dove al futuro spuntavano le ali.
Una porta da football sgangherata, un’asta di bandiera
rosa dalla ruggine e segata dai venti.
Un pilone di ponte sporge da sabbie sciolte.
Nell’acqua schiumosa danzano trote di torrente.
Una stella si scinde con lunga ricaduta radioattiva.
Il terreno scoppia di lasciva fertilità.
[es strahlt ab wie eine wärme]
deutsch | Ronya Othmann
es strahlt ab wie eine wärme, von dieser wange aus. steht
ein gesicht meinem entgegen. ich aber traue nur geschlossenen
lidern. als ginge ich eine lichtabweisende straße, in der mitte.
mein unbehaustes gehen trage ich zu tale. verschnürt es mir
gegen den wind den mantel, frage ich nicht lange. hier lauern
ganz andere tiere. in dieser abglut des körpers von atem zu atmen.
was ich zerrede, steht mir nicht zu. zur ortszeit dann, strotzt sich
sicht. scheint doch schneit nicht. ich schnitt, nein schnitt mich.
Audio production: Haus für Poesie, 2019
[s’irradia come un calore]
italienisch
s’irradia come un calore, da questa guancia. un volto
sta di fronte al mio. io oso però solo a palpebre
socchiuse. come se percorressi una via antiriflessi, al centro,
la mia marcia senza dimora io la porto a valle, mi stringo
il cappotto contro le ventate, non chiedo a lungo. qui stanno
in agguato ben altre bestie, in questo scambio di calore fra corpi
da fiato a fiato. Non mi si addice di dilungarmi troppo. All’ora
locale poi si stracolma la vista. Sembra e non sembra. Tagliai,
no mi tagliai.
die Geliebte
deutsch | Tom Schulz
sie rollte die Welle an den Strand
an jenem Morgen jene blaue See
kannte Engel ohne Lizenz
zum Engelsein, wenn sie aufs Meer
hinaus schwamm, waren die Berge
niemals ferne Rücken, jedesmal
setzte sie einen Fuß weich auf
die Insel, der Boden gab nach
die Vulkanerde errötete unter
ihren kleinen Zehen, ich sah sie
gern durch Kirchentüren laufen
andere hielten sie für Beutekunst
es stimmt, sie war wie ein fremdländischer
Opal, mit jedem Tag stieg ihr Preis
Plagiate gab es von ihr keine
ich habe niemals mehr danach
& auch davor eine Vollendung gesehen
die in Sprache ausgedrückt
nicht vorkommen kann -
wenn sie sich singen ließe, dann
in einem Chorwerk von Pergolesi
an der wahren Schönheit operierte
sie, sie hatte einen Fehler, schielte
leicht um Litfaßsäulen, Bars
wenn sie nicht redete, legte ich
den Kopf ins Gras & schwieg die Zeit
zu Ende
Audio production: Literaturwerkstatt Berlin 2012
l’amante
italienisch
faceva rotolare l’onda sulla riva,
in quel mattino, quel mare azzurro
conobbe angeli senza il permesso
d’essere angeli, quando lei sul mare
si allontanava a nuoto, le montagne
non eran mai dossi lontani, ogni volta
che lei posava il piede lieve
sull’isola, il suolo cedeva
la rena vulcanica arrossiva sotto
i suoi piccoli diti, io lieto la vedevo
attraversar correndo portali di chiese
c’è chi la credette un’opera d’arte
rubata, è vero, era come un opale
di un’altra terra, ogni giorno cresceva di prezzo
né di lei esistevano copie rifatte
non ho mai più visto né prima
né dopo una simile perfezione
che espressa in parole
non può essere evocata –
se si potesse cantare, allora lei
in un coro di Pergolesi
contribuirebbe alla bellezza vera,
aveva un difetto, sbirciava leggera
intorno alle colonne d’affissione, i bar
quando non conversava, io poggiavo
la testa nell’erba e tacevo
tutto il tempo.
PÈRE LACHAISE
deutsch | Ralf Meyer
Keinen von denen, die hier liegen, kannten wir lebend.
Keinem von uns fehlt Balzac, seinen Roman im Gepäck!
Aber selbst diesem Giganten hast du voraus, daß du atmest;
Und er holt dich erst ein, wenn du gestorben sein wirst.
aus: unveröffentlichtem Manuskript
Audio production: Haus für Poesie, 2019
Père Lachaise
italienisch
Di tutti coloro che qui giacciono, nessuno conoscemmo in vita.
A nessuno di noi manca un Balzac, un suo romanzo nella valigia!
Ma rispetto anche ad un gigante tale, hai un vantaggio: tu respiri
e lui ti riacchiapperà solo quando sarai morto.
SONETTE BEI DEN BROMBEEREN 20
deutsch | Ralf Meyer
Die Kunst ist Spiegel und enthält den Griff
Nach Zukunft. Willst du vor dem Spiegel stehen?
Sie wirft, gebrochen von Jahrtausend altem Schliff,
Dein Bild der Welt vor, daß wir klarer sehen.
Klüger bewahrt sie uns, mehr zu erblicken
Als wir ertragen. Denn nur mit den schönen
Gesichtern kann sie uns zur Wahrheit schicken,
Damit wir uns an ihre Kraft gewöhnen.
Niemand verlangt im Sommer nach der Kunst:
Und da in diesem Landstrich Sommer ist,
Buhlen vergeblich Musen um die Gunst,
Während die Liebste von den Brombeern ißt:
Sie hat die heiße Jahreszeit erklärt
Für ewig. Keiner da, der sich beschwert.
aus: Sonette bei den Brombeeren
Halle: Mitteldeutscher Verlag, 2013
Audio production: Haus für Poesie, 2019
Sonetto presso i lamponi 20
italienisch
L’arte è uno specchio e contiene l’artiglio
del futuro. Vuoi metterti allo specchio?
Riflessa, rotta da millenni di smeriglio,
l’icona del mondo, si fa chiara all’occhio.
Saggia ci preserva dal guardare al di là
di quanto sopportiamo, ché solo con i bei
ritratti essa può spedirci alla verità,
per farci abituare alla forza di lei.
Dell’Arte nessuno in estate abbisogna:
e poiché in questa striscia di terra è arrivata,
la Musa i favori inutilmente agogna,
mentre sta mangiando lamponi l’amata:
lei ha proclamato la calda stagione
per sempre. E ognuno se ne fa una ragione.
SONETTE BEI DEN BROMBEEREN 14
deutsch | Ralf Meyer
Fortan waren wir zwei im Haus zu dritt.
Wenn du dich zu mir legtest, war die Katze da.
Du küßtest mich, und sie, mit sanftem Tritt,
Zog ihre Krallen ein, was auch geschah.
Doch wer behält sie, wenn wir uns einst trennen,
Wie es in Klarheit auf den Händen liegt?
Die Liebe, sie erhöht, bis wir uns besser kennen
Und ausgemacht ist, wer hier wen besiegt.
Im Gegensatz zu uns, die vieles wissen,
Legt sich die Katze ungeniert aufs Kissen.
Sie wählt kaum aus, wer sie beschützt:
Sie rechnet fest mit einem, der ihr nützt.
Und sind wir eines Tags von unsrer Liebe frei,
Geht dieses Tier dahin, wo immer Liebe sei.
aus: Sonette bei den Brombeeren
Halle: Mitteldeutscher Verlag, 2013
Audio production: Haus für Poesie, 2019
Sonetto presso i lamponi 14
italienisch
Poi con te in casa è in tre che sono stato.
Quando giacevi con me, c’era la gatta.
Tu mi baciavi e, con passo felpato,
lei ritraeva gli unghioli, ed era fatta.
Però a chi spetta se ci separeremo,
come è chiaro e palmare che avverrà?
L’amore cresce finché ci conosciamo
ed è deciso chi sull’altro trionferà.
Al contrario di noi che sappiam molto,
giace il felino sui cuscini disinvolto.
Appena sceglie chi lo proteggerà:
conta su quello che più gli servirà.
E un dì saremo liberi dall’amore,
la bestia va dove c’è sempre amore.
SONETTE BEI DEN BROMBEEREN 9
deutsch | Ralf Meyer
Wenn du verwildert wie ein Garten bist,
Und ich muß Bücher durch die Zimmer tragen,
Was findest du, was nicht bloß elend ist,
An mir? Du sollst die Wahrheit sagen!
Wir haben in den Garten uns verkrochen.
Sind wir nur hier, gehören wir den Leuten
Aus Büchern! Obst und Wein für ein paar Wochen,
Vergessen wir die Zeit. In fremden Häuten
Gehn wir an Küsten wie am Ufer eines Sees!
Mit einem Schal bekleidet, singst du Lieder.
Du springst und tobst über die Kanapees,
Nicht lange, zugegeben, und wir finden wieder
Im Kasten Post vom Amt. Man führt jetzt Klage,
Weil ich dich nackt durch unsern Garten trage.
aus: Sonette bei den Brombeeren
Halle: Mitteldeutscher Verlag, 2013
Sonetto presso i lamponi 9
italienisch
Se t’inselvatichisci come un giardino,
E devo portar libri per le stanze qua e là,
Trovi che non ci sia solo un lato meschino
In me? Tu devi dire la verità!
Noi ci siamo rannicchiati nel giardino.
Se siamo solo qui, allora apparteniamo
Al mondo dei libri! Per un po’ frutta e vino,
Scordiamoci il tempo. In altra pelle andiamo
In giro sulle coste come in riva ad un lago!
Avvolto in uno scialle, canti una canzonetta.
Salti sopra i divani e impazzi, non a lungo,
l’ammetto, e ritroviamo poi nella cassetta
ancora posta d’ufficio. Adesso ci accusano,
perché ti porto nudo in giro pel giardino.
SONETTE BEI DEN BROMBEEREN 13
deutsch | Ralf Meyer
Die Katze lief uns zu. Sie hatte keinen Namen.
Wir riefen sie. Sie drehte scheue Runden,
Zwei Tage lang, wenn wir ihr näher kamen.
Dann hat sie sich in meinen Arm gewunden.
„Wie einst die Schlange“, sagst du, „aus dem Paradies.“
Da spürte sie, daß du die Rede führst –
Bis sie sich nur von dir noch streicheln ließ,
Obwohl du keinen Finger für die Katze rührst.
Ich geh nach Futter, schaufle Sand, die Decken
Und Kissen leg ich an die höchste Stelle,
Sie sieht nach dir und kann sich gut verstecken,
Ich rufe sie zur Nacht von unsrer Schwelle.
Da liegt sie längst mit dir in sanftem Schlummer,
Ihr seid mein Glück mit einem Rest von Kummer.
aus: Sonette bei den Brombeeren
Halle: Mitteldeutscher Verlag, 2013
Audio production: Haus für Poesie, 2019
Sonetto presso i lamponi 13
italienisch
La gatta c’incontrò. La chiamavamo.
Lei, senza nome, era timida-avvolgente,
per ben due giorni, se ci accostavamo.
Poi mi si pose in braccio insinuante.
“Come un dì in Paradiso”, dici, “il serpente.”
Che eri tu a discettare l’ha sentito –
e si è fatta lisciare solamente
proprio da te che per lei non muovi un dito.
Procuro il cibo, spalo sabbia, le coperte
ed i cuscini molto in alto sistemo,
lei si nasconde bene, e guarda te,
la notte dalla soglia la richiamo.
Lei con te giace nel sonno, serena,
è una mia gioia con un resto di pena.
SONETTE BEI DEN BROMBEEREN 22
deutsch | Ralf Meyer
Mit jedem Tag bin ich nur mehr verliebt!
Was wir jetzt unterlassen, was wir tun,
Das folgt Gesetzen, die kein Staat uns gibt.
Ich tappe durch den Flur in deinen Schuhn.
Sie sind zu klein für mich, und das erinnert
Mich daran, daß du schmaler als ich bist,
Nur nicht am Busen, wo das Mondlicht schimmert
Und uns die Stelle weist, die wichtig ist.
Zum Beispiel fordern wir das Glück für alle!
Will Shakespeare trennte noch nach Körpersäften
Die Charaktere, je nach Blut und Galle
Stehn sie nun gültig in modernen Stiefelschäften.
Schon seine Welt fand er verlogen,
Sagte ich noch. Dann habe ich dich ausgezogen.
aus: Sonette bei den Brombeeren
Halle: Mitteldeutscher Verlag, 2013
Audio production: Haus für Poesie, 2019
Sonetto presso i lamponi 22
italienisch
Ogni giorno sono più innamorato!
Cosa tralascio, cosa invece tento
seguon regole, che non ci dà lo Stato.
Nell’andito buio le tue scarpe sento.
Son troppo strette e così mi ricordano
che tu sei un po’ meno ingombrante,
ma non ai seni che alla luna brillano
e ci mostrano il punto più importante.
La gioia per tutti vogliamo esigere!
Shakespeare in base agli umori corporali:
sangue, bile, distingueva il carattere
che si trova ancor valido su moderni scaffali.
Il mondo suo già lo stimava falso,
dissi, e ti tolsi gli abiti di dosso.
SONETTE BEI DEN BROMBEEREN 1
deutsch | Ralf Meyer
Wann Sommer ist? Wenn man nicht schlafen kann.
Du wälzt dich, wie auf Steinen, in den Laken.
Sie kühlen nicht. Es liegen Frau und Mann,
Getrennt belästigt von den Schnaken.
Sag du nur „ich“. Stumm sind die Kreaturen.
Du schwitzt, während sie auf dich fliegen,
Es ticken kleine Geister in den Uhren,
Wenn Mücken singen, um dich zu besiegen.
Nur bei den Brombeerhecken ist es kühl geblieben,
Die Früchte reiften still zu voller Süße,
Ihr dunkler Saft färbt Münder, Hände, Füße.
Wir haben lange am Gebüsch gesessen
Und reifen kaum, wenn wir uns lieben,
Indes, wir werden auch nicht aufgegessen.
aus: Sonette bei den Brombeeren
Halle: Mitteldeutscher Verlag, 2013
Audio production: Haus für Poesie, 2019
Sonetto presso i lamponi 1
italienisch
Arriva l’estate, non si prende sonno.
Come sui sassi o nelle pozze, a rigirare.
Non rinfrescano. Donna e uomo stanno
separati e tormentati da zanzare.
Le creature sono mute. Di’ solo “io”.
Tu sudi, e loro volano a pinzarti.
Nelle pendole spiritelli in ticchettio,
se ronzan le zanzare a sopraffarti.
Sol fra i lamponi è rimasta la frescura,
crebbero i frutti di dolcezza pieni
quel succo tinge bocche, piedi e mani.
Presso al cespuglio stemmo tanto seduti,
quando ci amiamo, a stento si matura,
così anche noi non veniamo mangiati.
So Augenweide Achsen [Doch als springe und trete man rückwärts...]
deutsch | Sandra Burkhardt
Doch als springe und trete man rückwärts, wird verhüllt,
was sich nähert: Die Fassade eines schmalen Häuschens
zeigt aus der Ferne all ihre Details bis in die kleinste
Einzelheit. Ranken und Gestrüpp mit Äffchen zwischen
Zweigen und Ästen werden zu rhythmisierten Arabesken
bei mittlerer Distanz. Man fasst sich an zahlreiche Augen:
Ist da ein Knick in der Optik? Rückt man mit Pflück
und Pflug an die Pflanzen heran, je weiter man geht?
Denn als man an der Wand steht, ist nichts geblieben als
klare Zick-Zacks, die aus dem Garten ragen wie riesige Zäune.
aus: wer A sagt
Frankfurt am Main: gutleut verlag, 2018
Audio production: Haus für Poesie, 2019
[Come se si saltasse e camminasse al]l’indietro]
italienisch
Come se si saltasse e camminasse all’indietro, si vela
ciò che ci viene incontro : la facciata di una stretta casupola
da lontano mostra tutti i suoi dettagli fino al più piccolo
particolare. Tralci e grovigli con scimmiette fra
rami e fronde diventano arabeschi ritmati
a media distanza. Ci si attacca a numerosi occhi :
che sia forse una piega secca nel nervo ottico ? Più si procede
più si ci riavvicina per raccolta e aratura alle piante ?
Perché quando si sta al muro, non è rimasto altro
che chiari zic-zac sporgenti dal giardino come enormi steccati.
So Augenweide Achsen [Dann eilt bei jedem Tritt ein Klick-Klack...]
deutsch | Sandra Burkhardt
Dann eilt bei jedem Tritt ein Klick-Klack den Schritten voraus
bis vors Bassin, auf dessen Fläche man blickt. Mit treibenden
Blättern belegt erscheint das eigene Gesicht und neigt es sich,
bleibt es doch platt, so als habe man die Tiefe abgeworfen.
Dem nicht genug, aus ihr lockt etwas einen Fisch
und beide Augenpaare treffen sich, legen sich ineinander,
um durch sich hindurch nur noch den anderen zu sehen.
Aus welcher Richtung ist das Bild nur zu betrachten, um
nicht nur Schicht um Schicht sichtbar zu machen? Denn auch
vom Grund aus gesehen legt sich Wasser als Hülle um alles.
aus: wer A sagt
Frankfurt am Main: gutleut verlag, 2018
Audio production: Haus für Poesie, 2019
[Poi ad ogni passo un clic-clac...]
italienisch
Poi ad ogni passo un clic-clac anticipa i passi
fino alla vasca, alla cui superficie si volge lo sguardo. Appare
il nostro volto ornato di foglie galleggianti e si piega,
pur restando piatto, come se rifiutasse la profondità.
A lui non basta, dalla profondità occhieggia un pesciolino
e i due paia di occhi s’incontrano e si pongono gli uni negli altri,
per veder solo l’altro attraverso se stesso.
Da quale prospettiva dunque si deve guardare l’immagine
per non rendere visibile solo strato su strato ? Perché
anche visto dal fondo l’acqua si dispone come involucro di tutto.
So Augenweide Achsen [Und trippelt mit den Fußspitzen sacht auf]
deutsch | Sandra Burkhardt
Und trippelt mit den Fußspitzen sacht auf, weil leicht
ein Gleiten entlang der Schneisen ausgelöst wird.
Da erreicht der Schuh eine Kante und blickt man auf,
steht man schon gereiht vor strammen Stämmen,
die nur ab und an ein Blättchen fallen lassen. Im Raster
entdeckt man Bracken. Die verschiedenen Rassen
stellen sich, bereit zur Hatz, in Bahnen auf, ordnen sich an.
Da Sau, Augen auf, hört mans aus dem Wald heraus,
doch schaut man hinein und nach dem armen Schwein,
schaut man weg. Es fällt ein Blättchen, man ist allein.
aus: wer A sagt
Frankfurt am Main: gutleut verlag, 2018
Audio production: Haus für Poesie, 2019
[Si avanza lievi in punta di piedi]
italienisch
Si avanza lievi in punta di piedi, perché lieve
inizia uno scivolamento lungo la pista intagliata nel bosco.
Qui la scarpa raggiunge un bordo e alziamo lo sguardo,
siamo già in riga dinanzi a rigidi tronchi
che solo ogni tanto lasciano cadere una fogliolina.
Inquadrati si scoprono i bracchi. Le razze diverse
si espongono, pronte alla muta, in tante file ordinate.
Ecco il cinghiale, occhio, si sente uscire dal bosco,
ma se si guarda dentro e verso il povero cinghiale,
si distoglie lo sguardo. Cade una fogliolina, siamo soli.
So Augenweide Achsen [Man trippelt zu weit nach links]
deutsch | Sandra Burkhardt
Man trippelt zu weit nach links bis die Büsche wie Bäume
wachsen, als gewaltige Waldwand entlang einer Geraden,
und je gerader der Stamm, desto verzweigter der Zweig.
Was gelingt der Wildnis, und was gelingt ihr nicht? Sprachs:
Leg jetzt den Kopf in den Nacken, bis du die Wipfel
und schon wieder das Kies siehst. Besieht man aber
die Blätter genauer, beginnt hier der Verfall: Viele Hölzer,
die aus ihnen wuchern und drücken, Wipfel und zwei Rehe,
die zurückblicken. Zwei Jäger, die in den Wald blicken,
und springt einer in die Pfütze, fällt man selbst aus dem Bild.
aus: wer A sagt
Frankfurt am Main: gutleut verlag, 2018
Audio production: Haus für Poesie, 2019
[Trotterelliamo troppo verso sinistra]
italienisch
Trotterelliamo troppo verso sinistra, finché i cespugli crescono
ad alberi, come possente muro di boscaglia lungo una linea dritta,
e più diritto è il tronco, più frastagliato è il ramo.
Cosa riesce alla macchia selvaggia, e cosa non riesce ? Disse :
Alza ora il capo sulla nuca finché vedrai le cime
e di nuovo la ghiaia, è qui che inizia la rovina : tanti legni
che proliferaano e premono, le cime e due cerbiatti
che si guardano indietro. Due cacciatori che scrutano nel bosco
e se uno cade giù nella pozza, usciamo noi stessi dal quadro.
So Augenweide Achsen [Schnäbel kichern in Chören]
deutsch | Sandra Burkhardt
Schnäbel kichern in Chören und richten ihre Spitzen
auf die Treppe. Knöcheltief steht man im bunten Teppich
und watet los, schiebt sich den Piepsern gehorchend
zum obersten Absatz und blickt hinab: Ein Wasserlauf,
der sich zieht und zieht, links wie rechts die Spiegelung
desselben Ufers. Diese Harmonie traut man den eigenen
Augen nicht zu. Schielt man? Geht man auf und ab?
Wie sind die Stufen gelegen? Am Horizont ein Punkt, eine kleine
Erhebung. Stellte man an dieser Stelle einen Spiegel auf,
auch neben jedem Baum, was bliebe zu sehen? Man trippelt.
aus: wer A sagt
Frankfurt am Main: gutleut verlag, 2018
Audio production: Haus für Poesie, 2019
[Becchi ridacchiano in coro...]
italienisch
Becchi ridacchiano in coro e volgono le punte
verso la scala. All’altezza delle nocche si sta in piedi sul tappeto colorato
e si avanza a guado, seguendo il pigolio ci si trascina
sulla più alta sporgenza e si guarda in basso: un corso d’acqua
che si allunga e si allunga, rispecchiando a destra e a sinistra
la stessa riva. Non si crede ai propri occhi
a veder tale armonia. Si soffre di strabismo? Si va su e giù?
Come son messi i gradini ? All’orizzonte un punto, una piccola
elevazione. Se si mettesse in quel punto uno specchio in piedi,
anche vicino ad ogni albero, cosa resterebbe da vedere? Si procede a passettini.
So Augenweide Achsen [Gibt man jeder Stufe um Stufe...]
deutsch | Sandra Burkhardt
Gibt man jeder Stufe um Stufe eine weitere hinzu,
erreicht man eine Ebene aus glänzend-glatten Steinen.
Ihr Muster weist Schneisen tief in den Wald hinein,
wo sie am letzten Punkt sich schneiden. Man legt
das Lineal an, weil man beim Schlendern zu oft stolpert:
Die eingesetzten Steinformen erheben und senken sich
um wenige Zentimeter. Schichten unendlicher Schnitte
werden denkbar, und die Frage, ob sich der Stein
beim Stolpern abtrage, sich langsam begradige.
Man betrachtet die Terrasse als blicke man zurück.
aus: wer A sagt
Frankfurt am Main: gutleut verlag, 2018
Audio production: Haus für Poesie, 2019
[Se ad ogni gradino su gradino...]
italienisch
Se ad ogni gradino su gradino se ne aggiunge un altro,
si giunge ad un piano tutto di pietre lisce-lucenti.
Il loro motivo accenna a sentieri intagliati nel bosco,
là dove s’incrociano in un ultimo punto. Si usa
la squadra, perché nel vagare s’inciampa troppo spesso:
le forme delle pietre incastonate sporgono o affondano
di qualche centimetro. Strati d’infiniti ritagli
si possono immaginare, e ci si chiede se la pietra
inciampandoci si consumi, si spiani lentamente.
Si osserva la terrazza come se si guardasse al passato.
So Augenweide Achsen [Als stünde man am französischen Fenster]
deutsch | Sandra Burkhardt
Als stünde man am französischen Fenster, mit Schiefblick
auf etwas, das sich ausdehnt wie ein Spielbrett mit Feldern.
Vorn noch feinst bestickt mit kleinsten Partikeln, getrimmten Tribals,
reichen die Schneisen bis weit hinein in die gereihten Wälder.
Hinten spreizen sich die Fäden zu Strängen. Soll man ziehen?
Man steht da, versunken in die Betrachtung einzelner Kacheln
als Kammern, ihrer Einrichtung als feine Uneinheitlichkeit:
Küchen, Bibliotheken und Bäder. Man schwindelt und kippelt,
so als fliege man aus dem Fenster und verursache einen Abklatsch.
Man wird es gleich tatsächlich öffnen und Vogelstimmen hören.
aus: wer A sagt
Frankfurt am Main: gutleut verlag, 2018
Audio production: Haus für Poesie, 2019
[Come si stesse in piedi alla finestra-balcone...]
italienisch
Come si stesse in piedi alla finestra-balcone, con sguardo sghembo
su qualcosa che si slarga come una scacchiera con riquadri.
Di fronte finemente ricamati con minuscole particelle, con accurati Tribal,
s’insinuano i sentieri fin dentro ai boschi allineati.
In fondo i fili si sfilacciano in matasse. Si deve tirare?
Si sta qui, sprofondati nell’osservazione delle singole piastrelle
come camere, del loro arredamento come fine disomogeneità :
cucine, biblioteche e bagni. Ci prende la vertigine e si vacilla,
come volare fuori di finestra e lasciar giù l’impronta.
Fra poco si aprirà davvero e si udranno canti di uccelli.
So Augenweide Achsen [Und fragt sich unten:]
deutsch | Sandra Burkhardt
Und fragt sich unten: Wer hat diese Hecke geschnippelt,
und sie angehoben, sodass sie, wohin man schaut,
den Blick verstellt? Man kommt nicht drum herum, nun
über Ebenen zu grübeln: Als ließe sich, mit einem Griff,
das Quadrat zum Kubus heben. Als ließe sich niemals anders
als senkrecht zum Boden gehen und parallel zu ihm sehen.
Als rücke entlang der Hecken das Becken ab, als schiebe man
alles vor sich her. Als befänden sich alle Ecken hier
und Punkte in der Ferne in Wahrheit an derselben Stelle.
Und dann tritt man nach all den Treppen doch geradeaus.
aus: wer A sagt
Frankfurt am Main: gutleut verlag, 2018
Audio production: Haus für Poesie, 2019
[E sotto si chiede...]
italienisch
E sotto si chiede: chi ha potato questa siepe,
e l’ha fatta alzare in tal modo che, ovunque si guardi,
sbarra la vista? Non si può far a meno quindi
di andar rimuginando di pianure: come se con un gesto
il quadrato s’innalzasse a cubo. Come se non si potesse
mai fare altro che andare sul terreno verticalmente e guardare
parallelamente. Come se la vasca si spostasse lungo la siepe,
come se tutto si spostasse davanti a sé. Come se tutte le siepi
si trovassero qui e i punti lontani veramente al loro stesso posto.
E poi si cammina dopo tutte quelle scale comunque a schiena dritta.
So Augenweide Achsen [Bei den Bildstaben gelandet...]
deutsch | Sandra Burkhardt
Bei den Bildstaben gelandet, macht man sich keinen Reim.
Wie Fliesen liegen sie an einer Treppe an, doch zieht man die
zur besseren Betrachtung glatt, bleibt keine Haftung.
Was nutzt der Plan aller Staben in paralleler Lage
zum jeweiligen Untergrund, wenn Treppen Stufen haben?
Kann man von Fehlstellungen reden, wenn sich alles
anpasst und in entsprechend krumme Haltungen begibt?
Stellt man sich dumm oder quer? Die Antwort bleibt,
wie immer, allgemein: Weder noch! Denn zusammen
ergibt alles eine Summe und Summanden gibt es viele.
aus: wer A sagt
Frankfurt am Main: gutleut verlag, 2018
Audio production: Haus für Poesie, 2019
[Una volta giunti alle sillabe figurate]
italienisch
Una volta giunti alle sillabe figurate, non ci si capisce più niente.
Come piastrelle appoggiate alla scala, ma allineate in piano
per osservarle meglio, perdono di coesione.
A cosa serve il piano di tutte le sillabe in posizione parallela
su qualsiasi sfondo, se le scale hanno gradini?
Si può parlare di posizioni errate, quando tutto
si adegua e si sistema in posizioni altrettanto storte?
Uno si mette a fare il tonto o si mette di traverso? La risposa resta,
come sempre, generica: né, né! Perché insieme
tutto produce una somma e di addendi ce ne sono tanti.
[nous sommes les hôtes inconnus]
französisch | Amina Saïd
nous sommes les hôtes inconnus
dans la maison du monde
la mer la vague l'écueil
le navigateur découvrant
l'absence de balises
nous sommes l'œil qui voit l'œil
et la vision qui nous efface
nous sommes ce que nous regardons
au fond des yeux
et qui sait que nous sommes
nous sommes le nombre et l'unique
la chose et son contraire
la multiplication du visible
l'œil ouvert sur l'invisible
nous sommes l'ombre de l'ombre
qui dans l'obscure clarté du rêve sommeille
nous sommes la trace sur le sable
nous sommes chaque lettre de l'alphabet
nous sommes l'oracle et l'hommage
le masque suspendu à l'arbre
le temple et l'objet offert
à la lumière morte du temple
nous sommes la question
qui n'appelle pas de réponse
nous sommes la question et la réponse
lorsqu'elles ne font qu'un
nous sommes le cercle
qui se crée lui-même à l'infini
nous arpentons dans les deux sens
le calendrier des hommes
telle une échelle d'horizon
avant d'être invités à franchir
d'un bond le vide qui nous sépare
de notre naissance
oscillant entre ivresse et terreur
nous sommes ce que nous savons
et ce que nous ignorons
nous pleurons des larmes d'ambre
nous sommes le premier et le dernier mot
la strophe et le chant
et la bouche que nous voulons
accrocher à la face du silence
nous sommes la main insoumise
qui trace le signe
le vertige devant l'abîme
ouvert par le poème
qu'une parole en nous hésite à se dire
nous atteignons le plus intime de la solitude
nous sommes le pas et la marche
le chemin et la voie
et l'ultime seuil que nous franchirons
nous sommes le lieu où finit le monde
celui où il commence
aus: La douleur des seuils : Poemes
Paris : Editions de la Difference, 2003
Audio production: 2002 M. Mechner, literaturWERKstatt berlin
[siamo ospiti sconosciuti]
italienisch
siamo ospiti sconosciuti
nella casa del mondo
il mare l’onda lo scoglio
il navigante che scopre
l’assenza di fari
siamo l’occhio che vede l’occhio
e la visione che ci cancella
siamo quello che guardiamo
in fondo agli occhi
e che sa che noi siamo
siamo il numero e l’unico
la cosa e il suo contrario
la moltiplicazione del visibile
l’occhio aperto sull’invisibile
siamo l’ombra dell’ombra
che nell’oscura chiarità del sogno sonnecchia
siamo la traccia sulla sabbia
siamo ogni lettera dell’alfabeto
siamo l’oracolo e l’omaggio
la maschera sospesa all’albero
il tempio e l’oggetto offerto
alla morta luce del tempio
siamo la domanda
che non vuole risposta
siamo la domanda e la risposta
quando sono tutt’uno
siamo il cerchio
che si crea da solo all’infinito
percorriamo nei due sensi
il calendario degli uomini
come una scala d’orizzonte
prima di essere invitati a superare
con un salto il vuoto che ci separa
dalla nostra nascita
oscillante fra ebbrezza e terrore
siamo quello che sappiamo
e quello che ignoriamo
versiamo lacrime d’ambra
siamo la prima e l’ultima parola
la strofa e il canto
e la bocca che vogliamo
accostare al volto del silenzio
siamo la mano indomita
che traccia il segno
la vertigine dinanzi all’abisso
aperto dalla poesia
che una parola in noi esita a dire
tocchiamo la più intima solitudine
siamo il passo e la marcia
il cammino e il sentiero
e l’ultima soglia che varcheremo
siamo il luogo dove finisce il mondo
quello dove comincia.
Lettre à Bruxelles
französisch | Laurence Vielle
Bruxelles aux tavernes qui brillent dans les jours courts
d’hiver phares d’une grande mer tu viens t’y réchauffer
Bruxelles la joyeuse multilingue Bruxelles tu dis coeke
chouke manneke dikkenek et fritkot Bruxelles où se
démènent ceux qui abritent les héros bafoués des grandes
traversées Bruxelles où des poèmes apparaissent sur les
pavés seulement aux jours pluvieux Bruxelles mon coeur
en miettes au bord des rails je marche à grandes jambes
je t’arpente prends-moi dans tes plis caresse-moi sous ton
ciel bas enivre-moi ville basse enfouie dans tes entrailles
soubassements secrets au palais de Justice gigantesque
gâteau schieve architecte sans plan pour l’avenir tous les
sans-papiers peuvent s’y abriter Bruxelles aux vélos sans
pistes aux embout’ emmène-moi dans ton sac à main
Bruxelles aux mouettes qui reviennent l’hiver étirent la mer
à tire d’ailes embruns du nord et vagues à l’âme Bruxelles
aux arbres qu’on fauche aux espaces verts en disparition
aux doucheflux Bruxelles qui tient encore ajustées les
pièces d’un puzzle chiffonné entre les doigts des ministres
voraces Bruxelles du roi de la reine des princes des
princillons Bruxelles des perruches flèches vertes Bruxelles
où nos peaux cibles dansent tous les possibles Bruxelles
où les semelles des étrangers amènent semences fraîches
pour réveiller les visages endormis ville d’eau aux canaux
emmurés langues de bois si la Belgique disparaissait il
resterait encore Brussel aux langues en feu et en ardeurs
l’eau est pour tous mon ami mijn vriend my friend viens
t’abreuver Bruxelles des tramways souterrains des baleines
jaunes disparues Bruxelles aux neuf sphères aux héros de bd
qui escaladent les murs Bruxelles aux choux qui poussent
encore porte de Hal aux chercheurs de trésors entre les
pavés de la place du Jeu de Balle au Greenwich effacé les
échiquiers tu les trouves de quatorze à vingt-trois heures aux
halles Saint-Géry Bruxelles aux belladones du quartier des
Tanneurs Bruxelles aux cafés suspendus Bruxelles la fêlée
la trouée Brussel en travaux la sans-tunnels aux milliers de
sentinelles trop is te veel Bruxelles XXL Brussel XXSmall
tu fais un pas tu es au Maroc un pas encore au Matongué
un autre pas marché chinois un pas plus loin tu es au port
passe la Senne Bruxelles des zinneke de toutes les parades
hart boven hard le monde entier y passe aux passoires de
l’Europe Bruxelles des technocrates Bruxelles aux boutiques
à poèmes aux nuits trouées de jour aux jours troués de nuit
les pipes ne sont pas des pipes le ciel vole dans les oiseaux
Bruxelles où passent Cliff Rimbaud Verlaine foire du midi
un coup de révolver trous de balles fritkots et smoutebollen
s’emballent t’as pas cent balles ? Bruxelles des néons roses et
mon amour y passe pour toujours Bruxelles des trains des
train-train quotidiens troupeaux des travailleurs européens
Bruxelles faut la peindre faut la chanter la danser la dorloter
la rafistoler la reverdir des grands jardins potagers à chaque
déclaration obsolète d’un politique on fait pousser un arbre
la ville est une forêt pour fleurir tes poumons je te le dis allez
Brussel aux avions qui passent sans crier gare Brussel contre
vents et marées avec vents et marées Bruxelles de toutes
les guiboles ville des marcheurs des arpenteurs Bruxelles
graffes-y tes rêves de ville à foison c’est à toi c’est pour toi
ton chant ta voix ton souffle tes pas façonnent Bruxelles
terre libre je te déclare ville libre ah non peut-être ? ville
des poètes ville des visages à découvert des coeurs ouverts
des passants qui battent le pavé faut pas rester enfermé
c’est mauvais pour les yeux Brussel c’est une page blanche
encore et tu l’écris cette page est pour toi Bruxelles je t’aime
Audio production: SonaLitté
Lettera a Bruxelles
italienisch
Bruxelles le tue taverne brillano nei giorni corti
dell’inverno fari di un grande mare vieni a scaldarti qui
Bruxelles la gioiosa multilingue Bruxelles tu dici coeke
chouke manneke dikkenek et fritkot* Bruxelles dove
soffrono quelli che riparano gli eroi ridicoli delle grandi
traversate Bruxelles dove le poesie appaiono sul selciato
solo nei giorni piovosi Bruxelles il mio cuore
in briciole al bordo dei binari io cammino a gran passi
ti percorro prendimi nelle tue pieghe carezzami sotto il tuo
cielo greve ubriacami città bassa nascosta fra le tue viscere
segreti basamenti al palazzo di giustizia gigantesca
torta schieve architetto senza progetto per l’avvenire tutti
i senza-documento ci si possono riparare Bruxelles senza
piste ciclabili agl’ingorghi portami nella tua borsetta
Bruxelles dai gabbiani che tornano d’inverno allungano il mare
a volo d’uccello salsi spruzzi del nord e ondate di pena Bruxelles
dagli alberi recisi dagli spazi verdi che scompaiono
dai centri di reinserimento Bruxelles che tiene ancora insieme
i pezzi di un puzzle stropicciati fra le dita dei ministri
voraci Bruxelles del re della regina dei principi dei
principini Bruxelles dei pappagallini verdi Bruxelles
dove ballano le nostre pelli-bersaglio tutte le possibili Bruxelles
dove le suole degli stranieri portano semi freschi
per risvegliare i volti addormentati città di acque dai canali
cementati lingue di legno se il Belgio scomparisse
resterebbe ancora Brussel dalle lingue in fuoco e ardore
l’acqua è per tutti amico mio mijn vriend my friend vieni
ad abbeverarti Bruxelles dei tramways sotterranei delle balene
gialle scomparse Bruxelles dalle nove sfere dagli eroi dei fumetti
che scalano muraglie Bruxelels dei cavolini che spuntano
ancora a porte de Hal dai cercatori di tesori fra le
pietre del selciato in piazza del Jeu de Balle dal Greenwich cancellato
gli scacchieri tu li trovi dalle quattordici alle ventitré
alle halles Saint-Gry Bruxelles dai ristoranti del quartiere dei
conciatori Bruxelles dei caffè sospesi Bruxelles la ferita
la crivellata Brussel in lavori la senza-tunnel dalle mille
sentinelle troppo è te veel Bruxelles XXL Brussel XXSmall
fai un passo e sei in Marocco un passo ancora al Matongué
un altro passo mercato cinese un passo in più e sei al porto
passa la Senne Bruxelles degli zinneke** di tutte le parate
hart boven hard il mondo intero ci passa dalle passatoie
dell’Europa Bruxelles dei tecnocrati Bruxelles dalle botteghe
da poesie dalle notti crivellate di giorno dai giorni crivellati di notte
le pipe non sono pipe il cielo vola negli uccelli
Bruxelles dove passano Cliff Rimbaud Verlaine fiera del mezzogiorno
un colpo di pistola fori di pallottole fritkots e smoutebollen***
s’insaccano hai cento sacchi? Bruxelles dei neon rosa e
l’amor mio ci passa per sempre Bruxelles dei treni dei
tren-tren quotidiani greggi di operai europei
Bruxelles bisogna dipingerla bisogna cantarla danzarla coccolarla
rabberciarla rinverdirla di grandi orti a ogni
dichiarazione obsoleta di un politico si fa spuntare un albero
la città è una foresta per farti fiorire i polmoni te lo dico vai
Brussel dagli aerei che passano senza avvertire Brussel contro
venti e maree con venti e maree Bruxelles di tutte
le gambe città dei marciatori dei percorritori Bruxelles
falli i graffiti a go-go dei tuoi sogni di città è la tua è per te
il tuo canto la tua voce il tuo respiro i tuoi passi danno forma a Bruxelles
terra libera ti dichiaro città libera, o forse no? città
dei poeti città dei volti da scoprire cuori aperti
dei passanti che battono il selciato non restare rintanato
fa male agli occhi Bruxelles è una pagina ancora
bianca e tu la scrivi questa pagina è per te Bruxelles ti amo.
__________
* Pan di spezie, cremino, Manneke esibizionista, friggitoria (N.d.T.)
** Zinneke in dialetto significa cane bastardo e ogni anno si fanno le parate dello zinneke.
*** Pommes frites e frittelle dolci
Il n'y a plus rien à craindre
französisch | Elise Turcotte
Il n'y a plus rien à craindre.
Les oiseaux sont emballés
dans la folie du ciel.
La matière n'indique aucune
direction.
La nuit coule.
Je te vois qui souffle sur la cendre
d'une cigarette morte.
Une pensée te quitte pour un ailleurs
trop riche en phosphore.
Secoue les fleurs blanches
de la nuit.
Secoue les grains usés
du silence.
Tu dors sans moi.
Je parle à toi.
La rivière est sombre.
aus: PIANO MÉLANCOLIQUE
Montréal: Éditions du Noroît, 2005
Audio production: UNEQ
Non c’è più nulla da temere
italienisch
Non c’è più nulla da temere.
Gli uccelli sono avvinghiati
nella follia del cielo.
La materia non indica nessuna
direzione.
La notte scorre.
Ti vedo soffiare sulla cenere
di una sigaretta spenta.
Un pensiero ti abbandona per un altrove
troppo ricco di fosforo.
Scuoti i fiori bianchi
della notte.
Scuoti i grani consunti
del silenzio.
Tu dormi senza me.
Io ti parlo.
Il fiume è buio.
CAZA NOCTURNA
spanisch | Trinidad Gan
En el suelo mojado de la página
piso los bordes alargados
de una luz derramada que persigo.
Es difícil, pues camino en la noche:
la hilera interminable del recuerdo
tachándome las calles de costumbre,
sucesivas pupilas de palabras
cayendo en vertical sobre este asfalto.
Desoigo el verso que, vacío,
cantan los rótulos en la avenida
y el súbito destello de los coches
que se cruzan como una estrofa en fuga.
Mi cuerpo, vehemente, se aprieta
contra los muros y sus sombras.
Llego a casa.
Un zarpazo, un golpe oscuro,
que no sabe siquiera ser preciso,
me derriba,
casi a tientas enciende
la orilla nueva de un poema.
aus: El tiempo es un león de montaña
Visor, 2018
Audio production: Kulturamt Heidelberg
aufgenommen im Rahmen der „Expedition Poesie Heidelberg-Granada"
Caccia notturna
italienisch
Sul suolo bagnato della pagina
calpesto i bordi dilatati
di una luce sparsa che inseguo.
È difficile, ma cammino nella notte:
la filiera infinita del ricordo
mi cancella i sentieri abituali,
successive pupille di parole
cadono a picco su questo asfalto.
Non odo il verso, vuoto, che
cantano le insegne luminose sul viale
e il subitaneo brillare delle auto
che s’intrecciano come una strofa in fuga.
Il mio corpo, veemente, si addossa
ai muri e alle loro ombre.
Rientro a casa.
Una zampata, un oscuro colpo,
che neppure riesce a esser preciso,
mi atterra,
quasi a tentoni accende
la nuova riva di un poema.
I Take Away My Head
englisch | Paul Hoover
“I take away my hand, which writes and speaks much.”
—Jaime Sabines
I take away my mouth,
Which remembers nothing I say,
Though I speak loudly and often,
With everything on my mind.
I take away my heart,
Which never quite forgives me,
And I remove my ears,
Which have no feeling for song.
Moving between two lights,
Over white stones at midnight,
Past nine black boundaries,
I take away my shadow.
Here is history with its burning questions
And theory with its doubt—
I give them to a ridiculous man
Who smells of the sea and slow dancing.
How good it must be for the rain
To roll around on the street
And commingle with each surface.
The world is nothing much—
Grass and rubble and such.
I’ll put it into a camera
Filled with silver and potential.
aus: Poems in Spanish
Audio production: Interim
Mi tolgo via la testa
italienisch
Mi tolgo via la bocca
Che non ricorda nulla di ciò che dico
Anche se parlo forte e spesso,
Con ogni cosa nella mente.
Porto via il mio cuore,
Che quasi mai mi perdona,
E mi tolgo le orecchie,
Che non hanno orecchio per la canzone.
Muovendomi tra due luci,
Sopra le pietre bianche a mezzanotte,
Al di là di nove frontiere buie,
Porto via la mia ombra.
Ecco la storia con le sue questioni roventi
E la teoria con i suoi dubbi—
Li dono a un uomo ridicolo
Che odora di mare e danza lenta.
Quanto deve essere buono per la pioggia
Rotolar giù per la via
E mescolarsi con ogni superficie.
Il mondo non è poi molto di più -
Erba e macerie e roba del genere.
Lo inserirò in una fotocamera
Piena di argento e di possibilità.
Ich ging in Schuhen aus Glas
deutsch | Martina Weber
In Zeitlupe bewegen wir uns durch aufgegebene Räume, Beton,
geschrägte Häuserfassaden, Linien der Nacht, unberührte
Gesichter, ich hatte dir einen kleinen Garten gezeigt, du sagtest,
wir könnten die Schönheit jeder existierenden Landschaft verdoppeln,
ganz einfach, so wie die Dimensionen der Sonne, großzügig
ausgeschüttetes Licht, das die Straßen wärmt, wir sind Gäste,
hier, wo das Leben unseren eigenen Bildern folgt, es ist viel,
es sind wieder gefundene Stücke, ein Film, der die Dunkelheit bricht.
aus: Häuser, komplett aus Licht
Leipzig
Audio production: Haus für Poesie / 2019
Camminavo in scarpe di vetro
italienisch
Ci muoviamo al rallentatore per stanze abbandonate, cemento,
facciate di case sbilenche, linee della notte, intatti
volti, ti avevo indicato un giardinetto, tu dicevi,
possiamo raddoppiare la bellezza di ogni paesaggio esistente,
semplicemente, come le dimensioni del sole, generosamente
sparsa la luce, che riscalda le strade, noi siamo ospiti,
qui, dove la vita segue le nostre proprie immagini, è molto,
sono pezzi rinvenuti, un film che rompe l’oscurità.
immer
deutsch | Oskar Pastior
das gedicht gibt es nicht. es
gibt immer nur dies gedicht das
dich gerade liest. aber weil
du in diesem gedicht siehe oben
sagen kannst das gedicht gibt
es nicht und es gibt immer nur
dies gedicht das dich gerade
liest kann auch das gedicht das
du nicht liest dich lesen und
es dies gedicht hier nur immer
nicht geben. beide du und du
lesen das und dies. duze beide
denn sie lesen dich auch wenn
es dich nicht nur hier gibt
aus: Das Hören des Genitivs. Gedichte
München Wien: Carl Hanser Verlag, 1997
ISBN: 3-446-19126-7
Audio production: 1999 M. Mechner, literaturWERKstatt berlin
sempre
italienisch
la poesia non c’è. c’è
sempre solo questa poesia che
ti sta leggendo. ma poiché
tu non puoi dir vedi sopra
in questa poesia la poesia non c’è
e sempre c’è soltanto
questa poesia che ti sta
leggendo anche la poesia che
tu non leggi ti può leggere e
può anche continuare a non
esserci. ambedue tu e te
leggono questo e quello. Da’ del tu
ad ambedue ché ti leggono anche
quando tu qui non ci sei
So Augenweide Achsen [Weit reicht vom Zaun aus...]
deutsch | Sandra Burkhardt
Weit reicht vom Zaun aus gesehen der Weg eines Falles –
so wie das Auge – und Buchsbäume erstrecken sich
entlang des Beckens. In ihnen ist die Ordnung hergestellt.
Von vorn bis zum Ende des Geländes die Bewegung
der in Paaren aufgestellten und frisierten Büsche.
Man erkennt den gemeinsamen Gedanken von Verliebten,
sich küssenden Figuren, den zweier Flamingos,
zweier Eier und Kugeln, den eines rechten Winkels,
einer Hecke, eines Buchs. Man buchstabiere „Buchs“,
ohne beim Staben S zu landen, S wie Stab und Symmetrie.
aus: wer A sagt
Frankfurt am Main: gutleut verlag, 2018
Audio production: Haus für Poesie, 2019
Assi come pascolo degli occhi
italienisch
Lontano visto dal recinto giunge il sentiero di un caso –
pari allo sguardo – e i bossi si stendono
lungo il bacino. Fra loro è stato stabilito un ordine.
Dall’inizio alla fine del terreno il movimento
dei cespugli disposti a coppie e ben pettinati.
Si riconosce il pensiero comune degl’innamorati,
delle figure che si baciano, quello della coppia di fenicotteri,
di due uova e due sfere, quello di quell’unico angolo retto,
di una siepe, di un bosso. Si cerchi di sillabare « Buchs »
senza atterrare alla lettera S, S come Sbarra e Simmetria.
Le Père
französisch | Gioia Kayaga
Au fond de sa tanière, jour après jour,
Le Père façonne ses rejetons : des enfants
Sourds, à force de mystères, de silences.
Patiemment, il leur apprend à se taire.
Car le Père ne répond pas, non jamais : Il ordonne.
De trop rares soirs, Il raconte des histoires,
Toujours les mêmes pourtant jamais la sienne,
Jamais celles des naufrages, des matins clairs,
Ni celle des nuits chiennes de son enfance, noire.
Car le Père ne transmet pas, non, jamais : Il somme.
Le Père pose une clôture de barbelés
Autour du terrain vague de son passé,
Frontière d’une génération apatride,
Limite à sa quête, barrière invisible.
Car le Père ne ment pas non, jamais : Il omet.
Il a emprisonné sa langue première
Derrière des lèvres, cousues de fil de fer,
Ne la libère que certains soirs de fête,
À des oreilles absentes, qui n’entendent guère.
Car le Père n’enseigne pas non, jamais, Il égare.
L’hiver, Il jette les bûches de ses souvenirs
Dans les flammes du foyer, sa mémoire brûle
Et réchauffe les sangs stériles qui circulent
Au creux des veines de sa progéniture.
Car le sang du Père ne meurt pas, non, jamais : Il recule.
aus: L'arbre sans racines d'un pays sans soleil
Bruxelles: maelstrÖm reEvolution, 2015
Audio production: Haus für Poesie, 2019
Il padre
italienisch
In fondo alla sua tana, giorno dopo giorno,
il Padre plasma i suoi germogli: dei bambini
sordi, a forza di misteri, di silenzi.
Pazientemente li addestra a tacere.
Perché il Padre non risponde, no, mai: Lui comanda.
Certe sere, troppo rare, Lui racconta delle storie,
però sempre le stesse, mai la sua,
mai quelle dei naufraghi, dei mattini chiari,
né quella delle notti, cagne della mia infanzia, buia.
Ché il Padre non trasmette, no, mai: Lui somma.
Il Padre pone una chiusura di filo spinato
intorno al terreno vago del suo passato,
frontiera di una generazione senza patria,
limite alla sua indagine, barriera invisibile.
Perché il Padre non mente, no, mai: Lui omette.
Lui ha incarcerato la sua lingua materna
dietro labbra, cucite col fil di ferro,
la libera solo in certe sere di festa,
per orecchie assenti, che quasi non sentono.
Ché il Padre non insegna, no, mai, Lui distrae.
D’inverno getta ceppi di suoi ricordi
nel fuoco del camino, brucia la sua memoria
e riscalda i sangui sterili che circolano
nel cavo delle vene della sua progenie.
Ché il sangue del Padre non muore, no, mai: recede.
FROMENT, MIEL, AIRELLES
französisch | Rose-Marie François
On n’a plus le temps ? On n’a pas le temps…
La poésie traverse le temps !
Passe à travers le temps… passe au travers du temps !
Écoutez comme, un jour,
au Musée National de Copenhague,
la Poésie me fait d’une MOMIE
une merveilleuse AMIE :
FROMENT, MIEL, AIRELLES
A dix-huit ans on l'a couchée
dans un chêne évidé.
A portée de la main
une coupe d'hydromel -
froment, miel, airelles -
près du squelette calciné
d'un enfant en bas âge.
La vitrine m'empêche
de toucher tes cheveux
ou le bois rugueux du couvercle
suspendu
à nos yeux profanateurs.
Tu as bientôt quatre mille ans.
Morte au matin des roses,
tu n'as pas pu vieillir jusqu'à mon âge.
Ai-je en outils, en légendes, en voyages,
quatre mille ans de plus que toi?
Ces lanières de cuir tressé,
jupe arrêtée sur tes cuisses...
Tu dansais au soleil...
Entre, assieds-toi, que je t'écoute...
Ils disent de cet enfant :
« Peut-être un sacrifice rituel ? »
Tu ris dans tes larmes.
Que tes yeux sont vert pâle,
ils ne le sauront pas.
Quand on a retiré le petit du brasier
où il était tombé, fasciné par la flamme,
tu l'as suivi dans l'autre monde,
c'est cela?
(Comment s'échangent nos langues?
Quel est notre parler commun?)
La traversée se fait dans la tempête.
Comme aux pêcheurs pour les poissons d'argent,
on t’a donné un filet
pour tes cheveux.
Je tends la main vers eux, blondeur
cendrée par les jours d'ombre ;
j'ai ton âge et tu me souris.
Mes doigts ne t'atteignent pas,
c'est toi qui me touches.
Etait-ce ton enfant,
ton petit frère,
celui à qui tu ne pouvais survivre?
Et à quoi pensais-tu
quand les haches tombaient:
au chêne en sueur, à ses racines?
Qu'à son tour il ne te survivrait pas?
Et où rompre la chaîne
de ces morts concertées?
Pas encore… quatre mille ans plus tard
puisque
tu me tends la main.
Ecoute,
tu me prêteras le couvercle
et nos barques jumelles
s’en iront côte à côte.
Nos filets dérisoires
tombent au fond du temps.
Qu'y a-t-il à prendre
dans la tempête ultime?
Tes yeux sont verts, très pâles.
Ils ne les ont pas vus.
aus: Qui nous dépasse. An uns vorbei
Audio production: L'Arbre de Diane
Frumento, miele, mirtilli
italienisch
Non c’è più tempo? Non c’è più tempo…
La poesia attraversa il tempo!
Passa attraverso il tempo … attraverso del tempo!
Sentite come, un giorno,
al Museo Nazionale di Copenhagen,
la Poesia mi trasforma una MUMMIA
in un’AMICA meravigliosa:
FRUMENTO, MIELE, MIRTILLI.
A diciott’anni l’hanno adagiata
in un tronco di quercia svuotato.
A portata di mano
una coppa d’idromele –
frumento, miele, mirtilli –
accanto allo scheletro calcinato
di un bimbo in tenera età.
La vetrina m’impedisce
di toccarti i capelli
o il legno rugoso del coperchio sospeso
ai nostri occhi profanatori.
Presto avrai quattromila anni.
Morta sul mattino delle rose,
non hai potuto raggiungere la mia età.
Posseggo strumenti, leggende, viaggi
quattromila volte più di te?
Queste cinghie di cuoio intrecciato,
gonna sollevata sulle cosce …
Tu ballavi al sole …
Entra, siediti, che ti ascolto …
Essi dicevano di quella bambina:
“Forse un sacrificio rituale?”
Tu ride fra le lacrime,
come son verde-pallido i tuoi occhi,
non lo sapranno.
Quando hanno tolto il piccino dal braciere
dov’era caduto, affascinato dalla fiamma,
tu l’hai seguito nell’altro mondo,
è questo?
(Come si scambiano le nostre lingue?
Qual è il nostro parlare comune?)
La traversata si fa nella tempesta.
Come ai pescatori per i pesci d’argento,
a te hanno dato una reticella
per i capelli.
Tendo la mano verso di essi, biondità
Cinerina per i giorni d’ombra;
ho la tua età e tu mi sorridi.
Le mie dita non ti toccano,
sei tu che mi tocchi,
questo era tuo figlio,
tuo fratello minore,
quello a cui non potevi sopravvivere?
E a che pensavi
quando le asce si abbattevano:
sulla quercia sudata, sulle sue radici?
Che a sua volta non ti avrebbe sopravvissuto?
E dove spezzare la catena
di queste morti concertate?
Non ancora … quattromila anni dopo
poiché
tu mi tendi la mano.
Ascolta,
mi presterai il tuo coperchio
e le nostre barche gemelle
viaggeranno fianco a fianco.
Le nostre reti ridicole
cadono nell’abisso del tempo.
Cosa c’è mai da catturare
nell’ultima tempesta?
I tuoi occhi sono verdi, molto pallidi.
Loro non li hanno visti.
Das ist das Land
deutsch | Daniela Danz
Das ist das Land von dem man sagt
daß alles hier aufhört und alles anfängt
das sind die Dörfer die im Schlaf
über mich kriechen mit schweren Sockeln
der Kirchen und bellenden Hunden
das sind die Dörfer in deren Leere
ich morgens stehe wenn ich erwache
das ist der Tau zu dem ich den Durst
noch am Abend verspürt habe
Das ist das Land der kalten Dörfer
das sind die bellenden Dörfer
die sagen: wie lebst du bequem
während wir dreimal aufhören
und einmal den Anfang nicht finden
das bin ich unter der Decke
der wimmernde Hund geht nachts
durch die Dörfer seine Füße laufen
im Schlaf auf der kalten Straße
getrieben vom Gekläff der Meute
das ist das leere Land das mich
morgens bekniet und abends verbellt
das ist im Schlaf ein Dorn und da
habe ich auch die Zeit gesehen
als die Dörfer sich über mich schleppten
sie sah nach nichts aus aber der Zug
von Nachsicht um ihre Mundwinkel
zeichnete sie aus vor allen Gestalten
des Traums: du bist nicht gekommen
ich habe gesagt Herbst und Mahd
ich habe dir einen Kirmesburschen geschickt
aber du wolltest umkehren
aus: V. Gedichte
Göttingen: Wallstein Verlag, 2014
Audio production: Literaturwerkstatt Berlin / Haus für Poesie, 2016
Questa è la terra
italienisch
Questa è la terra di cui si dice
che qui tutto comincia e tutto cessa
ecco i villaggi che mentre sto dormendo
s'arrampicano su me coi grevi zoccoli
delle chiese e dei cani abbaianti
ecco i villaggi dentro al cui vuoto
sto in piedi al mattino appena sveglia
ecco la brina di cui ho sentito
la sete perfino verso la sera.
Questa è la terra dei freddi villaggi
sono i villaggi che abbaiano
e dicono: che vita comoda fai
mentre noi tre volte cessiamo
e una volta non troviamo l'inizio
eccomi sotto la coperta
il cane uggiolante va di notte
per i villaggi i suoi piedi corrono
nel sonno sulla fredda strada
spinto dai latrati del branco
questa è la terra vuota che al mattino
s'inchina a me e la sera mi abbaia
ecco nel sonno una spina e là
ho visto anche il tempo
in cui i villaggi mi si trascinavano
addosso non somigliava a nulla ma il tratto
d'indulgenza agli angoli della sua bocca
li distingueva da ogni altra immagine
del sogno: non sei venuto
io ho detto autunno e pascolo
ti ho mandato un ragazzo della fiera
ma tu hai voluto tornare indietro.
[sein fliegen liegt nicht in der anatomie]
deutsch | Anja Kampmann
sein fliegen liegt nicht in der anatomie
zwischen federn und leichteren knochen
ahnst du einen punkt an dem die pappel
den himmel berührt was sind schwalben
einen sommertag lang auf dem hügel beg tal
der unruhige weizen wiesenblühn zwischen
den halmen dein sitz aus hörbarem wind
es ist tag ich behalte die nacht inne würde
nie mehr vergessen als jetzt wird es
einen tag geben an dem dieses rauschen
der bäume fehlte ach vogel der in seinem rad
rätsel geschrieben hat vom land genommen
unerkannt liegt es vor dir flächen noch ein paar
pflanzen und ich als grenze träume
dass ich die wiesen nicht mehr
unterscheiden kann.
aus: Proben von Stein und Licht. Gedichte
München: Edition Lyrik Kabinett im Carl Hanser Verlag, 2016
Audio production: Literaturwerkstatt Berlin, 2015
[il suo volo non dipende dall’anatomia]
italienisch
il suo volo non dipende dall’anatomia
fra le penne e le ossa più leggere
indovini un punto in cui il pioppo
tocca il cielo che sono le rondini
per tutt’un giorno d’estate sulla collina beg tal
l’inquieto frumento il fiorire del prato fra
gli steli la tua sede di udibile vento
fa giorno e trattengo la notte in me
giammai dimenticherei quando adesso
ci sarà un giorno in cui questo frusciare
degli alberi mancasse ah l’uccello che nel suo giro
ha scritto enigmi presi dalla terra
sconosciute ti si stendono dinanzi le pianure
ancora qualche pianta e io sogno come limite
di non poter più distinguere
i prati.
besuch
deutsch | Andreas Altmann
das gedächtnis, wenn es eine
nach der anderen erinnerung aufgibt,
erblindet an seinen worten.
in leeren räumen tastest du dich
an der wand, die deine hände ergreift,
über türen, die du nicht öffnest,
ans fenster. blicke, die dunkel
die hell sind, weichen den augen.
an geräuschen formt sich die stimme,
die nicht über das schweigen hinaus
kommt. noch einmal gehst du
mit bodenlosen schritten durchs haus.
licht hat schatten herausgeschnitten,
für die es hier keinen grund gibt.
du kratzt an den rändern die finger auf.
jemand folgt dir verschränkt
mit den armen, dem blick. du bittest,
noch länger zu bleiben. vor dem tor
wartet das auto. der motor springt an.
aus: das langsame ende des schnees. Gedichte.
Aachen: Rimbaud Verlag, 2005
ISBN: 3-89086-624-7
Audio production: 2004, M.Mechner / literaturWERKstatt berlin
visita
italienisch
la memoria, quando uno
dopo l’altro abbandona i ricordi,
si ottenebra delle sue parole.
fra vuote stanze cerchi a tentoni
la parete, che cattura le tue mani,
attraverso porte, che non apri,
cerchi la finestra. viste, che scure,
che chiare sono, cedono agli occhi.
dai suoni si forma la voce,
che non va oltre il silenzio.
ancora una volta ti aggiri
con aerei passi per la casa.
la luce ha ritagliato ombre
per le quali non c’è qui nessuno sfondo.
ti stai escoriando le dita ai bordi.
qualcuno ti segue a braccia conserte,
segue il tuo sguardo. tu implori
di restare più a lungo. dinanzi alla porta
aspetta la macchina. si accende il motore.
BRÜDER, CAFÉ
deutsch | Henning Ahrens
Ein Jammer, dass man sich entwickelt und verändert,
nur um mit Vierzig in Fallgruben zu stürzen,
ausgehoben in einer Lebensphase,
die man längst hinter sich gelassen hat. Da sitzen wir,
vom Alter gefaltet, und rühren im Kaffee,
die Haare ergrauend oder gelichtet, erwachsen
und trotzdem noch Kinder, die um die Gunst
der Mutter buhlen – unglaublich! Gegenüber
reißt man das Geschäft ab, in dem wir früher
unsere Spielzeugsoldaten gekauft haben, aber
auch solche Erinnerungen helfen uns nicht weiter.
Stattdessen reden wir über Unverfängliches, wissend,
dass die Explosivstoffe in unserem Inneren
nicht mit zündenden Worten in Berührung kommen dürfen.
Ausgerechnet die gemeinsame Vergangenheit ist es,
die uns einander entfremdet und den Rückweg
in die Gegenwart mit so vielen Minen gespickt hat,
dass wir uns lieber im Bunker von Stolz und Starrsinn verkriechen.
Audio production: LiteraturWERKstatt Berlin 2009
Fratelli, caffè
italienisch
Che pena svilupparsi e trasformarsi
solo per cadere a 40 anni nella trappola,
scavata in una fase della vita,
lasciataci alle spalle da tempo. Là stiamo,
con le rughe di vecchiaia, e giriamo il caffè,
coi capelli ingrigiti o diradati, cresciuti
eppure ancor bambini, che si contendono
la preferenza materna – incredibile! Là di fronte
si smantella il negozio, dove un tempo
compravamo i soldatini di piombo, però
anche i nostri ricordi non ci aiutano.
Al loro posto parliamo di banalità, sapendo
che la materia esplosiva al nostro interno
non deve entrare in contatto con parole che infiammano.
Proprio il comune passato è ciò
che ci allontana l’uno dall’altro, disseminando
il ritorno al presente di così tante mine
che preferiamo rannicchiarci nel bunker dell’orgoglio e dell’ostinazione.
CARNAC
französisch | Michel Butor
J'avais douze ans je me trouvais
en vacances chez des amis
la guerre cognait à la porte
suintaient menaces de partout
C'était la Trinité-sur-mer
et l'on nous menait visiter
les grands sites des environs
mégalithes criques églises
Il n'y avait pas de barrière
pas de ticket pas de gardien
cela commençait doucement
auprès des dernières maisons
Ajoncs et genêts quelques vaches
venaient se frotter aux menhirs
bourdonnant d'odeurs et légendes
entre lesquels je m'égarais
Terrain de jeux incomparable
nous cachant et nous poursuivant
dans la brume et le miel des siècles
chevaliers corsaires sorciers
En restant à portée de voix
des adultes qui nous laissaient
muser parmi la paix des pierres
puis répondaient à nos questions
Confusément en nous parlant
des peuples antérieurs aux Celtes
sur lesquels nous ne connaissons
guère plus qu'à ce moment-là
Je n'y suis jamais retourné
je ne l'ai jamais oublié
me transformant moi-même en pierre
dans mes alignements d'enfance
aus: unpublished
Audio production: Printemps des Poètes 2006
CARNAC
italienisch
Avevo dodici anni mi trovavo
in vacanza presso amici
la guerra batteva alla porta
trasudavano minacce da ogni dove
Si era a Trinité-sur-mer
e ci portavano a visitare
i grandi siti dei dintorni
megaliti insenature chiese
Non c’erano sbarramenti
né biglietti né guardiani
tutto iniziava poco a poco
vicino alle ultime case
Ulici e ginestre qualche vacca
che viene a strusciarsi ai menhir
nel ronzio di odori e leggende
in mezzo a cui mi perdevo
Terreno di giochi incomparabile
ci nascondevamo e inseguivamo
nella bruma e nel miele dei secoli
noi cavalieri corsari stregoni
Restando a portata di voce
degli adulti che ci lasciavano
vagare fra la pace dei macigni
poi rispondevano alle domande
Confusamente parlandoci
dei popoli prima dei Celti
di cui non sappiamo niente
di più rispetto a quei tempi
Non ci sono mai ritornato
non l’ho mai dimenticato
mi trasformavo io stesso in pietra
nei miei allineamenti da bambino
Der letzte Ball
deutsch | Ror Wolf
Mit dem Fuß, so weit, so weit:
dort am Abend fliegt der harte
Ball, dort wo es schreit und schneit,
steigt er auf und schwebt, der zarte
aufgepumpte angestarrte
Ball rasch in die Einsamkeit.
Weit am Tor vorbei, vorbei,
hoch, als ob Papier es wäre,
fliegt er leicht und sorgenfrei
aufwärts in die wolkenschwere
atemlose menschenleere
Luft, hinaus aus dem Geschrei.
Durch den Wind davon, davon,
hoch, so hoch sieht man den weichen
Ball ganz sanft und ohne Ton,
angestrahlt, den mondscheinbleichen
Ball fort in die Ferne streichen:
Weit entfernt von allem schon.
1981
aus: Das nächste Spiel ist immer das schwerste.
Frankfurt am Main: Schöffling & Co. , 2008
Audio production: Literaturwerkstatt Berlin, 2013
L’ultima palla
italienisch
Col piede, lontano, lontano:
di sera là vola la dura
palla, ove nevica e gridano,
sale su e vola, la tenera
gonfia palla e la vedono
che in solitudine atterra.
Passa di sopra alla porta
vola leggera e serena
su in alto, come di carta,
su nell’aria di nubi piena,
asfittica e disabitata,
fuori dai gridi, lontana.
Via nel vento a volare,
su, in alto la palla tenera,
morbida e senza rumore,
illuminata, lunare e chiara,
si vede, lontana volare:
già lontana da tutto qui a terra.
L’impossible vœu
französisch | Georges-Emmanuel Clancier
J’aurais aimé dans les temps anciens devenir
Un vrai frère attentif pour Gérard Labrunie
Qui devenu Nerval sut toujours revenir
S’enchanter et rêver au pays de Sylvie.
En des temps plus anciens encor le souvenir
D’un manoir Louis Treize aux façades jaunies
M’appelle près d’une belle venant ouvrir
A tout amour fenêtre de mélancolie…
« Suis-je Amour ou Phébus ? » demandait le poète
Que déjà délaissaient l’amour et le soleil.
Une perfide nuit enténébrait son ciel,
Vers Aurélia priant il poursuivait sa quête…
Ah ? que n’ai-je été là pour écarter le fiel
Et la corde atroces de son dernier sommeil.
aus: unpublished
Audio production: Printemps des Poètes 2006
Desiderio impossibile
italienisch
Nei tempi antichi avrei amato diventare
un vero fratello attento per Gérard Labrunie
che diventato Nerval seppe sempre tornare
a incantarsi e sognare nel Paese di Sylvie.
In tempi ancor più antichi la rimembranza
d’un maniero Louis Treize con facciata giallastra
mi chiama presso a una bella che avanza
e apre ad ogni amore una mesta finestra...
„Son Amore o son Febo?“ si chiedeva il poeta
che trascurava già sia l’amore che il sole.
Gli ottenebrava il cielo una notte perfida,
verso Aurelia pregando proseguiva la questua...
Ah? Perché non fui là per sottrarre quel fiele
e del suo ultimo sonno quella atroce corda?
Bajo la lluvia ajena, fragmento XVIII
spanisch | Juan Gelman
El viento que entra en la cocina sacude el cartelón con el
rostro de alguna actriz del cine mudo, Mary Pickford tal vez.
Es bella, sus ojos brillan suavemente y con la boca construyen
una semisonrisa tiernísima, callada.
También nosotros, aquí, somos actores mudos. Tenemos
brillos suaves, ternuras sucias de sangre seca como niños,
mucho silencio alrededor.
La platea prefiere el film sonoro. ¿Quién hizo esta
película? De este lado de la pantalla, el nuestro, se oyen
muertos soltando vida de a poquito como un crujir de
sueños, los torturados gritan, crepita gente en la prisión, bajo
el estruendo de las botas militares la injusticia es un rugido
infernal. Del otro lado, parece que ven pasar fantasmas
pálidos y ningún piano los anuncia.
Te amo, Mary Pickford, sé que ahora me amas. Entra el
viento y sacude nuestros amores de papel.
Sotto la pioggia estranea XVIII
italienisch
Il vento che entra in cucina fa fremere il poster con il
volto di una qualche attrice del muto, forse Mary Pickford.
È bella, brillan soavemente i suoi occhi e con la bocca formano
un mezzo sorriso tenerissimo, tranquillo.
Anche noi siamo attori del muto. Abbiamo
splendori soavi, tenerezze sporche di sangue aggrumato come bimbi,
molto silenzio intorno.
La platea preferisce il film sonoro. Chi ha girato questa
pellicola? Da questa parte dello schermo, la nostra, si sente
come i morti perdendo la vita poco a poco, come un frusciar di
sogni, i torturati gridano, strepita la gente nel carcere, sotto
il fracasso degli stivali dei soldati l’ingiustizia è un ruggito infernale.
Dall’altro lato sembra che vedano passare fantasmi
pallidi e non c’è pianoforte che li annunci.
Io ti amo, Mary Pickford, so che ora mi ami. Entra il
vento e scuote i nostri amori di carta.
Fräulein Q.
deutsch | Ror Wolf
Fräulein Q, ein Mädchen aus dem Norden,
im April, an einem schönen langen
Montagabend hat es angefangen,
aber daraus ist dann nichts geworden.
Im September, kurz, in einer müden
wolkenlosen Nacht ist sie verschwunden,
schwirrend leicht in einem roten runden
Rock, ade, da fuhr sie hin nach Süden.
Im Oktober kamen ein paar schnelle
Grüße aus den Bergen, ein paar kühle
Grüße von der schönen Obermühle,
und von einer andren schönen Stelle.
Später fragt man: ist da was gewesen?
Und ich sage: bitte? Gar nichts war;
heute zwölf Uhr nachts im Januar;
wenn was war, dann hab ich es vergessen.
Ja, mein Herr, man sieht das schöne volle
Glas in meiner Hand und sieht die Brände
der Zigarre. Guten Tag. Und Ende.
Auch der Wind spielt eine große Rolle.
1979
aus: Im Zustand vergrößerter Ruhe. Die Gedichte.
Frankfurt am Main: Schöffling & Co. , 2009
Audio production: Literaturwerkstatt Berlin, 2013
La Signorina Q.
italienisch
era una ragazza, del Settentrione,
d’aprile in una bella lunga sera
di lunedì, nacque la nostra storia,
ma non ebbe nessuna conclusione.
Svelta, a settembre, in una nottata
stanca, priva di nuvole, è scomparsa
frusciando lieve in una gonna rossa
e tonda, addio, al sud è andata.
A ottobre giunsero fugaci saluti
dalle montagne, saluti raggelati,
dalla bella Obermühle li ha inviati
nonché da altri mirabili siti.
Più tardi mi hanno chiesto: che c’è stato?
E io: macché dite? Niente di niente;
oggi in gennaio sulla mezzanotte;
se qualcosa ci fu l’ho già scordato.
Sì, caro mio, mi vedi col boccale
in mano bello pieno e vedi il fuoco
del sigaro. Buon dì. Fine del gioco.
E anche il vento ha un ruolo notevole.
Friedrichs Feigen in Sanssouci
deutsch | Dagmar Leupold
wachsen im Freien
hinter Fenstern die zu
dem Land sich öffnen
auf das man anderseitig
schaut: blühende Ruinen
reiften unter seinem Blick
sei unbesorgt: vom Naschen
vergeht kein Appetit - wer
hat die Feigen wohl alle gegessen?
Die Windspiele, nein, die mögen
die Trauben und daraus den Wein
und dann begraben sein
die Läufe noch beschwipst
Wir gingen die Terrassen
hinauf und hinab unter
preußischem Himmelgrau
alles in allem: ein Jahr
in dem viel wuchs
nicht immer so geschützt
wie in Friedrichs Garten
die Feigen
aus: Jahrbuch der Lyrik
Audio production: 2007, M.Mechner / Literaturwerkstatt Berlin
I fichi di Federico a Sanssouci
italienisch
crescono all’aperto
sotto finestre che
si aprono alla campagna
sulla quale si guarda
dalla parte opposta: fiorenti rovine
maturarono sotto il suo sguardo
non ti preoccupare: non manca
la voglia di assaggiare – ma chi
ha mangiato tutti i fichi?
I levrieri, no, loro amano
i grappoli d’uva e il vino che ne deriva
e poi esser sepolti
le zampe ancora ubriache
Andammo su e giù
per le terrazze sotto
il cielo grigio di Prussia
tutto compreso: un anno
in cui ci fu una gran crescita
non sempre protetta
come nel giardino di Federico
i fichi
Tyrolean Airways
deutsch | Dagmar Leupold
Sounds of Silence
steht unter den Propellern
ein Versprecher
kein Versprechen und
alle Passagiere lächeln
in die aufgerissenen
Zeitungen hinein
die Männer in die Börse
die Frauen in Vermischtes
in den Gängen
Schwaden zu früh
zerstreuter Träume
Dort unten
Wien, seine Schlösser, die Gärten
in bestechender Geometrie
der Friedhof voller Helden
aus: Byrons Feldbett
Frankfurt am Main: S. Fischer / Fischer TB, 2001
Audio production: 2007, M.Mechner / Literaturwerkstatt Berlin
Tyrolean Airways
italienisch
Sounds of Silence
sta scritto sotto le eliche
uno che promette
non una promessa e
tutti i passeggeri sorridono
sprofondati nei giornali aperti
gli uomini negli affari di borsa
le donne nelle notizie varie
nei corridoi
miasmi di sogni
troppo presto dispersi
laggiù sotto
Vienna, i suoi castelli, i giardini
in segreta geometria
il cimitero pieno di eroi
Wunderhorn
deutsch | Dagmar Leupold
Feinsliebchen bedient im coffee shop
Hiram's hot dog bei Hackensack,
New Jersey. Noch nie hat einer
ihr Nachtigall buchstabiert
oder Maiglöckchen
klingen lassen
auf dem Tresen aus Resopal
Und doch und doch
kennt sie die Weisen
und die Knaben
Mal Senf
mal Ketchup
aufs Glück
aus: Byrons Feldbett
Frankfurt am Main: S. Fischer / Fischer TB, 2001
Audio production: 2007, M.Mechner / Literaturwerkstatt Berlin
Il corno magico
italienisch
La dolce amata serve al coffee shop
Hiram’s hot dog a Hackensack,
New Jersey. Finora nessuno
ha sillabato l’usignolo di lei
oppure fatto tintinnare
i mughettini
sul bancone di laminato
eppure eppure
lei conosce i vecchi
e i ragazzi
una volta senape
un’altra Ketschup
così come viene.
Crazy Sexy
deutsch | Dagmar Leupold
Der Schulweg im Bus führt jeden
Morgen am Mainzer Puff vorbei:
die Haltestelle genau vor dem Hauptportal
hic habitat felicitas
dahinter pelziges Rot
Habe ich mir immer gewünscht
zu den lärmenden Schülern stiege
eine dazu mit müden Augen und
geschminktem Gesicht und vor allem:
der Illusion von Leben?
Ich weiß es nicht mehr
und wenn ich es wüßte
hätte ich mich geirrt
aus: Byrons Feldbett
Frankfurt am Main: S. Fischer / Fischer TB, 2001
Audio production: 2007, M.Mechner / Literaturwerkstatt Berlin
Crazy Sexy
italienisch
Il tragitto per la scuola in autobus
passava ogni mattina davanti al bordello di Mainz:
la fermata proprio dinanzi all’ingresso principale
hic habitat felicitas
sullo sfondo di un rosso-pelliccia
Sempre mi sono augurata
che salisse su fra gli allievi chiassosi
una con l’occhio stanco e
il volto truccato e soprattutto:
con l’illusione della vita?
Non lo so più
e se anche lo sapessi
mi sarei sbagliata
Der Blick
deutsch | Dagmar Leupold
Ohne Augenmaß kreuzte er
den Raum und traf
an dessen Ende
auf lächelnde
Erwartung
kein Wind ging
nur ein Wind
aus: Byrons Feldbett
Frankfurt am Main: S. Fischer / Fischer TB, 2001
Audio production: 2007, M.Mechner / Literaturwerkstatt Berlin
Lo sguardo
italienisch
Senza un po’ d’occhio attraversò
la stanza e s’imbatté
alla fine
su sorridente attesa
nessun vento soffiava
solo un vento
Plankton
deutsch | Dagmar Leupold
Tage verstreichen
weit
aufgerissenen Mauls
besinnungslos Verschlucktes
zerdichten.
Es sind unser
aller Geschichten:
Mit geringer Eigenbewegung
Umherirrendes
wie im Kehlsack
des Pelikans
gehortet.
Die Zunge ist ein
guter Polizist.
Für jede Korruption
zu haben.
aus: Destillate
Frankfurt am Main: S. Fischer / Fischer TB, 1996
Audio production: 2007, M.Mechner / Literaturwerkstatt Berlin
Plancton
italienisch
Trascorrono i giorni
con fauci spalancate
destrutturando poeticamente
quanto inconsciamente fagocitato.
Sono storie
di noi tutti:
il minimo movimento autonomo
di qualcosa che vaga
come riposto
nel gozzo
del pellicano.
La lingua è un
buon poliziotto.
Buono
per ogni corruzione.
Café Hennerdreck
deutsch | Dagmar Leupold
Ganz anders dieses Abseits:
Wespen heißen hier
Wepsen und die Hähne
benehmen sich wie andernorts
ausgestorbene Gockel
der alte Apfelbaum der
uns beschattet wird nichts
verraten, nichts von den
großen Portionen und nichts
von dem großen Hunger
den wir unter seinen Ästen
stillen und wecken -
amen möchte man sagen
wenn die Suppe kommt
behütet von sehr viel Busen:
zugeknöpft! Aus der Stadt
kommen Sie? Ja dann
kein Wunder, daß Sie uns
immer wieder suchen müssen
so gehts allen mit dem Glück
aus: Jahrbuch der Lyrik
Audio production: 2007, M.Mechner / Literaturwerkstatt Berlin
Caffè Hennerdreck
italienisch
Tutto diverso qui fuorimano:
qui le vespe si chiamano
vespe ed i galletti
si comportano come altrove
fanno i galli morti stecchiti
l’antico albero di mele
che ci copre d’ombra niente
rivelerà, niente delle grosse
porzioni e niente
della grande fame
che noi sotto i suoi rami
plachiamo e ridestiamo –
amen si vorrebbe dire
quando la minestra arriva
protetta da moltissimi seni:
abbottonatevi! Dalla città
provenite? Eh sì, allora
non c’è da stupire se Voi
sentite l’urgenza sempre
di nuovo di venirci a cercare
così succede a tutti con la felicità.
Neu-Englands Töchter
deutsch | Dagmar Leupold
Wie aus alten Gemälden schauen
sie uns an: weiß und rot, mit lauem
Fleisch und fahlem Haar, das
geflochten auf schmalen Schultern lastet. Wie Glas
der helle Blick auf ferne Wasser,
den die lange Geschichte nicht trübt.
Die weichen, runden Arme sind blasser,
die Hüften ruhiger, schwer. Es gibt
eine Anmut in ihrer Trägheit
gleich der des Schlafs oder stiller Lügen,
der wir uns wortlos fügen:
als wäre das die Seligkeit.
aus: Die Lust der Frauen auf Seite 13
Frankfurt am Main: S. Fischer / Fischer TB, 1994
Audio production: 2007, M.Mechner / Literaturwerkstatt Berlin
Figlie del New-England
italienisch
Come da antichi dipinti ci guardano:
pallide e rosse, con tiepida pelle
e capelli sbiaditi che ricadono
in trecce pesanti su esili spalle.
Lo sguardo chiaro come vetro su lontane
acque, che la lunga storia non sa turbare.
Le morbide braccia tonde son più chiare,
i fianchi più calmi, pesanti. Permane
un fascino nella loro inerzia
simile a quello del sonno o delle mute
menzogne, da noi in silenzio credute:
come se fosse questa la letizia.
Je t'aime moi non plus
deutsch | Dagmar Leupold
Mit meinen Schwestern die Ohren
ans Radio gepreßt (damals waren die Radios
noch Möbel mit Verlaß) und die Zensur
rauschen gehört - süßer als jede Sauerei
in der Muttersprache
Später, bei günstigen Lichtverhältnissen
sagte mal jemand
ich sähe aus wie
Jane Birkin
wo ist Serge, seitdem?
Nein, nein
das ist keine Klage
Nur ein Poem
aus: Byrons Feldbett
Frankfurt am Main: S. Fischer / Fischer TB, 2001
Audio production: 2007, M.Mechner / Literaturwerkstatt Berlin
Je t’aime moi non plus
italienisch
Con mia sorella premendo
l’orecchio alla radio (allora eran le radio
mobili ancora affidabili) sentivamo
gracchiare la censura – più dolce di ogni porcheria
udita in lingua materna.
Più tardi, col vantaggio della luce,
qualcuno mi disse
che assomigliavo
a Jane Birkin
dov’è Serge, da allora?
No, no
non si tratta di un rimpianto
solo di una poesia.
Hohelied
deutsch | Dagmar Leupold
Zieh mich dir nach, so laufen wir
bis Spitzbergen
auch dort
grünt unser Bett
ich bin dir
unter jedem Himmel
geneigt
aus: Byrons Feldbett
Frankfurt am Main: S. Fischer / Fischer TB, 2001
Audio production: 2007, M.Mechner / Literaturwerkstatt Berlin
Cantico dei cantici
italienisch
Trascinami con te, così corriamo
fino alla Spitzbergen
anche lassù
verdeggia il nostro letto
verso di te
sotto ogni cielo
tendo.
Ascension droite
französisch | Louise Bouchard
Ascension droite
Déclinaison
Quelqu’un se lève tu entends ses pas
C’est pour te consoler
Tu rêves de fuir sur M31
Tu ne veux plus pleurer comme les hommes
Qu’il t’accueille l’autre monde
Que le lointain t’enveloppe
Te prenne comme l’Etna Empédocle
Si tu quittes la terre qui fait mal
Au moment où elle se penche
Vers toi
Si tu disparais à cause des larmes de la vallée
Qui coulent de tes yeux
Tu préfères l’infini mystère à l’infini mystère
aus: Entre les mondes
Éditions Les Herbes rouges, 2007
Audio production: Union des écrivains et des écrivaines québécois, 2013
Ascesa dritta
italienisch
Ascesa dritta
Declinazione
Qualcuno si alza ne senti i passi
È per consolarti
Tu sogni di fuggire su M31
Tu non vuoi più piangere come gli uomini
Che l’altro mondo ti accolga
Che la lontananza di avvolga
Ti prenda come l’Etna prese Empedocle
Se tu lasci la terra che fa male
Nel momento ch’essa si piega
Verso te
Se tu sparisci per le lacrime della valle
Che scorrono dai tuoi occhi
Tu preferisci l’infinito mistero all’infinito mistero
Tage mit Hähern
deutsch | Günter Eich
Der Häher wirft mir
die blaue Feder nicht zu.
In die Morgendämmerung kollern
die Eicheln seiner Schreie.
Ein bitteres Mehl, die Speise
des ganzen Tags.
Hinter dem roten Laub
hackt er mit hartem Schnabel
tagsüber die Nacht
aus Ästen und Baumfrüchten,
ein Tuch, das er über mich zieht.
Sein Flug gleicht dem Herzschlag.
Wo schläft er aber
und wem gleicht sein Schlaf?
Ungesehen liegt in der Finsternis
die Feder vor meinem Schuh.
aus: Botschaften des Regens (1955)
Heute in: Günter Eich. Gesammelte Werke. Band I. Die Gedichte – Die Maulwürfe.
Frankfurt am Main: Suhrkamp Verlag, 1973
Audio production: CD Günter Eich. Gedichte/Ein Traum am Edsin-Gol.
München: NOA NOA Hör-Buchedition 2002
© Suhrkamp Verlag GmbH & Co. KG, Frankfurt am Main
I giorni con le ghiandaie
italienisch
La ghiandaia non mi lancia
la penna azzurra.
Gorgoglian nel barlume dell’alba
le ghiandette del suo verso.
Una farina amara, il cibo
dell’intera giornata.
Dietro la fronda rossa
picchia col duro becco
tutto il giorno la notte
dai rami e gli alberi da frutto,
è un lenzuolo che stende su di me.
Il suo volo somiglia al battito del cuore.
Ma dove dorme
e a chi somiglia il suo sonno?
Non notata giace nel buio
la penna dinanzi alla mia scarpa.
Kurz vor dem Regen
deutsch | Günter Eich
Gleich wird es regnen, nimm die Wäsche herein!
Auf der Leine die Klammern schwanken.
Ein Wolkenschatten verdunkelt den Stein.
Die Dächer sind voller Gedanken.
Sie sind gedacht in Ziegel und Schiefer,
gekalkten Kaminen und beizendem Rauch.
Mein Auge horcht den bestürzenden Worten, -
o lautloser Spruch aus dem feurigen Strauch!
Ein Schluchzen beginnt in mir aufzusteigen.
Die wandernden Schatten ändern den Stein.
Ein Windstoß zerrt an den flatternden Hemden.
Gleich regnet es. Hol die Wäsche herein!
aus: Botschaften des Regens (1955)
Heute in: Günter Eich. Gesammelte Werke. Band I. Die Gedichte – Die Maulwürfe.
Frankfurt am Main: Suhrkamp Verlag, 1973
Audio production: CD Günter Eich. Gedichte/Ein Traum am Edsin-Gol.
München: NOA NOA Hör-Buchedition 2002
© Suhrkamp Verlag GmbH & Co. KG, Frankfurt am Main
Poco prima della pioggia
italienisch
Fra poco piove, metti i panni in casa!
Le mollette oscillano ai fili tenditori.
Sulla pietra un’ombra di nuvola è scesa.
I tetti son tutti pieni di pensieri.
Sono coperti di lavagna e di tegole,
di camini di calce e fumo pungente.
L’occhio mio sente incredibili parole , -
o motto silenzioso da quel mazzo ardente!
In me comincia a salire un singhiozzo.
Cambia la pietra l’ombra che vi si posa.
Procura il vento alle camicie uno svolazzo.
Fra poco piove. Metti i panni in casa!
Botschaften des Regens
deutsch | Günter Eich
Nachrichten, die für mich bestimmt sind,
weitergetrommelt von Regen zu Regen,
von Schiefer- zu Ziegeldach,
eingeschleppt wie eine Krankheit,
Schmuggelgut, dem überbracht,
der es nicht haben will –
Jenseits der Wand schallt das Fensterblech,
rasselnde Buchstaben, die sich zusammenfügen,
und der Regen redet
in der Sprache, von welcher ich glaubte,
niemand kenne sie außer mir –
Bestürzt vernehme ich
die Botschaften der Verzweiflung,
die Botschaften der Armut
und die Botschaften des Vorwurfs.
Es kränkt mich, daß sie an mich gerichtet sind,
denn ich fühle mich ohne Schuld.
Ich spreche es laut aus,
daß ich den Regen nicht fürchte und seine Anklagen
und den nicht, der sie mir zuschickte,
daß ich zu guter Stunde
hinausgehen und ihm antworten will.
aus: Botschaften des Regens (1955)
Heute in: Günter Eich. Gesammelte Werke. Band I. Die Gedichte – Die Maulwürfe.
Frankfurt am Main: Suhrkamp Verlag, 1973
Audio production: CD Günter Eich. Gedichte/Ein Traum am Edsin-Gol.
München: NOA NOA Hör-Buchedition 2002
© Suhrkamp Verlag GmbH & Co. KG, Frankfurt am Main
Ambasciate della pioggia
italienisch
Notizie, che sono a me destinate,
tamburellate da una pioggia all’altra,
da tetto di lavagna a tetto tegolato,
trasmesse come una malattia,
merce di contrabbando, consegnata
a chi non vuole averla –
Oltre la parete risuona la finestra di lamiera,
sillabe sferraglianti, che s’intersecano,
e la pioggia parla
nella lingua di cui credevo
nessuno la conoscesse, tranne me –
Sbigottito ricevo
Le ambasciate dello sconforto,
le ambasciate della miseria
e le ambasciate del rimprovero.
Mi urta che siano rivolte a me,
perché io mi sento senza colpa.
Lo dico ad alta voce
che io non temo la pioggia e le sue accuse
né chi me la mandò,
che io di buonora
voglio uscire e le voglio rispondere.
Ausfahrender Zug
deutsch | Günter Eich
Bank und Wand beginnen sich zu rühren,
reiben sich und ächzen pausenlos
und die Griffe in den losen Türen
klappern mit im ersten Schienenstoß.
Ach, als Flocken durch die Ritze treiben
spür ich von der Angst der Welt mein Teil,
rötlich wandert durch verklebte Scheiben
Bogenlampenlicht durch das Abteil,
tastet über Hut und Mantelfalten,
bis es kurz die Gegenwand erhellt.
Manchmal glaub ich noch die Welt zu halten,
wo sie rings schon auseinanderfällt.
aus: Unveröffentlichte Gedichte 1945-1955.
Heute in: Günter Eich. Gesammelte Werke. Band I. Die Gedichte – Die Maulwürfe.
Frankfurt am Main: Suhrkamp Verlag , 1973
Audio production: CD Günter Eich. Gedichte/Ein Traum am Edsin-Gol.
München: NOA NOA Hör-Buchedition 2002
© Suhrkamp Verlag GmbH & Co. KG, Frankfurt am Main
Treno in uscita
italienisch
Panca e parete cominciano a muoversi,
gemendo senza sosta si strusciano
e le maniglie agli sportelli sconnessi
al primo urto dei binari acciottolano.
Ah, passan fiocchi di neve dagli sfiati
provo del mondo la mia parte di spavento,
erra rossastra sui vetri sigillati
la luce elettrica nello scompartimento,
il cappello e le pieghe del cappotto sfiorando,
finché rischiara la parete di fronte.
Talvolta mi sembra di tenere in mano il mondo,
mentre intorno è già tutto cadente.
Ende eines Sommers
deutsch | Günter Eich
Wer möchte leben ohne den Trost der Bäume!
Wie gut, daß sie am Sterben teilhaben!
Die Pfirsiche sind geerntet, die Pflaumen färben sich,
während unter dem Brückenbogen die Zeit rauscht.
Dem Vogelzug vertraue ich meine Verzweiflung an.
Er mißt seinen Teil von Ewigkeit gelassen ab.
Seine Strecken
werden sichtbar im Blattwerk als dunkler Zwang,
die Bewegung der Flügel färbt die Früchte.
Es heißt Geduld haben.
Bald wird die Vogelschrift entsiegelt,
unter der Zunge ist der Pfennig zu schmecken.
aus: Botschaften des Regens (1955)
Heute in: Günter Eich. Gesammelte Werke. Band I. Die Gedichte – Die Maulwürfe.
Frankfurt am Main: Suhrkamp Verlag, 1973
Audio production: CD Günter Eich. Gedichte/Ein Traum am Edsin-Gol.
München: NOA NOA Hör-Buchedition 2002
© Suhrkamp Verlag GmbH & Co. KG, Frankfurt am Main
Fine di un’estate
italienisch
Chi vorrebbe vivere senza il conforto degli alberi!
Com’è bello che partecipino della morte!
Le pesche vengono colte, le prugne si colorano,
mentre sotto l’arco del ponte corre il tempo frusciando.
All’uccello di passo affido il mio sconforto.
Lui misura tranquillo la sua parte d’eternità.
I suoi percorsi
si fanno visibili nel fogliame come oscura costrizione,
il movimento delle ali dà colore ai frutti.
Significa avere pazienza.
Presto la scrittura dell’uccello verrà svelata,
sotto la lingua si può assaporare il centesimo.
Ende August
deutsch | Günter Eich
Mit weißen Bäuchen hängen die toten Fische
zwischen Entengrütze und Schilf.
Die Krähen haben Flügel, dem Tod zu entrinnen.
Manchmal weiß ich, daß Gott
am meisten sich sorgt um das Dasein der Schnecke.
Er baut ihr ein Haus. Uns aber liebt er nicht.
Eine weiße Staubfahne zieht am Abend der Omnibus,
wenn er die Fußballmannschaft heimfährt.
Der Mond glänzt im Weidengestrüpp,
vereint mit dem Abendstern.
Wie nahe bist du, Unsterblichkeit, im Fledermausflügel,
im Scheinwerfer-Augenpaar,
das den Hügel herab sich naht.
aus: Botschaften des Regens (1955)
Heute in: Günter Eich. Gesammelte Werke. Band I. Die Gedichte – Die Maulwürfe.
Frankfurt am Main: Suhrkamp Verlag, 1973
Audio production: CD Günter Eich. Gedichte/Ein Traum am Edsin-Gol.
München: NOA NOA Hör-Buchedition 2002
© Suhrkamp Verlag GmbH & Co. KG, Frankfurt am Main
Fine agosto
italienisch
Galleggiano i pesci morti dal ventre bianco
fra lenticchie d’acqua e falasco.
Le cornacchie hanno ali per scampare alla morte.
Talvolta sono certo che Dio
si preoccupi soprattutto dell’esistenza della chiocciola.
Le costruisce una casa. Noi però non ci ama.
Porta una bandiera bianca di polvere l’autobus di sera,
quando riconduce a casa la squadra di calcio.
La luna brilla fra le fitte chiome dei salici,
assieme alla stella della sera.
Come sei vicina, immortalità, nel volo del pipistrello,
nella coppia di occhi-fanali,
che scende dalla collina avvicinandosi.
Animal que despierta
spanisch | Ana María Rodas
Soy la gata que camina dentro de mí
conmigo
las leves zarpas afelpadas
He bajado por el río
conservando el gusto por la caza
los ambiguos maullidos
Cuando cierro los ojos atravieso los siglos
Las arenas le dieron el color
a esta piel suave que esconde
una flor mojada entre las fauces
el oro egipcio se ve reflejado en la pupila
de esta gata
que demasiadas veces
recuerda su verdadera condición de fiera
La Reina de Saba habría dado la mitad de sus tierras
por tener estas garras
aus: unpublished
Audio production: 2005, M.Mechner / Literaturwerkstatt Berlin
Animale che si sveglia
italienisch
Sono la gatta che cammina in me
con me
su lievi zampe felpate
Sono scesa lungo il fiume
conservando il gusto per la caccia
gli ambigui miagolii
Quando chiudo gli occhi attraverso i secoli
Le sabbie hanno dato il colore
a questa pelle morbida che si nasconde
un fiore molle tra le fauci
l'oro egizio si vede riflesso nella pupilla
di questa gatta
che troppe volte
ricorda la sua vera condizione di fiera
La regina di Saba avrebbe dato la metà delle sue terre
per avere questi artigli
Pluie sans fin
französisch | Louise Bouchard
Pluie sans fin
Sur les feuilles roussies
Ou jaunes qui tombent
Sur la terre brûlée
Ou restent prises aux branches des sapins
Sur les roses fougères
Le paysage se défait
Tout s’emmêle et se confond
La montagne rougie disparaît dans le brouillard
Très haut sur la cime du grand pin nu et sec
Se tient le rapace qui toujours plane
Ailes noires et tête minuscule
Fais-lui peur
Agite ta clochette
Qu’il éprouve à l’instant
Le même émoi
Un seul être, un seul souffle
De ce côté du mur de brume
aus: Entre les mondes
Éditions Les Herbes rouges, 2007
Audio production: Union des écrivains et des écrivaines québécois, 2013
Pioggia senza fine
italienisch
Pioggia senza fine
sulle foglie rossastre
o gialle che cadono
sulla terra bruciata
o restano prese ai rami degli abeti
sulle felci rosate
si disfa il paesaggio
tutto si mischia e si confonde
la montagna arrossata sparisce nella nebbia
molto in alto sulla cima di un gran pino nudo e secco
il rapace si trattiene, lui che sempre plana,
ali nere e testa minuscola
spaventalo
agitando la campanella
che lui senta all’istante
la stessa emozione
un unico essere, unico alito
da questo lato del muro di foschia
Alda Merini
französisch | Carole David
« Je suis née au printemps, mais je ne savais pas que j’étais née folle »
C’était durant l’enfance, presque à chaque
nuit, tu pénétrais dans l’enfer de Dante
et l’apprenais par coeur: labyrinthes, cercles
concentriques; le bestiaire a fini par avaler
ton âme tout entière; ta main seule, monstre
exilé, créa à partir des déchets et des meubles
de l’asile, terre sainte, à l’abri des guerres,
des demi-dieux et de leurs promesses;
ta rage d’amour te fait poser nue :
le corps d’une vieille dame, sa peau fanée
à l’ombre d’un crucifix.
ÉDITIONS LES HERBES ROUGES, 2010
Audio production: UNEQ
Alda Merini
italienisch
“Sono nata in primavera, ma non sapevo di essere nata pazza”
Fu durante l’infanzia, quasi ogni notte,
che penetravi nell’inferno di Dante
e lo imparavi a memoria: labirinti, cerchi
concentrici; il bestiario alla fine ti divorò
l’anima tutta intera; la tua mano sola,
mostro esiliato, creò da rifiuti e mobili
dell’asilo, terra santa, a riparo da guerre,
dei semi-dei e le loro promesse;
la rabbia d’amore ti fa posare nuda:
il corpo di una vecchia, la sua pelle
appassita all’ombra di un crocifisso.
Dreißig Jahre danach
deutsch | Richard Anders
Pans Stunde in Berlin, die Bewohner
vor der Mittsagshitze in die Wälder,
an die Seen geflohn, endlich wieder Stille
in der abgedunkelten Wohnung.
Durch einen Spalt im Vorhang flimmert
Durch die Jahre, die lauten, nach der Kindheit
Ein anderer Sommer, der tiefer
Die Baumschatten schwärzt.
Und drüben an der Wand, wo kein Geräusch
Durch das Bildglas kommt, steht ein alter Himmel
Über dem Feldweg, der Wiese,
die nie aufhört zu grünen, als wäre
auf die Vergangenheit in jenem Januar
kein Schnee gefallen, kein Schnee auf
alle früheren Sommer, und die Stille
nicht gebrochen von Geschützdonner.
Traum hat keine Zeit. Jeder Baum im Stadtpark
Ist aus dem Paradies verpflanzt, wo
Jemand spielt, der vielleicht schon tot ist,
ein Kind mit Greisenfalten, dessen Photo vergilbt.
aus: Über der Stadtautobahn und andere Gedichte
Berlin : Oberbaum Verlag, 1985
Audio production: M.Mechner / literaturWERKstatt berlin 2005
Trent’anni dopo
italienisch
L’ora di Pan a Berlino, tutti gli abitanti
per il caldo meriggio, nei boschi
o fuggiti sui laghi, finalmente silenzio
di nuovo nella casa in penombra.
Da uno spiraglio della tenda brilla
a traverso gli anni, chiassosi, dopo l’infanzia
un’altra estate che più profondamente
abbuia le ombre degli alberi.
E di fronte alla parete, dove nessun suono
penetra il vetro del quadro, un vecchio cielo
sovrasta il viottolo, il prato,
che mai cessa di verdeggiare, come
se sul passato in quel gennaio
non fosse caduta la neve, nessuna neve
su tutte l’estati precedenti e non fosse
rotto il silenzio dal tuono degli spari.
Il sogno non ha tempo. Ogni albero nel parco
cittadino è trapiantato dal paradiso, dove
sta giocando qualcuno che forse è già morto,
un bimbo con le rughe, la cui foto ingiallisce.
Verschwunden
deutsch | Richard Anders
Mal bist du dir voraus – mal rennst du hinter dir her und siehst deinen
mit jeder Sekunde kleiner werdenden Rücken. Die Straße führt zum
Horizont, wo die Häuser nur Punkte sind. Plötzlich bist du verschwunden,
bist unerreichbar geworden. Du drehst dich um. Jemand läuft auf dich zu.
Du! Du fliehst. Erst jetzt läufst du mit der Geschwindigkeit, mit der du dich,
als du hinter dir her warst, hättest erreichen können. Doch diesmal ist es
nicht Spiel oder Ernst. Den Augen deines Verfolgers entronnen, bist du
auch – bis auf diese lesbare heiße Spur – dir selbst abhanden gekommen.
aus: Verscherzte Trümpfe
Berlin: Druckhaus Galrev, 1993
ISBN: 3-910161-31-6
Audio production: Literaturwerkstatt Berlin, 2005
Scomparso
italienisch
Ora ti precedi – ora t’insegui e vedi la tua schiena
ogni secondo rimpiccolire. La strada porta all’orizzonte,
dove le case sono solo punti. A un tratto sei scomparso,
sei diventato irraggiungibile. Ti volti. Qualcuno ti rincorre.
E tu! Tu fuggi. Ora soltanto corri con la velocità con cui
potevi raggiungerti quando t’inseguivi. Ma questa volta non è
per gioco o sul serio. Sfuggito agli occhi del tuo inseguitore, tu ti sei
anche -a parte questa traccia visibile- smarrito a te stesso.
Der Unsterbliche
deutsch | Richard Anders
Glatt gebürstet
vom Schnee-
vom Sterngestöber
das Marmorhaar
Unter der Stirn
statt der Augen
bis auf die Knochen
durchsichtige Topase
So fest geschlossen
daß zwischen den Lippen
Messer zerspringen
der Marmormund
Den Marmorhut
in der Marmorhand
den Marmorfuß
im Marmorschuh
zögert er eine Ewigkeit
ehe er sich schweren Schritts
von seinem Schatten trennt
und über den Sockelrand stürzt
aus: unveröffentlicht
Audio production: M.Mechner / literaturWERKstatt berlin 2005
L’immortale
italienisch
Lisciata a spazzola
dalla bufera di neve
dalla bufera di stelle
la chioma di marmo
sotto la fronte
al posto degli occhi
fino alle ossa
topazi trasparenti
così chiusi stretti
che fra le labbra
schiantano coltelli
la bocca di marmo
il cappello di marmo
nella mano di marmo
il piede di marmo
nella scarpa di marmo
egli esita un’eternità
prima di staccarsi
con passo grave dalla sua ombra
e precipitare dal piedistallo.
Flaneur
deutsch | Franz Hodjak
Schon wenn du um die nächste Ecke
biegst, bist du ein anderer, eine Art
Deserteur aus einem Gleichgewicht, das
es noch zuvor gab. Der Himmel ist
anders eingegrenzt, die Demonstranten
wirken entschlossener, obwohl das Ziel
genau so vag ist wie in der Straße, aus
der du gerade abgebogen bist. Die Madonna
spricht spanisch, und eine Dohle setzt sich
auf einen verlorenen Damenschuh, als wollte
sie ein Stück Einsamkeit abwenden. Die Musen
sind mit Bombenanschlägen beschäftigt. Das
Haarstudio heißt Salon für Haararchitektur.
Begnadete Reporter fragen, ob jemand eine
Reise in die Welt Wassili Kandinskys gewinnen
möchte, außer einem Schwulen will das
niemand. Die Erhabenheit wedelt sich Genialität
zu, mit chinesischem Fächer, ein Sinnbild
des freien Marktes. Nach jeder Ecke
sind es stets andere Leben, in die du
eintrittst und die nicht dir gehören, sondern
den Gegenständen, Ereignissen, Vorgängen,
deren Anblick dich verwandelt.
unveröffentlichtem Manuskript / unpublished,
Audio production: Literaturwerkstatt Berlin 2008
Passeggiatore
italienisch
Già quando al prossimo angolo
svolti, sei un altro, una sorta
di disertore da un equilibrio
che prima già c’era. Il cielo è
altrimenti circoscritto, i dimostranti
più decisi, sebbene l’obiettivo
sia vago come la strada da cui
ora hai curvato. La Madonna
parla spagnolo e un corvo si posa
su una scarpa da donna dispersa, come se
volesse distrarre un po’ di solitudine. Le Muse
sono tutte impegnate in attentati dinamitardi.
Si chiama architetto della chioma il parrucchiere.
Beati reporter chiedono se c’è chi vuol vincere un
viaggio nel mondo di Vassili Kandinsky,
a parte un finocchio nessuno lo chiede.
La superiorità si sventola in faccia genialità
col ventaglio cinese, simbolo del libero mercato.
Dietro ogni angolo c’è sempre un’altra vita
in cui tu entri e che non ti appartiene,
appartiene agli oggetti, agli eventi, ai processi
la cui vista ti trasforma.
Conte d’hiver en vers sur un miracle parisien
französisch | Georges-Emmanuel Clancier
à Julie
Par une âpre et froide grisaille
de fin décembre parisien
tu vas flânant vaille que vaille
en la Cité… Sur ton chemin
sans plus savoir où vont tes pas
à la traîne de quelques foules
tu supposes des cinémas
où te déposerait la houle.
Fieffé flâneur suis cette file
histoire de voir fuir le temps
un tu seras entre les mille
sans doute en marche vers l’écran…
Mais d’écran point ! Au lieu de salle
obscure un trésor lumineux
t’attendait, beauté triomphale
dont s’ouvrait l’écrin fabuleux !
Bel hasard en Sainte-Chapelle
ce jour d’hiver t’avait mené
et c’était chant de tourterelle
qui du fond des siècles venait.
Saint-Louis, Blanche de Castille
rêvaient encor en rouge et or,
les vitraux tressaient leur charmille
où l’ange sait vaincre la mort.
Une éternité printanière
aux couleurs de ciel et de feu
te redonnait la joie première
des saisons d’enfance et de jeu.
Tel fut au sein de la grisaille
en cette fin d’an parisien
où tu flânais vaille que vaille
l’humble miracle en ton chemin.
aus: unpublished
Audio production: Printemps des Poètes 2006
Fiaba d’inverno in versi su un miracolo parigino
italienisch
In un’aspra e fredda grisaglia
di fine dicembre parigino
vai passeggiando senza voglia
nel centro… Sul tuo cammino
non sai più dove va il tuo passo
al seguito di qualche folla
vedi dei cinema dove il flusso
ti può depositare nella sala.
Girovago inveterato seguo la fila
tanto per ammazzare il tempo
come uno che con altri diecimila
sarai in marcia verso lo schermo …
Ma niente schermo! Niente sale
scure, bensì un tesoro luminoso
ti aspettava, bellezza trionfale,
di cui s’aprì lo scrigno favoloso!
Felice caso alla Sainte-Chapelle
quel giorno d’inverno ti portava
ed era un canto di tortorelle
che dal fondo dei secoli arrivava.
Luigi il Santo, Bianca di Castiglia
immagini in rosso e oro assorte,
tessono le vetrate una ramaglia
dove l’angelo vince sulla morte.
Una primaverile eternità
dai colori di cielo e di fuoco
ti ridonava la prima felicità
della stagione d’infanzia e di gioco.
Avvenne in mezzo a tale grisaglia
in questo fine d’anno parigino
dove tu vagavi senza voglia
l’umile miracolo del tuo cammino.
[eine landschaft die daliegt]
deutsch | Anja Kampmann
eine landschaft die daliegt
als wartete sie auf eine brandung
die ihr etwas leben einhaucht
wer über den flächen deutet den wind
all die gewundenen alten geschichten
zeichnen sich in den himmel
nur als umriss nur als linie des winters
der schweigt niemand gibt
den dörfern die schuld
die sich flach an den horizont pressen
was ist es (sagen die wolken) was euch hält?
der krumme buckel der welt
späht längst ins all
und nachts nehmen sie
mit geschliffenen linsen maß
die entfernung zur nacht
ist gering
in den liedern wartet ein unruhiger mond
auf den tag was ist es was er hier sieht
geschichte der pfluglinien
die liebe zu einem haus
in dem wir es warm haben sollen.
aus: Proben von Stein und Licht. Gedichte
München: Carl Hanser Verlag, 2016
Audio production: Literaturwerkstatt Berlin, 2015
[un paesaggio che là si stende]
italienisch
un paesaggio che là si stende
come se aspettasse una mareggiata
che gli portasse un respiro di vita
chi sulle superfici interpreta il vento
tutte le vecchie storie intrecciate
si mostrano nel cielo
solo come profilo solo come linea dell’inverno
che tace nessuno dà
la colpa ai villaggi
che si affollano piatti all’orizzonte
cos’è (dicon le nuvole) che vi trattiene?
la curva gobba del mondo
da tempo sta spiando l’universo
e di notte loro prendono
le misure con lenti smerigliate
la distanza dalla notte
è minima
nei canti aspetta una luna inquieta
il giorno cos’è che vede qui
storia dei solchi d’aratro
l’amore per una casa
in cui trovare calore.
(für I.
deutsch | Anja Kampmann
Er ist im letzten Jahr gegangen
in den Tagen danach
sahst du manchmal Schatten an den Ästen der Zweige
und das Meer
spülte Walfischknochen an, deren geheime Mitte
er suchte
Ein konstanter Abriss wie das Schwarz als Teil
des heller gestrichelten Asphalts oder
sagen wir Steine, kleinere Tänzer
unentwirrbar
das Mosaik der Zeit oder
sagen wir Muster, die ein Schwarm Saatkrähen
an den Himmel wirft
sagen wir November und schwächeres Licht
oder sagen wir Atemflocken und Erinnern
ein ewiges Rückwärtsgehen
wie der Chinese im Park von Paris
sagen wir an den Häusern der Wein
die Spatzen, ihre Schwingen, die Anatomie einer Handschwinge
an einem Frühherbsttag die Mitte
von jedem Geräusch
das durch uns durchgeht.
aus: Proben von Stein und Licht. Gedichte
München: Carl Hanser Verlag, 2016
Audio production: Literaturwerkstatt Berlin, 2015
(per I.
italienisch
Lui se n’è andato un anno fa
tu nei giorni che seguirono
vedevi talvolta ombre alle forche dei
rami
e il mare
spingeva alla deriva ossa di balena, di cui egli cercava
il centro misterioso.
Una costante discrepanza come il nero
in un asfalto di grana più chiara oppure
diciamo come le pietre, piccoli danzatori
aggrovigliati
il mosaico del tempo oppure
diciamo le trame che uno stormo di cornacchie
lancia nel cielo
diciamo novembre e la luce più fioca
oppure diciamo fiocchi di respiro e memoria
di un eterno retrocedere
come il cinese nel parco di Parigi
diciamo accosto alle case la pergola
i passeri le loro evoluzioni, l’anatomia di
un’ala
in un giorno di primo autunno, il centro
di ogni rumore
che ci attraversa.
steilküste
deutsch | Anja Kampmann
schon bald ist sonntag
in den klippen verfangen sich
die wölfe so klingt das meer das uns trifft
das rollen der steine von vorn ein paar stiefel
im fels wie sich die wogen waschen an der luft
im laufe bläht der wind das cape den raum
für dein kleines gedächtnis gelb
als sie rannten kinder die ihre zungen
in den regen strecken meer salz das heulen
des winds zu erlernen von vorn
mit der gischt kommt die liebe rau
in all ihren alten sprachen.
aus: Proben von Stein und Licht. Gedichte
München: Carl Hanser Verlag, 2016
Audio production: Literaturwerkstatt Berlin, 2015
falesia
italienisch
fra poco è già domenica
fra gli scogli s’intrappolano
i lupi così risuona il mare che ci coglie
il rotolio delle pietre daccapo un paio di stivali
nella roccia come le onde si lavano all’aria
in corsa il vento gonfia la mantella lo spazio
per la tua corta memoria giallo
quando loro correvano bimbi che tiravano
fuori la lingua nella pioggia mare sale
per apprendere l’urlo del vento daccapo
con la schiuma torna l’amore ruvido
in tutti i suoi antichi linguaggi.
moorchaussee
deutsch | Anja Kampmann
am ende beginnt die marsch
das land dehnt sich in flachen carrées
um die man hunde führt und müde beine
laufen alles ist alltäglich
im herbst spurten die rehe schneller
als der geist zu den aufleuchtenden lichtern
laternenumzüge martinsbrot
inzwischen sind feuer verboten
aber das rauschen hier ist wie
der himmel und zeigt oben weitere straßen
ums moor ziehen sie jetzt zäune
auf den schildern bleiben die entfernungen stets
exakt. und der himmel ist geflutet
mit heimwegen die im dunkeln
unsicher blinken.
aus: Proben von Stein und Licht. Gedichte
München: Carl Hanser Verlag, 2016
Audio production: Literaturwerkstatt Berlin, 2015
massicciata sulla palude
italienisch
alla fine comincia la torbiera
la terra si stende in piatti riquadri
intorno si portano i cani e gambe stanche
camminano tutto è quotidiano
in autunno i cerbiatti scattano più rapidi
dello spirito ai falò lampeggianti
cortei di lampioni pane di San Martino
oggi i fuochi vengono proibiti
ma il crepitio qui è come
il cielo e mostra in alto strade più ampie
intorno alla palude ora si alzano recinti
sui cartelli le distanze sono sempre
esatte. e il cielo è straripato
con vie di ritorno che nel buio
brillano incerte.
[Leichthin]
deutsch | Anja Kampmann
Leichthin
ist der Sommer
Ferne schreibt
die Buchstaben deines Gedächtnisses
mit leichter Hand
Während ein einzelnes Riesenrad
Gondel um Gondel
in die Luft steigen lässt
So ist auch die Nacht
nämlich das Aufsteigen
einer ungefähren Sprache
Kondenswasser
und so sind die Tage
nämlich ähnlicher dem Vergessen
dem Abwenden des Blicks wenn
der frühe Abend die Kleider durchdringt
die Übergänge ins Vorhin
dem du ähnlicher
wirst. Abtreiben auf diesem alten Dampfer in Richtung Atlantik, Cuba
So sind Tage
leichthin -
fallen die Gondeln
fallen wie jeder Schritt
Setzkästen mit getrockneten Faltern
eine Sammlung
die wie ein Schnalzen in der Dunkelheit verklingt.
aus: Proben von Stein und Licht. Gedichte
München: Carl Hanser Verlag, 2016
Audio production: Literaturwerkstatt Berlin, 2015
[Lieve]
italienisch
Lieve
è l’estate
la distanza scrive
le lettere della tua memoria
con mano lieve
mentre un’unica ruota gigante
fa salire nell’aria
gondola dietro gondola.
È così anche la notte
appunto l’ascesa
di una lingua incerta
acqua di condensa
e questi sono i giorni
appunto più simili all’oblio
al volger via lo sguardo quando
la prima sera s’insinua negli abiti
i trapassi nel precedente
a cui tu somigli di più.
Andare alla deriva su quel vecchio vapore
verso l’Atlantico, Cuba
così sono i giorni
lievi -
cadono le gondole
cadono come ogni passo
cassette ordinate con farfalle secche
una collezione
che smuore come uno schiocco nel buio.
ausmaß
deutsch | Anja Kampmann
der sorge in worten von denen
wir die bienen fernhalten auf dass sie
sie nicht tragen in die hintersten winkel
der karten die träume sind schon erreicht
gebiete in denen die angst sich nicht ausspricht
aber anwesend ist wir richten den blick auf blankes
land ränder rauschschwarz sind die tage als meldung
lassen die welt unlesbar zurück eine karte am anfang
steht kein wort der abermals traurige gaul lässt sich nicht
lenken nur sein silber im blick und wie er dich verlässt
es sind keine geschichten wenn ein land verblasst
wie du hierher eilst wen wir nicht mehr finden
nirgends und wo in diesem land wohnte
nicht bitternis still jetzt.
aus: Proben von Stein und Licht. Gedichte
München: Carl Hanser Verlag, 2016
Audio production: Literaturwerkstatt Berlin, 2015
dimensione
italienisch
del dolore in parole da cui
noi teniamo lontane le api acciocché loro
non lo trasportino nei più riposti angoli
delle mappe i sogni son già raggiunti
luoghi in cui la paura non si esprime
ma è presente noi volgiamo lo sguardo alla nuda
terra bordi neri di ebbrezza sono i giorni come annuncio
lasciano indietro il mondo illeggibile una mappa in principio
non c’è nessun verbo triste di nuovo il cavallo non si fa
guidare solo il suo argento nello sguardo e come ti abbandona
non sono storielle quando una terra scolora
appena tu corri qui chi non troviamo più
in nessun dove e dove abitava in questa terra
nessuna amarezza silenzio ora.
globus
deutsch | Anja Kampmann
und keiner weiss wie tief der see ist
über den du schwimmst pyramiden
aus wissen und weit oben verschieben
die sterne leis ihre antworten aber
am ufer steht einer und wartet
mit einem einfachen tuch in dem das gras
noch haftet dieser tag
er hat im dunkeln die farbe von
eurer haut aber in diesen himmeln
werden raketen wieder von wärme gelenkt aber
das mit der kalten see geht niemand
was an. die grenzen fast lautlos
lecken ihre wunden im sand
aber im dunkeln steht jemand
und wartet bis du kommst.
aus: Proben von Stein und Licht. Gedichte
München: Carl Hanser Verlag, 2016
Audio production: Literaturwerkstatt Berlin, 2015
globus
italienisch
e non c’è chi sappia quant’è fondo il lago
sul quale nuoti piramidi
di sapere e le stelle su in alto in alto
spostano tacitamente le loro risposte ma
uno sta sulla riva e aspetta
con un semplice panno a cui l’erba
sta ancora attaccata questo giorno
ha l’oscuro colore della
vostra pelle ma in questi cieli
i missili vengono di nuovo guidati dal calore ma
nessuno si cura del freddo mare. I confini quasi muti
si leccano le ferite nella sabbia
ma nel buio c’è qualcuno
e aspetta che tu venga.
Versuch über das Meer
deutsch | Anja Kampmann
Es soll um den Horizont gehen den
Farbauftrag der Ferne das helle Knistern
der Flächen von Licht und die Verbreitung
des Lichts wie es sich aufbäumt das Meer
in seiner weiten Brust der Faulschlamm
der Fischmehlfabriken das Meer der romantischen
Feuer an den Kiesstränden Reisende
die sich für immer verlieren
in einer Aussicht das Meer in den Häfen, den Docks
den Containerarealen das Meer züngelnd
unter Kränen die nachtwärts
das Heimweh hieven das Meer der Muränen
lauernd hinter einem Stein
das Meer der Tiefe verborgen ein Suchbild
für die Träume vom. Meer
die im Meer verschwunden sind grundlos
die Gräben darüber ein Mosaik aus Flocken
strömendes zähes Feld aus Dreck das Meer
das so gut verborgen ist japsend nach Luft in
seiner weiten Brust nach sich selbst
schnappend.
aus: Proben von Stein und Licht. Gedichte
München: Carl Hanser Verlag, 2016
Audio production: Literaturwerkstatt Berlin, 2015
Indagine sul mare
italienisch
Dev’essere l’orizzonte lo
strato di colore della lontananza il chiaro stridore
delle superfici di luce e la diffusione
della luce come s’inalbera il mare
nel suo vasto petto la melma fetida
delle fabbriche di farina di pesce il mare dei fuochi
romantici sulle rive di ghiaia viaggiatori
che si perdono per sempre
in un panorama il mare nei porti, sulle banchine
negli spiazzi per container il mare guizzante
sotto le gru che verso sera
issano la nostalgia il mare delle murene
in agguato da dietro a uno scoglio
il mare celato degli abissi un’immagine-guida
per i sogni del mare
che in mare spariti son senza fondo
le fosse di sopra un mosaico di fiocchi
campo di ruvide correnti di rifiuti il mare
che resta così ben nascosto anelante all’aria
nel suo vasto seno che a se stesso
si avventa.
maribor
deutsch | Anja Kampmann
eine herzschwäche des lichts
ein übergriff ins gestern
ein fluss mit pflaumen an den ufern
birnen ein markt
und als tito kam die dörfer
und als tito kam die gesunden
männer und die gesunden frauen
und die kinder die ihre hunde an stricken
mit fortnahmen
und danach
und in den wäldern die geschosse
den wäldern den wäldern den hügeln
mit weichem grünlichem licht
und im herbst im sommer winter
und das frühe verlassene jahr
wie es den anderen folgte
folgte folgten einander fort
die angler die metzger
nüsse zu sammeln nüsse
von innen pocht es hohl
eine leere in den früchten und wer
hob sie auf wer aß
davon was blieb maribor
mit wirbeln aus glas aus glas
sind die hunde zurückgekommen zuerst
mit ihren losen langen stricken
die niemals gelassen wurden nur fester
gedrückt und gepresst in den
blinden händen den vergessenen händen
mit den wimpern
zum baden gehen zum tauchen
im dorfsee im dorfteich
in den vertiefungen der landschaft
in den spiegelungen eines neuen tags
die wimpern wimpern und der strick
des hunds am tag und unter
den erinnerungslosen wolken
im grünlichen grünlichen
wo einer kam wo alles im gehen
verblasst.
aus: Proben von Stein und Licht. Gedichte
München: Carl Hanser Verlag, 2016
Audio production: Literaturwerkstatt Berlin, 2015
marburgo
italienisch
un attacco di cuore alla luce
un salto nel mondo di ieri
un fiume con susini sulle rive
pere un mercato
e quando veniva Tito i villaggi
e quando veniva Tito i gagliardi
uomini e le gagliarde donne
e i bimbi che portavano con sé
i cani al guinzaglio
e poi
e ai boschi gli spari
ai boschi ai boschi ai colli
con morbida luce verdastra
e in autunno in estate inverno
e l’anno precedente trascorso
come seguiva agli altri
seguiva si susseguivano l’un l’altro
i pescatori i macellai
a raccogliere le noci le noci
un rintocco da dentro con vuota eco
un vuoto nei frutti e chi
li raccolse chi ne mangiò
cosa restò a marburgo
con turbini di vetro di vetro
sono tornati i cani per primi
coi loro lunghi guinzagli sciolti
che mai vennero allentati solo
più forte stretti e serrati nelle
mani cieche le mani dimenticate
con le ciglia
per andare a nuotare per tuffarsi
nello stagno del villaggio
negli infossamenti del paesaggio
nei rispecchiamenti di un nuovo giorno
le ciglia ciglia e il guinzaglio
del cane di giorno e sotto
le nubi senza memoria
nel verdastro verdastro
dove uno giunse dove tutto andando
scolora.
Minsk
deutsch | Anja Kampmann
Ich habe nie so viel Schnee gesehen
nicht so viele Landstriche so dick überfroren
kalt und eisstill wie das Land das sich abkehrt von uns
in ein inneres Gespräch senkt sich
die Weite mit der Weite
einige rennen darauf sterben verrecken tausende
graben und ziehen Linien aus Draht in die
vereiste Luft in. Die Wälder sind tief
keiner geht darin
ohne Grund
nur stufenweise Geschichte aufgeblättert
die Propeller der Maschinen
unaufhörliche Wiederholungen der
Kälte
nicht Wille nicht Erdknochen nur
wie weit kann man laufen
wenn der Himmel sich einwärts biegt Eisregen fasst
die Statik des Himmels der Sterne
Schiffsladungen die Docker fremder Häfen
Kohle Knochen Hoffen auf etwas
was fern liegt
angerührt vom Innersten her
junge Buchen
hell oder neu oder Wind.
aus: Proben von Stein und Licht. Gedichte
München: Carl Hanser Verlag, 2016
Audio production: Literaturwerkstatt Berlin, 2015
Minsk
italienisch
Non ho mai visto tanta neve
né tanti lembi di terra così spessi di ghiaccio
freddi e in glaciale silenzio come la terra che da noi si allontana
in un dialogo interno cala
la distanza con la distanza
alcuni ci corrono sopra muoiono crepano migliaia
scavano e tracciano linee di cavi metallici nella
ghiacciata atmosfera. I boschi sono profondi
nessuno vi accede
senza motivo
storia sfogliata solo grado a grado
i motori degli aeroplani
inarrestabile ripetizione del
freddo
non volontà né ossa della terra solo
quanto possiamo correre lontano
quando il cielo si ripiega su se stesso pioggia di gelo
afferra la statica del cielo delle stelle
caricamento di navi le banchine di porti stranieri
carbone ossa speranza di qualcosa
che giace lontano
commossi dal più profondo
giovani faggi
chiari o nuovi o vento.