Giorgio Luzzi
Filastrappa al buon risveglio
Qui fuori in questi inizi di febbraio
c’è neve colloquiale, una neve
davvero impropriamente cittadina
mista a pioggia, un tesoro di farina
capitata nel clou di uno sterrato.
Eh il buon caldo termato
la cerimonia alla lattiera di maiolica
del cane Labrador figlio del bronzo.
Ma cosa mai sarebbe – qualcuno se lo chiede –
una mattina simile senza canti di guerra
senza la mozzafiàtica vetrina
del pilota bruciato nella gabbia
o della ragazza tutta occhi e saio
che preme il fiato tra le unghie nella tenda
come fa ogni ostaggio che attenda
l’ultimatum ellittico del macellaio.