Antonio Santori
[Poi c’erano le sere, quasi]
[Poi c’erano le sere, quasi]
Poi c’erano le sere, quasi
silenziose, dal letto sentivi
i rumori degli altri, di operaie
accaldate, di impiegati bambini
persi nelle loro collezioni.
Contavi le pecore smarrite,
le organizzavi, assaltavano
sempre il pastore idiota
con cui ti identificavi.
Nelle strade le ruote
di biciclette, era strano
sentirle sui tombini,
i suoni stanati, i suoni
là fuori sembravano
eterni.
Come i ragazzi nudi
sui prati pieni di sigarette.
Ti sentivi nei letti
degli altri, nelle loro
lenzuola, convocavi
le gambe intrecciate,
le schiene, ti toglievi
gli ombretti.
Era strano sentire
i bambini nel sonno,
sembravano morti,
allenavi il tuo udito
sugli alberi improvvisati,
persi nei loro vuoti.
Si sentivano i corpi stormire,
addormentati. Si sentivano
i sogni.