Sepp Mall 
Translator

on Lyrikline: 3 poems translated

from: الايطالية to: الألمانية

Original

Translation

Piccola cucina cannibale [CD version]

الايطالية | Lello Voce

ho bisogno di una scorciatoia lenta e di una vita che mi menta
dove si senta il suono spento d’ogni sentimento io ho bisogno
di un sogno lasciato indietro di trovare un metro alla menzogna
di sfuggire alla gogna bisogno di silenzio di assenzio e mugugno
ho bisogno di tatto d’olfatto di dare di matto sfuggire allo scacco
bisogno di occhi e polpastrelli di lingua di narici di mitragliatrici
di un gorgo sordo che inghiotta il futuro di una vena delle tue radici

)strappami le pupille e masticale con tenerezza assapora il gusto
amaro dello sparo e la polvere che ho sparso sulle emozioni tagliami
la lingua e brucia la punta fino a che il fumo non si fa incenso,
fino trovare un senso)

se ancora esisto è per nutrirti per stupirti per sfuggirti e per tradirti
metterti spalle al muro all’angolo e chiederti di arrenderti al segno
ambiguo che ci separa all’aria rara che sta tra noi e ci unisce in
un soffio al vuoto d’ogni nostro moto se ancora esisto è per dirti
per favore continua a stupirti per dirti bada che amore non fa rima
con cuore ma con il rombo del dolore con i muscoli strappati che
carezzi a sera con l’unica cosa vera sangue versato che fa primavera

) divaricami le gambe e staccale dal tronco smonta le ginocchia
svuotale di liquidi e parole asciugale al fuoco lento del dubbio
affonda l’accetta alle natiche con un colpo secco e netto dividimi
                                                                              fammi a pezzi divorami)

se ancora esisto è per dirti di non credere una sola parola di affilare
lo sguardo come lama puntata alla gola di continuare a credere che
anche il tacchino vola anche a costo di restare sola anche a costo di    
essere tu a dire l’ultima parola se ancora esisto è per l’acrobazia
che mai non sazia per quest’ultima carezza un attimo prima del
respiro affannato che mi spezza è per leccarti le mani con dolcezza
per bere il tuo sale asciugarti il male è per amore o per quel che vale

) tagliami le orecchie con cura e ricucile ai lati delle labbra e le
palpebre i polpastrelli applicali alla lingua con spilli e virgole e
punti là dove batte là dove il dente duole e pulsa in grumi di dignità
                                                              il ritmo del dolore l’accento della libertà)

 

ho bisogno di dimenticare il futuro di immaginare il passato bisogno
di fiato caldo sul collo di minacce di ricatti di violenza di una lenza
avvelenata bisogno di un’unica durata liscia come uno specchio come
il ghiaccio che il filo dei pattini fende come fosse il taglio d’una storia
comune un percorso un morso di vita che stride di lame e uccide io
ho bisogno di pelle e d’olfatto ma tu guardami senza toccarmi e ora
rubami la vita con destrezza amor mio e poi spegnimi con dolcezza

© 2008 by Casa Editrice Le Lettere - Firenze / Creative Commons
from: L’esercizio della lingua (Poesie 1991-2008)
Firenze: Le Lettere,
Audio production: (Testi di Lello Voce, musica di Paolo Fresu e Frank Nemola)
Lello Voce - spoken word
Paolo Fresu - tromba
Frank Nemola - elettronica
Registrato e mixato a Bologna - LittleBird Street Studios - 2007

Kleine Kannibalenküche

الألمانية

was ich brauch ist ein schleichbarer Weg und ein Leben das mich belügt
ist das Rauschen des verlornen Gefühls was ich brauch ist:
ein vergessner Traum ein Maß für die Lüge /
und dem Galgen zu entfliehn und Stille brauch ich und Aufruhr Absinth /
und berühren und riechen und schreien und mich entziehn /
was ich brauch sind Augen Fingerkuppen sind Zungen Nasenlöcher und :
Maschinengewehre /
und einen stummen Schlund der die Zukunft verschlingt ich brauch eine Vene
ich brauch dein Innerstes DU /

) reiß mir die Pupillen heraus und zerkau sie zärtlich spür den bittren /
Geschmack von Schuss und Pulver das über dein Fühlen gestreut schneid mir /
die Zunge heraus und brenn ihre Spitze an bis sie nach Weihrauch riecht
bis ein Sinn gefunden ist)

wenn ich noch da bin dann dich zu verwöhnen dich zu verzaubern dich zu
betrügen dir zu entkommen /
dich in die Enge zu treiben und in der letzte Ecke wirst dich ergeben dem
zwiespältigen Zeichen /
der dünnen Luft zwischen uns die uns trennt und wieder vereint /
der Leere unsrer Regungen Wenn ich noch da bin dann dir zu sagen /
hör nicht auf zu staunen bitte dir zu sagen pass auf Herz reimt sich doch auf
Schmerz / und auf das Dröhnen des Bohrers auf das Brennen der Muskeln /
streichle mich beiss mich – dieses rote Saft ist das einzige was zählt /

) spreiz meine Beine und trenn sie vom Rumpf nimm die Knie ab /
entleer ihre Flüssigkeiten und Wörter trockne sie am flammenden Zweifel /
hau das Beil mir in Arsch und schlag mich ganz entzwei mit einem saubren Hieb /
                                                                      zerstückle mich friss mich auf)

wenn ich noch da bin dann dir zu sagen glaub mir kein einziges Wort schärf /
deinen Blick als Klinge an der Kehle glaub ruhig weiter dass /
auch Truthähne abheben können auch auf die Gefahr hin allein zu bleiben auch
auf die Gefahr hin /
dass du das letzte Wort aussprichst wenn ich noch da bin dann weil meine
Kunststücke nie gut genug sind und wegen dieser letzten Zärtlichkeit kurz vor
dem Atemzug der alles beendet / wenn ich noch da bin dann um dir sanft die
Hände zu lecken / dein Salz zu trinken das Böse auszusaugen und wegen
dieses Liebesdings was auch immer /

) schneid mir die Ohren ab sorgfältig und näh sie mir an die Lippen dran die /
Augenlider die Fingerkuppen heft sie an die Zunge mir mit Nadeln, Beistrichen
und / Punkten da wo die Wahrheit sitzt da wo es wehtut da wo der Schmerz
pulst in Würde in Freiheit

was ich brauch die Zukunft vergessen die Vergangenheit planen/
den heißen Atem in meinem Nacken und Drohungen und Erpressungen und
Gewalt und den vergifteten Köder an der Schnur / ich brauch eine einzige
Dauer blank wie ein Spiegel wie das Eis das der Schlittschuh zerschnitt wie ein
Pfeil – eine Linie in unsre / Geschichte in eine Durststrecke eine tödliche
Umarmung ich / brauch Haut ich muss riechen schau mich an du aber berühr
mich nicht und jetzt / stiehl mir mein Leben meine Liebe mit Geschick und sanft
mach mich aus.

Deutsche Fassung von Sepp Mall.
Die Übersetzung entstand im Rahmen des Übersetzungsworkshops VERSschmuggel des Poesiefestivals Berlin 2010

Piccola cucina cannibale

الايطالية | Lello Voce

ho bisogno di una scorciatoia lenta e di una vita che mi menta
dove si senta il suono spento d’ogni sentimento io ho bisogno
di un sogno lasciato indietro di trovare un metro alla menzogna
di sfuggire alla gogna bisogno di silenzio di assenzio e mugugno
ho bisogno di tatto d’olfatto di dare di matto sfuggire allo scacco
bisogno di occhi e polpastrelli di lingua di narici di mitragliatrici
di un gorgo sordo che inghiotta il futuro di una vena delle tue radici

)strappami le pupille e masticale con tenerezza assapora il gusto
amaro dello sparo e la polvere che ho sparso sulle emozioni tagliami
la lingua e brucia la punta fino a che il fumo non si fa incenso,
fino trovare un senso)

se ancora esisto è per nutrirti per stupirti per sfuggirti e per tradirti
metterti spalle al muro all’angolo e chiederti di arrenderti al segno
ambiguo che ci separa all’aria rara che sta tra noi e ci unisce in
un soffio al vuoto d’ogni nostro moto se ancora esisto è per dirti
per favore continua a stupirti per dirti bada che amore non fa rima
con cuore ma con il rombo del dolore con i muscoli strappati che
carezzi a sera con l’unica cosa vera sangue versato che fa primavera

) divaricami le gambe e staccale dal tronco smonta le ginocchia
svuotale di liquidi e parole asciugale al fuoco lento del dubbio
affonda l’accetta alle natiche con un colpo secco e netto dividimi
                                                                              fammi a pezzi divorami)

se ancora esisto è per dirti di non credere una sola parola di affilare
lo sguardo come lama puntata alla gola di continuare a credere che
anche il tacchino vola anche a costo di restare sola anche a costo di    
essere tu a dire l’ultima parola se ancora esisto è per l’acrobazia
che mai non sazia per quest’ultima carezza un attimo prima del
respiro affannato che mi spezza è per leccarti le mani con dolcezza
per bere il tuo sale asciugarti il male è per amore o per quel che vale

) tagliami le orecchie con cura e ricucile ai lati delle labbra e le
palpebre i polpastrelli applicali alla lingua con spilli e virgole e
punti là dove batte là dove il dente duole e pulsa in grumi di dignità
                                                              il ritmo del dolore l’accento della libertà)

 

ho bisogno di dimenticare il futuro di immaginare il passato bisogno
di fiato caldo sul collo di minacce di ricatti di violenza di una lenza
avvelenata bisogno di un’unica durata liscia come uno specchio come
il ghiaccio che il filo dei pattini fende come fosse il taglio d’una storia
comune un percorso un morso di vita che stride di lame e uccide io
ho bisogno di pelle e d’olfatto ma tu guardami senza toccarmi e ora
rubami la vita con destrezza amor mio e poi spegnimi con dolcezza

© 2008 by Casa Editrice Le Lettere - Firenze / Creative Commons
from: L’esercizio della lingua (Poesie 1991-2008)
Firenze : Le Lettere, 2008

Kleine Kannibalenküche

الألمانية

was ich brauch ist ein schleichbarer Weg und ein Leben das mich belügt
ist das Rauschen des verlornen Gefühls was ich brauch ist:
ein vergessner Traum ein Maß für die Lüge /
und dem Galgen zu entfliehn und Stille brauch ich und Aufruhr Absinth /
und berühren und riechen und schreien und mich entziehn /
was ich brauch sind Augen Fingerkuppen sind Zungen Nasenlöcher und :
Maschinengewehre /
und einen stummen Schlund der die Zukunft verschlingt ich brauch eine Vene
ich brauch dein Innerstes DU /

) reiß mir die Pupillen heraus und zerkau sie zärtlich spür den bittren /
Geschmack von Schuss und Pulver das über dein Fühlen gestreut schneid mir /
die Zunge heraus und brenn ihre Spitze an bis sie nach Weihrauch riecht
bis ein Sinn gefunden ist)

wenn ich noch da bin dann dich zu verwöhnen dich zu verzaubern dich zu
betrügen dir zu entkommen /
dich in die Enge zu treiben und in der letzte Ecke wirst dich ergeben dem
zwiespältigen Zeichen /
der dünnen Luft zwischen uns die uns trennt und wieder vereint /
der Leere unsrer Regungen Wenn ich noch da bin dann dir zu sagen /
hör nicht auf zu staunen bitte dir zu sagen pass auf Herz reimt sich doch auf
Schmerz / und auf das Dröhnen des Bohrers auf das Brennen der Muskeln /
streichle mich beiss mich – dieses rote Saft ist das einzige was zählt /

) spreiz meine Beine und trenn sie vom Rumpf nimm die Knie ab /
entleer ihre Flüssigkeiten und Wörter trockne sie am flammenden Zweifel /
hau das Beil mir in Arsch und schlag mich ganz entzwei mit einem saubren Hieb /
                                                                      zerstückle mich friss mich auf)

wenn ich noch da bin dann dir zu sagen glaub mir kein einziges Wort schärf /
deinen Blick als Klinge an der Kehle glaub ruhig weiter dass /
auch Truthähne abheben können auch auf die Gefahr hin allein zu bleiben auch
auf die Gefahr hin /
dass du das letzte Wort aussprichst wenn ich noch da bin dann weil meine
Kunststücke nie gut genug sind und wegen dieser letzten Zärtlichkeit kurz vor
dem Atemzug der alles beendet / wenn ich noch da bin dann um dir sanft die
Hände zu lecken / dein Salz zu trinken das Böse auszusaugen und wegen
dieses Liebesdings was auch immer /

) schneid mir die Ohren ab sorgfältig und näh sie mir an die Lippen dran die /
Augenlider die Fingerkuppen heft sie an die Zunge mir mit Nadeln, Beistrichen
und / Punkten da wo die Wahrheit sitzt da wo es wehtut da wo der Schmerz
pulst in Würde in Freiheit

was ich brauch die Zukunft vergessen die Vergangenheit planen/
den heißen Atem in meinem Nacken und Drohungen und Erpressungen und
Gewalt und den vergifteten Köder an der Schnur / ich brauch eine einzige
Dauer blank wie ein Spiegel wie das Eis das der Schlittschuh zerschnitt wie ein
Pfeil – eine Linie in unsre / Geschichte in eine Durststrecke eine tödliche
Umarmung ich / brauch Haut ich muss riechen schau mich an du aber berühr
mich nicht und jetzt / stiehl mir mein Leben meine Liebe mit Geschick und sanft
mach mich aus.

Deutsche Fassung von Sepp Mall.
Die Übersetzung entstand im Rahmen des Übersetzungsworkshops VERSschmuggel des Poesiefestivals Berlin 2010

Canzone del destino

الايطالية | Lello Voce

a Titta, con amore.

Ci sono destini e destini che ci attendono e svolte molte ci sono
una per ogni orizzonte una per ogni mano e fegato c’è n’è una per
ciascuno di vita intendo di minuti ed ore e giorni ed anni e millenni
di respiri ed istanti a mezzo fiato rinunciati e lisi di cuori senza cuore
di vite feroci e grigie di sventagliate di mattinate e mattinate divise ma
certo forse sarà pace o forse sarà guerra ed è di poco conto e certamente

per vivere dovevi sperimentare per vivere dovevi essere ingannata ora
che hai fatto tutta l’esperienza ora che sei pronta ora che ti protegge
tutta la diffidenza e resta più solo da vivere o dinuovo poter essere ingannata

Voglio dire il nostro e il loro incomunicabili e intrecciati a far osso duro
crosta cartilagine spigolosa e puntuta scheletro d’osso e diamante e a
darle nome storia ma la mia e la tua intendo e poi la loro la grande la
virtuale e vera la Storia ma la misera nostra che chiamiamo vita e ora
virtualizziamo a morte la nostra piccola rivoluzione portatile solubile
maneggevole quotidiana da piazzare a rate di sopravvivenza e muta

eh eh ragazzi la vita non è poi così preziosa sentite le condizioni tribolare
emigrare ammalare ospedali camorre prigioni. Ehi ragazzi la guerra
non è poi tanto cattiva almeno nelle antiche storie alla fine si moriva

L’esistenza nostra cucciola e briciola l’esistenza nostra ignorata dico
refusata scartata consumata rottamata sprecata investita l’esistenza nostra
puledra e scintilla ora imbolsita trottata domata macellata divorata e l’attimo
preciso qual’è stato quale il respiro il lampo di luce a confine quale la
fine il termine il nome impronunciabile e pronunciato che ci ha trasformati
in un già detto in un già fatto in storia della nostra storia in morìa epidemica?

o dei tanti uomini che potevo essere o dei tanti uomini che non sono stato se
questo solo superstite è il mio me necessario perché continua ancora ad
oscillare verso i tanti uomini che potevo essere i tanti uomini che non sono stato?

 
E’ questa globalizzazione mondializzante dell’esperienza sono queste
multinazionali del sentimento forse a frusciarmi via dalle dita la certezza
d’esser vivo e invece mi sento affogare affondare nel Fondo Esistenziale
Internazionale e sconto tassi folli d’eversione e devianza dalla fascia di
parità dell’essere patisco ingiustizie strutturali e continui colpi al cuore
cirrotizzazioni del fegato infarti al muscolo apoplettico e risa e singhiozzi

sicuro che son tutto vivo braccia gambe c’è tutto posso fare anche un salto
vedi ma l’anima non può più saltare ci sono delle parti immobili da tanto
che forse son già morte...  provi te cara a sentir se rispondono ancora?

E se ci aggiungi i giorni i mesi gli anni passati a scrivere e a parlare a dire
e a protestare a correggere le bozze al mondo allora vedi che non mi
restano che le tue fantasmagoriche natiche e il tuo respiro affannato
a cosce intrecciate mentre mi sbilancio su di te colpo dopo colpo mentre
precipita su noi tutto il tempo e universa di stelle questa vecchiezza sua
definitiva nella stretta tua che s’apre alla morte che ci è stata estratta in sorte

esprimemere esprimere cosa perdi tempo a vivere? sono morti senza
parlare i poeti che hanno vissuto...  ma è appunto perché non posso
vivere... o se potessi vivere cosa mi importerebbe di parlare?

O invece cosa m’importerebbe dimmi di vivere se davvero anche solo
per un attimo potessi parlare se anche solo per un istante istantaneamente
dalla voce si scollasse una parola-suono eterna e senza corpo se anche
per una volta sola potessi davvero dirmi dirti dirci tutto quanto c’è da dire
gutturale per gutturale labiale dopo labiale dittongando ogni senso
e raddoppiando alla potenza ics ogni sibilante che s’incorpa e smuore?

ognitanto dalla sua poesia si stacca una vita ognitanto dalla sua vita si
stacca una poesia se la sua poesia è bella ha torto la mia ma la sua vita non
può aver ragione perché avrebbe torto la mia dunque è brutta la sua poesia

Ma poi lo sai vivo e parlo e scrivo e muoio più o meno come tutti più o
meno respiro dopo respiro più o meno col cuore a finanziamento agevolato
lo sai sconto il mio e la parte mia di quello di tutti più o meno timbro il mio
sentimento settimanale più o meno destino al futuro il mio destino più o
meno mi acrobato sul filo di sorti e lingue e come tutti più o meno firmo il
mio contratto giornaliero d’esistenza e resto in ascolto del rombo che verrà....

Nota: nel testo sono liberamente utilizzate citazioni provenienti da: P. Jahier,
Poesie in versi e in prosa. Tutte le citazioni sono state rese in corsivo.

© 2008 by Casa Editrice Le Lettere - Firenze / Creative Commons
from: L’esercizio della lingua (Poesie 1991-2008)
Firenze: Le Lettere, 2008

Lied vom Schicksal

الألمانية

für Titta, in Liebe

Und es gibt Schicksale und Schicksale die auf dich lauern und
es gibt Schläge / einen für jeden Horizont einen für jede Hand
und für den Bauch es gibt eins für / jedermann ein Leben meine
ich aus Minuten und Stunden und Tagen und Jahren Jahr-
tausenden / aus Atemzügen und hechelnden Augenblicken –
abgenutzt und aufgegeben aus herzlosen Herzen /
aus grausamen Leben und aus grauen Leben aus
Maschinengewehrstößen aus Vormittagen und Vormittagen leer
/ aber klar vielleicht gibt es Frieden vielleicht gibt es Krieg und
es zählt ja nicht und wer weiß /

denn Leben heißt Erfahrungen machen Leben heißt
betrogen werden und jetzt wo du alles gemacht hast an
Erfahrungen und jetzt wo du bereit bist und jetzt wo dich dein
Misstrauen schützt und es bleibt nichts anderes als zu leben
und wieder betrogen zu werden von Neuem/

Will sagen es ist das Unsere und das ihre miteinander
verschlungen aber sie haben sich nichts zu sagen eine
Verhärtung / eine Kruste wie Knorpel schroff und spitz ein
Skelett aus Knochen -  aus Diamant und / sie Geschichte zu
nennen meine Geschichte und deine und dann die ihre die
große die fiktive die wahre DIE Geschichte aber unsere arme
die wir Leben heißen und jetzt zu Tode fiktionalisieren unsere
kleine tragbare handliche alltägliche Revolution abzubezahlen
in Überlebensraten und jetzt still/

hey Jungs so wertvoll ist das Leben ja gar nicht denn so siehts
aus ein sich Quälen / Emigrieren Erkranken Und
Krankenhäuser Camorra Gefängnisse. Hey Jungs der Krieg /
ist gar nicht so böse zumindest in den alten Geschichten starb man am Schluss /

Unsere Existenz niedlich und dienlich unsere unbeachtete
Existenz will sagen / unsere Existenz fehlerhaft ausgemustert
verbraucht verschrottet verschwendet unsere Kapitalinvestition
unsere Existenz/ fohlenhaft und funkelnd jetzt aber verwrackt
abgetrabt gedrillt geschlachtet verschlungen und wann hat dies
angefangen mit welchem Atemzug mit welchem Lichtblitz am
Rand wo war das Ende das Zeichen der unsagbare Name der
ausgesprochene der uns verwandelt hat / in etwas bereits
Gesagtes in etwas bereits Getanes in eine Geschichte unserer
Geschichte in ein Verenden das ansteckt?/

entweder von den vielen Männern die ich hätte sein können
oder von den vielen Männern die ich nicht gewesen bin – wenn
/ der einzige Überlebende mein unabdingbares / mich ist warum
schwankt der dann noch immer / hin zu denen die ich hätte sein
können, den Vielen die ich nicht gewesen? /

 
Vielleicht ist es die globalisierte Globalisierung der Erfahrung
die multinationalen Konzerne des Gefühls die mir die
Gewissheit dass ich lebe aus der Hand / wischen und dabei
ertrinke ich versinke ich im Internationalen /
Existenzfonds und zahle die irrsinnigen Zinsen des Umsturzes
und der Abweichung von der festgelegten Parität des Seins,
das schlägt alles auf mein Herz, die strukturellen
Ungerechtigkeiten und Leberzirrhose Liebesmuskelinfarkte
Gelächter und Schluchzer /

gewiss bin ich ganz lebendig Arme Beine es ist alles da ich
kann sogar springen / schau mal aber die Seele kann das nicht
mehr schon seit langem sind manche Kammern zu /
vielleicht sind sie schon tot ...  versuchst du es meine Liebe
vielleicht antworten sie noch? /

Und wenn du die Tage hinzuzählst die Monate die vergangenen
Jahre in denen ich schrieb redete sprach /
protestierte der Welt die Druckfahnen korrigierte dann siehst du
doch dass mir nichts bleibt / als dein wunderbarer Arsch und
dein keuchender Atem / während ich in deinen Schenkeln das
Gleichgewicht verliere Stoß auf Stoß während /
die gesamte Zeit auf uns herabstürzt und dabei all ihre Jahre
entfaltet – ihr bestirntes Universum in deiner Umklammerung
die sich öffnet zum Tod der uns allen auferlegt/

schreiben schreiben was verlierst du Zeit um zu leben? Die
Poeten die gelebt haben sind gestorben ohne / zu sprechen...
aber es ist gerade weil ich nicht leben /
kann ... oder wenn ich leben könnte würde mir das sprechen
dann noch was  bedeuten? /

Oder sag würde mir das Leben noch was bedeuten wenn ich
wirklich auch nur / für einen Augenblick sprechen könnte wenn
sich auch nur für einen Moment  plötzlich / aus der Stimme ein
Wort-Ton löste körperlos und ewig wenn ich auch /
nur ein einziges Mal wirklich all das sagen könnte – mir dir uns
– was man sagen muss / Kehl- auf Kehllaut Lippen- auf
Lippenlaut jeden Sinn diphthongierend /
und jeden S-Laut mit x multiplizierend der Körper wird und vergeht?

manchmal löst sich aus seinem Gedicht ein Leben manchmal
löst sich aus seinem Leben /
ein Gedicht wenn sein Gedicht gut ist stimmt meines nicht mehr
aber sein Leben kann nicht /
Recht haben denn sonst stimmte meines nicht also ist sein
Gedicht nicht gut /

Aber du weißt es doch ich spreche und schreibe und sterbe so
wie alle Anderen auch mehr oder weniger / Atemzug auf
Atemzug das Herz zinsgünstig finanziert mehr oder weniger /
Du weißt es doch ich zahle das Meinige ab und meinen Teil der
Gemeinschaftsschuld mehr oder weniger ich stemple
wöchentlich mein / Gefühl mehr oder weniger meine Zukunft
übergebe ich der Zukunft mehr oder / weniger ich tanze auf
dem Seil der Sprachen und Schicksale und wie alle mehr oder
weniger unterschreibe ich meinen / täglichen Existenzvertrag
und bleibe und lausche dem Dröhnen das kommt ...

Deutsche Fassung von Sepp Mall.
Die Übersetzung entstand im Rahmen des Übersetzungsworkshops VERSschmuggel des Poesiefestivals Berlin 2010